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Pastinaca di Capitignano e cipolla di Bagno nuovi Presidi Slow Food

 

pastinaca di Capitignano ph Marco Del Comune pastinaca di Capitignano ph Marco Del Comune Pastinaca di Capitgnano e cipolla di Bagno nuovi Presìdi Slow Food istituiti nella fascia interna dell’Aquilano: un tubero e un bulbo mai del tutto scomparsi dagli orti dei contadini che oggi puntano a rigenerare l’agricoltura locale. È salito così a 20 il numero di prodotti tutelati nella regione. 

La pastinaca di Capitignano radice della memoria

Sulle origini di questo tubero c’è chi parla di archeologia orticola, sarebbe stato diffuso infatti in tutta Europa dai Romani, importandolo dalla Germania. A Capitignano, la pastinaca ha sviluppato nei secoli un ecotipo a sé, dal sapore dolce, un colore più tendente al giallo e la presenza di ramificazioni laterali.

Nel borgo montano di circa 600 abitanti ricompreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, la pastinaca non è mai mancata dagli orti domestici: il terreno deve essere morbido e drenato, le piantine vanno prima diradate e poi, una volta raccolte, pulite con cura. 

pastinaca di Capitignano il piatto della Vigilia ph Marco del Comune pastinaca di Capitignano il piatto della Vigilia ph Marco del Comune Per il cenone della vigilia di Natale secondo la tradizione a Capitignano sono previste sette portate vegetali, pastinaca inclusa.

cipolla di Bagno ph Marco Del Comunecipolla di Bagno ph Marco Del ComuneLa cipolla di Bagno

Il nuovo Presidio dedicato alla cipolla di Bagno, frazione della città dell’Aquila, è il secondo in regione dopo la  piatta di Fara Filiorum Petri, nel Chietino. Leggermente schiacciata, dalla buccia dorata e con la polpa compatta e bianca, quasi trasparente, la cipolla di Bagno ha un sapore dolcissimo tanto che un tempo veniva data ai bimbi come merenda, cotta sotto la brace, aperta e spolverata di zucchero.

Ancora oggi il legame con il bulbo è molto forte. I coltivatori continuano a irrorare la cipolla solo con l’acqua dei due laghi locali San Raniero e San Giovanni «perché è più pulita» e nessuno permette ad altre varietà di cipolla coltivate in zona di andare in fioritura, per scongiurare il rischio di ibridazione.

Tra gli obiettivi dei produttori, c’è anche quello di valorizzare i trasformati.

Per la cipolla si pensa a creme che consentano di ovviare alla deperibilità del prodotto, più veloce rispetto ai bulbi convenzionali; per la pastinaca sono già stati sperimentati i patè ottenuti dai fittoni.

 

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