Ricette: dello Chef, della Tradizione, dei Lettori

Linzer Torte

La Linzertorte (o torta di Linz) è caratterizzata da due deliziosi strati di frolla ricca e burrosa, preparata con la frutta secca profumata da spezie legnose. Al suo interno, un goloso strato di marmellata di lamponi che viene poi racchiuso da un croccante reticolo di frolla. Come ci suggerisce il suo nome, la Linzertorte nasce a Linz, in Austria. La ricetta venne poi importata in America dove fu apprezzatissimo. Rick Rodgers ci racconta nel suo libro Kaffeehaus (lo trovi qui su Amazon) che le prime ricette stampate cominciarono ad apparire nei primi anni 1700. Da qui nacquero numerose varianti di questa crostata, a partire dalla frolla, preparata con frutta secca tostata o meno, con mandorle, nocciole e noci in svariate proporzioni a seconda dei gusti, oppure con i ripieni e accompagnamenti più disparati: dalla marmellata di ribes, a quella di albicocche o agli americanissimi cranberries.

Ingredienti per uno stampo di 24 cm di diametro

  • 100 g di mandorle tostate con la pelle

  • 50 g di noci o nocciole

  • 200 g di farina tipo “2”

  • 150 g di zucchero di canna

  • 1 cucchiaino di lievito per dolci

  • 2 rossi d’uovo

  • scorza di un limone

  • 150 g di burro freddo

  • un pizzico di sale

  • un cucchiaino di cannella in polvere

  • latte q.b.

  • 200 g di marmellata di lamponi

  • una manciata di mandorle a lamella

Procedimento

Servendovi di un mixer capiente, tritate le mandorle tostate assieme alle nocciole (o alle noci) e allo zucchero di canna. Aggiungete la farina, la scorza di limone, la cannella, il lievito e un pizzico di sale. Frullate per amalgamare bene le polveri. Aggiungete ora il burro freddo a dadini e frullate a intermittenza fino a ottenere delle briciole d’impasto. Versate i tuorli e frullate per l’ultima volta fino a ottenere una palla l’impasto. Avvolgetela nella pellicola e riponetela in frigorifero a raffreddare per almeno 20 minuti.

Scaldate il forno a 180°C. Spolverate la spianatoia con un po’ di farina e stendete la frolla fino a raggiungere uno spessore di circa 0,5 – 0,8 cm. Rivestite uno stampo per crostata dal diametro di 24 cm ed eliminate la frolla in eccesso. Riempite ora il guscio di frolla con la composta di lamponi. Stendete la frolla avanzata con un matterello e tagliate delle strisce con una rotella. Formate un graticolo sulla crostata, spennellatelo con un po’ di latte e decorate la circonferenza con le mandorle a lamelle. Infornate la crostata a forno ventilato caldo e cuocetela per 30 – 40 minuti.

Fate raffreddare bene la Linzertorte prima di servirla. Cospargetela con lo zucchero a velo, tagliatela a fette e accompagnatela da un ricciolo di panna montata, come da tradizione austriaca.

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Ricette , Giulia Godeassi, Mitteleuropa, Linz, Austria

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Mince pies al cacao con mele Gala Bio Val Venosta e kumquats

Kumquats e Mele biologiche della Val Venosta bio,sono gli ingredienti utilizzati dalla nostra amica foodblogger Cristina per queste fantastiche Mince pies al cacao. Dopo la cottura in forno, le mele bio Val Venosta diventano morbide e dolci, creando un ripieno complesso ma armonico con l’asprigno dei kumquats, il piccante dello zenzero e la croccantezza dei pistacchi. E per renderla ancora più completa ed esaltare la particolarità del ripieno, il consiglio è di arricchire la pasta con del cacao amaro. Immancabile la spolverata di zucchero a velo, come da tradizione, et voilà, la merenda è pronta!

