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Conoscete il coniglietto mannaro?

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Conoscete il coniglietto mannaro? Un piccolo logo che racchiude e racconta il senso della attività editoriale di QUBI' editore. È il momento di riparlarne visto che a breve sarà pubblicato un nuovo libro dal fantasmagorico e semplice titolo We love sardoni. In sardoni we trust Non parliamo del coniglio mannaro affamato di verdure, che - nel film di animazione - Wallace e Gromit devono affrontare per salvare l'annuale Concorso della Verdura Gigante organizzato dalla esplosiva Lady Campanula Tottington.


Ci riferiamo al coniglietto che abbiamo scelto come simbolo della nostra casa editrice. Trattasi di uno dei tanti coniglietti assassini dei manoscritti medievali. Animali innocenti e indifesi che, a fondo testo, o nel margine delle pagine dei monaci amanuensi, si tramutano in killer spietati.

coniglietto bellicosoconiglietto bellicoso

Coniglietti innocui che si trasformano in cacciatore o guerriero, impugnando lance, asce e spade con la destrezza di un cavaliere.

Olive ascolane: le conosci veramente?

olive all ascolana courtesy of Alimentipediaolive all ascolana courtesy of Alimentipedia

Almeno il 90% delle olive all'ascolana che si gustano nei bar, nei ristoranti, sulle mense apparecchiate dai vari catering non hanno mai veduto Ascoli, né il Piceno. Sono olive fritte ripiene. Gustose fin che si vuole, ma solo e soltanto generiche olive fritte ripiene. Sono copie dell'originale. L'«oliva tenera ascolana» è tutta un'altra cosa. È perentorio l'amico Moreno Pecchioli che dedica a questa squisitezza un lungo articolo su la Verità (nostra fonte per questo pezzullo). 

 Gli studiosi di gastronomia fanno risalire la loro origine alla cucina delle famiglie borghesi dell'800: un modo per riutilizzare la carne (come ripieno) in un'oliva come sapido contenitore. Un'idea che divenne tradizione.

"Ancora adesso, garantiscono nella città delle cento torri, ogni donna capace di preparare la specialità del territorio, nasconde quel segreto nella pancia dell'oliva".

Un Consorzio tutela l'oliva ascolana del Piceno, cultivar già conosciuta in epoca romana. "Grazie alla Dop nessuna azienda italiana o estera può produrre e vendere olive non picene definendole «ascolane». Rischia l'accusa di truffa alimentare e il sequestro del corpo del reato da parte del Nucleo repressione frodi e dal Corpo forestale che già in passato si è distinto nel debellare maxi truffe alimentari. Il disciplinare di produzione dell'oliva ascolana del Piceno, nel paragrafo relativo alle notizie storiche, dice che i latini conoscevano le olive provenienti dai territori originari di Ascoli e di Teramo come ulivae picenae".

"Catone sottolinea la loro bontà nel De Rustica e consiglia il modo migliore per conservarle: 'Prima che diventino nere (Antequam nigrae fiant...) si pestino e si mettano a bagno nell'acqua. L'acqua va cambiata spesso. Poi, quando saranno macerate bastantemente (Deinde, ubi satis maceratae erunt), si scolino, si premano e si mettano in aceto, aggiungendo olio e sale. Si conservino in aceto, finocchio e lentisco. Quando se ne desidera si prendano con le mani pulite».

Furono i monaci benedettini a salvare la coltivazione varietale picena e anche i segreti della concia in salamoia.  

Il segreto dell'impasto per la farcitura? "Come ingredienti si usano: manzo, maiale, pollo, carota, sedano, cipolla, vino bianco e altre varianti. Quali? Dipende dal gusto e dalla tradizione famigliare. C'è chi mette il salame, chi la mortadella, chi aggiunge un cucchiaino di pomodoro. 

 

Conosci l'assaggio geosensoriale?

 

Master Vini NaturaliMaster Vini NaturaliLa seconda edizione del Master sui vini naturali e non convenzionali porta in Italia l’assaggio geosensoriale. Appuntamento nei giorni 11 e12 giugno 2022 a Modena. Vini naturali, biodinamici, ancestrali saranno al centro del Master “Vini Naturali e non Convenzionali” organizzato da ONAV. Il tema, di grande attualità e di grande interesse da parte del trade e del consumatore, tratterà la comprensione socio culturale del successo di tali tipologie, con incontro con i produttori che hanno scelto questa strada fino allo studio dell’approccio all’assaggio geosensoriale.

master modena master modena

Un metodo rivoluzionario che verrà spiegato direttamente dal suo riabilitatore, Jacques Rigaux, docente dell’Université de Bourgogne e autore del libro Il Vino Capovolto (Porthos edizioni).

La degustazione geosensoriale veniva utilizzata dai gourmet già nel XII secolo e fino alla Rivoluzione Francese ma fu poi progressivamente abbandonata: si basa più sulla bocca che sul naso per risalire al luogo di provenienza del vino. La consistenza che ci si aspetta, la vivacità, la viscosità si riconoscono in bocca, non al naso, in base allo stimolo alla salivazione che determinano. Obiettivo è quindi rivalutare “il gusto del luogo”. Un approccio affascinante, che sarà spiegato durante le lezioni.

