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Dorona: il vino degli orti

Dorona: viticoltura eroica 

Il vino, un alimento della nostra storia

Si tratta certamente di viticultura eroica, ne è convinto Roberto Cipresso mentre parla a un attento pubblico riunito nella sala della tenuta Venissa (dalla finestra sul fondo si intravede un edificio rosso dall'altro lato della laguna veneta di Mazzorbo e solo una bicicletta che passa interrompe la magia sospesa che vi si respira) attende di sapere qualcosa di più del Dorona. Un vino atteso per la complessità del progetto che vi sta alla base e per il sapiente marketing che i Bisol stanno attuando, compresa la vendita en primeur.

Eroica è definita in genere la conduzione di vigneti in condizioni orografiche estreme con le viti aggrappate al pendio e con la passione con cui i grappoli vengono raccolti. Qui l'eroicità deriva evidentemente dall'aver riscoperto, salvato, atteso la nasciata di un vitigno antico (i documenti della Repubblcia Veenta ne parlano già dal XVI secolo) in un terreno salmastro da "ripulire" con i lenti tempi della natura.

Ciò che vogliamo qui sottolineare dell'intervento del grande enologo (ebbene sì, i 100 punti di Wine Spectator hanno il loro peso in questa meritata definizione di Cipresso) è il suo richiamo a che cosa fosse il vino un tempo: alimento prima di tutto ed ecco perché nell'orto di casa (la vite nel Veneziano cresceva negli orti) si piantavano le viti migliori. Ci ha fatto venire il desiderio di conoscere meglio anche la storia del vino, un alimento intimamente legato con la nostra storia alimentare, già dai tempi in cui le vigne erano piantate vicino alle ferrovie o lungo i fiumi per poter più facilmente trasportarne i frutti.

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