Ingredienti: (per circa 12 tortine):

190 gr di farina 00
20 gr di cacao amaro in polvere
80 gr di burro
50 ml circa di acqua fredda
un pizzico di sale

Per il ripieno:
due mele Gala Bio Val Venosta
una decina di kumquats
due cucchiai di pistacchi tritati
un cucchiaino di zenzero in polvere
50 gr di zucchero di canna + un cucchiaio per decorare
un cucchiaio di rum

Preparazione

Setaccia la farina con il cacao in un’ampia ciotola. Aggiungi il sale e il burro e impasta con la punta delle dita. Poi aggiungi al composto l’acqua fredda, poca per volta, e impasta fino a ottenere una palla soda ed elastica. Avvolgi l’impasto in un foglio di pellicola trasparente e lascia riposare in frigorifero per 30 minuti.

Intanto prepara il ripieno, detto mincemeat: pulisci le mele e tagliale a dadini. Taglia a fettine i kumquats togliendo i semini. Sistema la frutta in una ciotola insieme ai pistacchi tritati grossolanamente, lo zenzero in polvere, lo zucchero e il rum. Mescola e lascia riposare per un’ora. 

Stendi la pasta e ricava dei cerchi. Fodera con la pasta degli stampi da muffin leggermente imburrati, poi riempi ogni cavità con il ripieno. Con dei tagliabiscotti, ritaglia delle stelle dalla pasta avanzata e copri le tortine. Spennella leggermente con il liquido dell'impasto e spolvera con un po’ di zucchero di canna. Cuoci in forno già caldo a 180° per circa 20-25 minuti.

Ricetta completa con le immagini dei passaggi  QUI  

 

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Ciambellone di zucca e mandorle

Una torta veg che non ti aspetti! Soffice, morbida, estremamente leggera, è adatta per la colazione, per la merenda e anche per il dopocena (potete accompagnarla anche con cioccolato fondente o con una glassa all'arancia). 
INGREDIENTI * 150 g di zucca cruda (già privata della buccia) * 250 g farina di farro bianco * 100 g farina di mandorle * 150 g zucchero * 200 ml acqua * 200 ml di succo di arancia appena spremuto * 100 ml di olio di semi di girasole * 1 stecca di vaniglia * 1/2 cucchiaino di cannella in polvere * 1 bustina di lievito per dolci.

PREPARAZIONE
Accendere il forno a 180°. Unire il succo d’arancia appena spremuto all’acqua (tiepida, è preferibile) e allo zucchero, affinché quest’ultimo si sciolga completamente. Lasciare da parte. Frullare la polpa di zucca con i semi della stecca di vaniglia (precedentemente tagliata nel senso della lunghezza), la cannella e l’olio. Il composto dovrà risultare liscissimo e quindi privo di grumi. Ci vorranno dai 2 ai 4 minuti in base alla potenza del vostro elettrodomestico. Lasciare da parte. Unire la farina di farro  alla farina di mandorle e al lievito. È consigliabile setacciare tutte le farine e il lievito prima della preparazione. A questo punto, all’insieme delle farine, aggiungere il composto liquido di acqua, il succo d’arancia e zucchero, che dovrà essere completamente sciolto. Mescolare il tutto molto bene. Completare l’impasto con l’inserimento della polpa di zucca precedentemente frullata con l’olio. L’impasto finito dovrà risultare liscio e senza grumi. Versare il contenuto in una tortiera a ciambella precedentemente oleata e infarinata e cuocere a 180° per 40 minuti. Come di consueto, dopo i primi 30 minuti, fare la prova dello stecchino per verificare che la torta sia realmente cotta. Una volta raffreddata, girarla e cospargerla di zucchero a velo.

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Pinza dell'epifania

Una ricetta tradizionale del Veneto e della Bassa friulana, una pinza bassa con uvetta e noci. Ecco per voi la ricetta da me testata. Ingredienti • 80 gr di farina di mais • 450 di farina 00 • 50 gr latte  • 1 bustina Lievito *1 bustina zucchero vanillinato • 100 gr fichi secchi • 100 gr uvetta sultanina bagnata con 2 cucchiai di grappa • 100 gr noci • 80 gr di zucchero • 2 uova • 25 gr olio • burro qb per teglia

Procedimento In una terrina con le fruste elettriche sbatto le uova insieme allo zucchero poi aromatizzo con bustina zucchero vanillinato. A parte ho amalgamato le diverse farine con il lievito, che incorporo un pò alla volta. Una volta creato l'impasto aggiungo noci , fichi uvetta e l'olio stendo l'impasto nella teglia precedentemente imburrata e inforno a 180° per 30 minuti. Tradizione friulana la vede servita a cubetti (ma è facoltativo).

