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Totò Di Natale a tavola

Intervista esclusiva al bomber dell'Udinese Totò di Natale. Nato a Napoli, da papà Salvatore, cresciuto nel quartiere Partenope di Pomigliano d’Arco, nei vicoli in cui sognava di imitare il suo idolo Maradona e in cui lo cercava mamma Giovanna quando era pronto in tavola”, così leggiamo sulla tua biografia in rete, o meglio on line. Intendo dire: in rete per te significa ovviamente prima di tutto GOAL! Cominciamo con il ricordare il cibo della tua infanzia, che cosa significava trovarsi insieme a tavola e quanto questi ricordi e queste esperienze hanno inciso sul tuo profondo senso della famiglia…
La mia infanzia è stata difficile, ma uno dei momenti in cui riuscivamo a dimenticare tutti i problemi era quando ci riunivamo a tavola. I cibi che preferivo sono gli stessi che anche oggi per me hanno un significato particolare perché rappresentano il legame con la mia terra. Cibi semplici: il ragù napoletano, ma anche la pizza e un buon piatto di spaghetti pomodoro e basilico. Per noi napoletani il rito del pranzo di famiglia è una tradizione irrinunciabile ed è un concetto che ho cercato di trasferire nella mia quotidianità in famiglia, anche se con la mia professione è tutto più complicato.
Da Empoli dove ti trasferisci ragazzino e dalla Toscana che piatto e che profumi ricordi?
La Toscana è una terra di grandi tradizioni gastronomiche. Lì ho imparato ad apprezzare i piatti di carne e i sapori tipici di quella terra. Torno spesso a Empoli e quando posso faccio un ‘ripasso’ di cucina locale.
E ora il Friuli. Come lo descriveresti - ora che sei friulano ad honorem - a qualcuno che non conosce questa terra? Odori, colori, sapori, valori…
Il Friuli è una terra meravigliosa, non a caso ho deciso di restare a Udine a lungo e ho avviato anche attività extracalcistiche. La gente è tranquilla e ospitale, non invadente. La mia famiglia sta bene, i figli crescono in un ambiente sano. Consiglio a tutti di visitare questa terra e in particolare a
chi è alla ricerca di nuovi sapori a tavola. In questa regione la qualità della vita è data anche dai prodotti genuini che la terra produce. Il cibo e il momento della tavola che ruolo hanno nella tua giornata, differenziando ovviamente i momenti conviviali con i colleghi di gioco e quelli affettivi con moglie e figli…
Come dicevo prima, la mia professione impone orari e alimentazione diversa. A pranzo sono spesso al ristorante della sede dove la società ci permette di portare con noi la famiglia, è un modo anche per favorire le amicizie tra mogli, compagne e figli dei miei colleghi di squadra. Di sera invece con mia moglie Ilenia e i bambini ceniamo insieme a casa o dal nostro amico Vincenzo del ristorante Ancona 2 che è diventato parte della nostra famiglia.
Con la squadra cosa cambia a tavola quando avete perso la partita rispetto a quando avete vinto?
Il giorno successivo a una vittoria l’atmosfera è più rilassata, si scherza, si fanno battute e magari si ricordano i momenti più importanti della partita. Quando si perde si discute di cosa si è sbagliato, cosa non abbiamo fatto bene e si pensa subito alla prossima gara. Se c’è qualche compagno giù di morale perché si sente maggiormente responsabile, noi più esperti cerchiamo di dargli fiducia invitando a dimenticare e voltare pagina.
Qual è il tuo piatto preferito? E che cosa non manca mai nel tuo frigorifero? L'intervista completa sul numero di agosto di qb quantobasta e vi assciuriamo il piatto preferito non sono gli spaghetti ma un'altra ricetta tipicissima della regione da cui Totò arriva... se volete invitarlo a cena dovete sapere che cosa gli piace e qb quantobasta ve lo racconta

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