Tanti laboratori e degustazioni

laboratori degustazione Il 13 giugno si inaugura la Fiera dei Vini di Buttrio giunta all'82 edizione e sabato e domenica fra i numerosi appuntamenti in programma la Villa di Toppo Florio ospita laboratori e degustazioni di altissima qualità e interesse. Poichè si tratta di incontri a numero chiuso (massimo 30 persone) il consiglio è di prenotare alla Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Eccovi il calendario:

SABATO 14 GIUGNO
Ore 11 “Cinquant'anni di Collio”. Nell’ambito della celebrazione del cinquantenario della Doc Collio; verticale di Collio bianco con racconto storico e degustazione guidata a cura di Stefano Cosma (Vinibuoni d'Italia)

Ore 11: Pane vino e Giovanni Gandino: Laboratorio di panificazione 

Ore 12.30 “Incontri sensoriali tra il Sauvignon francese e il Sauvignon del Friuli Venezia Giulia” a cura del Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali, conducono il laboratorio l’enologo dott. Giovanni Bigot e Simona Migliore, responsabile ONAV Udine

Ore 14.30 “Ribolla gialla ieri e Ribolla gialla oggi” a cura di Assoenologi, relatore enologo Robert Fiegl

Ore 15 Confronto fra microvinificazioni di Barbera a cura di Vitis Rauscedo.

Ore 16 “Sangiovese e i suoi figli”. Brunello, Chianti classico, Chianti delle Colline senesi, Chianti Rufina, Nobile di Montepulciano, Supertuscan da Sangiovese: a cura di Alessandro Scorsone (Vinibuoni d’Italia)

Ore 16.30 : Pane vino e Giovanni Gandino: Laboratorio di panificazione 

Ore 17 Pasta tirata con passione, a cura della sfoglina Stefania Zoratti

Ore 18.30 “Schioppettino...il boom di un grande rosso”. Laboratorio di degustazione a cura di Paolo Ianna (Vinibuoni d’Italia)

DOMENICA 15 GIUGNO
Ore 11 “Made in FVG: le birre” a cura di ONAB Udine con la collaborazione del Birrificio Gjulia

Ore 11 Pane vino e giovanni Gandino: Laboratorio di panificazione

Ore 12.30 “Aromatici... dry style” La Malvasia, il Moscato di Terracina, l’Albana di Romagna, il Gewürztraminer, a cura di Paolo Ianna (Vinibuoni d’Italia)

Ore 14.30 “Friulano: un aggettivo e un nome” a cura di Assoenologi. relatore enologo Roberto Michelini

Ore 15 Dentro lo scrigno: storia tecnica e gusto del cotto nel pane, relatore dott. Paolo Dentesano

Ore 16 “Il Friulano è rosa”. Il Friulano Doc interpretato dalle donne del Collio, dei Colli Orientali, dell’Isonzo, delle Grave, di Aquileia, Annia, Latisana, a cura di Liliana Savioli ed Emanuela Santi (Vinibuoni d’Italia)

Ore 16.30 : Pane vino e Giovanni Gandino: Laboratorio di panificazione

Ore 17 Pasta tirata con passione, a cura della sfoglina Stefania Zoratti

Ore 18.30 “Pignolo per natura” a cura di Walter Filiputti con laboratorio di degustazione. “Due grandi rossi si confrontano: Pignolo fa rima con Barolo? Il Pignolo e i grandi vini italiani” - conducono Mario Busso, direttore della Guida Vinibuoni d’Italia e Liliana Savioli con tre grandi annate a confronto (Vinibuoni d’Italia)

Le prenotazioni si possono effettuare presso la Pro Loco Buri: Telefono e fax 0432 673511 E-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Le degustazioni sono a pagamento: il costo è di €. 10,00 ciascuna.