"I vini naturali rappresentano un’anarchia intesa nella migliore accezione, il rispetto dell’individualità delle scelte e delle decisioni del produttore. Sono una realtà importante che non può essere ignorata dal mondo della degustazione", sottolinea il direttore ONAV Francesco Iacono.

 

Conosci il Ruchè? Scoprilo quando è in festa!

"Il Ruchè è un vino eccellente, è un prodotto non solo di qualità ma che si lega fortemente a un territorio che gli dona l’unicità. La Regione crede in queste eccellenze e le sosterrà anche nel nuovo PSR". Con queste parole il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha aperto la 13° edizione della Festa del Ruchè di Castagnole Monferrato, che si svolge nei giorni 7 e 8 maggio 2022 nelle sale de la Mercantile di Castagnole Monferrato.inaugurazione ruchè 2022inaugurazione ruchè 2022

Un vino, il Ruchè, che, come ricordato dal presidente dell’Associazione Produttori del Ruchè Luca Ferraris, si dimostra in piena salute, la produzione in costante crescita ha sfiorato 1.010.000 bottiglie nel 2021. 

Un prodotto che entusiasma anche il consumatore straniero. La propensione internazionale che è stata confermata dal premio Vindivino, consegnato da Sergio Bruno quest’anno alla giornalista americana Marisa Finetti, autrice di un articolo uscito su Wine Enthusiast.

Per saperne di più potrebbe interessarti https://qbquantobasta.it/nonsolovino/ruche-di-castagnole-piccolo-barolo-del-monferrato

ruche del parrocoruche del parroco

La Festa del Ruchè, organizzata in collaborazione con GoWine e in collaborazione con il Consorzio Tutela Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è aperta al pubblico dalle 11 alle 23. Sarà un’ottima occasione per conoscere questo straordinario esempio di successo italiano, grazie alla partecipazione in presenza di 15 produttori, ospitati nelle splendide sale affrescate la Mercantile, e alle specialità delle ProLoco dei Comuni della denominazione. 

Leggi anche https://qbquantobasta.it/notizie-flash/ruche-e-marketing-territorialeRuchèRuchè

Nizza Monferrato: Appuntamento con Nizza è Barbera

NIZZA è BARBERANIZZA è BARBERA

Ma Nizza è Barbera? Certo che sì! IL 7 E 8 MAGGIO 2022 a Nizza Monferrato (Asti) torna il Barbera Forum con 64 produttori e 300 etichette in degustazione. Tour dei vigneti in bici, notte bianca e masterclass di sei macroaree del Nizza docg. Ospiti il formaggio Roccaverano dop e il Salame Cotto Monferrato.

La novità dell’edizione 2022: il Barbera Forum, al Foro Boario, apre sabato mattina e si entra esclusivamente per fasce orarie e su prenotazione

NIZZA è BARBERANIZZA è BARBERA

Pranzo e cena con banco d'assaggio dei vini dei produttori di Nizza è Barbera all’Osteria Vineria La Signora in Rosso. Notte bianca con negozi aperti e proposte gastronomiche nel centro cittadino, dove saranno allestiti tre Wine Point – in piazza Garibaldi, in via Pio Corsi e in piazza XX Settembre - con una selezione di etichette di Barbera d’Asti docg e Nizza docg in degustazione. In collaborazione con i sommelier AIS. Domenica in bici nelle vigne del Nizza, raduno automobilistico di Ferrari e arrivo del treno storico, che viaggia per i paesaggi di Langhe, Monferrato e Roero con carrozze degli anni '30 “centoporte”. Alle 17, nell’ex chiesa Santissima Trinità, ci sarà una Masterclass di sei macroaree della zona di produzione del Nizza docg con sei diversi produttori. La degustazione è guidata dall’Associazione Produttori del Nizza, con l’intervento del presidente Stefano Chiarlo e dei produttori.

Nizza è Barbera è organizzata dal Comune di Nizza Monferrato e dall’Enoteca Regionale di Nizza con il supporto di Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Associazione Produttori del Nizza e Astesana Strada del Vino. La manifestazione ha il patrocinio della Regione Piemonte, Provincia di Asti e Camera di Commercio di Asti.