 

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Che cos è e come si fa la bagna cauda

La ricetta è quella depositata dal notaio dall'Accademia della Cucina di Asti.

Ingredienti per 12 persone

12 teste di aglio, 6 bicchieri da vino di olio d’oliva (extravergine) e, se possibile, un bicchierino di olio di noci, 6 etti di acciughe rosse di Spagna.

Preparazione 

Tagliare a fettine gli spicchi d’aglio precedentemente svestiti e privati del germoglio. Porre l’aglio in un tegame di coccio, aggiungere un bicchiere d’olio.

Iniziare la cottura a fuoco bassissimo rimescolando con il cucchiaio di legno e avendo cura che non prenda colore.

Aggiungere poi le acciughe dissalate, diliscate, lavate nel vino rosso e asciugate, rimestandole delicatamente.

Coprire con il restante olio e portare l’intingolo a cottura a fuoco dolce per mezz’ora, badando che la bagna non frigga.

Al termine della cottura si potrà aggiungere, se piace un sapore più morbido, un pezzetto di burro freschissimo.

Versare la bagna negli appositi “fujot” (fornellini di coccio) e accompagnarla con

verdure crude: cardi gobbi di Nizza Monferrato, topinambur, cuori di cavolo bianco, indivia e scarola, peperoni freschi e sotto graspa, cipollotti crudi inquartati e immersi nel vino barbera; verdure cotte: barbabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta, peperoni arrostiti.

E' tradizione raccogliere alla fine lo “spesso della bagna” strapazzandovi dentro l’uovo.

ph Giulio Morraph Giulio Morra

La bagna cauda si fa con l'attrezzatura necessaria

Un bavagliolone. Un dian di terracotta; una s-cionfetta o uno scaldino di coccio pieno di braci; in mancanza, un fornelletto ad alcool; un cucchiaio di legno; una retina frangifiamma se si cucina con il gas.

1. Mettete il dian a bagno nell’acqua fredda e lasciatelo per almeno un paio d’ore: ciò gli eviterà di creparsi durante la cottura dell’intingolo.

2. Mettete a bagno le acciughe in acqua fresca abbondante; dopo 5-10 minuti diliscatele con cura, asciugate i filetti ottenuti e teneteli pronti in un contenitore. Le acciughe vanno lavate con sola acqua.

3. Dedicatevi all’aglio: pelatelo, poi tagliate ogni spicchio a metà nel verso della lunghezza ed eliminate il germoglio interno (operazione importantissima!). Raccogliete gli spicchi così trattati in un pentolino e copriteli con latte fresco. Portate a bollore, poi abbassate il fuoco e lasciate sobbollire pianissimo per 15-20 minuti, fino a quando l’aglio abbia raggiunto una consistenza molto morbida.

4. Togliete il dian dall’ammollo e asciugatelo bene. Ponetelo a fuoco moderatissimo (se usate la cucina a gas non dimenticate la reticella frangifiamma) con mezzo bicchiere di olio. Quando l’olio comincia a scaldarsi unite tutte le acciughe, e badando di non farlo mai friggere, mescolando con il cucchiaio di legno fatele sciogliere completamente.

5. A questo punto unite l’aglio sgocciolato dal residuo latte di pre-cottura; mescolate bene, e schiacciate gli spicchi con il cucchiaio di legno fino a conferire al tutto una consistenza cremosa.

6. Unite tutto il restante olio ed eventualmente il burro; sempre a fuoco bassissimo continuate la cottura per 20-30 minuti. L’olio non deve mai friggere.

7. Se avete la fortuna di possedere una s-cionfetta (o un altro scaldino di coccio) e un camino, fate un bel fuoco di legna di vite o di olivo. Preparate un letto di cenere nella s-cionfetta, riempitela di braci per due terzi della sua capienza, e copritele con una coltre di cenere.

