Conosci la storia del Trabocco?
Trabucco (trabocco). An'antica macchina da pesca - tutelata cone patrimonio monumentale - tipica delle coste di Abruzzo, Molise. con alcune presenze nel Gargano. D'Annunzio così la descrisse: «La macchina pareva di vivere di una vita propria, aveva un'aria e un'effige di corpo animato.» (in Trionfo della morte). Un sistema di congegni strettamente collegati con la pesca e quindi con il cibo, Le nostre parole golose oggi vi raccontano un po' di storia italiana di ingegno. Non tutto ma di tutto come una piccola enciclopedia popolare. E scoprirete che anche la Dalmazia è protagonista.
Due tipi di trabucco
Premessa: I trabucchi permettono di pescare senza doversi inoltrare per mare. Sono sostanzialmente di due tipi diversi per la grandezza della rete e per lunghezza e numero delle antenne. Sfruttavano la morfologia rocciosa di alcune zone pescose della costa d venivano costruiti su punte o promontori. Le reti venivano gettate al largo attraverso un sistema di bracci lignei.
1) La tipologia originale abruzzese, tecnicamente detta bilancia, quasi sempre ha una piattaforma in posizione trasversale rispetto alla costa, alla quale è collegata da un ponticello costituito da pedane di legno. Le bilance hanno un solo argano e la rete è molto più piccola di quella dei trabucchi garganici.
2) Nel trabucco garganico la piattaforma protesa sul mare è ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d'Aleppo. Si allungano, sospesi a qualche metro dall'acqua, due (o più) lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un'enorme rete a maglie strette detta trabocchetto
La più antica data di esistenza documentata risale al XVIII secolo. A partire dalla metà del ‘700 per il progetto di deforestazione e dissodamento di terreni, tra S. Fino e Vallevò, furono impiegati coloni, alcuni provenienti dalla Dalmazia, altri già presenti nell'area tra S. Vito e Fossacesia.
Secondo antica tradizione di tutto l'Adriatico, venivano realizzati degli impalcati per la navigazione da cabotaggio per il trasporto dei prodotti della terra come cereali, olio, vino, sale, mortella, legname da costruzione, verso i mercati della Dalmazia, del Regno di Napoli, dello Stato della Chiesa, dell'Austria e della Repubblica di Venezia. In pratica, non esistendo strade di collegamento a lunga percorrenza sul territorio, a causa della sua orografia accidentata, era onere delle locali autorità feudali o della borghesia terriera costruire e mantenere queste strutture per facilitare lo smercio dei prodotti delle loro terre. Era utilizzato prevalentemente il pino di Aleppo.
Dove? Nei punti in cui la costa presentava scogli affioranti con acque profonde sufficientemente per consentire la navigazione. Dalla cartina antica n. 7 Igm, della navigazione da cabotaggio, dal Tronto a S. Maria di Leuca, di fine 1700, si rilevano le località costiere di Punta della Schiavonesca, Punta San. Fino, Punta de' Mazziotti e Punta Malvò
A conclusione di tali operazioni i coloni, una volta insediatisi definitivamente con le loro famiglie sulle terre ricevute, parte in proprietà a mezzo contratto di pastinato e parte in colonia perpetua, pensarono di adattare e recuperare, a loro sostentamento, tali "imposti", utilizzandoli nella pesca dei periodi morti della lavorazione dei campi.
Si distinsero in tali operazioni, secondo fonti orali locali, i coloni appartenenti al gruppo documentato e identificato con Philippo de Jacomo Antonio, alias Virì e Jacobo Antonio de Vito di Giacomo Antonio de Vito, Alias Virì, provenienti dalla Dalmazia. Tali coloni erano insediati, secondo la cartina Igm n. 7, nella località S. Fino dove è riportato il toponimo “Masseria Vrì”, da cui “Virì” e infine Verì, come tali famiglie oggi sono conosciute.
I trabocchi sarebbero nati dunque da strutture create, secondo la tradizione e la pratica del tempo, per attività economiche del territorio, a cui venne data una diversa e utile destinazione, proteggendoli dalla furia del mare e dalle raffiche di maestrale, tramandando così un patrimonio culturale e morale di inestimabile bellezza, insieme a una tradizione identitaria di tutta la costa.
La tecnica di pesca è a vista (ma il trabocco è un trabocchetto?)
La tecnica di pesca onsiste nell'intercettare, con le grandi reti a trama fitta, i flussi di pesci che si spostano lungo la costa. I trabocchi sono posizionati dove il mare presenta una profondità di almeno 6 metri, a ridosso di punte rocciose orientate in genere verso SE o NO, in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti.
La rete (che tecnicamente è una rete a bilancia) viene calata in acqua con un complesso sistema di argani e prontamente tirata su per recuperare il pescato. Sul trabucco lavorano in genere quattro uomini (che si spartiscono i compiti di avvistamento del pesce e di manovra), detti "traboccanti".
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