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Un Ramandolo per amico

Abbiamo provato il vino Ramandolo Ronc de Madalene 2006 della cantina I Comelli di Nimis (UD)

Sarà che passando gli anni ci si fissa su delle certezze, sarà per quel senso di sicurezza che ti infonde la tradizione, io ho un debole per il Ramandolo, vino che ha un secolo di vita, essendo citato già nel 1893 per un campione di Giovanni Comelli detto Moro. Bisogna quindi andarlo a cercare a Nimis, cuore delle colline del Friuli orientale dove un'intera famiglia, che ha lo stesso nome che portava il Moro, i Comelli (Alessandro e Livia con i figli Paolo, Francesco ed Enrico),

è impegnata in vigna, in cantina e pure nell'agriturismo.

Quindici gli ettari vitati (35 mila le bottiglie), adagiati su terreni arenari e marnici, all'interno di un territorio che vanta la presenza di due docg dolcissime (il Picolit e il Ramandolo). Ora, il mio assaggio è stato del Ramandolo Ronc de Madalene 2006, prodotto con uve verduzzo friulano in purezza vendemmiate tardivamente e collocate a passire per circa un mese. La vinificazione si esegue con una fermentazione direttamente nelle barrique, fino all'affinamento in acciaio e poi in bottiglia (6 mesi).

Il vino sorprende per il colore giallo oro che vira all'ambrato,ma sempre spicca in brillantezza come una luce di luna piena. Al naso senti subito il miele, ed è miele di castagno, quasi a farti presagire i tannini che avvertirai in bocca. Poi capisci che la luce riflessa del colore ha un corrispettivo con l'acidità che avverti in quel profumo di albicocca passita che si sposerà con il dolce. E in bocca è dolce, tanto da chiedere abbinamenti con un Montasio stagionato o, se al dolce, con una gubana.

Ma io lo prediligo da «meditazione», come il Picolit Ronc de Madalene, più esile e forse elegante, frutto dei grappoli spargoli. Di carattere anche il Friulano 2010, bianco da uve tocai sottoposte a criomacerazione sulle bucce, fermentazione in acciaio a 18°C e affinamento sulle fecce nobili per 6 mesi. Eccellenti anche lo spumante rosato metodo charmat, il Fontane Vive 2010, e il brut da uve friulano e pinot grigio dotato di perlage fine. E questo sì, va accompagnato al prosciutto San Daniele.

Paolo Massobrio 22 settembre su La stampa


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