Presentata a Todi la nuova annata olio e.v.o. Dop Umbria

Degustazioni e assaggi nel Salone affrescato Museo e Pinacoteca del Comune di TodiPresentata a Todi (Pg), in Umbria, l'annata 2022 dell'Olio extravergine di oliva Dop Umbria. Si è tenuta lunedì 6 febbraio, a Todi (Pg) la prima giornata dell’Anteprima dell’Olio extravergine di oliva Dop dell’Umbria, la presentazione della nuova annata Dop Umbria, rivolta a giornalisti, chef, ristoratori e operatori di settore.
degustazione
L’Anteprima Dop, un evento dell’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, realizzato in collaborazione con tutti gli attori del comparto olivicolo umbro, a partire dalla Regione Umbria, il Sistema Camerale dell’Umbria, Promocamera Umbria, Sviluppumbria, il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A-PTA, il Comune di Todi, l’Istituto Agrario Ciuffelli – Einaudi di Todi, la Strada dei Vini del Cantico, le associazioni di categoria umbre, ha visto la partecipazione di giornalisti delle principali testate nazionali dei settori dell’enogastronomia e del turismo, operatori esteri selezionati dalla Camera di Commercio dell’Umbria, chef umbri del circuito degli Evoo Ambassador, esperti d’enogastronomia e operatori di settore.

La Sala Affrescata del Museo Pinacoteca del Comune è stata lo scenario del Panel test, grande sessione di assaggio di Olio e.v.o. Dop Umbria guidata da Angela Canale, capo panel del Premio Regionale “Oro Verde dell’Umbria”; alla sessione hanno partecipato oltre 50 persone.

Successivamente nell’Istituto Agrario “Ciuffelli – Einaudi” di Todi, il più antico Istituto Agrario d’Italia fondato nel 1863, si è tenuto il Banco di Assaggio con i produttori locali

 

Le cinque sottozone 

cinque sottozone

Dop Colli Amerini Azienda Agricola Oliveto di Amelia e Frantoio Suatoni di Amelia (Tr)

Dop Colli Assisi – Spoleto Frantoio Di Spello Uccd Soc. Coop di Spello (Pg), Frantoio Gaudenzi di Trevi (Pg), Gnavolini Raccolta Sapore di Bastia Umbra (Pg), Marfuga Azienda Agraria di Campello sul Clitunno (Pg), Olio Melchiorri di Spoleto (Pg)

Dop Colli Martani Azienda Agricola Bacci Noemio di Gualdo Cattaneo (Pg), Decimi di Bettona (Pg), Frantoio La Casella di Todi (Pg), La Montagnola Snc di Torgiano (Pg)

Dop Colli Orvietani Azienda Agricola Pelagrilli di Monteleone di Orvieto (Tr), Oleificio Cecci di Castel Viscardo (Tr)

Dop Colli del Trasimeno Azienda Agricola Gori Maria Paola di Panicale (Pg), Centumbrie di Magione (Pg))

Le sottozone presentate con un incontro di approfondimento a cura di Luigi Caricato, Direttore della rivista OlioOfficina. 
olio evo conferenza stampa

Le dichiarazioni in conferenza stampa 

“Un evento come l’Anteprima Dop non celebra solo la qualità di un prodotto certificato, ma anche la qualità di un territorio, perché dal bello nasce il buono – Paolo Morbidoni, Presidente della Strada dell’Olio dell’olio e.v.o. Dop Umbria. La rivoluzione culturale nel settore dell’olio si compirà appieno soltanto quando questo prodotto uscirà definitivamente dall’ambito degli addetti ai lavori e diventerà un prodotto culturale legato all’atto edonistico del mangiare. Quando diventerà esperienza da vendere sul mercato turistico e patrimonio di conoscenza, di chi cerca una qualità nel cibo che sia anche sostenibile e salutistica. Anteprima Dop nasce proprio per spingere fino in fondo questa nuova stagione dell’olio.”