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Aurora Coassin vince il premio Lunelli

aurora coassinIndetto dalla famiglia Roberto Lunelli in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori
44 (quarantaquattro) professori per 1 (uno) studente: potrebbe essere questa la sintesi del programma che Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori si appresta a svolgere in favore di Aurora Coassin, vincitrice della prima edizione del Premio Silvia Lunelli. Silvia è mancata l’11 giugno 2013, a 28 anni, una laurea in giurisprudenza e la passione per la cucina: di qui la volontà di istituire in suo ricordo un premio per la formazione di giovani chef, con l’obiettivo di farli diventare ambasciatori della  cucina e dei prodotti del Friuli Venezia Giulia. Si sono rivolti a FVG Via dei Sapori che ha elaborato un progetto da portare avanti negli anni: i vincitori del Premio Silvia Lunelli, anno dopo anno, entreranno a far parte di una sorta di Albo dei giovani “messaggeri” dell’agroalimentare del Friuli Venezia Giulia in Italia e nel Mondo. Sedici anni, di Spilimbergo, Aurora Coassin è stata selezionata tra i migliori dieci alunni dell’ultimo anno del corso triennale di Operatore della ristorazione al Civiform di Cividale, la qualifica professionale necessaria per iniziare a intraprendere la carriera di  cuoco. In premio, mestiere e cultura enogastonomica le saranno insegnati, per un anno, da maestri d’eccezione, i 44 fra ristoratori, artigiani del gusto e vignaioli di FVG Via dei Sapori, le migliori firme dell’agroalimentare regionale. Per lei, gli stage pratici nelle cucine dei ristoranti si alterneranno a un percorso formativo a 360° gradi: a seguirla, in prima persona, sarà il presidente del Consorzio, Walter Filiputti, che le terrà lezioni sulla cultura del cibo e del vino, accompagnandola anche a visitare gli artigiani del gusto e le cantine del gruppo in modo da farle conoscere chi la qualità la crea, giorno, per giorno, con il suo lavoro. Il percorso di Aurora Coassin si articolerà in due periodi. Il primo, che  prevede 2 mesi di stage in cinque ristoranti:  incomincerà ai primi di luglio al ristorante All’Androna di Grado, La Subida di Cormòns, proseguirà al Vitello d’Oro di Udine, Al Ponte di Gradisca, e si concluderà alla trattoria Da Toni di Gradiscutta. I vincitori delle prossime edizioni del Premio faranno esperienza negli altri ristoranti del gruppo, che ospiteranno via via gli stage. L’iter di Aurora sarà “monitorato” dai vari insegnanti, che invieranno le loro relazioni alla famiglia Lunelli e al Presidente del Consorzio. Se il giudizio finale sarà positivo, avrà la possibilità di frequentare uno stage conclusivo di qualche mese in un rinomato ristorante italiano o straniero.

civiform
Inoltre, quest’anno, la ragazza avrà la straordinaria opportunità di dare il suo contributo al Refettorio Ambrosiano, lavorando per un mese accanto ai maggiori chef del mondo, che hanno risposto all’appello lanciato dallo chef  Massimo Bottura e cucineranno per i poveri utilizzando gli avanzi giornalieri dell’Expo: il primo sarà Alain  Ducasse, poi Ferran Adria e altri seguiranno. A individuare il luogo dove i grandi della cucina internazionale prepareranno gratis i pasti per i meno abbienti è stato Davide Rampello, ideatore-regista del padiglione Zero della stessa Expo, che ha coinvolto la Caritas di Milano. E’ stato così recuperato – e trasformato in refettorio con 100 posti – il vecchio teatro della parrocchia del quartiere Greco, alla periferia di Milano: per la sua realizzazione, Rampello ha coinvolto il Politecnico di Milano e  tutto il mondo del design italiano e delle aziende del mobile di alta gamma. Alla fine della loro esperienza, Aurora Coassin e i futuri vincitori del Premio Silvia Lunelli riceveranno un attestato che elencherà il loro percorso di studio. Pochi, ma importanti, gli obblighi a cui saranno chiamati: un comportamento corretto sia nel lavoro che nelle vita privata e il trasferimento di valori e contenuti della loro avventura formativa agli studenti del Civiform  nel corso di una giornata che si concluderà con un breve corso di cucina.

 “La volontà è dare ai vincitori del Premio una formazione il più possibile aderente alla realtà e allo stesso tempo far loro conoscere il tessuto produttivo agroalimentare della loro terra – dice Walter Filiputti – Certamente il principale lavoro di trasmissione delle conoscenze lo faranno gli chef dei cinque ristoranti che li seguiranno con particolare attenzione, coinvolgendoli nella preparazione dei loro piatti e dando loro la possibilità di cimentarsi con diverse cucine, tra loro unite dal fil rouge dell’elevata qualità.”

