5 febbraio. Si festeggia sant'Agata
Sant'Agata. Santa patrona di Catania. Si festeggia con un dolce dalla suggestiva storia. Dopo la Settimana Santa di Siviglia e il Corpus Domini di Cuzco, è considerata la terza festa popolar-religiosa più famosa al mondo. La data del 5 febbraio è infatti riduttiva: infatti, la festa nella città siciliana ha inizio già alla fine di gennaio e continua fino al 12 febbraio. Tutte le vie del centro cità si colorano di bancarelle ricolme di dolci, fra cui primeggia il mitico torrone.
Un dolce che simboleggia la festa.
Le cassatelle o Minne di Sant’Agata sono dolci di forma semisferica che rappresentano i seni della della giovane strappati con delle tenaglie per obbligarla ad abbandonare la sua fede e a cedere alle lusinghe di Quinziano proconsole della città che si era invaghito della sua bellezza. Sono composti da un guscio di pasta frolla o di pan di spagna imbevuto di liquore, il ripieno è rigorosamente a base di ricotta di pecora, preventivamente lavorata con zucchero e arricchita con canditi e cioccolato fondente. La cassatella è interamente ricoperta da una candida glassa di zucchero alla cui sommità svetta una ciliegina candita che rappresenta il capezzolo. Vanno solitamente serviti a coppie, rafforzando l’immagine che rappresentano.
Olivette di Sant'agata
Le
Meno famose internazionalmente delle Minne ma altrettanto buone e assai apprezzate dagli autoctoni catanesi sono le Alivetti o aliveddi. Dolcetti di pasta di mandorla a forma di oliva, di colore verde e ricoperti di zucchero.
Narra la leggenda che mentre Agata era inseguita dai soldati di Quinziano di lei invaghitosi e da lei respinto, comparve quasi all'improvviso una pianta di olivo selvatico che la nascose dalle guardie. In seguito le olive di quell’albero divennero farmaco miracoloso per i malati. Per rievocare l’episodio nel 1926, quando le reliquie della Santa vennero riportate da Costantinopoli a Catania, fu piantato appunto un ulivo nei pressi del luogo dove Agata era stata imprigionata e dove morì il 5 febbraio del 251.

P. S. Fino al Settecento, la devozione popolare nei confronti di sant’Agata era diffusa anche a Palermo, prima che il culto di santa Rosalia diventasse preponderante.
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