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Curatevi dal tifo con il vino puro

Archivi da mangiare e da bere Una mostra all’Archivio di Stato (da il Piccolo del 19 novembre 2011)

In via La Marmora una interessante retrospettiva storica sulle abitudini alimentari dal Medio Evo ai giorni nostri, fra pubblicità d’epoca, documenti, stampe e “consigli” di regime anche pericolosi.
“Il vino è un battericida potente, il vino puro ammazza in quindici minuti il bacillo della febbre tifoide. Il microbo non ama il vino. Bevi il vino e lascia andare l’acqua al mulino”. Correva l’anno 1939 e il “Piccolo della sera” di Trieste pubblicizzava con questo slogan la bevanda già definita come il nettare degli dei.

 

Pochi anni dopo, nel ’42, un “dietario” per le scuole della Gioventù italiana del Littorio, sotto la dirigenza di Bruno Mussolini, regolamentava la distribuzione delle pietanze ai ragazzi e descriveva pasti composti di “1 panino, 1 formaggino e 100 grammi di frutta” per ciascuno. Nello stesso periodo, durante il razionamento, si andava a prelevare il pane con una tessera a cui venivano attaccati dei bollini multicolore. Tra il ’29 e il ’30 il mercato di piazza Ponterosso contava oltre centocinquanta banchi di vendita di tutti i generi alimentari immaginabili, tra cui troneggiavano insuperate per quantità le trippe e non era da meno il Mercato coperto, con il suo affollamento di banchi di verdura, carni e ogni altro bene.

E mentre nelle case triestine entravano i canditi e le confetture della rinomata Eppinger, il digestivo Vlahoh, i vini delle Brioni e la Magnesia Bisurata (essenziale dopo i pasti a base di trippe, alcolici e canditi..), “felici massaie” si servivanodel Sale raffinato in polvere e procuravano il giubilo dei loro figli che, con la “raccolta punti”, i talloncini colorati inseriti nella confezione, si guadagnavano giocattoli da andare a ritirare all’indirizzo indicato. I triestini mangiavano e bevevano così fino alla metà del secolo scorso e possiamo sapere molto delle nostre abitudini alimentari anche in tempi anteriori, risalendo fino quasi alla metà del 1300. Come? Grazie alla mostra “Archivi da mangiare e da bere”, presso l’Archivio di Stato di via La Marmora 17, che mette a disposizione del pubblico per la prima volta libri, immagini e documenti rarissimi e di grande valore storico e documentario, relativi ai prodotti alimentari ma anche alla cultura del quotidiano, alle consuetudini e all’organizzazione del territorio di Trieste nel corso dei secoli.


Vanessa Maggi (il Piccolo di Trieste)

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