 



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Luppolo per la bellezza e visita alla Forst

luppolo nella vasca Una volta pronta la birra, la prima degustazione deve seguire un particolare rituale. Si beve soltanto se si è di buon umore per trasmettere positività alla bevanda, si beve in piedi per non renderla fiacca, si beve in direzione del sole perché risulti limpida e di bell’aspetto! È una credenza tutta altoatesina legata a una bevanda che rientra nella tradizione dell’Alto Adige e in particolare del meranese, grazie alla presenza fin dal 1857 di una famosa birreria. Non poteva mancare quindi tra i prodotti naturali utilizzati nei trattamenti delle Terme Merano: dal bagno al peeling, la birra diventa protagonista del centro Spa & Vital.
Fra i trattamenti si può scegliere il Bagno alla birra per due: un trattamento rilassante, ma anche romantico proprio perché vissuto col proprio partner, nutriente e idratante (20 min. 43 euro). Particolarmente apprezzato anche il Peeling al malto e luppolo che con le sue numerose vitamine e minerali preziosi ha un effetto rafforzante per il tessuto connettivo, stimola il metabolismo e rende la pelle morbida e vellutata (20 min. 34 euro). Poi. è tempo di andare a visitare la birreria: appena lasciata Merano, proseguendo verso la Val Venosta si incontra la  Forst. Superba acqua di sorgente, ampi spazi di fondo valle, aria pura e natura incontaminata, il complesso si inserisce in armonia col territorio circostante ed è profondamente radicato nella tradizione meranese.
Una visita guidata all’interno dello stabilimento permette di vedere le diverse fasi di lavorazione che trasformano il mosto nella dissetante bevanda. Tutto ha inizio dal malto, immagazzinato nei silos, macinato e mescolato con l’acqua delle sorgenti del monte Marlengo, permette di ottenere la prima miscela. Riscaldata e filtrata, viene convogliata nella caldaia di cottura dove si aggiunge il luppolo e si fa bollire il tutto. Proprio qui, nella sala di cottura, avviene la fusione completa e perfetta di 3 materie prime così diverse fra loro: l’acqua, il malto d’orzo e il luppolo. Segue la fermentazione e la fase di maturazione a bassissime temperature, dopodiché la birra viene filtrata ed è pronta per il confezionamento. Da una parte moderne tecnologie, dall’altra metodologie tradizionali ed esperienza fanno la grandezza di questa birra.
Per una vacanza a Merano si può scegliere tra le tante offerte delle strutture partner di Terme Merano. L’Hotel Westend***  propone fino all’1 agosto 2014 il pacchetto “Puro relax: l’estate a Merano”. L’offerta comprende: 6 pernottamenti con prima colazione, visita al museo del vino al Castello Rametz con degustazione vini, programma benessere con trattamenti per due alle Terme Merano, tra cui Bagno al siero di latte o al latte di capra per 2 con calice di spumante, Impacco con crema al siero di latte o impacco corpo con crema al burro di capra per 2, Massaggio corpo con vari oli aromatici a scelta per 2, Ingresso alle Terme per due ore. Il tutto a partire da 462 euro a persona.

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Io, te... animali per la pelle

locandina fiera di ButtrioSi rinnova anche quest'anno l'appuntamento con la Fattoria Didattica con “Il Ronco Albina” che presenta “Io e te... animali per la pelle”. Asini, cavalli, maiali, pecore e conigli saranno ospiti speciali del parco della Villa. Protagonisti di uno spazio di conoscenza e animazione tutto dedicato ai più piccoli. I laboratori si svolgono il sabato e la domenica dalla 11 alle 13, dalle 14 alle 16 e dalle 17 alle 19. Tutte le info sul sito della Fiera