 

SABATO 7 MAGGIO. Inizio alle 9,30 con il brindisi d’apertura al Foro Boario di piazza Garibaldi. Dalle 10 alle 20,30 sarà Barbera Forum con ingresso a turni: 64 produttori presentano le etichette di Nizza docg e Barbera d’Asti docg. Si entra per fasce orarie: 10 – 13 / 14 – 17 / 17,30 – 20,30. Assaggi a cura del Consorzio di tutela della Robiola di Roccaverano Dop e dell’Associazione produttori Salame Cotto Monferrato. Costo d'ingresso al Barbera Forum: 20 euro. Dalle 12 alle 20 pranzo e cena al ristorante vineria La Signora in Rosso con banco assaggio di Barbera d’Asti: si potranno degustare le etichette presenti al Barbera Forum in abbinamento ai piatti proposti dalla vineria. Prenotazione necessaria - posti limitati: 0141 793350, 329 7137204. Dalle 19 nelle vie e piazze del centro storico di Nizza, gastronomia, musica e negozi aperti. Dalle 20 WinePoint sotto il Campanon, la bella torre del municipio: in assaggio Barbera d’Asti docg e Nizz docg a cura dei sommelier Ais. In piazza XX Settembre, street food: cibi e cucine di strada e proposte gastronomiche del territorio dei locali nicesi; animazione musicale di Menericorderox, gruppo di ballo hip hop di Nizza Monferrato e musiche di Consolato Marateia. Il tutto a cura dell’Associazione Commercianti Nicesi “Nizza con il Cuore”.

DOMENICA 8 MAGGIO. Dalle 10 alle 20,30 prosegue il Barbera Forum nel Foro Boario con ingresso a turni: si entra per fasce orarie: 10 – 13 / 14 – 17 / 17,30 – 20,30. Partenza da piazza Garibaldi di “In bici nelle vigne del Nizza”, tour guidato in bicicletta alla scoperta dei cru del Nizza docg a cura dell’Associazione Produttori del Nizza, in collaborazione con E-Biking, Mon Bike Tour ed Experience 4U. Sono tre i tour: 10-12,30, 13-15,30 e 16-18,30. Info e prenotazioni: cell.3357199927 email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Costo: 5 euro solo escursione + 20 euro affitto e-bike. Dalle 11 prosegue il WinePoint con i sommelier Ais. Dalle 10 Mercatino del Gusto nel centro storico. Alle 10,30 la Barbera d’Asti incontra le Ferrari, raduno automobilistico di Ferrari a cura del Red Passion Owner’s di Torino. Alle 11,30 arrivo del treno storico, che viaggia per i paesaggi di Langhe, Monferrato e Roero con carrozze degli anni 30 “centoporte”. Info su: www.trenolmr.com. Si pranza e si cena alla Vineria La Signora in Rosso con il banco assaggio della Barbera. Prenotazione necessaria - posti limitati: 0141 793350, 329 7137204. Dalle 11 alle 20 pranzo e cena anche nel centro storico e in piazza XX Settembre con street food. Al mattino animazione a cura di Orange Gym; nel pomeriggio spettacoli circensi e alla sera animazione musicale di scuola di ballo Universal Dance. Il tutto a cura dell’Associazione Commercianti Nicesi “Nizza con il Cuore”. Alle 17 nell’ex chiesa Santissima Trinità, Masterclass di sei macroaree della zona di produzione del Nizza docg con sei diversi produttori. A cura dell’Associazione Produttori del Nizza, con l’intervento del presidente Stefano Chiarlo e dei produttori. Prenotazione necessaria - euro 25 - posti limitati. Orario: dalle 17 alle 19. Info: 320.1414335 mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Giornate altoatesine del Pinot nero. Quali sono i migliori?

pinot nero 3 vincitoripinot nero 3 vincitoriSono stati proclamati i 10 migliori Pinot Nero annata 2019, dal Consorzio nazionale del Pinot nero. Tutto pronto per l’evento che si terrà dal 29 aprile al 2 maggio 2022 in Alto Adige. La classifica, frutto di un’attenza selezione che si è tenuta a metà marzo, premia Anrar della Cantina Andriano, Baltasius della Tenuta Schloss Englar e Sanct Valentin della Cantina San Michele Appiano come i tre migliori Pinot Neri italiani 2019. 
“Già solo la varietà di vini iscritti al concorso mostra quanto, con il tempo, le Giornate del Pinot Nero dell’Alto Adige siano diventate importanti quale palcoscenico per questo particolare vitigno”, spiega Ines Giovanett, presidente del comitato organizzativo. A impressionare è stato anche il livello qualitativo dei vini presenti al concorso. “Soprattutto nella TOP10 la qualità dei vini è eccezionale. Ciò conferma il fatto che il 2019, per il Pinot Nero, sia stata un’annata assolutamente straordinaria”, afferma Marc Pfitscher, vicepresidente del comitato organizzativo e responsabile del concorso nazionale. Sono riusciti a raggiungere la finale i Pinot Neri di quattro regioni italiane, mentre nella TOP10 figurano vini prodotti in tre diverse regioni.

pinot neropinot nero
Nelle quattro giornate gli ospiti potranno prendere parte a una ricercata degustazione tecnica su prenotazione, potranno degustare al tavolo i migliori Pinot Nero di oltre 85 produttori di vino provenienti da 9 aree vinicole, tra cui Trentino, Alto Adige, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Abruzzo.

