Dop o doc transfrontaliera: unica via d'uscita per la querelle Terrano

courtesy ph editfiume.comDov'è o meglio qualè il toponimo? Ancora sul caso Terrano, soprattutto per gli amici che non leggono il Piccolo, il quotidiano locale che dedica paginate al caso. Giuridicamente parlando l'unica via d'uscita sembra essere una soluzione transfrontaliera: al momento la Slovenia ha tutte le carte in regola per vantare e richiedere questa esclusiva denominazione. Parola della prof Bolognini, giurista specializzata dell'Università di Udine. La Dop Teran registrata dalla Slovenia nel 2006 non è un marchio, afferma (come si legge appunto sul quotidiano locale) ma un segno distintivo che serve a identiifcare con un determinato toponimo (ma dove sarebbe il luogo che si chiama Teràn , per essere toponimo, dal greco nome del luogo, deve anche esserci un luogo fisico e concreto, n.d.a). Secondo Bolognini deve però esserci un toponimo altrimenti la commissione europea (in minuscolo deliberatamente) non avrebbe potuto/dovuto accettare la richiesta di registrazione. Come per tutte le Dop la produzione del vino deve avvenire nella zona geografica indicata dal disciplinare mediante l'impiego di uve provenienti da quel preciso luogo.

In pratica può usare il nome Teran solo chi lo produce nel rispetto del disciplinare registrato a Bruxelles. Punto. (art. 103 del regolamento Ue 1308/2013).

Ovviamente quando la Slovenia ha inoltrato la richiesta alla Commissione gli altri stati membri avrebbero potuto opporsi, ma forse in Friuli Venezia Giulia si era troppo impegnati con il Tipicamente firulano, però però, i viticoltori del Carso... un qualche segno avrebbero dovuto/potuto darlo, sottovalutare non va mai bene.

Quel che è certo e lo scrivo con le parole delle prof Bolognini "abbiamo dimostrato di non conoscere adeguatamente il diritto agrario europeo". Per la Dop transfrontaliera si potrebbe verificare se ci sono gli estremi per rivedere nel disciplinare la delimitazione della zona geografica.

Non abbiamo ancora capito da quando i viticoltori italiani del Carso devono sostituire le loro etichette sulle loro bottiglie.

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