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Restauro del dipinto di Balestrieri

gli ultimi giorni di Domenico MorelliGiovedì 12 giugno alle 17.30 il museo d’Arte moderna e contemporanea di Udine  presenta l’importante dipinto di Lionello Balestrieri "Gli ultimi giorni di Domenico Morelli"- olio su tela del 1902 - a conclusione di un complesso intervento di restauro.  Un altro pezzo pregiato delle collezioni museali torna al suo antico splendore. L’opera, raffigurante la morte del pittore napoletano Domenico Morelli, sarà presentata da Vania Gransinigh ed Elisabetta Milan. Il dipinto, di grandi dimensioni e attualmente esposto al primo piano del museo, aveva cominciato a evidenziare pericolosi sollevamenti della pellicola pittorica dovuti ad antichi e malaccorti restauri. Per questo motivo l’opera è stata inserita nel piano di lavori di restauro con un intervento che, vista la difficoltà posta dalla fragilità della materia cromatica, ha richiesto parecchi mesi di lavoro. Dopo aver coinvolto la Soprintendenza regionale per i Beni storico-artistici, si è così proceduto a stilare un progetto di restauro che prevedesse la riadesione della superficie pittorica alla tela e successiva stiratura della stessa. Nel frattempo sono state effettuate alcune indagini a luce ultravioletta che hanno portato in evidenza numerosi ritocchi risalenti ai precedenti lavori di restauro, mantenuti per rispettare le stratificazioni storiche ormai esistenti sull’opera. L’intervento si è concluso con i lavori di pulitura e verniciatura finale e con un attento restauro della pregevole cornice lignea liberty con motivo a foglie d'edera dorate, realizzata con l'ausilio della cartapesta. Gli studi condotti in questa occasione per dirigere al meglio l’opera di restauro hanno permesso non solo di riportare il quadro al suo originario splendore, ma anche di approfondire le conoscenze che lo riguardano e che ne fanno uno dei dipinti più pregevoli delle raccolte museali. Acquistata alla Biennale di Venezia del 1903 dalla Fondazione Artistica Marangoni per le collezioni udinesi, l’opera era già stata presentata al pubblico dal suo artefice, l’anno precedente, al Glaspalast di Monaco, una delle più importanti rassegne d’arte internazionali dell’epoca. Lionello Balestrieri apparteneva a quella generazione di artisti che si era formata in ambito accademico prima e a stretto contatto con la realtà delle botteghe d’arte poi, acquisendo faticosamente professionalità e mestiere. Il suo linguaggio espressivo si colloca nel solco di un tardo realismo di marca ottocentesca, venato di idealità romantiche che permise al pittore di ottenere un ampio consenso a livello internazionale.
Dopo aver compiuto i propri studi all’Istituto di Belle Arti di Napoli con Domenico Morelli e Filippo Palizzi, Lionello Balestrieri si trasferì, all’inizio degli anni Novanta del XIX secolo, a Parigi, all’epoca capitale del mondo artistico internazionale. Durante il soggiorno parigino, suggestionato dal successo riscosso dagli impressionisti, l’artista toscano ebbe modo di adeguare il suo stile alla moda imperante dedicandosi a dipingere soprattutto soggetti romantici ispirati alla musica. Nel 1898 realizzò il quadro “La morte di Mimì, oggi a New York”, a cui fece seguito l’opera che gli fece ottenere i maggiori riconoscimenti, il “Beethoven” del 1899. Presentato al pubblico all’Esposizione universale di Parigi nel 1900, il quadro fu inviato anche alla Biennale di Venezia del 1901 dove fu comprato dal Museo Revoltella di Trieste.
Sull’onda degli apprezzamenti suscitati da quest’opera anche l’allora Galleria d’Arte Moderna di Udine decise di acquistare un suo dipinto. L’occasione giunse alla Biennale del 1903 dove l’artista espose proprio “Gli ultimi giorni di Domenico Morelli” in cui egli ritrasse il suo vecchio maestro nei giorni immediatamente precedenti la morte. Tributo di affetto per il vecchio pittore napoletano, la grande tela lo raffigura in un interno, adagiato su di una poltrona mentre alcuni amici lo assistono. L’ambientazione scura e affocata appare rischiarata solo dalla luce che entra da una finestra sul fondo e da una lampada appoggiata sul tavolo che crea un gioco virtuosistico di luci sugli astanti e sulla figura spettrale del pittore morente. Richiami al verismo di ascendenza palizziana si sommano in quest’opera al trattamento più libero e sciolto di luce e colore che derivava all’artista dalla conoscenza della pittura impressionista francese con cui era entrato in contatto durante la sua permanenza parigina.
Per informazioni: Casa Cavazzini, via Cavour 14 tel. 0432.414772

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Verduzzo Trevigiano e biotipo Motta