Antonino Ruggiano, Sindaco di Todi; Michela Sciurpa; Amministratore Unico di Sviluppumbria; Marcello Serafini, Amministratore Unico 3A-PTA Parco Tecnologico Agroalimentare dell'Umbria; Federico Sisti , Segretario Generale della Camera di Commercio dell'Umbria; Angela Canale e Giulio Scatolini, Capi Panel “Premio Oro Verde dell'Umbria” hanno dato voce alla preoccupazione che ha caratterizzato il periodo precedente alla raccolta di ottobre/novembre 2022, momento in cui, a seguito della siccità che si è protratta per mesi e del grande caldo estivo, si temeva per il momento della raccolta e frangitura delle olive, ma la sapienza e le capacità ormai consolidate dei produttori, unite alle innovazioni che caratterizzano gli odierni macchinari dei frantoi, hanno fatto sì che per questo anno in Umbria si siano comunque prodotti circa 40.000 quintali di olio extravergine di oliva, a fronte dei 50.000 mediamente prodotti negli anni precedenti.

Federico Mariotti, Key Manager Certificazione 3A-PTA Parco Tecnologico Agroalimentare dell'Umbria, società che dal 1998 è autorizzata dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al controllo e certificazione dell’Olio e.v.o. DOP Umbria, ha raccontato le caratteristiche dell’annata olearia 2022 e della certificazione Dop Umbria (l’olio extravergine d’oliva DOP Umbria è stato il primo registrato, in ambito comunitario a comprendere l’intero territorio regionale). "Le indicazioni sulle modalità produttive sono contenute nel disciplinare e il loro rispetto è controllat fino all’atto dell’immissione al consumo, dall’Organismo di Certificazione 3A-PTA. Questo meccanismo di controllo, a volte non è percepito appieno nella sua reale importanza dal consumatore: il controllo e la certificazione della produzione e del prodotto, la vigilanza e i controlli dell’ICQRF del Masaf fanno sì che il sistema dei controlli italiano sia tra quelli più efficaci al mondo. Il consumatore che compra un prodotto DOP acquista un prodotto controllato e certificato, un prodotto in possesso delle peculiarità conferite dal territorio di produzione e che contraddistinguono le eccellenze italiane come l’olio della nostra regione. Un prodotto che ha una propria identità e che per caratteristiche procedurali di ottenimento ed intrinseche, si differenzia dalla massa, rientrando in quelle specialità che fanno grande l’Italia".

I dati della DOP dell’anno 2022

 

La campagna olearia 2022 della Dop Umbria è caratterizzata da un forte consolidamento e miglioramento rispetto alla precedente. I dati produttivi estrapolati dal SIAN evidenziano come le olive umbre molite e l’olio atto a divenire DOP Umbria, paragonato alla precedente campagna olearia, segna un + 66%. Alla data odierna sono stati effettuati 111 prelievi che hanno consentito la certificazione già di circa 300.000 litri di DOP Umbria; se si considera il fatto che nell’intera campagna olearia 2021 ne sono stati certificati 326.000, è ragionevole ipotizzare che verrà eguagliato il quantitativo della campagna olearia precedente con nove mesi di anticipo.

Per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche degli oli della campagna 2022 si riscontra un miglioramento rispetto all’anno precedente per la parte chimica, oltre ad uno splendido equilibrio delle caratteristiche organolettiche in termini di fruttato, amaro e piccante. In particolare “come dato medio riscontrato, abbiamo i seguenti risultati: Ac. % 0,19; N.P. 3,9; PFT 543; Ac. Oleico% 74,3; colore verde, fruttato verde, Mfruttato 3,9; Mamaro 4,0, MPiccante 4,2”. È ragionevole dunque affermare che le peculiarità della campagna olearia 2022 rappresentano un elemento di grande attrattiva per il mercato, mercato che sottolinea un grande interesse per l'oro verde della DOP Umbria.

L’olio caratterizza l’identità culturale e paesaggistica di questo nostro territorio umbro" ha dichiarato l'assessore alle politiche agricole e agroalimentari e alla tutela e valorizzazione ambientale della Regione Umbria, Roberto Morroni. "Come amministrazione regionale abbiamo investito per avere frantoi all’avanguardia, per sviluppare un’unione di intenti tra i produttori e sviluppare la filiera corta. Quello che inizialmente pochissimi imprenditori illuminati hanno avuto l’ardire di fare, cioè di trattare l’olio come un elemento culturale di traino per il territorio e per il turismo, come amministrazione regionale abbiamo cercato di farlo fare anche al resto delle aziende olearie dell’Umbria, anche grazie allo studio di un disciplinare sull’oleoturismo, perché oltre alla produzione, questa è la nuova frontiera su cui puntare, rendendo i frantoi al pari delle cantine, dei luoghi di accoglienza. Ecco perchè oggi l’Umbria è da considerarsi un vero e proprio laboratorio e incubatore per la promozione dell’olio e dell’oleoturismo”.

