Terrano e cioccolato

Gnocco ripieno di cioccolato spolverato con cannella e cacao, prosciutto cotto nel Terrano con kren e cacao grattugiato, risotto di Terrano con scaglie di cioccolato di Modica, guancialetto di manzetta cotto nel Terrano con salsa di cioccolato

e contorno di patate americane, mousse di cioccolato fondente e pere cotte nel Terrano con cioccolata calda (questi ultimi abbinati alla Grappa di Terrano dell’azienda agricola Castelvecchio di Sagrado).

Un menù inconsueto ma decisamente per una serata speciale ideata da Lucio Vittor, organizzatore del Chocofest di Gradisca, nella barchessa della villa veneta che a Sagrado ospita l’azienda Castelvecchio, di cui vi consigliamo, accanto all’esuberante Terrano dalle fragranze selvatiche di lampone e more e limitato contenuto di tannini, il Turmino, un rosso D.O.C. Carso cui l’enologo Giovanni Bignucolo è, a ragione, particolarmente affezionato (al Terrano si unisce un 30% di Cabernet).

Il Terrano (Teràn lo chiamano i triestini ed ecco che già il nome di questo vino straordinario ricorda nel suono la terra da cui proviene), un vitigno della famiglia dei Refoschi di origine antichissima, è certamente e solamente carsico. Un autoctono difeso tenacemente negli anni dai viticoltori, che oggi, ingentilito negli aspetti più spigolosi, sta ottenendo ampi successi. Un vino inconfondibile, capace di dare gioia autentica alle nostre papille gustative.

 Il successo dell’affollata serata Terrano e Cioccolato, coordinata con puntuale discrezione e stile da Mirella Della Valle, è stata resa possibile dall’impegno e dalla bravura dello staff dell’Istituto Professionale Bonaldo Stringher. In cucina a creare abbinamenti e dirigere le varie fasi di cottura gli chef Giuseppe Amico, Simone Codolo, con gli allievi Marco Frumenti e Fabio Zammarano. In sala, Gianluigi Cupito coordinava, oltre a Vittoria Mancini cui abbiamo riservato l’onore della copertina nell’mmagine di Silvia Profumi, Brikena Kuqui e Jessica Flebus. Una dimostrazione di impegno, entusiasmo e passione da parte di così giovani allievi, che induce alla fiducia e all’ottimismo.