Ponete lo scaldino in mezzo al tavolo, sistemateci sopra il dian della Bagna che in questo modo si manterrà alla temperatura ottimale per tutta la serata. Se non disponete di simili attrezzature ripiegate sul trespolino della fondue bourguignonne e sul relativo fornelletto ad alcool, ma badate di sorvegliarne attentamente la fiamma in modo tale che la bagna non frigga mai o all’opposto non si raffreddi troppo. Stessa regola se usate i pignattini “fujot” in terracotta.

Il GALATEO della Bagna Cauda vieta di fare “palot”.

Esiste un “galateo” comportamentale del mangiatore di Bagna Cauda che vieta ad esempio di “caricare” eccessivamente il proprio boccone usando foglie di cavolo o altri pezzi di verdura a mo’ di “palot” (paletta) raccogliendo troppa parte “ricca” della salsa. Sconveniente anche intingere pezzi di verdura già morsicati, o il pane che, imbevendosi, ne asporterebbe disoneste quantità. I neofiti della Bagna facciano attenzione ai primi bocconi, la scottatura è un’eventualità molto frequente. Si intinge tutti insieme in un’allegra e vociante confusione: non ci sono turni né altri formalismi da rispettare. Il rito finale prevede in molti casi che nel dian ancora caldo si faccia cuocere lentamente un uovo di gallina o di quaglia strapazzato, che si può arricchire con una “grattatina” di tartufo bianco. Diffusa anche la presenza del brodo caldo con funzioni “detergenti” d’apertura dello stomaco in vista della Bagna Cauda o di chiusura a conclusione del rito.

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Zucca arrosto

La zucca preparata in modalità "arrostita" è davvero saporita! Può essere utilizzata come contorno o come condimento per una pasta fredda, magari in aggiunta a una manciata di ceci e a qualche seme oleoso. Il gusto tendenzialmente dolce della zucca si sposa magnificamente con il tocco salino e balsamico delle erbe aromatiche. La scelta di lasciare la buccia non è affatto casuale. È infatti scientificamente provato che la buccia di zucca apporta notevoli benefici alla salute ed è ricchissima di fibre. Ovviamente stiamo parlando di zucche rigorosamente biologiche. In questo caso, come si dice, anche della zucca…non si butta via niente. 

 

INGREDIENTI

 

  • 1 kg zucca mantovana bio 
  • * rosmarino * salvia * timo * maggiorana * origano fresco 
  • * olio evo
  • sale grosso integrale.

 

PREPARAZIONE

  • Scaldare il forno a 200 °C. Lavare per bene la zucca, eliminare eventuali residui di terra e tagliarla dapprima a metà (togliendo semi e scarti) e poi a fette nel senso dell’altezza.
  • NON togliete la buccia. Le fette dovranno essere di circa due cm possibilmente tutte dello stesso spessore.
  • Bagnare con un filo di olio extravergine di oliva una teglia ricoperta di carta forno. Adagiarvi le fette di zucca e, una volta distese, irrorarle d’olio.
  • Aggiungere il sale grosso e le erbe aromatiche precedentemente tagliate.
  • Infornare per 25 minuti fino a quando le fette saranno dorate e
    “disidratate”.
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Quaglie arrosto e palline di patate

Le rimpatriate familiari, le tavole imbandite della domenica, la preparazione dei piatti con tanta cura “anche quando non si aveva niente”, sono i ricordi più vividi che la nonna Marisa porta con sé della sua giovinezza. Cresciuta in una numerosa famiglia contadina a Persereano, dopo la Seconda Guerra Mondiale, parte di questa dovette trasferirsi a Roma per lavoro. Solo in alcune occasioni come la Fieste dal Perdòn, la vendemmia o durante le feste di Natale, zii e cugini ritornavano in terra natìa. Era sempre una grande festa, un’accoglienza fatta in buon stile friulano.  Il lungo tavolo da pranzo apparecchiato con maestria con grandi tovaglie di cotone candide, immancabili fiaschetti di vino e cestini con pane caldo, accoglieva ben una ventina persone riunite nella sacralità del pranzo della domenica. Si incominciava il pasto con un buon brodo di gallina, preparato con tutte le verdurine dell’orto. Seguiva un secondo piatto rigorosamente a base di animali di bassa corte come polli, anatre, oche o piccole quaglie. Queste ultime erano sicuramente le più prelibate, accompagnate dalle balutìs, palline fritte di patata dal gusto inconfondibile apprezzate dalla zia Miriam, servite sia come contorno o come dolce, spolverate con zucchero alla vaniglia per accontentare i bimbi come dessert. Seguivano formaggi e salumi di produzione propria e per finire l’immancabile torta alla frutta.