Cena oleocentrica 

La prima giornata di “Anteprima Olio Dop Umbria” si è conclusa a Collazzone (Pg) presso il Frantoio I Potti de Fratini - luogo simbolo di come la produzione di olio di alta qualità, possa essere affiancata dall’accoglienza e dalla proposta di esperienze immersive di oleoturismo - con una Cena Oleocentrica a 8 mani con gli chef: Filippo Artioli chef de La Trattoria di Oscar, Giancarlo Polito chef di Tipico Osteria dei Sensi & Locanda del Capitano di Montone, Giulio Gigli chef di Une Ristorante di Capodacqua di Foligno e Marco Gubbiotti chef di Cucinaa Progetto Gastronomico di Foligno; che fanno parte del circuito “Evoo Ambassador”, la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di qualità tra cui una ricca selezione di oli e.v.o. prodotti in Umbria.

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Il Tartini di Trieste al Quirinale nel Giorno del Ricordo 2023

Il conservatorio Tartini di Trieste suonerà al Quirinale

Il Tartini di Trieste al Quirinale nel Giorno del Ricordo 2023. L'orchestra d'archi eseguirà, venerdì 10 febbraio nel Palazzo del Quirinale, le musiche delle celebrazioni ufficiali del Giorno del Ricordo 2023, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’appuntamento con la cerimonia istituzionale è alle 11, l’evento sarà trasmesso in diretta su Rai1 e inoltre sul canale satellitare e sulla webtv della Camera dei Deputati. L’Orchestra d’Archi del Tartini per l'occasione sarà tutta al femminile con 12 giovani e talentuose musiciste

L’Orchestra d’Archi del Conservatorio, preparata dal prof. Alberto Franchin docente di Musica d’insieme per strumenti ad arco, si presenterà con una formazione di 12 giovani e talentuose musiciste, e proporrà nel corso della cerimonia due grandi pagine di musica per Archi: l’Elegia ”Crisantemi” di Giacomo Puccini e l’Allegro dalla Sinfonia per Archi in Re Magg. di Giuseppe Tartini.

Il Direttore del Conservatorio Tartini Sandro Torlontano accompagnerà l’Orchestra insieme al Presidente del Conservatorio Daniela Dado: «siamo onorati e grati al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’invito ricevuto a partecipare alla commemorazione del Giorno del Ricordo a Roma. È un riconoscimento che viviamo con grande soddisfazione per la nostra Istituzione e per tutta la città di Trieste.

Nel corso della cerimonia l'Orchestra d'Archi proporrà l’Elegia ”Crisantemi” di Giacomo Puccini e l’Allegro dalla Sinfonia per Archi in Re Magg. di Giuseppe Tartini.

Maggiori informazione QUI

 

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Cantina Ramuscello raddoppia la produzione di vino vegano

Cantina di Ramuscello consegna della certificazione vino vegano 2023Cantina Produttori Ramuscello raddoppia la produzione di vino vegano. Dalla vendemmia 2022 sono stati prodotti e certificati 10mila ettolitri rispetto ai 5.400 dell’anno precedente. 

Il protocollo di certificazione è stato predisposto dal Ceviq (Certificazione Vini e Prodotti Italiani di Qualità) che ha provveduto, nei giorni scorsi, a consegnare il documento ufficiale alla Cantina. I vini certificati sono il Pinot grigio, il Prosecco, il Merlot, la Ribolla gialla e il Refosco dal peduncolo rosso. Presenti alla consegna anche la vicepresidente della Cantina di Ramuscello, Laura Bertolin; il vicesindaco di Sesto al Reghena, Andrea Nonis e il coordinatore regionale delle Città del Vino del Friuli VG, Tiziano Venturini.

