Rusumada: bevanda o crema al cucchiaio?
Rusumada by il Curiosone
Rusumada o russumada: una preparazione probabilmente sconosciuta a molti lettori, ameno che non siano della Brianza. L'abbiamo appresa dalla pag FB de Il Curiosone. Che la presenta così. “Ta se giù de corda?" chiedeva la nonna, e subito si metteva a preparare una merenda “speciale”: La Rusumada, nome dialettale italianizzato in rossumata - per secoli protagonista nelle cucina di Milano e Brianza è, ahinoi, da annoverare nella lista delle bevande estinte, scalzata in pochi decenni dalla concorrenza dei prodotti industriali.
Si tratta di una alternativa lombarda allo zabaione, ma non necessita di cottura. Prende il nome dal tuorlo, il rosso dell'uovo, chiamato in dialetto rüss d’oof o rüsümm.
Era la colazione golosa e casalinga di una volta, preparata nei giorni in cui la zuppa di latte e pane secco non bastava più, magari perché c'era una qualche infreddatura da curare o un piccolo goloso da coccolare. Erano tempi in cui un goccio di vino, anche a colazione, non faceva inorridire nessuno. Era buona per tutte le stagioni: corroborante in inverno, rinfrescante in estate. La sua versatilità stava proprio nella velocità di preparazione e nell'utilizzo di ingredienti disponibili tutto l'anno. L'uovo andava sbattuto per bene affinché risultasse ben spumoso: in una epoca in cui le fruste elettriche erano ancora di là da venire, era stata inventata una macchinetta apposita e una volta pronta la rossumata veniva servita in bicchierini forati, attraverso i quali era possibile frullarla ancora una volta prima di berla.
Alcuni vecchi manuali da cucina la riportano nella lista delle bevande, altri invece la considerano la russumata una vera e propria crema al cucchiaio. La discriminante stava nella quantità di vino o altro liquido utilizzato. La ricetta infatti presenta alcune varianti: il vino bianco in luogo di quello rosso e le versioni analcoliche con caffè, latte o acqua e limone.
La ricetta che qui proponiamo è la versione classica e per rispetto agli anni che porta sulle spalle, non c'è proprio nessuna scusa per non prepararla almeno una volta.
Ingredienti (per 2 persone)
2 uova fresche
2 cucchiai di zucchero
vino Marsala o altro vino rosso secco q.b.
Preparazione
Sbattere i tuorli con lo zucchero fino a che il composto risulti spumoso e lo zucchero si sciolga completamente. Montare a neve le chiare d'uovo e unirle ai tuorli mescolando dal basso verso l'alto per mantenere il tono spumoso della bevanda. Aggiungere a filo il vino. Servire subito accompagnando con biscotti di pasta frolla o pezzetti di pane.
Ci scrive Selene di Lenardo, che ringraziamo: "La mitica rusumada! Cavallo di battaglia di nonna Jolanda che, per il resto dei dolci, era negata. Lei la faceva con un goccio di marsala o col vino rosso. Ma per noi tusanei, la mattina, prima di andare a scuola, in quel lunghissimo inverno del 1977 a Gironico (Como), "profughe del terremoto", preparava a colazione il "latte di gallina", altro comfort food pressoché scomparso: tuorlo sbattuto - a mano! - fino a diventare quasi bianco e, sopra, latte caldo. Ma il latte preso in stalla, mica quello del brick! Schiuma bella alta e goduria celestiale. A seguire, biscotti secchi Saiwa pucciati a tre a tre. W le nonne e le loro manine sante!
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