quaglie e palline di patate 1quaglie e palline di patate 1

QUAGLIE ARROSTO

Ingredienti per 4 persone

  • 8 quaglie eviscerate e senza testa
  • 150 g di pancetta più 16 fette per bardare la carne
  • Un mazzetto aromatico (salvia, timo e rosmarino)
  • 40 g di burro
  • 1 cucchiaio d’olio
  • 1bicchiere di vino bianco
  • 8 scalogni
  • Qualche foglia di salvia
  • Sale e pepe

Procedimento

Tritate finemente la pancetta assieme alle erbe aromatiche. Riempite con il battuto appena ottenuto le quaglie. Bardatele con le fettine di pancetta che avete tenuto da parte e legatele con il filo da cucina. Fate fondere il burro assieme all’olio e a qualche foglia di salvia. Rosolate le quaglie nel tegame su tutti e due i lati, aggiungete gli scalogni sbucciati e tagliati in 4 parti, sfumate con il vino bianco, coprite la padella e abbassate il fuoco. Cuocete la quaglie a fuoco lento per un’ora aggiungendo qualche mestolo di brodo se necessario.

palline di patatepalline di patate

LIS BALÙTIS

Ingredienti per 4 persone

  • 500 g di patate vecchie o a pasta bianca (per gnocchi)
  • 1 uovo
  • 200 g di farina 00
  • 1 cucchiaino di lievito per torte salate (o per dolci ma non vanillinato)
  • La scorza di 1 limone
  • 50 g di burro
  • Un pizzico di noce moscata
  • Sale e pepe
  • 1 litro d’olio per friggere

Procedimanto

Pelate le patate, tagliatele a tocchetti e cuocetele a vapore. Una volta cotte, schiacciatele in una ciotola con lo schiaccia patate, unite il burro, mescolate il tutto e fate intiepidire. Unite l’uovo, la scorza di limone, un pizzico di noce moscata, sale e pepe. Impastate il tutto unendo poco alla volta la farina mescolata al lievito. Dovrete ottenere un impasto sodo simile a quello per gli gnocchi. Prelevate delle piccole porzioni di impasto grandi quanto una nocciolina e formate delle palline. Friggete le palline in olio bollente fino a quando saranno belle dorate. Raccoglietele con un mestolo forato e fatele sgocciolare sulla carta assorbente da cucina. Servitele calde come accompagnamento a secondi piatti o come aperitivo, oppure spolverate di zucchero semolato come dolce a fine pasto.

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Ricette , Giulia Godeassi, Pranzo della Domenica, Tradizioni, Patate, Animali da Cortile, Secondi Piatti, Carni

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Vellutata di zucca speziata

Classica, delicata, confortevole! È la crema di zucca, l’ortaggio autunnale per antonomasia. Questa vellutata è molto semplice e veloce, ma la sua ricchezza sta nell’uso di spezie calde, avvolgenti e un po’ piccanti.
INGREDIENTI * 1 kg zucca mantovana * 500 ml brodo vegetale * 500 g funghi champignon (o funghi porcini se disponibili) * 50 g lievito alimentare in scaglie (o formaggio grana per la versione vegetariana) * paprika affumicata qb * curcuma qb * noce moscata qb * olio evo / sale / pepe nero