 

classifica pinot neroclassifica pinot nero
A raggiungere la finale sono stati anche i Pinot Neri dei seguenti produttori (in ordine alfabetico):
Alto Adige: Gottardi, von Blumen, Erste + Neue, Klosterhof, Sallegg, Colterenzio, Stroblhof, Tiefenbrunner – Schloßkellerei Turmhof
Friuli: Jermann
Trentino: Cantina Sociale di Avio, Nosio

Programma, informazioni e prenotazioni QUI
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Manuale di cucina per indecisi. Vi presentiamo l'autrice

annalisa sandriannalisa sandri

Manca poco. Manca poco. Sta per uscire un nuovo libro di qubì editore, che pubblica anche il mensile cartaceo qbquantobasta. 

Il titolo del libro è Manca il sale? Manuale di cucina per indecisi e inaugura la nuova collana qubETTI 100e + grammi di cultura.

PREORDINA SUBITO LA TUA COPIA AUTOGRAFATA! 

 

manca il sale ultima di copertina manca il sale ultima di copertina

CHI È ANNALISA SANDRI. Udinese per nascita, avvocato per professione, food blogger per passione. Annalisa Sandri gestisce dal 2014 Manca il Sale – blog di cucina per indecisi ed è un volto noto delle emittenti regionali FVG, dove ha anche condotto per alcuni anni uno spazio settimanale dedicato alla cucina. L'autrice è Annalisa Sandri. Ve la presentiamo con le parole tratte dal volume, un imperdibile compendio di ricette facili veloci e sperimentate. 

Ha partecipato in qualità di giudice e coach alle ultime quattro edizioni di The best sandwich in onda su Telefriuli. Ha tenuto corsi di cucina e vinto alcuni contest dedicati. È consultore della delegazione di Udine dell’Accademia Italiana della Cucina. È stata ambasciatrice della città di Udine nella trasmissione di RaiUno Linea Verde va in città e scrive sul mensile  qb quanto basta.
Manca il sale?  Manuale di cucina per indecisi è il suo primo libro.

Conosci l'ostrica di Chioggia?

Ostrica di ClòOstrica di ClòSi chiama Clò ed è il risultato di anni di ricerca e sperimentazione. Proviene dalle acque di Chioggia, un frutto bivalve vivo legato al territorio.

Conosci il Timorasso? Scoprilo con Derthona Due. Zero

 Vigna di Timorasso a Sarezzano ph PiemontecucinaVigna di Timorasso a Sarezzano ph Piemontecucina

Derthona Due.Zero. Il Timorasso, storico vitigno autoctono dei Colli Tortonesi, si presenta. Un grande banco di assaggio con l’anteprima delle annate 2020 di Timorasso, due Masterclass e un convegno dedicato alla sostenibilità. Appuntamento a Tortona l’1 e 2 aprile 2022 nella storica sede del Museo Orsi.  “Siamo entusiasti di poter tornare ad incontrare appassionati, operatori del settore ed esponenti della stampa, finalmente dal vivo – commenta Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi.

Quasi scomparso dalla mappa della viticoltura italiana, il Timorasso, vitigno autoctono a bacca bianca coltivato sin dal Medioevo nel comprensorio del tortonese, al crocevia di quattro regioni Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna, a fine anni ’80 viene riscoperto grazie all'impegno e alla tenacia di un gruppo di giovani vignaioli locali, a partire dai primi pionieri come Walter Massa, Andrea Mutti e Paolo Poggio, che ne riscoprono l’antica tradizione e intraprendono la strada del rilancio. Se nel 2009 la superficie vitata a Timorasso all’interno della denominazione era di soli 25 ettari, oggi questo prezioso vitigno ne occupa più di 200.

 “Nel 2020 è stata presentata la nuova futura sottozona Derthona, antico appellativo della città di Tortona – conclude Gian Paolo Repetto –. Un solo nome, per identificare tutti i vini prodotti con il Timorasso, con l’obiettivo di unire il territorio, il vino e il vitigno che è diventato il simbolo del Rinascimento dei Colli Tortonesi. Contemplerà tre tipologie e consentirà di valorizzare la grande capacità che si porta in dote il Timorasso, vale a dire quella di donare il meglio di sé con il trascorrere del tempo. Si tratta di un progetto molto importante per tutta la denominazione, in attesa di completare il suo iter per poter essere inserita definitivamente all’interno del disciplinare di produzione”.

Ingresso banco d’assaggio 2 aprile: 15,00 euro appassionati, 10 euro soci di associazioni di sommellerie

Convegno: accesso gratuito ma su prenotazione al seguente link: https://collitortonesi.com/registrazioni

Masterclass: 25,00 euro su prenotazione  

Chapati di primavera

Chapati di primavera con pecorinoChapati di primavera con pecorino

Il chapati è un tipo di pane basso tipico della cucina indiana. Costituisce un cibo di base per molte regioni dell'Asia meridionale e non solo. L'impasto viene schiacciato e poi cotto su una piastra asciutta e molto calda. Si può usare anche la farina di miglio o di mais al posto di quella di grano. Viene servito in genere con zuppa di lenticchie, con vedure speziate e curry, e viene usato per ripulire il piatto di ogni avanzo di cibo. Le dimensioni del chapati variano a seconda della regione,  un chapati indiano è di 15 cm di diametro, mentre quello pakistano è più piccolo, circa 5–10 cm di diametro.

