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Le koulourakia saranno una delizia

Aspettando Pasqua a Corfù

Me lo sento, questa volta le koulourakia verranno una delizia

 Il vecchio signor Pipi era un mio caro amico. Aveva 8 cappelli…

-Passami la farina e continua a leggere il racconto, diceva mia madre.

…Tutti demodè e tutti nuovi di zecca…

-Per la farina ci vogliono 500 grammi, diceva mia nonna,4 tazze da tè. Me lo sento, le koulourakia questa volta verranno una delizia. Ho chiesto a San Spiridione di benedire gli ingredienti, continuava la nonna.

…li metteva in occasioni speciali o durante le sue passeggiate domenicali in giro per i caffè della Piazza Sintagmatos. Li abbinava ogni volta con il suo mantello lungo che lo avvolgeva...

-Prendi le uova, diceva mia madre alla nonna, sono alla tua destra.

-Secondo me ci vogliono 10 uova, verranno a trovarci anche gli amici di Preveza. Me lo sento, questa Pasqua, Mariana si fidanza.

…il signor Pipi era italiano di Corfù..sua madre greca e suo padre italiano. Si vantava di aver conosciuto tutte le più importanti personalità dell’isola e.in particolar modo Solomos. “Grande poeta” ripeteva il signor Pipi...

-Dividi i rossi dagli albumi, diceva la mamma e mettili nei due contenitori bianchi. Prendi lo zucchero, 250 grammi e mischia bene con i tuorli.

- Aggiungi anche l’acqua di rose, diceva mia nonna. Fa diventare friabili le koulourakia e ti fa sentire leggera.

…il signor Pipi viveva da anni ormai ad Atene. Si era stabilito lì subito dopo la guerra e per Pasqua usava andare sempre alla chiesa di san Spiridione al Pireo. Venerava San Spiridione e chiedeva sempre aiuto a lui. Diceva che durante la guerra l’aveva salvato dalla morte come aveva fatto Venere con il suo protetto Paride durante la guerra di Troia. Quel Santo, diceva, mi era apparso nella veste di pastore chiedendomi di aiutarlo a trovare le sue pecore e mi ha fatto allontanare dal fronte di guerra dove dopo pochi istanti cominciarono i bombardamenti. I tedeschi ci avevano scoperti…

- Aggiungi l’acqua di rose in un bicchiere di succo d’arancia e versalo dentro i tuorli, diceva la mamma.

- Adesso prendi la farina e aggiungila dentro i tuorli mischiando con il succo e l’acqua di rose. Mescola bene con il mestolo di legno. “Padre nostro che sei nei cieli…” Mescolava e pregava la nonna. Sembrava come se pregasse per prendere il ritmo. La sua voce si mescolava con il mio racconto di scuola. “La Pasqua Ellenica” di Aleksandros Papadiamantis era il compito di greco da fare a casa. Scritto in katarevussa** … ma bello lo stesso. Respiravi ogni parola.

-Poi cos’è successo all’italiano signor Pipi?, mi chiese la nonna.

…come ogni Pasqua anche quella Pasqua decise di scendere al Pireo, per pregare alla chiesa di San Spiridione.

Dopo Piazza Omonia giù per le stradine di Manastiraki smarrì la strada. Era buio e a una stradina...

-Hai mischiato bene tutto?, chiedeva la mamma

-Sì, rispose la nonna . Adesso monto gli albumi a neve.

…una strada buia –continuava il racconto- lo portò fuori in campagna. Non si vedeva una luce. Guardò il cielo e vide la prima luce del vespero. Seguirò quella direzione, disse. Il Pireo non deve essere lontano da qui.

Dicendo così accese il suo sigaro per fumare. Si girò e vide che dietro a lui a pochi passi c’era una casa. “Casa di contadini” pensò. Stando girato con la faccia verso il cielo di sera, . all’improvviso sentì appoggiato sulla sua schiena un oggetto freddo e sentì subito il respiro della persona dietro di lui. Un arma da fuoco pensò…

La nonna cominciò piano piano ad aggiungere gli albumi montati a neve sull’impasto mescolando piano piano il tutto e mormorando una preghiera alla Madonna “.Vergine madre di Dio….” sussurrava piano mentre mia mamma stava accendendo il forno per portarlo a 180°. L’impasto era venuto perfetto. Profumava di acqua di rose e arancio. Mmmh!!! Paradisiaco.

E mentre lasciavano riposare l’impasto…alzano gli occhi per sentire il mio racconto di scuola.

…Cosa ci fai qui vicino a casa mia nel buio?, chiese il contadino puntando il suo fucile più forte sulle spalle del povero signor Pipi.-Vuoi  rubarmi le galline? Io non ho galline…Non sparare, lo pregò il signor Pipi. Non sono venuto a rubare. Sto andando a chiesa di San Spiridione al Pireo e ho smarrito la strada. Al Pireo?!disse l’uomo. A quest’ora?. Ma tu sei ladro o sei bugiardo o sei veramente matto. Ho perso la strada, ripetè il signor Pipi, ma andrò al Pireo. Il Santo mi ha salvato la vita tanto tempo fa e io non torno indietro. Il contadino abbassò il fucile e lo guardò negli occhi alzando il suo fanale.Ti farò strada , gli disse. E cosi camminando e parlando il contadino portò il signor Pipi al Pireo, dove per un'altra volta pregò davanti all’icona di San Spiridone con le lacrime agli occhi e ricordò la sua amata isola, Corfù. E pregò altrettanto per tutti i suoi amici isolani e anche per l’anima di Solomos e della principessa Sissi…

La mamma e la nonna cominciarono a dare forma alle koulourakia. Le facevano in forma di treccine oppure rotonde oppure come stelle. Le appoggiavano una a una in una teglia unta di olio di oliva profumato all’essenza di arancio.

Poi la misero nel forno per 30 minuti.

….La storia me la raccontò il mio vecchio amico il signor Pipi, continuava il racconto, come usava fare ogni anno quando veniva d’estate sull’isola. Quest’anno mi ha chiesto di andare per Pasqua ad Atene e festeggiare con lui e i suoi amici…Sarei andato volentieri ma la Pasqua mi piace festeggiarla all’aria aperta. Fuori città.

Le koulourakia erano pronte. Mia madre le tolse dal forno. Erano cosi belle che mia nonna ringraziò San Spiridione. Recitarono anche una preghiera per Papadiamandis l’autore del racconto. Era un buon prete anche lui della lontana isola di Skiathos…e amava molto la Pasqua. 

 

*dolcetti aromatizzati che si preparano il Martedì Santo prima di iniziare le grandi pulizie pasquali

** greco “purificato” e colto che si rifa al greco antico

 

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