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Happy Trieste Color Run


 Ah Trieste…mai niente di nuovo, ah Trieste... tanti veci, ah Trieste... città triste, ah Trieste... sempre uguale… ah Trieste... Sabato 20 giugno, ore 16, per qbquantobasta partecipo insieme ad altre 21.000 persone alla Color Run triestina.  Arrivo dopo pranzo, piove, borin…
Parcheggio al Molo 4, nugoli di gente infreddolita e umidiccia che corre in direzione dell' (inusuale) Porto Vecchio. Mamma mia, ma sono tanti, ma tanti. Eh, -(ringalluzzita) eccomi, ci sono anch’io!!
Il mio è un ennesimo viaggio-pellegrinaggio Trento-Trieste, con la voglia di luce, quella amata del Golfo e del Carso. Ma anche voglia di colore, di movimento, di energia, di aria, di faccia e capelli arcobaleno.
Si…ma… Accidenti! fa proprio freddo… La Color Run a Trieste sotto la pioggia, si borbotta tra la folla, verrà cancellata… ah ecco, appunto! Trieste....

Le raffiche di vento miste a pioggia spingono la gente a cercare riparo, gli ombrelli dei pochi che lo hanno si rivoltano come un calzino sotto le raffiche. Eppure sono migliaia le persone che arrivano, ragazzi e bambini incuranti del freddo, tutti con la t-shirt bianca con la scritta colorata e i calzettoni multicolori. Strisce “Happy” dorate ovunque, sulle cosce abbronzate delle ragazzine o sulla fronte delle mamme (democrazia del bello!) Genitori con la faccia persino allegra (chi se ne frega se fa freddo), gente che canta e balla, una bella fauna che si è già imbrattata per benino con auto-pittura e preparata a gettarsi nella corsa del colore.
Fascia arcobaleno sulla fronte mi lancio anch’io a percorre il pellegrinaggio verso la partenza della corsa.  In giro persino un sacco di cani, eccitati dalla democratica opportunità di fare festa con i padroni, entrambi sorridenti, allo stesso ritmo (democrazia delle specie!).

Trieste è un ragazzo… riecheggio Saba (ancora una volta… involontariamente…)
Il ragazzaccio è mutevole e generoso, ecco il cielo schiarisce all’imporvviso; arrivo al Color Village, in fondo al Porto Vecchio, dopo caserme, vialoni e caseggiati da set cinematografico del Realismo italiano : un mare di gente (eccoli qui i ragazzi arrivati sino dal mattino), si balla attorno al palco, birra, festa, risate. L’orizzonte è un blu terso e lucido, il sole è un faro che ci illumina a mezz’ora dall’inizio della corsa. Al nastro di partenza, il saluto del Sindaco Cosolini (...”il Porto Vecchio lo abbiamo aperto oggi per ospitare The Color Run, da ora rimarrà uno spazio per la città…). Ecco, alle 17.30 le prime centinaia di runner partono: io tra loro.



E la magia inizia: tra sbuffi di blu (il primo colore a esaurirsi nel corso della corsa; i ragazzi volontari ci hanno sparato addosso all’inizio troppo colore tutto insieme…), poi pink, rosso, giallo e arancione e glitter… E cammino veloce (e chi riesce a correre? Il bello e’ camminare tra gli sbuffi guardando il mare) tra gente, risate, canzoni, selfie, matti seri e gente un po’ più normale…eh già, Trieste... Se no i xe mati, no li volemo
Eccola, la Trieste che amo: nel melting pot delle lingue, triestin, italiano, sloveno, tedesco, veneto… io ci sguazzo... Il sole batte forte. Il percorso è ad anello, lungo Le Rive, passando accanto alla bianca prua della Costa Crociere, per una volta piccola di fronte all’esercito dei 21.000 runner. In piazza Unità d’Italia, sotto il faro del sole del tramonto, la coperta da Guinness: eccola la più grande (e bella) piazza d’Italia affacciata sul mare colorata da 2886 metri quadrati di lana multicolore.

Dopo cinque chilometri arrivo al temine. Mi faccio un selfie con la faccia sudata, pittata di tutto punto, mi sento una maori. 

Dai parcheggi (tutto bloccato) si esce solo a notte fonda. Poco male, mi avvio a piedi, di lì a poco in Piazza Venezia nel B&B della mia amica Tamara mi aspettano gli amici a stappare charmat della Goriška Brda, Trentodoc Maso Martis e mangiare pesce crudo guardando il mare e la sagoma illuminata dei Magazzini del Pesce. Eh già questa città è così, ha davvero una scontrosa 
grazia, se piace è come un ragazzaccio aspro e vorace…(ancora Saba…riecheggia, son in vena di poesia...).
L’esercito dei runner si è disperso poco a poco, tra le vie del centro, verso altre destinazioni, carico di energia, sudato e spettinato. Io di docce ne farò due la sera stessa, il blu e il rosso mi hanno invasa fino nelle mutande e sotto i calzini. Blu il colore del cielo, rosso quello della vitalità.
Grazie Trieste, let’s shine!









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