Le dichiarazioni

«Da molti anni la nostra Cantina cooperativa – spiega il presidente Gianluca Trevisan – è impegnata sulla costante ricerca della salubrità, sia delle uve sia dei vini prodotti. Oltre al vino vegano, lo scorso anno abbiamo ottenuto anche la certificazione per la produzione del vino biologico. Inoltre, l’80% dei nostri soci, aderisce volontariamente alla difesa integrata SQNPI.  Sul tema della sostenibilità ambientale, siamo sempre attenti alle sensibilità del mercato e alle diverse richieste degli imbottigliatori, per questo abbiamo intrapreso un percorso di assistenza tecnica in campagna, fatta di controlli e verifiche, che dovrebbe portarci all’obbiettivo di un vino a 'residuo zero'».

«Quello del quale stiamo parlando è un mercato in crescita – aggiunge il direttore della Cantina Rodolfo Rizzi - al quale noi dedichiamo circa il 20% della produzione che, dalle nostre previsioni, sarà destinata ad aumentare ancora negli anni futuri. I principali imbottigliatori, per ora, sono dislocati nel Nord Italia, ma il nostro vino vegano viene già distribuito in tutta la Penisola».

 Refosco vegano della cantina di Ramuscello

Cosa significa vino vegano 

Produrre un vino vegano significa escludere tutti i prodotti animali e relativi derivati. Per ottenere la certificazione, con la menzione a produttore di “vino vegano”, la cantina (e i suoi soci) deve ottemperare a un rigido protocollo che il Ceviq ha elaborato al fine di evitare qualsiasi contaminazione con prodotti di origine animale e i relativi derivati. Quindi, partendo dal vigneto, si devono evitare concimazioni a base di letame e pollina per sostituirle con sovesci di leguminose e composti vegetali a base di humus, da compiere durante l’anno, a seconda delle esigenze colturali.

Per quanto riguarda il processo di trasformazione in cantina, si devono eliminare tutti i derivati animali che servono per la stabilizzazione e chiarificazione del vino sostituendoli con estratti di origine vegetale. In questo modo si eliminano anche le tante problematiche derivate dall’assunzione di sostanze allergeniche, le quali, in ottemperanza alla legislazione in vigore in alcuni Paesi esteri, devono essere riportate in etichetta.

Inoltre non si possono utilizzare le colle a base di caseina per etichettare le bottiglie, vanno utilizzate esclusivamente etichette adesive. Infine. per ottenere la certificazione vegana il vino deve essere analizzato da un laboratorio accreditato che stabilisca l’assenza totale del DNA animale (bovino, suino e ittico).

 

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I profumi dell'amore seducono e coinvolgono

barricaia

I profumi dell'amore sono stati i protagonisti di una attinata coinvolgente ed entusiasmante nella tenuta di Borgo Conventi a Farra d'Isonzo, in strada della Colombara. 

tenuta borgo conventi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si parte con una breve visita in cantina, ripercorrendo il passaggio dell'uva nelle varie fasi della lavorazione fino ad arrivare all'affinamento del vino, passando tra le vasche d'acciaio e le botti di Slavonia fino ad arrivare nella barricaia dove maturano i grandi vini rossi di Borgo Conventi. #ociseioseguiqb

barricaia
Nella sala di degustazione tutto è pronto per l'evento che ci attende.

salotto olfattivo itinerante

Salotto olfattivo itinerante

Valentina Baruffa, grande esperta dell'affascinante mondo dei profumi e dei suoi poteri, che spaziano tra medicina, arte, mitologia e magia, ha allestito uno dei suoi salotti olfattivi itineranti. Parla di odori che sono essenziali nell'attrazione e nell'amore, della sua biochimica, delle fragranze e materie prime afrodisiache; racconta di rituali odorosi e di come usarli seguendo una sorta di "galateo della profumazione".

lei
Molte le storie di personaggi famosi e/o mitologici di cui racconta: da Venere/Afrodite a Cleopatra a Casanova e dei rituali che precedevano i loro incontri amorosi.
Parla della tecnica di raccolta dei fiori, dei muschi, dei semi e della tecnica di estrazione delle fragranze.