Verduzzo biotipo Motta Ricevo dall'amica e collega sommelier Annie Martin Stefanatto l'invito a  una degustazione:  “Verduzzo Trevigiano e il Biotipo Motta”. Parafrasando il Manzoni mi chiedo: “chi è costui?”. Conoscendo poco le varie declinazioni di questo vitigno, da “enocuriosa” e “qbista “ che si rispetti, non posso perdermi un'occasione di studio e, senza pensarci due volte, accetto con entusiasmo. Si va  alla volta di Motta di Livenza. La sala è gremita, produttori, giornalisti, sommeliers, e anche semplici consumatori curiosi di saperne di più. E' Giampiero Rorato, studioso e giornalista enogastronomico, a introdurci nella storia e a farci ripercorrere quelle che sono le origini di questo vitigno. Non ci sono documentazioni scritte al riguardo, e la tradizione orale narra che a metà dell'800 fu la famiglia Ancillotto, in località Villanova di Motta di Livenza, a impiantare questo vitigno proveniente dalla Sardegna, a cui venne subito dato il nome di Verduzzo Motta (verduzzo per il colore degli acini che a maturazione rimangono verdi). Per molto tempo è stato tra i vini più diffusi, per poi essere quasi dimenticato a favore degli internazionali. E' qui che entrano in gioco alcuni produttori che, dieci anni or sono, decisero di salvaguardare il Motta e, supportati dalla Cooperativa Agricola Livenza, suggellarono la collaborazione con l'Istituto Sperimentale Viticoltura di Conegliano per le ricerche sul vitigno e la selezione clonale, e con Veneto Agricoltura per la vinificazione. Otto sono le aziende che fino a ora  hanno aderito al progetto di recupero del Biotipo Motta: Capo di Vigna, VignePiane, Az. Marcuzzo, Az. Rigoni Giuseppe, Az. Rusalen Franco, Az. Furlan Giuliano, Az. Tommasini Daniele, Az. Cescon Giuseppe. Il Motta si distingue dal Verduzzo trevigiano per alcune piccole differenze ampelografiche ma soprattutto per la versatilità a essere vinificato in vari modi. Ed eccoci al momento più atteso, quello della degustazione, rigorosamente alla cieca. Ci vengono versati due spumanti Metodo Classico a base di Verduzzo Trevigiano e quattro versioni di Verduzzo Motta. Molto bene, si comincia.

*Verduzzo Motta Metodo Charmat: criomacerazione pellicolare per estrarre la componente aromatica e due mesi in autoclave. Il colore verdolino mi fa pensare subito a dei profumi freschi, percepisco la salvia, il sambuco, il glicine, la mandorla, la mineralità, ma anche delle note più morbide come il burro e l'avocado. In bocca è morbido, fresco, dal finale fruttato e leggermente ammandorlato. Perfetto con dei formaggi freschi come la Robiola, ma anche per celebrare quello che è il più diffuso saluto tra amici: vientu a bere un ombra? *Verduzzo trevigiano Metodo Classico. 30 mesi sur lie gli hanno conferito un color giallo paglierino ed un bouquet evoluto ed elegante. E' cremoso, frutta matura, vaniglia, erbe aromatiche essicate, affumicato. In bocca è lungo ed il finale mi ricorda una mandorla dolce, dei confetti per l'esattezza. Mi piacerebbe abbinarlo ad una vellutata di funghi e capesante. *Verduzzo Motta 2013: giallo paglierino con riflessi verdolini. Il naso concede la mineralità, erbe aromatiche, note agrumate e la mandolrla. In bocca è morbido e coerente con le note percepite al naso. E' il meno complesso tra i vini degustati ed è piacevole accompagnato a degli involtini di tacchino farciti con verdure a julienne. Verduzzo Motta 2007. La bella tonalità giallo dorato mi incuriosisce e scopro che è stato vinificato in iperossidazione. Il mosto viene sottoposto ad una forte areazione al fine di ossidare alcuni polifenoli che, precipitando, rendono il vino più stabile e longevo. I terreni su cui cresce questo Verduzzo sono pianeggianti e non conferiscono all'uva un bel corredo di aromi primari. Con questa tecnica di vinficazione vengono privilegiati longevità e aromi terziari: fiori essicati,vaniglia, cedro e zenzero canditi, ananas. Il sorso è fresco, leggermente tannico e percepisco la piacevole piccantezza dello zenzero. Ideale in abbinamento a un Montasio semi stagionato.  *E' del 2000 questo Metodo Classico da Verduzzo Trevigiano proveniente da vigneti di 30 anni di età allevati già a Guyot. 20 mesi di barrique nuova lo hanno vestito di un giallo dorato molto brillante e gli hanno conferito complessità. Importanti note burrose, frutta candita, vaniglia. Buona struttura sorretta da alcol e mineralità. Tagliolini fatti in casa con funghi porcini. *Verduzzo Motta passito. La vendemmia è 2013 per questo vino che giace ancora in tonneau e che deve terminare la propria evoluzione. L'uva è sottoposta ad un primo appassimento in pianta a cui è seguito uno in cassette, in cui la Botrytis ha fatto la sua comparsa. E' vestito d'oro antico ed al naso si concede solo a calice fermo: non vuole essere disturbato. E' vinoso con sentori minerali, frutta fresca, timo. In bocca rivela la propria personalità: un'esplosione di erbe aromatiche, pera matura, note balsamiche. Un vino dolce non dolce, dotato di notevole freschezza e che, a fine evoluzione, saprà donare emozioni sia come vino da meditazione che in abbinamento a pasticceria secca o magari a dei formaggi erborinati. Tutti questi vini mi hanno regalato colori, profumi ed emozioni, e mi hanno fatto comprendere la potenzialità evolutiva e la versatilità del Motta, che nella maggior parte delle vinificazioni ha mantenuto la propria identità. Dopotutto siamo ancora in fase sperimentale. A questo punto è d'obbligo un plauso a questi produttori animati da passione ed impegno, all'insegna della salvaguardia e promozione del proprio territorio. Ora posso raccontare di aver conosciuto il Sig. Motta, che sa essere gioviale e alla mano, ma anche anticonformista e, se necessario, sofisticato ed elegante, mantenendo il proprio tratto distintivo. Non è mica cosa da tutti!

