#parolegolose. Una rubrica nata durante la quarantina (quarantena) Covid-19, ma covata a lungo, in attesa di esprimersi ed esplodere. PAROLE GOLOSE. PER SAPERNE QUANTOBASTA.Una rubrica che racconta di parole. E che nasce dal successo dell'altra nostra sezione Chiedilo a qb. Domande e curiosità che attirano e coinvolgono i nostri lettori. Saranno parole e frasi che racconteranno l'etimologia ma anche e soprattutto le origini di piatti, le trasmigrazioni di ingredienti e di vitigni, storie di modi di dire, di consuetudini alimentari. Senza troppe pretese, con la nostra consueta leggerezza. Per saperne quanto basta, appunto. #parolegolose
Dal 2021 la rubrica si arricchisce con le #ricettedaleggere. Ricette di scrittori, preparazioni tratte da libri che parlano di scrittori. Uno spunto per incuriosirvi e invitarvi a scoprire nuovi punti di vista.
Entrambe le rubriche #parolegolose e #ricettedaleggere sono aperte alle collaborazioni dei nostri lettori.
Segnalateci una parola golosa, indicateci un racconto culinario. L'indirizzo è Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Parole golose.
Minne di Sant'Agata courtesy Custonaciweb#parolegolose. Sant'Agata. Santa patrona di Catania. Si festeggia con un dolce dalla suggestiva storia. Dopo la Settimana Santa di Siviglia e il Corpus Domini di Cuzco, è considerata la terza festa popolar-religiosa più famosa al mondo.
Un dolce che simboleggia la festa.
Le cassatelle o Minne di Sant’Agatasono dolci di forma semisferica che rappresentano i seni della giovane strappati con delle tenaglie, secondo tradizione tramandata, per obbligarla ad abbandonare la sua fede e a cedere alle lusinghe di Quinziano, proconsole della città.
La vera storia del vin brulè, Glühwein in tedesco, vin Chaud in francese, mulled wine in inglese, ve la raccontiamo riprendendo l'interessante articolo di Martina Tommasi, storica e appassionata di cultura alimentare, pubblicato su qbquantobasta qualche tempo fa. Articolo dove sono preliminarmente sottolineate le valenze simboliche connesse alla scoperta che l'alcol si potesse bruciare.
Non era più il cibo cotto sul fuoco a essere mangiato, ma il fuoco stesso.
A Trieste un tempo - e ancora oggi in molte zone dell'Agordino nelle Dolomiti, da dove arriva questa cartolina vintage - il primo giorno dell'anno vigeva l'usanza della bona man, cioè di una mancia, gesto che portava fortuna anche a chi la donava, oltre a rendere felice chi la riceveva.
Il dolce dell'Immacolata della tradizione messinese. Vi invitiamo a scoprire la nipitiddata un dolce tradizionale messinese per l'8 dicembre ma resta in pasticceria per tutto il mese di dicembre.
la minestra maritata #parolegolose è una rubrica che racconta etimologie di vocaboli legati al mondo della cucina e della tavola, storia ed evoluzione di ricette storiche, piatti amati dagli scrittori e dagli artisti. Qui vi raccontiamo la Minestra maritata, l'antica Minestra di foglie, piatto della tradizionale ricetta napoletana delle Festività: una pietanza nutriente, ricca e robusta, nata dall’unione delle prelibate verdure dell’entroterra campano con i tagli meno pregiati delle carni di manzo, di maiale e di gallina.
Preparazione giunta a Napoli, secondo alcuni, con la dominazione spagnola e divenuta variante della olla podrida, lo stufato iberico a base di chorizo e legumi; di origini più antiche, secondo altri, anche per alcuni riferimenti a un piatto simile a base di piselli e di pezzi di carne cui accenna Apicio nel De re coquinaria. Nel ‘500 e ‘600 si chiamava “minestra di foglie alla napoletana”, divenuta poi "minestra maritata".
Ecco come ne Lo scalco alla moderna Antonio Latini, nel 1692, ne descrive la preparazione.