Experience da ripetere

Valentina interagiva con i partecipanti, molto attenti e partecipi; la mattinata è volata velocemente, degustando gli ottimi vini dell'azienda ospitante: un Friulano, un Sauvignon e un Merlot.
Una vera experience, come si usa dire di questi tempi. Unmondo sconosciuto e infinito, che avrà un seguito in un altro incontro nei mesi a venire.

 

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5 febbraio. Si festeggia sant'Agata

Minne di Sant'Agata courtesy CustonaciwebSant'Agata. Santa patrona di Catania. Si festeggia con un dolce dalla suggestiva storia. Dopo la Settimana Santa di Siviglia e il Corpus Domini di Cuzco, è considerata la terza festa popolar-religiosa più famosa al mondo. La data del 5 febbraio è infatti riduttiva: infatti, la festa nella città siciliana ha inizio già alla fine di gennaio e continua fino al 12 febbraio.  Tutte le vie del centro cità si colorano di bancarelle ricolme di dolci, fra cui primeggia il mitico torrone. 

Un dolce che simboleggia la festa.

Le cassatelle o Minne di Sant’Agata sono dolci di forma semisferica che rappresentano i seni della della giovane strappati con delle tenaglie per obbligarla ad abbandonare la sua fede e a cedere alle lusinghe di Quinziano proconsole della città che si era invaghito della sua bellezza.  Sono composti da un guscio di pasta frolla o di pan di spagna imbevuto di liquore, il ripieno è rigorosamente a base di ricotta di pecora, preventivamente lavorata con zucchero e arricchita con canditi e cioccolato fondente. La cassatella è interamente ricoperta da una candida glassa di zucchero alla cui sommità svetta una ciliegina candita che rappresenta il capezzolo. Vanno solitamente serviti a coppie, rafforzando l’immagine che rappresentano.

Olivette di Sant'agata 

olivette di Sant'Agata   courtesy Notizie Catania Le 

Meno famose internazionalmente delle Minne ma altrettanto buone e assai apprezzate dagli autoctoni catanesi sono le Alivetti o aliveddi. Dolcetti di pasta di mandorla a forma di oliva, di colore verde e ricoperti di zucchero.

Narra la leggenda che mentre Agata era inseguita dai soldati di Quinziano di lei invaghitosi e da lei respinto, comparve quasi all'improvviso una pianta di olivo selvatico che la nascose dalle guardie. In seguito le olive di quell’albero divennero farmaco miracoloso per i malati. Per rievocare l’episodio nel 1926, quando le reliquie della Santa vennero riportate da Costantinopoli a Catania, fu piantato appunto un ulivo nei pressi del luogo dove Agata era stata imprigionata e dove morì il 5 febbraio del 251. 

the work of italian street artist- santagata news -photo fabrizio villa Getty images
P. S. Fino al Settecento, la devozione popolare nei confronti di sant’Agata era diffusa anche a Palermo, prima che il culto di santa Rosalia diventasse preponderante. 

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Conosci la cicoria asparago o cicoria catalogna?

puntarelle courtesy ristorante Piccolo mondo

Cicoria asparago, cicoria catalogna, cicoria sono alcuni dei nomi per definire le più familiarmente note puntarelle. Sono il germoglio di quello che a Roma si chiama “cicorione”. Puntarelle e alici sono un piatto tipico della cucina romana. 

Per arricciare le puntarelle leggi QUI il segreto 

Le puntarelle sono soltanto una parte della cicoria: precisamente sono i teneri germogli.  All’interno del cespo si trovano i talli, delle cimette simili per aspetto ad asparagi bianchi. Questi talli sono i germogli della cicoria che sta per spigare, cioè si prepara a produrre fiori e semi.

Si preparano generalmente in insalata “Insalata fatta dal tallo di cicoria presso all'insemenzire” spiegava il Belli. Ma con le foglie esterne ripassate in padella, arricchite di aglio, peperoncino e accighe diventano un superlativo sugo per la pasta. 

puntarelle capate courtesy ristorante Piccolo mondo

Con cicoria asparago si intende generalmente un insieme di varietà locali afferenti alla specie botanica della cicoria, caratterizzate dallo scapo fiorale edule, che ricorda il turione di asparago, dal tipico sapore amarognolo. (Wikipedia dixit). 