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FVG paesaggi e indizi di un fotoreporter

paesaggio di Luigi Vitale“Friuli Venezia Giulia, paesaggi e indizi di un fotoreporter” è il titolo della personale del fotografo e videomaker Luigi Vitale visitabile fino al 20 giugno nella Galleria d’arte “Mario Di Iorio” della Biblioteca statale isontina di Gorizia in via Mameli n. 12. Sono esposte 30 fotografie di luoghi e architetture delle quattro provincie del Friuli Venezia Giulia che, con inedito acume artistico, documentano la bellezza e la storia di un territorio, da sempre terra di incontri e scambi culturali. “Il paesaggio, scrive Luigi Vitale, è un elemento chiave per il benessere degli esseri umani. La sua condizione identifica le risorse, il carattere e la coscienza delle comunità umane che lo hanno vissuto.”     

 

 

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Corso per tingere tessuti con le erbe

locandina workshop tintura d'erbeAlla ricerca della naturalità saranno in molti gli interessati a questo corso proposto da Noi dell'arte e da Il Ricamificio domenica 15 giugno a Forni di Sopra. Un  corso tenuto da flavia turel che va dalla raccolta del materiale fino al bagno di colore per tessuti e filati di seta, lana, cotone. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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La fiera di Buttrio ospita bambini e famiglie

Il parco di villa di Toppo Florio da alcuni anni durante la Fiera Regionale dei Vini di Buttrio diventa luogo di festa per i bambini. La nostra Fiera, ci racconta infatti Barbara Potocco,  è infatti non solo un appuntamento per esperti e appassionati di vini, ma anche un’occasione di incontro e divertimento per le famiglie. E quindi nel parco vengono organizzati tanti diversi momenti dedicati ai più piccoli, che accompagnati da mamma e papà, possono ascoltare le storie raccontate nell’Ora del Racconto, conoscere gli animali della Fattoria Didattica, divertirsi con i giochi di una volta, conoscere grazie alle visite didattiche la storia della villa e del parco: tante opportunità per trascorrere i primi giorni delle vacanze estive in luogo incantevole, in compagnia di altri bambini, per socializzare e imparare cose nuove in modo allegro e spensierato. TUTTI GLI APPUNTAMENTI PER I BAMBINI SONO GRATUITI
Le visite guidate al parco archeo-botanico della villa Di Toppo-Florio. Studiate per i piccoli (le “guide” hanno ideato un laboratorio itinerante nel parco!) ma anche per i grandi, le visite guidate condotte da un botanico e da un’esperta di archeologia, appassionati del territorio vi permetteranno di compiere un meraviglioso viaggio di scoperta di uno dei rari parchi archeo-botanici d’Italia. Le visite guidate si svolgeranno nei seguenti orari: venerdì alle ore 18
sabato e domenica alle ore 11.30, alle ore 16 e alle ore 18.


