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Musica cortese: viaggio nei Contra Facta guarneriani

Ensemble Dramsam Ensemble Dramsam #musicacortese. Domani, 10 ottobre 2020, alle 17.30 nella chiesa di Sant'Antonio Abate di San Daniele del Friuli l'Ensemble Dramsam proporrà  GLI ABITI DELLE PAROLE, VIAGGIO NEI “CONTRA FACTA” DEI DOCUMENTI GUARNERIANI. Parole perdute nei Codici guarneriani troveranno ritmi, musica e accenti in un gioco di rimandi in cui il testo di una scuola di grammatica sandanielese incontra musiche coeve di altri autori. La pratica di cambiare testo a musiche conosciute ha origini molto antiche e sarà quello che dimostrerà il prossimo appuntamento di Musica Cortese. Il festival internazionale di musica antica nei centri storici del Friuli Venezia Giulia, infatti, proporrà un piccolo esperimento intitolato “Gli abiti delle parole”. Parole perdute nei Codici guarneriani troveranno ritmi, musica e accenti in un gioco di rimandi in cui il testo, elaborato in una scuola di grammatica sandanielese del secolo XV, incontra musiche coeve di autori nobili e meno nobili.

 

A proporre questo insolito programma sarà l'Ensemble Dramsam, formato da Alessandra Cossi (voce), Fabio Accurso (liuto), Gianpaolo Capuzzo (flauti diritti) ed Elisabetta De Mircovich (vielle, ribeca). Al termine del concerto, realizzato in collaborazione con la biblioteca storica Guarnieriana di San Daniele, è previsto un invitante buffet storico.

 

Il contra factum è la pratica di adattare un nuovo testo a una musica preesistente che portava un testo differente. Si tratta di una pratica diffusa in tutta Europa dal Medioevo in poi ed è pressoché scomparsa  a partire dal Settecento, quando l’autorialità e originalità della composizione musicale diventano l’elemento più importante della pratica musicale. È tuttavia tornata in auge nel XX secolo, poiché la pratica di cambiare il testo a una canzone famosa è, a tutti gli effetti, un contra factum. Il primo motore che ha innescato tale pratica è probabilmente la disponibilità di efficaci modelli melodici, spesso ben conosciuti, che consentivano, per esempio, di adattare l’inno devozionale per un santo locale a una nota melodia gregoriana. Oppure, c'era l’esigenza di operare una localizzazione linguistica, in modo che una musica con testo in latino fungesse da contenitore a un testo in lingua, per esempio, francese. O, ancora, poteva essere di gran comodità utilizzare canzoni profane ben conosciute dal volgo per adattarvi un nuovo testo di contenuto religioso, ed è questo il caso del cosiddetto “travestimento spirituale” che verrà praticato per tutto il Cinquecento in Italia e non solo.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria da inviare alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

 

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