L'origine di questo ortaggio è antichissima, è citato in uno scritto del 1550 a.C. Plinio ne parla perché era nototo nell'antico Egitto. Già Galeno, celebre medico dell’Antica Grecia, lo consigliava  contro le malattie del fegato. 

Ecco cuer che succede a ttanti ggnocchi
che nun zanno addistingue in ne l’erbajja
le puntarelle mai da li mazzocchi.
(Giuseppe Gioachino Belli – Sonetti romaneschi)

Scopri la ricetta 

Le varietà di cicoria da cui ricavare le puntarelle sono fondamentalmente due

dalla Puglia (Molfetta e Galatina) arriva la varietà con germogli interni più grossi e compatti
dal Lazio (Gaeta, Formia e Fondi), proviene la varietà dai germogli più lunghi e affusolati

Proprietà benefiche  

favoriscono la funzionalità del fegato
hanno proprietà purificanti e disintossicanti
aiutano la digestione
stimolano la circolazione sanguigna
favoriscono l’eliminazione dei grassi dall’intestino

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Il vino sostenibile in scena a Venezia

wine red carpet

Il vino sostenibile in scena a Venezia. Wine in Venice: 20 le cantine selezionate da una giuria di esperti fra quelle che meglio si sono distinte per etica, sostenibilità e innovazione.
Si è concluso lunedì scorso, 30 gennaio 2023, il wine red carpet del vino italiano nel palcoscenico della magnifica Scuola Grande della Misericordia di Venezia. 

scuola della misericordia

Tre giorni dedicati al vino. Tre giorni per riflettere sul futuro di questo prodotto e del mondo enoico, tre giorni per capire come le buone pratiche possano diventare patrimonio comune.

Un gruppo di giornalisti, sommelier ed esperti ha avuto il compito di selezionare, tra le cantine d'Italia iscrittesi al concorso di Wine in Venice, le 20 migliori cantine di tutto il nostro Paese.

Il tutto seguendo tre criteri fondamentali: Etica, Sostenibilità e Innovazione. Queste cantine sono state premiate per le loro scelte concrete, che sposano i valori fondamentali dell’evento, “andando anche contro a volte una sostenibilità economica diretta”, come affermato dalla direttrice scientifica Francesca Pagnoncelli Folcieri, "cantine che sanno di fare la loro parte per l'umanità e di costruire qualcosa per il futuro". wine in venice Photo credit IG @stefanoceretti

Innovazione del vino 


Interessante  il wine talk sull’innovazione del vino, moderato dalla giornalista del Il Gusto.it Laura Loreti. Hanno partecipato il direttore de Il Gusto.it Luca Ferrua, Roberto Cipresso wine maker di fama internazionale, Guido Barendson, giornalista e critico enogastronomico, Baek Nanyoung, giornalista, sommelier ed esperta di enoturismo, Jacopo Cossater, giornalista e Simone Roveda, web marketing strategist.

La viticultura sta cambiando anche per effetto delle mutazioni climatiche e si deve tenere conto che forse la tradizione va rivista. Nuovi vitigni resistenti alle pressioni e nuove strade si stanno affermando, passando da una gestione oculata dell’acqua con irrigazione misurata allo studio accurato del terreno con nuove tecnologie, ma anche con una comunicazione che si rivolge ai più giovani che popolano le diverse piattaforme social, da Instagram a Tik Tok, fino a considerare il mondo parallelo del Metaverso. Il punto è capire come questi strumenti possono aiutare a parlare a un pubblico sempre più esigente.

Degustazioni e masterclass 


Oltre a numerosi dibatti sul tema, sono state organizzate degustazioni e masterclass con l’obiettivo di proporre nuovi punti di vista, incentrati su una produzione vinicola che scelga il rispetto e la gestione oculata del territorio, in collaborazione con il Consorzio Tutela Lugana Doc e il Consorzio Tutela Valpolicella; a fare da regia i preparati sommelier dell’Ais Veneto - Associazione Italiana Sommelier.

wine in venice 2024 photo credit IG @stefanoceretti
La macchina di Wine in Venice non si ferma, il comitato promotore è all’opera per la prossima edizione. L’appuntamento è per il 20 -23 gennaio 2024, quando ancora una volta Venezia sarà scenario di promozione del vino etico, sostenibile e con un alto tasso di innovazione.

