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Ceretto cinque cru di Barolo 100% biologico

foto Marco Varolifoto Marco Varoli

Nei vigneti delle Cantine Ceretto si è concluso il percorso di conversione in biologico. Vendemmia 2015: cinque cru di Barolo, 100% biologico: Bricco Rocche, Brunate, Cannubi San Lorenzo, Prapò e il nuovo Bussia. Le aziende Vitivinicole Ceretto, fondate nel 1937, sono tra le maggiori proprietarie di vigneti del Piemonte, su oltre 160 ettari situati nelle aree più pregiate delle Langhe e del Roero, comprese le DOCG Barolo e Barbaresco. I fratelli Bruno e Marcello Ceretto furono i primi a intuire l’importanza di salvaguardare i cru autoctoni intraprendendo negli anni ‘60 un percorso di valorizzazione dei vigneti langaroli, diventando pionieri di quel vino celebrato in tutto il mondo quale il Barolo. Oggi la terza generazione prosegue quel percorso di eccellenza raccontando le
caratteristiche del territorio attraverso le 18 etichette di produzione. Nel 2010 su intuizione di Alessandro Ceretto, enologo, è stato adottato il modello biologico, su tutta la superficie vitata, ottenendo con la vendemmia 2015 la Certificazione. 160 ettari che rappresentano un sistema di coltivazione e di sviluppo sostenibile.  “Proteggere la terra è per noi un lavoro quotidiano e un atto di responsabilità verso tutti, per diffondere un modo diverso di fare vino, una cultura concreta della sostenibilità, una via percorribile per la nostra azienda che a tutti i livelli è sempre più radicata nelle Langhe”, sottolinea Roberta Cerettoradicata nelle Langhe”, sottolinea Roberta Ceretto.

foto Marco Varolifoto Marco Varoli

Un lungo percorso completato con i Barolo 2015 (Bricco Rocche, Brunate, Cannubi San Lorenzo, Prapò e il nuovo Bussia) che, con il Moscato I Vignaioli di Santo Stefano annata 2018, uscito a novembre, rende tutta la produzione delle Cantine Ceretto
certificata bio. Il millesimo 2015, da molti considerato semplicemente come “mediterraneo”, necessita di una lettura più profonda in relazione all’andamento climatico disomogeneo che ha segnato l’iter agricolo di tutta la Langa, soprattutto con una stagione estiva discontinua (caldo eccessivo alternato a notti fresche e mancanza di piogge) normalizzatasi tra agosto e settembre, riequilibrando una vendemmia che altrimenti sarebbe stata da annoverare fra le più “tropicali” degli ultimi anni. L’epoca di raccolta, in ogni caso, è
stata anticipata, concentrandosi tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre. Il raccolto è stato di ottima qualità e discreto dal punto di vista quantitativo.
Il 2015 è anche l’annata di esordio per il Barolo Bussia, prodotto da una piccola parcella nel cuore della Bussia Soprana (appena 7.000 mq per 3.500 bottiglie e 200 magnum prodotti). Bussia, al suo debutto, si propone nel bicchiere in tutta la sua
tipicità territoriale: potente e cremoso, è allungato sul finale da una splendida acidità. Peculiare nel suo incedere micro-territoriale, riporta alla mente i grandi classici generati da questa parcella e si dipana sfoggiando il suo carattere terroso, punteggiato da
rimandi di sottobosco e  arancia amara. Un vino di stoffa, pieno e profondo. 


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