All'aumento della qualità e del prestigio della produzione enologica italiana degli ultimi 20 anni non ha corrisposto una crescita del consumo interno, al contrario dell’export che invece continua a salire.
Il mercato interno rappresenta però lo zoccolo duro del fatturato delle aziende vitivinicole; occorre quindi chiedersi: può il Paese primo produttore vivere di solo export, con i rischi rappresentati dalle fluttuazioni monetarie e dalle agguerrite politiche di marketing e distribuzione dei competitori dei nuovi Paesi produttori?
Per capire ancora meglio: il gap del mercato italiano è di natura economica, culturale o è un problema di comunicazione?
Perché al contario il trend dell'export è in crescita?