TROUSSET-GUILLEMART, vigneron di Sacy

Champagne TroussetChampagne Trousset

La terza edizione di “Champagne Experience” svoltasi recentemente a Modena ha visto una grande partecipazione di pubblico, con appassionati winelovers in costante crescita. 4500 visitatori con un +15% di presenze registrate. Anche noi di qbquantobasta eravamo presenti. Numerose le Masterclass guidate da professionisti del settore, con il tutto esaurito, a dimostrazione dell'interesse di approfondire e non fermarsi al solo banchetto di assaggio. All'elevato livello qualitativo ha contribuito la presenza del CIVX (Comitè Interprofessionel du vin de Champagne) con la partecipazione alle degustazioni di Jancis Robinson. Ricordiamo per chi non avesse letto il precedente articolo di qb che tutto questo è stato realizzato dal “Club Excellence” che riunisce i quindici principali importatori nazionali, con l’intento di accrescere la conoscenza gustativa e storico-culturale dello Champagne. Champagne Experience 2019 a Modena 

Oltre alle Maison famose presenti, la cosa più interessante, a mio avviso, è la possibilità di parlare con i piccoli produttori presenti, i Vigneron, e apprendere direttamente la loro interpretazione dello Champagne. Per voi winelovers di qb ho selezionato questa Maison di piccoli produttori di uve, che nel tempo si sono messi in proprio, costruendo una cantina moderna con tecniche all’avanguardia nel rispetto della tradizione, raggiungendo un prodotto di eccellenza e riuscendo a crescere e a farsi conoscere sul mercato internazionale con uno Champagne di alta qualità a prezzi decisamente competitivi. Parliamo della TROUSSET GUILLEMART, vignerons di Sacy,  (la Trousset è famiglia di lunga tradizione essendo presente nel villaggio da tre secoli).

 

Sul finire degli anni Cinquanta del secolo scroso nasce la Domain Trousset-Guillemart: i uniscono in matrimonio i due eredi delle famiglie portando in dote poco più di due ettari. Fino al 2007 le uve venivano conferite alla cooperativa del villaggio, dall’anno successivo Jean-Philippe e la moglie Karine decidono di creare la propria Maison come RM (récoltant manipulant) sigla identificativa che indica un produttore di uve proprie. Oggi la tenuta conta una proprietà di 7,6 ettari vitati situati nei comuni di Les Mesneux, Sacy e Villedomange con una produzione di circa 70 mila bottiglie. I tre i comuni si trovano nella Montagne de Reims dove i terreni sono in prevalenza gessosi con la presenza anche di argilla e calcare. Champagne tutti classificati Premier Cru da uve di vigneti che hanno una media di 20 anni, ripartiti tra i 25 appezzamenti di Pinot Noir, 7 di Pinot Meunier e 7 di Chardonnay, numeri che danno l’idea di come la proprietà sia dislocata in tante piccole particelle e di come si sia espansa nel tempo acquisendo piccole proprietà. La produzione conta per ora sei etichette: Crème Brut, Brut Nature, Rosé, Millésimé, Blanc de Noirs e Blanc pur Chardonnay.

Il primo Champagne degustato è il Crème Brut , il nome mi trae in inganno, me lo aspettavo più dolce, mentre il suo residuo zuccherino è di appena 3,5 g/l. Jean-Philippe mi spiega che era nato con un residuo di 7/8 g/l e con il tempo l’ha ridotto pur mantenendo il nome. Prodotto con il 50% di Pinot Noir, 31% di Meunier e 19% di Chardonnay, tutte uve dell'ultima annata più il 45% da “vins de réserve” delle due annate precedenti. Il 10% viene vinificato in tonneaux. Il prodotto esce sul mercato dopo aver stazionato sui propri lieviti per 22 mesi. Lo possiamo definire uno Champagne d’entrata, semplice e fresco, con aromi fruttati e una vena leggermente dolce che sul finale in bocca chiude piacevolmente agrumato. Un bel prodotto che risulta pulito ed equilibrato, molto adatto per un aperitivo.

Passiamo al Brut Nature che è la versione “dosage zero” del precedente, alla sboccatura non viene aggiunto il "liqueur d'expedition" ma è solo rabboccato con la stessa cuvée. In bocca spicca subito la sua freschezza, dove troviamo la piacevolezza dei lieviti, risulta pulito e rotondo.

L’ultimo non poteva che essere il Blanc De Noirs brut nature, da sole uve selezionate di Pinot Noir delle particelle storiche, poste a metà della collina, della famiglia Trousset a Sacy. La fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata con la malolattica svolta. Il vino dell’ultima annata viene unito con quelli di ”réserve perpétuelle”, una miscelazione dinamica di vini di più annate: una volta composta la cuvée (per inviare alla presa di spuma) una parte viene tolta per poi essere poi riutilizzata negli anni a venire, un po’ come avviene con il metodo solera. Una volta imbottigliato riposa sui propri lieviti per due anni, alla sboccatura nessun dosage; il suo residuo naturale risulta inferiore a 1 g/l di zuccheri. Si presenta di un bel giallo paglierino con bollicine fini e vivaci, molto fine al naso e complesso, ritroviamo piccoli frutti rossi, lampone in primis, poi note di mela golden e fiori. In bocca entra cremoso, caldo e secco. La sua freschezza lo rende vivace e persistente. Uno Champagne che definirei a corpo pieno, un grande prodotto. Abbinamento classico con il patè d’oca e con le ostriche, si adatta molto bene con una pietanza di carne grassa di agnello.

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