Portrait of Antonio Latini Wellcome Si piglia una gallina e si mette a bollire insieme con la vacca, quando questa sarà più che mezza cotta, accioché la gallina non si disfaccia; e vi si mettono dentro lingue salate di porco, ma bollite, carne salata che prima sia stata a mollo, una soppressata, un pezzo di filetto, un pezzo di ventresca di porco, ossa mastre, annoglio, un pezzo di lardo battuto con il suo sale, a proporzione; e quando saranno le sopradette robbe cotte, metterai il brodo che raccoglierai dentro un tegame, tagliando le sopradette robbe in fette e la gallina ancora o cappone; tenendo ogni cosa da parte, metterai nel brodo un terzo della sudetta robba tagliata, e poi v’aggiungerai torzi ripieni, cocuzze e cipolle parimenti ripiene di vitella battuta con rossi d’ova, un poco di mollica di pane ammollato nel brodo, passarina, pignoli, a suo tempo, acini d’agresta e il pastume che avrai fatto servirà per riempire tutte le sopradette robbe, con le solite spezierie ed erbette odorifere.
Vi potrai anche aggiungere la lattuga o la scarola ripiena; l’altra carne che sarà restata l’anderai accomodando con ordine dentro il tegame o in un altro vaso, framezzata con fettarelle di fianchetto ripieno, con zizza prima bollita, salsiccia spaccata per metà; levatele la sua pelle, fette sottili di cascio parmiggiano grattato, fonghi di Genova, prima dissalati e bolliti con ossa mastre, avvertendo che sia il brodo buono, che sarà una minestra di buon gusto…
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Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Parole golose.
21 novembre. Ogni anno in questo giorno a Venezia si festeggia mangiando la castradina sc'iavona, un piatto antico a base di carne di montone che risale al 1600. Ogni anno in occasione della festa di ringraziamento alla Madonna della salute, il 21 novembre appunto, un ponte di legno viene costruito. È un ponte votivo, un ponte provvisorio su barche che attraversa il Canal Grande e collega la zona di San Moisè e S. Maria del Giglio (sestiere di San Marco) con la basilica del Longhena (Sestiere di Dorsoduro) per consentire il passaggio della processione.
torrone dei mortiIl torrone dei morti di tradizione campana. Non solo favette come è d'uso a Trieste, ma tante altre tipologie di dolci vengono create in molte regioni d'Italia in occasione della festa di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti. Della colva di grano pugliese vi raccontiamo sul numero di qubi di ottobre. Qui invece desidero presentarvi Il Torrone dei Morti della tradizione campana.
Valentina Gallimberti con le sue belle foto e il suo pezzo "i miei primi sugoli" ce li ha fatti venire in mente anche quest'anno che li avevamo dimenticati: parliamo dei sugoli, una delle prime ricette pubblicate su questo quotidiano alimentare che Antonella Varotto ci ha regalato nel 2010 (sic), ricetta che poi abbiamo ripubblicato, ampliata, sotto il titolo "il più squisito dei budini".
busiate Busiate Buseto un gioco di parole per festeggiare la pasta tipica del Trapanese. Chiusa il 1 settembre l'edizione 2024 di "Busiate Buseto" al Villaggio Badia di Buseto Palizzolo. Al centro di questa manifestazione sono le "busiate", gioiello della pasta artigianale trapanese dalla caratteristica forma allungata e attorcigliata. Come spiega un esperto locale: "L'impasto è una cosa semplicissima, si usa la farina e l'acqua. Si impasta poco a poco, aggiungendo l'acqua fino a quando si amalgama.
Ferragosto a Roma. Il pollo con i peperoni alla romana nella versione della mitica Sora Lella. Pino Felici è un amico virtuale di Facebook con il blog Storie chiacchiere e ricette. È merito suo se oggi vi racconto questo pezzo di storia di costume e di storia gastronomica che ha a che fare con la prima videoricetta in Italia (ufficialmente nota) IL POLLO DELLA SORA LELLA.
Bouquet di erbe aromatiche e di profumi del vino. Questo termine che deriva dal francese ed è diminutivo di bois ‘bosco’ può essere usata in circostanze assai diverse, infatti significa sia mazzolino di fiori (il bouquet della sposa) sia in profumeria l'insieme delle essenze di un profumo e fra i sommelier il complesso delle sensazioni odorose di un vino (questo vino ha un bouquet fruttato). E in cucina Bouquet Garni è il mazzetto delle erbe aromatiche, legato con in genere con un sottile spago bianco e tolto dalla pentola negli ultimi minuti di cottura. a pienissimo diritto entra quindi nella mia rubrica #parole golose.