Chapati di primavera

 

Ingredienti per 4 persone

400 g Farina 00; 200 g Acqua; 10 g Sale; 300 g Pomodori rossi maturi; 1 Melanzana media violetta; 200 g Pecorino Romano DOP; 6 foglie di Basilico; 60g Olio evo; Sale q.b.

Procedimento

In una planetaria unire farina, acqua e sale; impastare fino a ottenere una massa omogenea. Coprire con pellicola e lasciare riposare per 10 minuti.

In abbondante acqua salata, sbollentare per 30 secondi i pomodori. Raffreddare in acqua e ghiaccio, spellare togliere i semi e tagliare a pezzetti.

In un tegame cuocere i pomodori a fuoco basso per 20 minuti con un cucchiaio di olio.

Tagliare la melanzana a tocchetti, passarla nella farina e cuocerla in padella con olio evo a fuoco alto, metterla quindi su carta assorbente e salarla.

Per il chapati di circa 80-100 grammi: Formare un disco molto sottile prima con mani, poi stenderlo con un matterello.

Cuocere il chapati in padella antiaderente calda 30 secondi per lato a fuoco molto alto, appena tolto dal fuoco cospargerlo di Pecorino Romano DOP.

Finitura e presentazione: Posizionare il chapati ancora caldo su un tagliere e tagliarlo in spicchi un piatto da portata.

Condire ogni spicchio con la crema di pomodori, le melanzane, i fiocchi di Pecorino Romano DOP e il basilico

 Ricetta ideata da Michela Starita chef APCI (Associazione professionale chef italiani),

 

Conosci la crescionda? Cioccolato, amaretti e...

Crescionda di SpoletoCrescionda di Spoleto

Conosci la crescionda? Mentre preparo un articolo per il numero di marzo di qb (spoiler: riguarda la gastronomia longobarda) mi imbatto in un dolce che non solo non ho mai assaggiato (urge provvedere) ma del quale non avevo neppure mai sentito il nome (gravissimo per chi si occupa di cibo e vorrebbe conoscerne tutto il conoscibile). La crescionda dunque. Un  dolce di Carnevale, uno dei tanti che punteggiano le nostre regioni. Arriva dalla zona compresa tra Spoleto, Castel Ritaldi, Campello e la media Valnerina.

Come fare il teokguk coreano?

TEOKGUK gnocchi di riso in brodo caldoTEOKGUK gnocchi di riso in brodo caldoIl Gainn Rome, unico ristorante coreano in Italia menzionato dalla Guida Michelin, ci regala la ricetta di questo piatto tipoco, che viene preparato anche per la ricorrenza del capodanno lunare. Per saperne di più sulle tradizoni culturali e culinarie del capodanno coreano leggi il nostro articolo.

Teokguk, gnocchi di riso in brodo caldo 

 

Ingredienti (2-3 persone)

450 g di gnocchi di riso
7 tazze di acqua
200 g di manzo 
3 - 4 spicchi d'aglio
3 cipolle verdi
2 cucchiaini di olio vegetale
2 uova
1 cucchiaio di salsa di soia
1 cucchiaino di olio di sesamo tostato
½ cucchiaino di pepe nero macinato
1 foglio di carta di alghe essiccate (gim aka nori)
1 peperone rosso (facoltativo) tritato
sale q. b

 

PROCEDIMENTO


Tagliare la carne di manzo in fettine sottili e tritare gli spicchi d’aglio.
Portare l'acqua a ebollizione in una pentola capiente a fuoco alto; aggiungere la carne di manzo e l'aglio e cuocere per 5 minuti.
Abbassare il fuoco, coprire e cuocere per 20-25 minuti finché la carne sarà tenera e avrà infuso l'acqua con il sapore.
Arrostire entrambi i lati di una sfoglia di alga fino a quando diventa verde brillante e molto croccante.

Metterla in un sacchetto di plastica, schiacciarla a mano e lasciarla da parte.
Separare i tuorli dagli albumi delle uova, mettendo tuorli e albumi in ciotole separate.

Aggiungere un pizzico di sale a ciascun a ciotola e mescolare con una forchetta. Eliminare la calaza filante dai tuorli.
Aggiungere l'olio da cucina in una padella antiaderente riscaldata.

Agitare l'olio in modo che copra la padella, quindi rimuovere l'eccesso con un canovaccio, lasciando un sottile strato di olio sulla padella.
Spegnere il fuoco. Versare il composto dei tuorli nella padella e inclinarla in modo che si diffonda in modo uniforme e sottile.

Far cuocere sulla padella calda per circa 1 minuto.