L’attivissimo gruppo dei Lettori volontari della Biblioteca Comunale di Buttrio offriranno ai più piccoli due momenti di lettura di testi per bambini a tema con l’ambientazione della Fiera. Immersi nel verde del parco sarà una vera occasione di incontro per i più piccoli e di ascolto di tante storie interessanti e avvincenti. Gli appuntamenti con l’ora del racconto sono sabato e domenica alle ore 10. I giochi di una volta per divertirsi con semplicità con il gruppo animatori di "In Arte…Buri" si svolgeranno sabato e domenica alle ore 18,30
 

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Pappardelle, ceci e fiori di timo

Oggi pubblichiamo una ricetta di Alfredo Iannaccone, che dall'Irpinia propone da anni piatti creativi di cucina vagabonda: a partire dalle materie prime della sua terra, si lancia in gradevolissimi excursus gastronomici. Abbiamo pubblicato sue creazioni anche sul mensile cartaceo qbquantobasta. Oggi ci ha sedotto questo piatto semplice ma di alta cucina che Alfredo ha creato su un nuovo magazine che dirige: http://jmfoodmagazine.com a partire dall'antichissima ricetta del suo territorio 'lagane con i ceci'. Un piatto povero, fatto con acqua, farina e legumi. Una pietra miliare dell’entroterra, quando bastava la sapienza della donna di casa per impastare una tagliatella larga e unire dei ceci saltati in padella, con una costa di sedano e dei pomodorini a profumare la tavola. "Alle lagane fatte in casa sostituiamo delle favolose pappardelle all’uovo, di scuola marchigiana, di Campofilone. Tengono la cottura, “aprono la strada” a qualunque condimento la fantasia voglia abbinarci. I ceci sono siciliani, artigianali, sono un capolavoro gastronomico della Trinacria. Sono i ceci di Leonforte, terra di passione, di amore, di tradizione per la vera cucina. I legumi dopo la fase di “ammollo” si aromatizzano in olio e peperoncino e poi vengono stufati con l’acqua di cottura. E qui ci viene in aiuto la primavera, con un timo straordinario, che ci regala anche i primi fiori, bianchi e viola. Le pappardelle saltano alla fiamma con i ceci e poi le impiattiamo con un tocco di fantasia: un rametto di timo, i fiori di timo, commestibilissimi. Non mancano le erbe aromatiche migliori come prezzemolo e mentuccia romana. Infine un tocco 'vagabondo'. Granelli di sale viola aromatizzati Brunello di Montalcino. Un profumo di vino, e che vino! a chiudere un piatto ricco di tradizione e di amore per la cucina, la mia, la vostra Isola Felice."

INGREDIENTI: 300 gr. di pappardelle all’uovo, 500 gr. di ceci siciliani di Leonforte, 1 litro di acqua, 2 cucchiai di olio extravergine siciliano dei Monti Iblei, pepe rosso di Sichuan, 1 spicchio d’aglio, peperoncino, timo fresco, fiori di timo, prezzemolo, menta puleggia, sale al Brunello di Montalcino.

PREPARAZIONE: Mettere a bagno i ceci per 12 ore. Poi cuocerli in acqua bollente non salata per 10 minuti. Scolarli, saltarli un istante in padella in aglio, olio, peperoncino, con un po' di pepe rosso di Sichuan, aggiungere un filo di acqua di cottura della pasta che intanto abbiamo già messo in cottura. Spegnere i ceci quando sono croccanti e aggiungere foglie di timo. Scolare le pappardelle al dente nella padella dei ceci e riaccendere il fuoco per pochi secondi. Tritare prezzemolo e menta.

IMPIATTAMENTO: Formare al centro del piatto un nido con le pappardelle, decorare con la pioggia di prezzemolo e menta, un rametto di timo, i fiori di timo. Unire alla fine qualche granello di sale viola al Brunello di Montalcino.