 

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La via dell’anice

Pimpinella anisum

La via dell'anice. Tagli ritagli e frattaglie era un programma televisivo trasmesso sulla Rete 2, nella prima serata della domenica, dal 26 luglio 1981 per otto puntate. Arbore e De Crescenzo presentavano in studio, tra una gag e una battuta, diversi brani del repertorio comico televisivo. Fu il programma che lanciò come soubrette Lory Del Santo, nei panni di una sexy archivista che porta in studio i filmati dopo averli scovati nelle cineteche Rai.

Qui a qb non ci sono sexy archiviste, piuttosto persone che riempiono gli scaffali di casa con tagli e ritagli che potranno un giorno - forse - essere utili. Normalmente il periodo più proficuo a recuperare carte dimenticate sono i mesi di gennaio e febbraio. Eccomi dunque con un articolo di Maurizio Stefanini pubblicato su Il Foglio del 13 aprile 2019. Titolo: La “via dell’anice” spiegazione alcolica di quanto sia difficile piacere alla Cina. Ne riportiamo per voi alcuni stralci.

 

anice stellato

ANICE. DAl Mediterraneo all'Oriente e ritorno 


“È l’anice l’icona perfetta per rappresentare croci e delizie della Via della Seta?” si chiede Stefanini. “La Cina e il Mediterraneo sono i due capi del percorso sia nella versione di Marco Polo che in quella riproposta dai cinesi nel XXI secolo. ‘Perché l’anice ha una duplice origine: l’anice stellato viene dalla Cina, l’anice verde è di pura origine mediterranea. Ma tutti e due sono alla base dei più tipici liquori del Mediterraneo, dall’arak libanese al raki turco, dal pastis francese alla sambuca italiana.’ Sono parole di Mister Sambuca, cioè Mario Molinari terza generazione della dinastia che ha portato al successo in Italia la popolare bevanda.

 

Orienatale o MEDiterranea? 

 

 L’aroma è simile. Ma la mediterranea Pimpinella anisum è della famiglia botanica di sedano, finocchio e prezzemolo, mentre l’Illicium verum è parente della magnolia.

Il Mediterraneo si è aperto fin dai tempi più antichi a ciò che veniva da Oriente e così, accanto all’anice spagnolo e all’anisette framcese a base di pimpinella sono stati inventati il pastis e la sambuca. Il primo a produrre sambuca in Italia fu il garibaldino ischitano trapiantato a Civitavecchia Luigi Manzi alla metà dell’Ottocento; successivamente Angelo Molinari la produsse con l’anice stellato (il mistrà possiede entrambi i tipi di anice).

anice stellato
Venuta  di fatto dalla Cina la sambuca però non riesce a rientrarci. Lo rilevano i dati dell’export. Non che ai cinesi non piaccia l’alcool, ma i dazi imposti ai prodotti europei ne rendono difficile la commercializzazione. E poi non è ancora diventata un prodotto aspirazionale!

 

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Carnevale in Carinzia e i Faschingskrapfen

©Carletto Photography- Kaernten WerbungCarnevale in Carinzia e  Faschingskrapfen, i dolci tipici del Carnevale. Durante il periodo di Carnevale in Carinzia si è soliti preparare - e soprattutto mangiare - i Faschingskrapfen, le ciambelle di Carnevale. Di seguito la ricetta dei Faschingskrapfen di Elisabeth Liegl per gustare un po’ di Carinzia da casa propria.

Faschingskrapfen

Ingredienti

  • 600 g di farina
  • 1 confezione di lievito fresco
  • 100 g di burro
  • 60 g di zucchero
  • 4-5 tuorli 
  • circa ¼ l di latte
  • un po' di rum
  • buccia di limone grattugiata
  • un po' di sale
  • marmellata per la farcitura
  • strutto per la cottura

Preparazione

  1. Preparare un impasto con circa 1/8 l di latte, il lievito e 100 g di farina.
  2. Sbattere a bagnomaria  tuorli e zucchero finché diventano spumosi; infine aggiungere il burro fuso e il sale, un po' di rum e lo zucchero vanigliato.
  3. Mescolare bene questo composto montato, l’impasto, la farina e il latte rimanente e sbattere finché l'impasto si stacca dal cucchiaio di legno.
  4. Su una spianatoia infarinata, stendere la pasta (circa ½ cm di spessore), segnare metà della superficie della pasta con un tagliapasta rotondo.
  5. Mettere un po' di marmellata al centro, ritagliare l'altra metà e posizionarla sul disco segnato, unire i bordi premendo con le dita, quindi ritagliare con un tagliapasta leggermente più piccolo.
  6. Mettere i krapfen a testa in giù su un panno infarinato, spazzare via la farina in eccesso e coprire con un panno in un luogo caldo per farli lievitare.