Rovesciare e far riposare sulla padella per un altro minuto, affettare la frittata a listarelle sottili e metterla da parte.
Aggiungere gli gnocchi di riso alla zuppa bollente insieme alla salsa di soia e al pizzico di sale. Mescolare con un mestolo.

Coprire e lasciare cuocere per 7-8 minuti fino a quando tutti gli gnocchi di riso saranno saliti a galla e e si saranno ammorbiditi.

Versare gli albumi a poco a poco nella zuppa e cuocere per 30 secondi.
Aggiungere l'olio di sesamo, il pepe nero macinato e la cipolla verde tritata finemente. Mescolare.

Togliere dal fuoco e versare la zuppa in ciotole individuali.
Guarnire con strisce di uova, alghe tritate e peperoncino se lo si desidera.
Servire subito, con kimchi e altri contorni.
N.b. Se si aspetta troppo a lungo, gli gnocchi di riso diventeranno molli.

CONTATTI: GAINN ROME  Via dei Mille, 18 Roma

Conosci Briosa la mortadella con meno grassi e meno sale?

La Briosa La BriosaVeroni Salumi lancia la Briosa la mortadella preparata con prosciutto e guanciale. Da sempre conosciuta per la produzione di mortadella di alta qualità, l’azienda emiliana amplia l’offerta con una variante che contiene il -40% di grassi e il -30% di sale e calorie.   Il salumificio si è da sempre contraddistinto per la produzione di mortadelle di alta qualità, una passione trasmessa da generazioni all’interno della famiglia Veroni. 

“Ci siamo concentrati sul salume che più ci rappresenta per proporre al mercato una variante innovativa, frutto del connubio tra la nostra esperienza quasi centenaria e la costante attività di ricerca e sviluppo”, spiega Emanuela Bigi, marketing manager di Veroni. “Il risultato è una mortadella che incontra le esigenze alimentari del consumatore di oggi, sempre più consapevole di quello che porta in tavola”.

La parte magra della nuova mortadella Veroni è realizzata con carne di prosciutto, mentre per i lardelli è utilizzato il guanciale. Ingredienti a filiera tracciata. Insaporita da una miscela di spezie selezionate, la Briosa garantisce un alto contenuto di proteine a fronte di un minore apporto di calorie, grassi e sale. Il nome scelto da Veroni gioca con l’aspetto emozionale della mortadella, un salume associato all’allegria.

Sin dalla sua fondazione nel 1925, il salumificio emiliano ha fatto della mortadella il suo punto di forza. Già negli anni Trenta è stato il primo a produrre in Italia le mortadelle di grandi dimensioni e nel 1996 ha ottenuto il Guinness dei primati. La lenta cottura nei tradizionali forni di mattoni ne assicura il gusto delicato e la morbidezza tipica della mortadella.

 

Conoscete il principe rosso?

radicchio di chioggiaradicchio di chioggia

Il principe rosso è il nome con cui viene identificato il radicchio di Chioggia, che gode del riconoscimento IGP dal 2008. Ne esistono due diverse tipologie: “precoce”, con raccolta dal 1° aprile al 15 luglio, e “tardivo”, con raccolta dal 1° settembre al 31 marzo.

La zona di produzione del Radicchio di Chioggia IGP tipologia Precoce comprende l’intero territorio dei comuni di Chioggia (VE) e di Rosolina (RO). 
La zona della tipologia Tardiva comprende i comuni di Chioggia, Cona e Cavarzere in provincia di Venezia, di Codevigo e Correzzola, in provincia
di Padova, e di Rosolina, Ariano Polesine, Taglio di Po, Porto Viro e Loreo in provincia di Rovigo. Tutte le località si trovano nella regione Veneto.

radicchio di Chioggiaradicchio di ChioggiaCespo tondeggiante, consistenza piuttosto croccante, il Radicchio di Chioggia IGP si consuma soprattutto crudo, da solo o in insalate miste; molto adatto anche a essere grigliato con altre verdure. Grazie al caratteristico sapore gradevolmente amarognolo, si presta alla preparazione di risotti lasagne pasticciate, involtini con pancetta. 

Qui sotto la ricetta di Sonia Peronaci per farlo in polpette.
Ingredienti per circa 30 polpette. * 500 g di radicchio di Chioggia * 370 g di ricotta vaccina * 2 uova * 200 g di mollica del pane * 100 g di formaggio grattugiato * 50 g di olio evo * pangrattato q. b. * sale e pepe q. b.
Come procedere. Lava e asciuga il radicchio, elimina la parte più dura, taglialo a metà e poi a striscioline fini (i francesi direbbero a chiffonade).
Fai scaldare l’olio evo in una padella dal fondo largo, aggiungi il radicchio e cuocilo fino a che perde tutta l’acqua; aggiusta di sale e pepe, quindi
lascialo raffreddare. Una volta freddo mettilo in una ciotola e unisci il resto degli ingredienti. Amalgama il tutto e forma delle polpettine di 30 g l’una.
Puoi friggerle in olio di arachidi a 170 °C, cuocerle in umido con del sugo di pomodoro. Vuoi un consiglio? Prova a lessarle  in un buon brodo caldo!