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Dolomiti friulane, palestra a cielo aperto

Dolomiti friulane escursioni Cicloturismo, mountain bike, escursioni, nordic walking, canyonig, arrampicate, parapendio, golf per un’estate nel segno dello sport e della vita attiva. Le Dolomiti Friulane con Piancavallo e, ai loro piedi, i Magredi (le “Terre Magre”, un fiume di pietre candide che affiora maestoso dove i fiumi Cellina e Meduna si inabissano e formano un enorme bacino idrico sotterraneo) sono un’immensa, eclettica palestra a cielo aperto. Una palestra sempre aperta, 365 giorni all’anno, dove gli sportivi - siano essi principianti o agonisti - possono praticare il loro sport preferito sia in aree altamente specializzate e attrezzate (quali il Nordic Life Park di Andreis o il Nature Acqua Park Pradis di Clauzetto) sia lungo percorsi che seguono semplicemente il corso della natura. Le due ruote, innanzitutto. Panoramiche strade di montagna, piste ciclabili lungo i fiumi della zona pedemontana, le Ciclovie delle Valli Pordenonesi adatte a famiglie e cicloturisti, decine di percorsi di vario genere di difficoltà per gli appassionati di MTB, ardue salite per gli agonisti, un divertente Bike Funkpark per gli appassionati di freeride e downhill a Piancavallo: sulle due ruote si arriva ovunque, si possono percorrere le strade calcate dagli assi del Giro d’Italia 2014 e quelle dei campioni del Circuito internazionale di Caneva, fra i migliori a livello internazionale in virtù dei  suoi saliscendi.dolomiti friulane mountain bike
E poi escursioni, trekking a piedi e a cavallo, ma anche passeggiate slow e orienteering sia nei Magredi che in alta montagna. Scalate, free-climbing, eco climbing sulle vette delle Dolomiti Friulane e nelle palestre di roccia a Erto, vicino alla diga del Vajont, Castelnuovo del Friuli, Clauzetto, Travesio, Vito d’Asio. Parapendio sulle pendici del monte Cavallo e sulle alture fra Travesio, Castelnovo, Solimbergo, dove si trova anche un’avio superficie per ultraleggeri. Golf nel campo a 18 buche di Castel d’Aviano. Numerosi percorsi di nordik walking sono tracciati in varie località, da Piancavallo a Valeriano, da Claut a Montereale. Ma il regno della camminata nordica è Andreis, con il suo Nordic Life Park: 8 percorsi di varia lunghezza, variamente graduati e chiaramente mappati (scaricabili dal sito), attrezzatura a noleggio e istruttori.
Le acque sono un’altra, straordinaria palestra all’aperto: i laghi incantevoli (come quello, azzurrissimo, di Barcis, fra le capitali le capitali internazionali di motonautica, di cui ospita annualmente una tappa del Campionato mondiale) sono fantastici mountain-beach; i torrenti  (Cellina,  Meduna, Cosa, Arzino) sono divertenti percorsi per kajak e canoa e, dove scorrono più impetuosi come in Alta Valcellina, per il rafting; le  grotte e le forre sono un vero e proprio paradiso per gli amanti del canyoning, che vi accorrono da tutt’Europa. Le più spettacolari sono le Grotte e l’Orrido di Pradis, a Clauzetto, complesso di cavità e di canyon attrezzati per accogliere in sicurezza i visitatori, che possono scendere in tutta sicurezza fino al letto del torrente che nel corso di milioni di anni li ha scavati. Accanto ad esse (sicuramente fra gli spettacoli naturali più affascinanti del Friuli Venezia Giulia) si trova la sede del Nature Acqua Park Pradis (www.liveandplay.net), centro canyoning a cui rivolgersi per noleggiare l’attrezzatura ed essere  accompagnati lungo avventurosi percorsi di vario genere di difficoltà (i più semplici sono un Acqua Park naturale, ideale per le famiglie con bambini).
Infine, l’estate di Piancavallo, località giovane e sportiva per eccellenza della montagna pordenonese, è animata dai divertenti Bike Funkpark e Rampipark acrobatico, da scalate alpinistiche, MTB e nordic walking, tennis e tiro con l’arco, deltaplano e parapendio, trekking ed escursioni a cavallo.


Credit per le foto: Pentaphoto-Turismo FVG

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