PREPARAZIONE
Iniziare preparando il brodo vegetale. È preferibile l’utilizzo di ortaggi freschi, ma per comodità è possibile utilizzare il classico dado vegetale rigorosamente biologico. Tagliare la zucca a fette, eliminare i semi, la parte interna e la buccia. Tagliare a cubotti e mettere da parte. In una pentola capiente e alta, versare un filo d’olio sul fondo. Una volta calda, aggiungere la zucca e lasciare cuocere per qualche minuto a fuoco vivo. Aggiungere il brodo fino alla completa copertura delle verdure. Consiglio inizialmente di versare una parte di brodo per poi aggiungere la restante, se necessario. Spesso la consistenza della zucca cambia la densità della crema, pertanto è consigliabile analizzarla di volta in volta. Dopo una decina di minuti, aggiungere le spezie a poco a poco. Aggiustare di sale e di pepe e lasciare cuocere ancora per 10 – 15 minuti, fintanto che le verdure saranno ben cotte e morbide. Nel frattempo saltare a fuoco alto i funghi champignon in padella con poco olio e uno spicchio d’aglio leggermente schiacciato. Il tempo di cottura dei funghi è molto breve. Cuocerli velocemente per evitare che si sfaldino. Una volta pronta la zucca, terminare aggiungendo il lievito alimentare. Frullare la crema con il minipimer affinché diventi densa e vellutata. Comporre il piatto con due abbondanti cucchiai di crema e una manciata di funghi in padella.

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Polpo Patate di Bologna D.O.P. valerianella con salsa al balsamico

Una ricetta di chef Dino Baldini con le Patate di Bologna D.O.P., una bontà eccellente! La Patata di Bologna D.O.P. è la prima patata italiana insignita della Denominazione d’Origine Protetta e Disciplinare di Produzione. Viene coltivata e lavorata a Bologna, dove i fattori naturali, come il clima ideale, si combinano ai fattori umani, come le tecniche di produzione tramandate nel tempo, per ottenere così un prodotto prelibato.  La Patata di Bologna D.O.P. è costituita unicamente dalla varietà Primura. Dalla forma allungata, la Primura ha una buccia liscia, di colore chiaro, polpa di media consistenza di colore giallo paglierino. Provenienza certificata da lotta integrata.
Estremamente versatile, si presta perfettamente a numerose preparazioni ed è ideale per tutti gli usi in cucina: bollita in insalata, schiacciata per farne un ottimo purè o gnocchi gustosi, oppure al forno. E' reperibile presso la Grande Distribuzione Organizzata e nei migliori negozi di ortofrutta reperibile presso la Grande Distribuzione Organizzata e nei migliori negozi di ortofrutta.

Ingredienti per 10 persone:
• Piovra 1,5 kg
• Aceto bianco q.b.
• Prezzemolo q.b.
• Sedano 50 g
• Olive nere 300 g
• Olio d’oliva q.b.
• Aceto balsamico q.b.
• Valeriana 1 confezione
• Patate di Bologna D.O.P. 1 kg
• Erba cipollina 1 mazzolino
• Fumetto di pesce q.b.
• Pepe bianco q.b.
• Sale fino q.b.

Preparazione:
Lessa la piovra in acqua bollente acidulata con sedano e prezzemolo. A parte lessa le Patate di Bologna D.O.P., passale allo schiacciapatate, unisci olio di oliva, poco fumetto e l’erba cipollina tritata. Pulisci le olive, tritale e montale con olio d’oliva. Prepara una vinaigrette al balsamico, pulisci la valeriana. Componi al piatto la preparazione con l’aiuto del coppapasta. Nell’ordine inserisci le patate, la piovra tagliata e condita con sale e pepe, e in ultimo la valeriana. Guarnisci il piatto con la crema di olive e la vinaigrette all’aceto balsamico.

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Come fare gli žlikrofi di Idrija

Gli zlikrofi di IdriaGli zlikrofi di IdriaCome fare questo famoso piatto. A qualche decina di chilometri dal confine italiano, nella regione della Goriška, in Slovenia, in una valle tra i boschi vi attende Idrija, famosa per la sua miniera di mercurio più grande d'Europa, per gli straordinari merletti e per una famosissima specialità gastronomica.

