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2013? Sarà una buona annata!

Da quando la vite inizia a germogliare a quando il mosto fermenta nei tini, è molto difficile prevedere la qualità e la futura durata del vino che ne risulterà.
Una miriade di variabili, ovvero: clima, terreno, vitigno, clone, produttore e tradizioni vinicole contribuiscono a creare un’infinità di vini, ciascuno con la sua complessità. La grande tradizione è ancora capace di offrire sorprese e delizie che eguagliano e spesso superano quelle di qualsiasi altro paese produttore di vino nel mondo. Le annate sono spesso una fonte di confusione per semplici amatori, talora anche per esperti o enologi di professione. Ogni anno si cerca di prevedere il futuro del frutto, anch'io provo a svelare in anteprima dei pronostici per l’annata in pieno corso.

Paolo SivilottiPaolo Sivilotti
Percorriamo insieme all’esperto ricercatore Paolo Sivilotti l’affascinante labirinto che è il ciclo vitale della vite. Sivilotti è impegnato giornalmente a monitorare tantissimi vigneti nelle varie zone doc della nostra regione, in Italia, in Slovenia e in Croazia. Ovunque sia ubicato il vigneto e qualunque sia il tipo di vino prodotto, la vite si sviluppa con ritmi immutabili, che condizionano l’attività del viticoltore in ogni periodo dell’anno. Nell’inverno e solitamente entro marzo, nonostante il freddo pungente, il vignaiolo procede alla potatura delle viti. Il freddo intenso, pericoloso in primavera, in inverno contribuisce a tenere a riposo le viti, confinando la linfa nelle radici. Quando l’inverno cede il passo alla primavera, sul legno in apparenza morto della vite spuntano le prime gemme. La ripresa vegetativa è caratterizzata da gemme, crescita delle foglie, germogli e gemme fiorali. Queste ultime, che più tardi daranno i fiori e si trasformeranno in frutti, danno già l’idea di quanto e quando si vendemmierà quell’anno. Freddo e piogge possono causare l’acinellatura, ossia la formazione di grappoli che non maturano, perché privi di semi, mentre troppo caldo e sole possono provocare una maggiore traslocazione di linfa nelle foglie invece che nei frutti, causando la colatura, che porta alla caduta di un certo numero di fiori. Si procede con trattamenti anticrittogamici contro la peronospora e l’oidio e si concima il terreno. Se giugno, il mese dell’impollinazione e della fioritura si presenta con un clima secco e caldo permette una rapida fioritura e la crescita dei grappoli. Un clima variabile darà luogo a grappoli dagli acini non uniformemente maturi. Dopo la fioritura si diradano i germogli continuando con i trattamenti fitosanitari. A mano a mano che la vite cresce favorita dal clima caldo, i fiori fecondati si trasformano in minuscoli grappoli ben riconoscibili, il vignaiolo esegue i trattamenti e falcia l’erba. All’invaiatura, momento cruciale nel vigneto, caratterizzato da importanti trasformazioni chimiche che fanno cambiare colore agli acini, il contenuto zuccherino dell’uva aumenta moltissimo e il vignaiolo provvede a diradare i grappoli per dar maggior vigore a quelli restanti. Si dirada anche il fogliame per permettere ai grappoli maggiore areazione e maggiore esposizione ai raggi solari. E’ un momento critico per la vigna: eventuali piogge seguite dal caldo favoriscono la formazione di muffe, mentre condizioni siccitose ritarderebbero la maturazione dell’uva. Quest’anno abbiamo avuto una primavera con temperature rigide e piovosità fuori dalla norma. Non c'è scampo! E' proprio colpa della stagione: non a caso il surriscaldamento del pianeta aveva cercato di cancellare per sempre le stagioni di mezzo e in realtà c'è riuscito di più con la primavera. Ogni varietà a modo suo ha subito e reagito alle intemperie dei mesi di maggio e giugno. Il Picolit che già di per sè è sensibile all'aborto floreale, quest'anno ha riportato dimezzamenti drastici dovuti alle incessanti piogge durante la fioritura. In