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Tour dei bacari storici il 28 aprile

Con la straordinaria guida Anna Maria Pellegrino blogger di La cucina di qb! Appuntamento in stazione Santa Lucia a Venezia, alle 16.00 max 16.30

Dopo i convenevoli e le presentazioni di rito, ci si dirige verso la Venezia dei Veneziani, destinazione Rialto, attraverso Capo San Giacomo dell’Orio (nelle vicinanze del Mueso di Storia Naturale), Santa Maria Mater Domini, San Cassiano per giungere in zona Pescheria (che purtroppo chiude alle ore 12.00).

Non andremo quindi ad acquistare il pesce ma ci ce lo gusteremo già cotto, grazie ai cicheti dei “Do Mori”, l’osteria più antica di Venezia (datata 1462) nonché una delle più affascinanti, un corridorio tra due calli

difficilmente localizzabile per chi non è del luogo (e forse non vuole proprio farsi scoprire). Dopo il battesimo con il primo cibo di strada che l’occidente abbia conosciuto (affermazione assolutamente di parte!) un po’ più allegri e sciolti andremo a berci uno spritz in un locale “da autoctoni” (ah, incrociate le dita che non piova) meno storico ma pur sempre molto amato.

 

E’ il famoso “chiosco” di Santa Maria Formosa, situato in un crocevia di calli che vede l’incessante incrociarsi di veneziani più o meno affaccendati. Il bello è infatti, davanti ad un bicchiere in formato “normale” per i locali e formato “flebo” per i foresti, sedersi a uno dei tavolini rigorosamente ed esclusivamente all’aperto, circondati da curiosi piccioni, per osservare l’energia della tipica “Camminata Veneziana” (e vi preghiamo di far attenzione ai polpacci dei locali che avrebbero fatto invidia a Claudio Gentile).

Ci si dirige poi a un altro bacaro storico, “Al Ponte” attraversando campo San Giovanni e Paolo (alias San Zanipolo, nickname che deriva dalla tipica contrattura che i veneziani amano applicare ai santi e ai fanti!). E lì tutti ad ammirare l’ingresso più bello del mondo, se si considera che si tratta di un ospedale civile (visitabile fino all’inizio degli ambulatori e fino alle 21.00), trattandosi infatti della Scuola Grande di San Marco (una delle sei scuole devozionali “maggiori” della Serenissima).

Al Ponte è un’osteria più recente (be’, con un buon numero di decenni alle spalle) ma anch’essa molto amata dai veneziani che si ritemprano con la classica “ombra”, l’unità di misura preferita dal Bacco lagunare, caratterizzata anche dal tipico bicchiere svasato in vetro, che assomiglia (incredibile!) a quello in cui ancor oggi, anche nei Balcani, viene servito il caffè turco. Ma voi sapere perché si chiama ombra? Beh, ve lo spiegheremo all’ombra appunto del Campanile

Non saremo troppo provati, per raggiungere l’ultima tappa, ovvero l’Antica Adelaide, ma se servisse, il tragitto prevede di passare proprio in campo dei Miracoli, dove si trova l’omonima chiesa, un piccolo gioiello veneziano (stiamo cercando di vedere se il parroco ci consente la visita).

L’Antica Adelaide, riaperta da Alvise e riportata al suo splendore caratteristico dopo anni di incuria, è una delle osterie veneziane più cariche di storia, con la sua stanza del latte….della quale Alvise vi racconterà tra un risotto ed una pasta.

Dall’Antica Adelaide al punto di partenza il tratto più breve è la Strada Nuova, che viene normalmente percorsa dai turisti… che noi non vi faremo fare, preferendo il tragitto che attraversa il Ghetto (Nuovo e Vecchio).

Se le forze ce lo consentono sarebbe bello fare un ultimo brindisi Al Paradiso Perduto (altro locale storico dei veneziani), in fondamenta della Misericordia.

Abbiamo ipotizzato un costo di circa 60-65 euro che prevede cicheti e ombre, spritz, 2 primi all’Antica Adelaide e una piccola sorpresa da parte nostra.

 

 

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