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Patate alle erbe aromatiche

Una ricetta che più semplice non si può! La patata, preparata in questo modo, si mantiene morbidissima dentro e croccante fuori. Questo tipo di preparazione permette di utilizzare i condimenti più vari. È infatti possibile cospargerla di lievito alimentare in scaglie (o grana per la versione vegetariana), pomodorini secchi, capperi e olive nere. Il mix perfetto per una patata…alla mediterranea.
INGREDIENTI
* 4 patate biologiche di media dimensione * un mazzo di erbe aromatiche a piacere (rosmarino, timo, maggiorana) * 8 cucchiai di olio extravergine di oliva * sale grosso q.b.
PREPARAZIONE
Scaldare il forno a 220°. Infilzare la patata cruda, compresa la buccia, dopo averla lavata, con uno stecchino lungo. Il punto esatto è appena sotto la metà, con la patata posizionata in orizzontale. Tenere salda la patata con lo stecchino e iniziare a effettuare i tagli a circa 3mm l’uno dall’altro. Lo stecchino aiuterà l’operazione, in quanto permetterà al coltello di fermarsi a 3/4. Nel frattempo, preparare il condimento unendo l’olio extravergine a un trito di erbe aromatiche e a qualche granello di sale grosso. Con l’aiuto di un pennello, iniziare a spennellare le patate con l’emulsione facendo pnetrare bene il condimento tra i tagli della patata. Infornare le patate per 45 minuti finché saranno belle dorate e cotte al punto giusto.

La ricetta è stata pubblicata nel numero di ottobre 2018 del mensiele qbquantobasta.

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Polpette di patate e spinaci dal cuore filante

Le polpette di patate e spinaci sono semplici e molto gustose. Il cuore filante le rende ancora più stuzzicanti. Perfette per un aperitivo in compagnia, possono essere accompagnate da altri fritti come le semplici verdure pastellate o (per la versione vegetariana) le mozzarelline fritte.
INGREDIENTI
* 3 patate biologiche di medie dimensioni lessate * 120 g di spinaci già cotti * 1 uovo grande o due piccole uova * 3 cucchiai salsa di soia * 30 g di lievito alimentare secco (formaggio grana per versione vegetariana) * pane grattugiato q.b. * 30 g di mandorle sgusciate * 100 g di mozzarella di riso * sale / pepe * prezzemolo * olio di semi di arachide per friggere.

PREPARAZIONE
Schiacciare le patate (già lessate in precedenza) con uno schiacciapatate e ridurle in purea. Aggiungere alle patate gli spinaci cotti, l’uovo, la salsa di soia, il prezzemolo tritato, il lievito alimentare secco e le mandorle tagliate grossolanamente. Salare e pepare a piacimento. Lavorare bene il composto e aggiungere il pane grattugiato affinché si riescano a formare delle palline piuttosto compatte. Con il composto formare una sorta di polpetta “aperta” in cui verrà inserito un bel cubetto di mozzarella di riso. Compattare la polpetta con le mani, passarla nel pane grattugiato e lasciarla da parte. In una casseruola profonda, scaldare l’olio di semi di arachide e attendere che arrivi alla giusta temperatura. Una volta caldo, immergere le polpette. Poche alla volta per evitare che si uniscano tra di loro e perdano la forma tonda. Cuocere le polpette per 7-8 minuti fintanto che diventeranno dorate e leggere. Asciugarle con un panno di carta assorbente e servirle calde (o anche tiepide). 

La ricetta è stata pubblicata sul numero di ottobre del mensile qbquantobasta 

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Paste insolite per il Pasta Day

pennette di farina di piselli con ragu di tacchino pennette di farina di piselli con ragu di tacchino

Oggi 25 ottobre è il Pasta day, la Giornata Mondiale della Pasta. Pasta che sempre più spesso - per motivi salutistici o di moda, ma anche di arricchimento dei sapori a tavola-  è fatta con ingredienti diversi dal grano e con farine alternative. Sul numero di ottobre 2018 di qbquantobasta abbiamo messo in copertina  le pennette di farina di piselli con ragù di tacchino. E abbiamo proposto alcune ricette. La prima è una "carbonara" di spinaci con formaggio di fossa 

carbonara di spinaci con formaggio di fossacarbonara di spinaci con formaggio di fossa

La seconda ricetta (tutte sono state pubblicate sul numero di ottobre 2018 di qbquantobasta) propone Penne 100% riso integrale al ragù di lenticchie

penne 100% riso integrale al ragù di lenticchiepenne 100% riso integrale al ragù di lenticchie

 

pasta di ceci con pesto di noci e salvia pasta di ceci con pesto di noci e salvia

