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Monologo di un sommelier

 

wine bottle in the cellarwine bottle in the cellar

Quanto soffre un degustatore... mannaggia quanto soffre! Vive stati di agitazione, momenti d’ansia, lui e la sua bottiglia da degustare. La sceglie dalla cantinetta come un bimbo dinanzi la vetrina del gelataio. Quale scegliere è un dilemma di non facile risoluzione. La cantinetta suona l’allarme della temperatura, devi sbrigarti! allunghi la mano e ne prendi una.

Il rituale dell’apertura. Quando il sommelier apre una bottiglia di vino ripassa, mentalmente, tutti i passaggi: etichetta di fronte. Sguaina la lama del cavatappi come fosse il rasoio di un barbiere; incide con precisione chirurgica sul secondo anello. Poi fa l’incisione verticale sulla capsula, quella più difficile, quella che con un voilà ti fa saltar via la capsula o ti fa tribolare e imprecare e lasciarti altri due minuti nell’imbarazzante scena di fare mille taglietti per toglierla, sbrindellandola in mille frammenti metallici. 

 

Come se il vino ponesse ancora resistenza e ti dicesse ti prego no, non lo fare, non aprirmi, lasciami ancora qualche anno, lasciami vivere, l’anno prossimo ti daró il meglio di me.

Ora tra te e lui c’è solo un tappo di sughero. Hai accanto il tuo bicchiere di cristallo, hai preso il migliore, quello da degustatore, quello che ti fa sentire financo le note di fico d’india.

Inizia a scendere il vermiglione, lo senti scrocchiarello e pensi... un buon segno? Forse no.

È il momento della risalita.

E con essa sale anche l’ansia... si romperà? E fai piano, piano, piano. Aperto.

Emozione pura.

Liberi il tappo dal vermiglione, lo osservi, lo annusi.

A noi due vino, ti libero dalla bottiglia dopo tanti anni di permanenza forzata, e lo versi con la stessa veemenza di un genio che esce dalla lampada.

Che la conoscenza abbia inizio.

Sarai vestito di porpora, rubino o granato?

Versi senza più indugiare. Un fremito ti prende la mano. Parte di te vorrebbe subito assaggiarlo, impaziente, saltando le valutazioni sensoriali.
Lo guardi e la prima cosa  a cui pensi sono gli anni che ha trascorso dentro la bottiglia, e la mente va ai ricordi più belli di quell’anno, il matrimonio, l’adolescenza, il militare, la comunione dei  figli, la prima fidanzata, la macchina, la moto..
Inizia la conoscenza, la scoperta della sua anima. Scoprire un vino è come scoprire una donna. Lo osservi mentre si muove sinuoso, ne percepisci la persistenza e l’intensità del profumo e gli odori tipici, ne valuti le caratteristiche peculiari, la dolcezza, le spigolosità, il carattere, l’armonia, la maturità. E a quel punto capisci se non fa per te, se va bene per una sola volta, se te ne innamori. È uguale per una donna. Solo che per fortuna il vino, permette più innamoramenti! 

dott. agronomo Stefano Grasso – Consulwine

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