Animali da bassa corte: quali sono?

 ©Photo R.M.N.  R.G. Ojéda

Animali da bassa corte. Definizioni antiche di quando c’erano ancora le corti… Parole che insieme a rigaglie, fittavolo, mezzadro parlano di relazioni sociali ben diverse da oggi. Gli animali di bassa corte sono (erano) quelli che vivono nell’aia della casa colonica: in primis galli e galline, ma anche tacchini, papere, conigli, colombi.

Angelo Maria Crivelli Animaux de basse courAngelo Maria Crivelli Animaux de basse cour

Mel Medioevo, o meglio a partire dal Medioevo, oltre ai cavalli, preziosissimi per la vita di corte e quindi a essa riservati, spettava esclusivamente ai nobili la selvaggina stanziale di maggior pregio, lepri, fagiani, starne. Il dizionario Treccani ci ricorda che l’espressione è nata come calco del francese basse-cour, che indicava il cortile di servizio dei castelli in contrapposizione con la cour d’honneur, il cortile di rappresentanza.

Rigaglie è un vocabolo che per assonanza e non solo ci porta a regalìe, cioè a tutte le cose che spettavano al re. Successivamente le regalìe (polli, ecc.) per contratto erano destinate ai proprietari dei terreni, che, con gesto magnanimo, distribuivano le interiora (rigaglie) tra la servitù o le davano al mezzadro. Anche il fegato era una rigaglia e forse questo spiega l’abbondanza di paté di fegato di tutti i tipi di animali che si trovava nelle nostre campagne.

volaille de Bressevolaille de Bresse

Approfitto di questo spazio dedicato anche ai polli per celebrare il mitico Volaille de Bresse AOP(genere Gallus, di razza Gauloise o Bresse, varietà Blanche), distribuito in Italia da Longino con anello dell’allevatore e sigillo.

Piumaggio bianco, cresta rossa, zampe blu: la grandeur francese si rivela anche nei dettagli.

 

Qual è il canto natalizio più famoso al mondo?

Stille nachtStille nacht

Il canto di Natale più famoso al mondo fu composto oltre due secoli fa e viene ancora oggi cantato in oltre trecento lingue nel mondo. Per noi in Italia è Astro del ciel, nell'originale è Stille Nacht! Heilige Nacht!.

Chi ha inventato questo canto?

Il sacerdote salisburghese Joseph Mohr e il maestro di scuola dell’Alta Austria Franz Xaver Gruber eseguirono per la prima volta il canto nella chiesa di St.Nikola a Oberndorf, vicino a Salisburgo.

Joseph Mohr è l'autore del testo poetico, mentre la melodia è stata composta da Franz Xaver Gruber. Pochi anni più tardi alcune famiglie di cantori della Zillertal portarono il canto natalizio dall’Austria in Europa e poi nel mondo.  

Conoscete il Friulano occidentale?

 

opera anastaticaopera anastaticaGli studi linguistici del maestro Riccardo Castellani, figura di spicco per la cultura casarsese e di tutto il Friuli del Novecento, saranno al centro di una serata di approfondimento mercoledì 15 dicembre 2021 alle 20.30, nella sala consiliare del palazzo municipale Burovich de Zmajevich, con la presentazione della nuova edizione anastatica della sua opera "Il Friulano occidentale-Lineamenti storico-linguistici delle componenti dialettali di Riccardo Castellani" (già pubblicato nel 1980 dalla casa editrice Del Bianco).

Riccardo CastellaniRiccardo Castellani

Un'importante iniziativa di recupero culturale promossa dal Comune di Casarsa della Delizia e pubblicata dalla Società Filologica Friulana. Interverranno Federico Vicario, presidente della Società Filologica Friulana e direttore della collana “Biblioteca di studi linguistici e filologici” e Franco Colussi, vicepresidente per il Friuli Occidentale della Società Filologica Friulana. Suggestioni musicali su composizioni del maestro Castellani, che si dedicava anche alla musica, a cura di Nicola Milan. Ingresso gratuito previa esibizione di Green Pass. Posti limitati, prenotazione consigliata contattando la biblioteca civica (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 0434-873981).

Chi sono i vincitori di Spirito di Vino 2021?

Edda Felluga Daniela Bernardi Valerio MariniEdda Felluga Daniela Bernardi Valerio Marini

Il concorso internazionale Spirito di Vino, dedicato a illustrazioni satiriche sul tema del vino e giunto alla ventiduesima edizione ha i suoi vincitori, proclamati il giorno 11 dicembre 2021 a Cividale del Friuli. 

I Vincitori

Vincitori dell’edizione 2021, premiati con una selezione delle migliori etichette delle cantine associate, sono stati per la sezione under 35 l’italiano Stefano Dorigo con “RED Pass” (primo classificato), Malika Romanova con “Ispirazione diVina” (seconda classificata) e la russa Anya Kuzai con “Divine Moment” (terza classificata).