Grano duro, acqua pura, trafilatura esclusivamente al bronzo, lenta essiccazione. Sono gli elementi che caratterizzano da 25 anni la pasta di qualità Dalla Costa. Accanto ai formati tradizionali da semole di grano duro dal cuore del chicco di grano, ci sono quelle che aggiungono altri ingredienti, spezie e/o verdure disidratate che conferiscono sapore, profumo e colore alla pasta, sempre senza aggiunta di coloranti e additivi. Ci sono arrivate in redazione le campionature delle nuove linee gluten free e a base di farine di legumi e abbiamo subito voluto sperimentarle, abbinate a sughi e pesti insoliti.

Ricette , Giulia Godeassi

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Crostata alla ricotta e fichi, profumata al rosmarino

L’ultimo momento buono per gustare i fichi è alla fine dell’estate, proprio all’inizio di settembre, mese in cui si passa da una varietà ortofrutticola prettamente estiva a una più “di terra” e autunnale. Quest'anno la stagione  ci consente di gustarne anche di tardivi. I fichi hanno una storia millenaria a partire dalla lontana Mezzaluna Fertile; storicamente vengono citati in molti testi famosi: secondo l’Antico Testamento non fu la mela il frutto proibito, ma il fico. Nell’antica Grecia, Platone era un famoso mangiatore di fichi e Publio Ovidio Nasone documentò come in epoca romana venissero serviti come buon augurio. Fin dall’antichità si studiavano le molteplici qualità di questo frutto: dalla fortificazione del corpo per i ragazzi, alla fertilità delle giovani donne, dall’uso del suo lattice contenuto nei rami per cagliare il latte al decotto che si faceva con i suoi frutti contro bronchiti, raffreddori e … stitichezza. In tutte le ere, e anche nei giorni nostri, il fico viene apprezzato sia nei dolci ma anche nei piatti salati, basti pensare al buon San Daniele e fichi, a un filetto di maiale rosolato con un sughino agrodolce di fichi, o con i formaggi erborinati.

Ingredienti per la frolla:

  • 200 g di farina di farro
  • 100 g di burro
  • 80 g di zucchero
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 uovo

Ingredienti per il ripieno:

  • 600 g di ricotta ben sgocciolata
  • 2 uova
  • 100 g di zucchero
  • 2 cucchiai di rosmarino tritato + qualche ago per la decorazione.
  • 2 cucchiai di vino dolce
  • Un pizzico di vaniglia
  • La scorza di un limone
  • 6 – 7 fichi freschi
  • Miele q.b.
  • 1 pizzico di sale

Preparazione

Preparate la frolla: radunate in un mixer o in un robot da cucina capiete dotato di lame la farina di farro, il lievito, lo zucchero, il sale e il burro freddo a dadini. Frullate il tutto. Aggiungete quindi l’uovo e frullate fino a quando non avrete ottenuto un impasto omogeneo. Così facendo in pochi secondi avrete ottenuto la froll senza scaldarla troppo con le mani. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigorifero per almeno 30 minuti. A parte, sbattete le uova per il ripieno assieme allo zucchero. Unite il vino dolce, il rosmarino tritato, la vaniglia, la scorza di limone e la ricotta setacciata con uno schiacciapatate, in modo che non crei grumi. Mescolate bene il tutto e mettete la parte.

Scaldate il forno ventilato a 180° C. Infarinate il piano di lavoro e stendete la frolla. Rivestite uno stampo per crostata da 24 – 26 cm leggermente alto. Versate il ripieno, distribuendolo con una spatola. Ripiegate i bordi e infornate. Cuocete la crostata per 30 – 40 minuti, poi fatela raffreddare a temperatura ambiente. Riponetela in frigo per almeno 4 ore. Estraete la crostata dal forno e decoratela con fettine di fichi freschi, aghi di rosmarino e un filo di miele millefiori. Servitela subito. Si conserva in frigorifero per almeno 4 giorni.

La ricetta è stata pubblicata nel numero di settembre 2018 del mensile qbquantobasta. 

 

Ricette , Giulia Godeassi, Dolci, Fichi, Rosmarino, Ricotta, Crostate, Pasticceria, Autunno

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