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Un disciplinare per il coniglio nostrano

CREARE UN DISCIPLINARE CHE TUTELI L’ALLEVAMENTO DEL CONIGLIO NOSTRANO FRIULANO

La creazione di un disciplinare di produzione che tuteli e valorizzi l’allevamento del coniglio nostrano è la premessa per l’affermazione della filiera cunicola friulana. Lo ha affermato Carlo Morandini, 

presidente dell’ARGA FVG, l’Associazione regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, dell’Ambiente e Territorio del Friuli Venezia Giulia, in occasione di una degustazione di carni cunicole svoltasi a Modoletto di Pagnacco e in concomitanza con il convegno organizzato a Piancada, nell’azienda Marianis di Palazzolo dello Stella  da Ersagricola, sul tema ‘L’allevamento del coniglio nel Friuli Venezia Giulia, benessere animale, qualità e sicurezza alimentare sfide per lo sviluppo del settore’. Morandini è infatti anche presidente della Confraternita del coniglio nostrano.

Fondata negli anni ’80 da Morandini, Piero Villotta, attuale Duca dei vini friulani, e Marco Buzziolo, responsabile della trasmissione popolare trasmissione radiofonica di RADIO Uno ‘La vita nei campi’, dapprima con intento goliardico dopo una non felice esperienza gastronomica con il coniglio in porchetta vissuta in Umbria all’inizio degli anni ’80, poi finalizzata a valorizzare la degustazione e il consumo delle carni di coniglio nostrano anche attraverso degustazioni mirate e promosse in decine di locali della ristorazione di pregio e di alta cucina del Friuli Venezia Giulia.

Secondo l'opinione di Morandini, condivisa dagli altri componenti la confraternita, vi è la necessità imprescindibile che la filiera cunicola del Friuli Venezia Giulia sia completata con adeguate e moderne strutture di macellazione in loco. Per assicurare una filiera corta alla cunicoltura. Tale da poter essere verificata e apprezzata dai consumatori. E da consentire al consumatore di approvvigionarsi con maggiore facilità delle parti più pregiate dell’animale da destinare alla cottura domestica. Parti che raggiungerebbero la distribuzione adeguatamente approntate.

Morandini e la Confraternita ricordano i numerosi interventi di esperti e nutrizionisti negli eventi realizzati in questi anni, per ribadire la salubrità delle carni di coniglio. Scevre dall’impiego di farmaci. Di quello nostrano in particolare, allevato con metodologie antiche dettate dalla tradizione rurale delle nostre case. Infatti, fino a non molti anni fa fin quasi nelle città le famiglie tenevano nel cortile animali da allevamento per l’autoconsumo. Tra essi trovava spazio privilegiato il coniglio. Già allora noto quale animale a carne bianca, priva di grassi in eccesso, sano e genuino.

Il convegno di Marianis. ha consentito di riportare all’attenzione la crisi nella quale versa il settore cunicolo, fino a non molto anni fa strettamente legato all’avicoltura.

L’Italia è il primo Paese produttore di conigli in Europa, e il secondo a livello mondiale dopo la Cina. Nel Friuli Venezia Giulia la produzione attuale è di 4 milioni di capi l’anno per un totale di 10.750 tonnellate di carni bianche con un valore stimato in 18 milioni di euro. La Regione Friuli Venezia Giulia sta avviando due progetti per sostenere questo settore, volti a integrare il reddito degli allevatori che producono rispettivamente fino a 1000 e fino a 5000 capi l’anno.  

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