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Pasta allo scarpariello profumo della tradizione napoletana nel piatto

Eccovi tutta la bontà di un antico piatto della tradizione napoletana, per di più facile e velocissimo da preparare. Trattasi della pasta allo scarpariello, un sughettino con i pomodorini freschi, che vi conquisterà grazie al suo sapore e al suo profumo. 

Per prepararla bastano solo 20 minuti e 3 ingredienti (oltre alla pasta):

  • pomodorini freschi (o in barattolo)

  • formaggio grattugiato

  • basilico

  • Ingredienti per 4 persone

    360 g di pasta (penne o rigatoni)
    800 g di pomodorini
    50 g di parmigiano grattugiato
    50 g di pecorino romano grattugiato

  • abbondante basilico 


  • 40 g di olio extra vergine d’oliva
    due spicchi di aglio (a piacere)
    sale q.b.
    un peperoncino piccante (a piacere)

  • FATE COSÌ

    Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua per la cottura della pasta. Grattugiate i formaggi. Intanto sciacquate i pomodorini sotto l’acqua corrente e divideteli a metà con le mani.

  • In una larga padella scaldate l’olio e fatevi rosolare l’aglio (se avete scelto di usarlo). Quando sarà dorato, aggiungete i pomodorini e il peperoncino tritato e fate cuocere a fiamma vivace per 15 minuti, eliminate l’aglio e regolate di sale.
  • Nel frattempo calate la pasta e, con l’aiuto di una schiumarola, scolatela al dente direttamente nella padella con il sugo.
  • Abbassate la fiamma, mescolate bene per fare amalgamare la pasta con il pomodoro; aggiungete poco alla volta i formaggi grattugiati. Continuate a mescolare accuratamente per qualche minuto, fino a quando il sugo sarà diventato cremoso.
    Spezzettate con le mani alcune foglie di basilico fresco, unitele alla pasta, mescolate ancora e servite subito.

Sembra che l’origine del piatto sia da attribuirsi alle mogli dei calzolai aversani e napoletani, chiamati  scarpari (da non confondere con i solachianelli, artigiani privi di bottega, che giravano con gli attrezzi per i vicoli per aggiustare le scarpe dei poveri).

Unico ma importante consiglio: non usate la pasta lunga, tipo vermicelli o linguine, perché non avreste lo stesso risultato del sugo che si insinua tra le scanalature di un rigatone, di una pennetta, di un pacchero.  

Questo sugo, dicono alcuni, si preparava di lunedì, durante il giorno di riposo dei calzolai, adoperando il ragù avanzato della domenica e i formaggi grattugiati, offerti da quei clienti che non potevano pagare con denaro contante. Secondo altri, invece, questo era il piatto che gli scarpari si preparavano mentre erano al lavoro, “sul fornelletto dove scioglievano la pece e i colori per le scarpe, tra una ciabatta e l’altra, ripassavano a fiamma lenta la pasta della sera prima o del mezzogiorno e la tiravano via al momento giusto. Il culmine della sapienza era nel cogliere questo attimo, quando, a seconda della pietanza, la pasta si arroscava o si attassava” (cit. Marco Guarnaschelli Gotti).

Storia e ricetta della pasta allo scarparielloStoria e ricetta della pasta allo scarpariello

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