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Il fagiolo di Lamon: pericolo contraffazioni

Edoardo Raspelli, giornalista e critico enogastronomico, torna a occuparsi del fagiolo di Lamon, prodotto che conosce molto bene per averne spesso parlato nelle sue rubriche oltre che per essere stato l'ospite d'onore all'ultima edizione della Festa del Fagiolo nel settembre scorso assieme alla conduttrice radiofonica Paola Bonacina. Lo ha fatto con una sua video-intervista pubblicata su Instagram e rilanciata sul suo profilo Facebook (Edoardo Raspelli II) e dedicata al "Borlotto Lamon".

Lo spunto da cui parte Raspelli è una confezione in scatola di fagioli lessati chiamati appunto Borlotto Lamon acquistato all'ESSELUNGA, il supermercato sotto casa. Edoardo Raspelli si pone alcune domande: "Il fagiolo di Lamon non è un prodotto a marchio Igp? E la legge non impone che si chiami Lamon solo quello che viene coltivato nei comuni certificati dal disciplinare del marchio? Invece, leggendo le indicazioni riportate nella scatola trovo scritto che è prodotto da un'azienda in provincia di Salerno in uno stabilimento di Rovereto. E la coltivazione? E quindi da dove viene questo fagiolo "Borlotto Lamon"? E soprattutto mi rimane il dubbio se è possibile utilizzare la parola "Lamon" per un prodotto che non ha la bandiera d'Europa della Indicazione Geografica Protetta". Il video di Raspelli conta già quasi 16.000 visualizzazioni e centinaia di commenti e condivisioni.

Fagioli Borlotti di LamonFagioli Borlotti di Lamon

 

Questo è un annoso problema che i produttori di Fagiolo di Lamon e della Vallata Bellunese che fanno parte del Consorzio di tutela conoscono bene. Alle domande risponde la presidente del Consorzio Tiziana Penco. "Prima di tutto ringrazio Raspelli che ha sollevato queste perplessità nella vasta platea di chi segue le sue attività giornalistiche. Purtroppo la varietà "Borlotto Lamon" risulta iscritta nel registro olandese delle varietà vegetali da parte di una società olandese, che lo ha fatto prima dell'ottenimento della Igp da parte del Consorzio. Quindi l'uso della denominazione "Borlotto Lamon" è attualmente considerata legittima. Una situazione che genera confusione nel consumatore sulla reale provenienza del prodotto. 

Presa di posizione del Consorzio di tutela del prodotto principe della Vallata Bellunese:
SE NON HA LA BANDIERA DELL'EUROPA
QUEL FAGIOLO NON VIENE DA LAMON

 

Concretamente le uniche confezioni che garantiscono il luogo di produzione sono quelle che riportano il marchio comunitario, il logo del Consorzio di tutela, la tracciabilità in etichetta sulla quale vengono riportati il nome del produttore e il comune di provenienza. E per ora è rarissimo trovare i veri fagioli "nati"a Lamon lessati e confezionati in lattina o vasetti. 

La presidente Penco rivolge un appello alle autorità nazionali, europee e olandesi perché prendano tutte le misure per modificare nel registro delle varietà di specie ortive la denominazione "Borlotto Lamon". Uno spiacevole inconveniente che trae in inganno i consumatori e danneggia i veri produttori del fagiolo di Lamon. 

Attualmente il territorio certificato per la produzione IGP comprende solo 18 comuni

e soltanto chi possiede terreni qui e li coltiva a fagiolo può chiedere la certificazione.

La vallata del Lamon foto Diego CossalterLa vallata del Lamon foto Diego Cossalter

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