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A ogni vino la sua bottiglia (da stappare con emozione)

Ogni territorio si identifica con una tipologia di vino e solitamente anche con una particolare bottiglia. È importante scegliere quella con le giuste caratteristiche. Per i vini rossi da lunga maturazione, che potrebbero produrre sedimenti, è indispensabile utilizzare una bottiglia a spalla pronunciata, come la bordolese, che offre un’utile barriera al momento della mescita, tale da trattenere eventuali depositi. Il colore

 

 

dovrà essere scuro, verde o marrone, tale da proteggere il contenuto dagli effetti della luce. Per un bianco, magari un buon Verduzzo o Ramandolo, la scelta può andare dalla renana alla borgognona, meglio in vetro bianco, per conquistarci anche con il suo colore.

Abbiamo scelto la giusta bottiglia, il tappo appropriato, procuriamoci adesso una buona tappatrice e, nonostante Louis Pasteur abbia definito il vino come “la più sana e igienica delle bevande”, non dimentichiamoci mai di porre attenzione all’igiene. Si possono usare soluzioni con metabisolfi o per igienizzare le bottiglie e tutto ciò che va a contatto con il vino prima di andare in bottiglia.

Terminato l’imbottigliamento. il nostro vino ritorna a maturare in cantina. Le bottiglie destinate al consumo immediato possono essere riposte diritte in verticale, mentre quelle importanti, che desideriamo conservare a lungo, è indispensabile riporle orizzontali: il contatto del vino con il tappo assicura una migliore elasticità del sughero evitando restringimenti che favorirebbero l’ingresso dell’ossigeno nella bottiglia.

Stappare una bottiglia porta in sè un pizzico di emozione: concediamoci questi momenti, da soli o in compagnia, ma attenti sempre a un consumo responsabile.

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