Il segreto per cuocerli al meglio

  1. Quando le ciambelle sono sufficientemente lievitate, vengono cotte in strutto non troppo caldo, ma neanche tiepido. La casseruola deve essere piena a metà di strutto.
  2. Il modo migliore per capire se il grasso è pronto per la cottura è immergere la punta di un sottile pezzo di legno in acqua e poi immediatamente nel grasso caldo; se il grasso sibila, è pronto.
  3. Cuocere in modo che il lato superiore della ciambella entri per primo nel grasso. Le ciambelle vengono cotte nella casseruola coperta per evitare che si capovolgano.
  4. Quando le ciambelle sono dorate sul lato inzuppato, si girano con uno stecchino di legno e si cuociono sull'altro lato senza essere coperte.

    Maggiori informazioni sulla Carinzia: 

     #visitcarinthia #carinzia
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Carnevale in Osteria 2023

carnevale in osteria cover

Carnevale in Osteria. Terza edizione. La Confesercenti Udine coordina il Comitato friulano difesa osterie e la Pro Loco Città di Udine nell’organizzazione di questo attedo appuntamento. Con entusiasmo il Presidente del Comitato Enzo Mancini ha voluto riprendere il discorso interrotto con gli osti e gli avventori per ridare slancio a questa iniziativa così gradita alla cittadinanza.

QUANDO SI SVOLGE

Da giovedì 16 a martedì 21 febbraio 2023 con l'immancabile appuntamento con renghe e polente mercoledì 22 febbraio.  

20 osterie del territorio proporranno un piatto e un calice di vino con offerte tipicamente friulane.

 

 

L’enogastronomia del Friuli negli ultimi anni punta sulla qualità delle proposte culinarie e del servizio alla clientela senza perdere nelle osterie la convivialità e la semplicità: genuinità nei cibi e nell’approccio umano. Questo il segreto del successo ritrovato e sempre crescente delle nostre osterie.

Nell’ info point di piazza 1° maggio a Udine troverete le brochure descrittive per scegliere l’itinerario enogastronomico preferito e mercoledì 15 nel Salone del Popolo del Comune di Udine avrà luogo la conferenza stampa di presentazione ufficiale dell’evento.
Si viodin in ostarie

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Franciacorta. La Montina e le bottiglie personalizzate.

Franciacorta La Montina Bottiglia personalizzata

Franciacorta sì. E con La Montina la bottiglia di vino è  personalizzata. Per la festa degli innamorati la storica cantina di Monticelli Brusati propone infatti nuove confezioni e romantici design a tema, tutti da personalizzare. Si potrà far incidere sul vetro i propri nomi, oppure una dedica speciale. La lavorazione è affidata a esperte mani artigiane, che renderanno ogni bottiglia un pezzo unico. Il tutto è ordinabile tramite lo shop online dell’azienda o direttamente nell’Enoteca annessa alla cantina.

Tenute La Montina 

Le Tenute La Montina di Monticelli Brusati sono fra le aziende storiche della Franciacorta. Le vigne aziendali sviluppano su di una superficie vitata di circa 72 ettari, dislocati in sette Comuni. Vigneti, con giacitura preminentemente collinare, impiantati su terreni calcarei e limo-argillosi con una resa circa di 100 quintali per ettaro con densità di 5.400/7.000 ceppi per ettaro. La cantina si estende per 7.450 m² sotterranei, il che garantisce tutto l’anno la minore escursione termica possibile (attorno ai 13 °C- 16 °C) e condizione ottimale per la giusta maturazione dei Franciacorta. La produzione media è di 380.000 bottiglie annue.

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