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La rivoluzione in vigna


Vivaio di barbatelle di Rauscedo
Il Decreto ministeriale del 4 agosto 2015, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 28 agosto, è passato inosservato ai maggiori organi d’informazione regionali. Un Decreto, come tanti altri. E invece no, poiché sancisce, con un colpo di cannone, l’avvio di una vera rivoluzione vitivinicola (almeno per il Fvg e l’Italia). Il Decreto in questione, infatti, dà piena cittadinanza alla coltivazione di 10 nuove varietà di vite resistenti alle due malattie fungine più diffuse: la peronospora e l’oidio. Inoltre, è stata migliorata pure la resistenza al freddo che rende queste varietà adatte al clima mediterraneo (che, comunque, sta cambiando) e ai climi dei Paesi del nord ed est Europa.

Un rivoluzione sotto la bandiera dell’aquila: Le nuove selezioni ottenute attraverso incroci, utilizzabili attualmente solo per produrre vino da tavola, hanno un cuore friulano e sono il frutto di molti anni di lavoro dei ricercatori dell’Università di Udine e dell’Istituto di genomica applicata, finanziato dal 1998 dalla Regione FVG per un investimento di oltre 2 milioni di euro.

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