qualche zona anche il Pinot Grigio non ha dato grandi rese. Ho notato che le varietà più precoci come lo Chardonnay e il Pinot Bianco hanno subito un effetto d’arresto molto forte dovuto allo stress idrico. Il Tocai Friulano e la Ribolla Gialla, varietà considerate più tardive, invece si sono avvantaggiate dopo le piogge agostane. Infatti il Tocai Friulano ha raggiunto la maturazione ottimale ed è il protagonista principale della raccolta in questa settimana, mentre lo Chardonnay tarda ancora a raggiungere il massimo grado di maturazione. A ottobre sono di turno le varietà a bacca rossa e i passiti. Dati alla mano, per le uve fino a ora pigiate, si tratta di un'annata anomala con livelli di zuccheri medi o medio/bassi, mentre le acidità tendono a scendere velocemente. L'alcolicità leggermente sotto tono, però l'escursione termica di settembre conferirà ai vini intense profumazioni e aromi suadenti.
L'agronomo Claudio Fabbro evidenzia un'annata che i più ipotizzavano tardiva, anche di due settimane o più e che poi si è progressivamente normalizzata. L'attuale raccolta premierà i viticoltori con un prodotto di  buona qualità, ma di certo non li compenserà delle ansie sofferte dalla primavera ad oggi.   
Robert Princic, il Presidente del Consorzio Collio, è assolutamente soddisfatto dell'alta qualità delle uve nonostante le abbondantissime piogge subite nei mesi di maggio e giugno, tali dati di precipitazioni non si registravano dal lontano 1914. Da metà giugno per fortuna il clima è nettamente migliorato con il rialzo delle temperature e le piogge  in agosto sono state un vero toccasana per le uve.
Alberto Grossi, direttore dell'Azienda Tenuta Villanova ha costatato che chi si è adoperato in campagna è riuscito ad arrivare alla vendemmia con uve sane, ma ha notato minore quantità dovuta alle notevoli piogge nel periodo della fioritura. Rispetto alle vendemmie degli scorsi anni le fermentazioni delle uve a oggi raccolte, sono state più veloci, con pH leggermente più alti ed acidità totali più alte. Nei vigneti impostati per la raccolta a macchina si è potuto notare una facilità dello sgranamento del raspo, riducendo al minimo le perdite; in particolare nella varietà Traminer i chicchi erano quasi totalmente intatti. Complessivamente una buona annata dal punto di vista qualitativo con una media nelle gradazioni alcoliche un' po' più bassa dello scorso anno. 
Nel Collio Sloveno, alla Cantina Goriška Brda hanno iniziato le raccolte il 07 settembre e si protrarranno senz'altro fino alla fine di ottobre, per un totale approssimativo di circa 7ooo T d'uva. La vendemmia è stata inaugurata con le varietà Pinot Nero e Chardonnay per la spumantizzazione. Poi hanno proseguito con il Pinot Grigio, il Sauvignon e ora altre varietà a bacca bianca. Stanno ancora attendendo la maturazione ottimale dei rossi. Il direttore della cantina, Silvan Persolja, precisa che la vendemmia viene effettuata 100% tutta a mano, sinonimo di gran qualità e che questa procedura viene riconosciuta nel mondo come “vendemmia eroica”.
Quando si parla di annate, bisogna ricordare che i criteri sono generali e i dati non tengono conto delle eccezioni imputabili a fortuna, abilità o, viceversa, poca capacità del produttore. Il concetto stesso di annata “bella o bestia” - buona o cattiva, è relativo. Ci sono anni in cui i vini migliori sono bevibili quasi subito, mentre altri, della stessa regione, vanno lasciati invecchiare. Quelli di annate inferiori sono ottimi se bevuti nel loro momento migliore, mentre quelli di annate ritenute eccelse non mantengono talvolta le promesse iniziali.
Auguro di cuore a tutti i produttori di concludere l'annata raccogliendo grandi soddisfazioni. Sono fiduciosa nel processo alchemico che trasformerà un semplice frutto in un nettare capace di dare emozioni autentiche e rimanere nella memoria per decenni con ottimi cin cin...

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