La sezione over 35 ha visto trionfare lo spagnolo Manuel Arriaga con “Grande riserva” (primo classificato), seguito dall’italiano Franco Iacumin con “Abbiamo sete” (secondo classificato) e dal polacco Sławomir Makal con “A glass of wine and something else”.

Fino al 9 gennaio 2022 (sabato, domenica e festivi – escluso il 25/12 e la mattina del 01/01 – dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 17.30) è possibile visitare con ingresso gratuito la mostra della 22° edizione di Spirito di Vinocon le vignette e le illustrazioni satiriche nella chiesa di Santa Maria dei Battuti di Cividale.

LA GIURIA

 

Le vignette in gara sono state valutate da una giuria d’eccezione. Con il presidente in carica Alfio Krancic e il presidente onorario Giorgio Forattini ehanno valutato le opere Emilio Giannelli (vignettista), Valerio Marini (vignettista), Gianluigi Colin (art and cover editor La Lettura Corriere della Sera), Franz Botré ed Enzo Rizzo (direttore e vicedirettore della rivista Spirito DiVino), Carlo Cambi (giornalista enogastronomico), Paolo Marchi (giornalista, Identità Golose), Aldo Colonetti (filosofo), Fede & Tinto (conduttori Decanter – RadioRai), Francesco Salvi (attore), Elda Felluga (Presidente del Movimento Turismo del Vino FVG).

Si ringraziano gli sponsor e i partner tecnici del concorso: PromoTurimoFVG, Comune di Cividale del Friuli, CiviBank Spa, Ceccarelli Group, Juliagraf, Dolomia e e qbquantobasta.

 

Come fare i dolci senza aspettare la temperatura ambiente?

Breville HeatSoftBreville HeatSoftConsigli per gli acquisti. Desideri preparare ricette da forno ma vti secca dovere aspettare che gli ingredienti raggiungano la temperatura ambiente?  Lo sbattitore elettrico manuale Breville è stato progettato per risolvere anche questo piccolo problema. Grazie alla tecnologia HeatSoft utilizza infatti una quantità moderata di calore per portare gli ingredienti freddi come il burro a temperatura ambiente durante la preparazione. 

Ammorbidisce e miscela in un unico passaggio: e il burro diventa 12 volte più morbido rispetto alle lavorazioni normali!

7 velocità regolabili più pulsante boost che consente di aumentare la velocità (utile negli impasti più densi); pulsante di espulsione che permette di rilasciare separatamente le fruste, i ganci da impasto o lo sbattitore. Il mixer è dotato di 2 fruste e di 2 ganci per impasto utili per impastare pizza e pane, ma anche altri impasti più consistenti. Infine, la frusta è utile per eliminare l’aria da miscele come albumi, tuorli o panna.
Tutti gli accessori sono lavabili in lavastoviglie e grazie all’ugello con beccuccio magnetico possono essere cambiati con estrema velocità. L’ugello può essere rimosso per una pulizia più precisa. A fine lavoro, il mixer e tutti i suoi accessori possono essere ordinatamente riposti all’interno della pratica custodia. 

Prezzo al pubblico fino al 5 dicembre 2021 sul sito Breville: 49,90 euro invece di 79,90 euro

Conoscete El Cassettin?

Osteria El cassettinOsteria El cassettinOsteria El Cassettin. L'inaugurazione di questo nuovo locale in via della Ginnastica 27-  Trieste si è svolta il 12 novembre 2021. Al timone il giovane imprenditore David Cresi già proprietario anche del Bar Rosmini e che molti conoscono anche per la gestione estiva del Cral Ferroviario di Trieste a Miramare.

osteria el cassettinosteria el cassettin

"Abbiamo aperto questa piccola osteria proprio per dare una continuità al lavoro del Cral Ferroviario dove abbiamo un'ottima clientela durante l'estate perchè sanno che da noi trovano pesce fresco, abbinato a vini ricercati e cucinato in maniera davvero notevole dalla nostra Chef Erika spiega David. Il piatto forte della chef è la pasta con pescespada e melanzane. 

Osteria El cassettinOsteria El cassettin

Anche qui all'Osteria El Cassettin troverete pesce sempre fresco e quasi tutti i giorni delle piccole aragostelle presenti anche nella  pasta allo scoglio.
Altri piatti ricercati sono la burrata con gamberoni, paprika dolce e scaglie di sale nero.

"Il vino che trovate all'Osteria El cassettin, continua David, è del territorio, bottiglie più importanti le facciamo arrivare dalla Francicompreso lo Champagne: con le aragostelle è perfetto. I dolci sono tutti fatti in casa dalla nostra Chef e vengono serviti con dell'ottimo caffè Excelsior.

caffè excelsiorcaffè excelsior

orari: Cena tutti i giorni (tranne il martedì) dalle 19 alle 23.00. A pranzo apertura: ven sab dom 12-15

Per prenotazioni: 3401842798

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