melanzane alla parmigiana dello chef Marcello Valentino
Una parmigiana speciale che porta in tavola i profumi dell'estate. La trasformazione in millefoglie monoporzione la arricchisce ulteriormente. La ricetta ci è stata donata dallo chef Mario Valentino. La recuperiamo dal nostro archivio qubista.
Alici arraganate al forno. Prima di tutto traduciamo per i non napoletani il termine "arraganato", che significa "origanato, cioè condito con l'origano." Protagoniste di questa ricetta sono le alici. Parliamo proprio delle meravigliose e lucenti alici (a Trieste sardoni) grasse d’estate, la stagione migliore per consumarle e magre d’inverno. Il loro sapore è sempore leggermente diverso, in quanto influenzato dal mare dove vengono pescate e dalla salinità delle diverse acque.
Le zeppole secondo la cucoa galante. Le zeppole, profumate e farcite di morbida crema, preparate nelle case e nelle pasticcerie, sono il dolce tradizionale del giorno di San Giuseppe, un dolce che non deve mai mancare a tavola il 19 marzo.
Farina, acqua e burro, per preparare l’impasto, ancora farina, uova e latte, per preparare quella deliziosa crema, che dolcemente serve a farcire tutte le zeppole, appena tirate fuori dalle padelle e fritte in olio fumante.
zaeti biscuitsZaeti sta per zaleti, cioè gialletti, ma come certo sapete in dialetto veneto la "elle" non si pronuncia. Sono fra i biscotti più semplici e forse più noti della pasticceria veneziana, colorati di giallo per l'uso della farina di mais.
pasta a cinque buchi credit Sicilafan.itConosci la pasta catanese a cinque buchi (che’ cincu puttusa), i maccheroni con un buco centrale e quattro buchi laterali più piccoli? Si prepara nella zona del Catanese solo per Carnevale, in continuazione dei festeggiamenti per Sant'Agata. Sugo grasso o ricco ragù a base di carne e grasso di maiale: salsiccia, cotenna, puntine.
Una ricetta altoatesina tipicamente natalizia ci viene fornita dalla tenuta Kornell ed è tratta dal ricettario Dolci Dolomiti di Heinrich Gasteiger, Gerhard Wieser, Helmut Bachmann. In fondo al post trovate anche il link e il video per la preparazione.
SpitzbubenNon solo il meraviglioso e famoso Zelten. In Alto Adige per le festività natalizie si preparano anche gli Spitzbuben. Questa ricetta ci viene donata dall’agriturismo Gallo Rosso Strasserhof.
In molte regioni italiane si mangiano gli ossi del maiale bolliti, accompagnati dalla polenta. Questa ricetta della Garfagnana e della Valle del Serchio utilizza la farina di castagne, che in queste zone viene chiamata farina di Neccio. Nella tradizione locale le castagne vengono raccolte a mano ed essiccate per 40 giorni nei metati (strutture in pietra e legno dove il calore viene alimentato da un fuoco di legna di castagno).
Al gusto forte e sapido delle ossa di maiale si associa la dolcezza di questa polenta speciale.
La Tenuta il Ciocco, che nei suoi ristoranti propone molti prodotti del territorio, ci invia questa ricetta antica di un pane di patate, che è anche Presidio Slow Food. Secondo la tradizione, il pane di patate si ottiene da un impasto di farina di grano macinato a pietra, farina di farro della Garfagnana, lievito madre, lievito di birra, sale e acqua. Viene cotto in forno a legna. E rimane morbido per circa una settimana! Il suo nome è anche il garfagnino. Le patate, coltivate prevalentemente nella zona di Sillano, a 1200 metri di altitudine, sono patate rosse, di piccole dimensioni, molto saporite e compatte.
Pane di patate
Ingredienti
250 g di patate lesse
500 g di farina di grano
500 g di farina di farro
25 g di lievito di birra
lievito madre
sale e acqua secondo necessità
Procedimento
Lessare le patate, scolarle e sbucciarle.
Unire le patate lesse, sbucciate e schiacciate, alla farina e al sale. Sciogliere il lievito in 100 ml di acqua tiepida.
Aggiungere l'acqua con il lievito alla farina e alle patate e lavorare il tutto con le mani sino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciare lievitare per 2 ore.
Dare al pane la forma che si desidera e lasciarlo nuovamente lievitare in teglia.
Infornare a 180 °C per un’ora circa e comunque sino a quando il pane diventa dorato.
frittata di maccheroniVi propongo una ricetta che è perfetta per la Pasquetta (da proporre anche in terrazzo o nel giardino di casa), ma che è capace di farci sognare i nostri prossimi giorni al mare, dei quali la frittata di maccheroni è l'accompagnamento ideale!
Questa ricetta ci è stata proposta e suggerita per uno dei nostri appuntamenti qbisti con le nuove filiere. Il cuoco è Giovanni Spadari, agronomo di grande esperienza, consulente anche per l'azienda agricola Dorigo. Appassionato cultore della cucina tradizionale, sia veneta, sia friulana. Alessio Dorigo ha scelto per l'abbinamento un Blanc de Noir, proposta forse inconsueta, ma risultata vincente. Impiattamento in ciotola del baccalà con crostoni di pane: accostamento affine allo spumante classico estremo.
BACCALÀ ALLA VICENTINA
Ingredienti
1 kg di Stocco Norvegese già ammollato * ½ litro di latte * 80 g di olio di oliva * 500 g di cipolla * 60 g di polpa di acciughe (potete acquistarle fresche e poi eliminare lisca e pelle oppure comprare un vasetto di acciughe già pulite, sono anche salate, quindi non serve altro sale) * 2 spicchi di aglio * una manciata di prezzemolo * farina q.b. * parmigiano grattugiato.
Preparazione
Pulite lo stoccafisso - Stocco Norvegese - togliendo pelle e lische, ma lasciandolo intero.
Nel frattempo preparate un soffritto con l'olio, la cipolla e l'aglio affettati.
Unite poi, mescolando bene, la polpa di acciughe ben lavate e il prezzemolo tritato.
Aprite bene lo stoccafisso, spargetevi all'interno un velo di farina, un velo di parmigiano, poi versatevi sopra metà del soffritto di cipolla, acciughe e prezzemolo che avete preparato e che si sarà trasformato in una sorta di salsina.
Piegate a metà lo stoccafisso (Gadus morhua, merluzzo artico norvegese, pescestocco, insomma il vostro baccalà) richiudendolo.
A questo punto potete tagliarlo a fette piuttosto larghe, che infarinerete e che passerete nel formaggio grattugiato.
Disponete le fette così lavorate a strati in un tegame capiente, versatevi sopra il resto della salsina, bagnandola con il latte in modo che penetri anche sul fondo.
Finite il tutto con un leggero filo di olio di oliva.
Fate cuocere a fuoco molto basso, non meno di quattro ore.
Nel caso, bagnate con qualche cucchiaio di latte caldo, non serve mescolare, oppure fatelo molto delicatamente, per non rompere le fette di baccalà.
Lasciate riposare il piatto almeno un giorno prima di servirlo.
L'articolo con la ricetta e l'abbinamento sono stati pubblicati nel numero di ottobre 2020 del mensile qbquantobasta.