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In margine alla castagna

In Sicilia ho visitato la località di Sant’Alfio, celebre per la presenza del castagno più antico d’Europa: il “Castagno dei cento cavalli”. Il nome è legato alla leggenda secondo la quale pare che sotto le sue fronde vi abbia trovato riparo da un temporale la regina Giovanna (d’Aragona o d’Angiò, non ricordo) con il suo seguito di ben cento cavalieri. La spettacolarità di questo albero mi ha emozionata e mentre lo guardavo, oltre a pensare alla regina Giovanna con tutti quei cavalieri e ai pettegolezzi che circolano sulla faccenda, ho immaginato a quante castagne si potevano raccogliere senza camminare a lungo nel bosco e a come utilizzarle in cucina. Sono infatti molto ghiotta di questo fantastico frutto autunnale e lo utilizzo con piacere nella mia cucina non solo per i dolci ma anche per carni, paste ripiene o zuppe. Provatele per esempio come accompagnamento di un filetto ai ferri, ripassandole in padella con un po’ di burro e insaporite con alloro o rosmarino. Anche la farina di castagne si presta a molti usi e vi consiglio di sostituirla alla farina normale per addensare fondi di cottura di selvaggina o per le vellutate. Utilizzare la polpa delle castagne è sicuramente un po’ laborioso, ma fortunatamente in commercio si possono trovare già sbucciate, lessate e messe sottovuoto o in scatola. Ovviamente il sapore non è proprio come quello della castagna appena raccolta ma si ha comunque un buon risultato. Un dessert molto gradito del quale esistono varie versioni e rivisitazioni : il Mont Blanc (se pensiamo sia francese) o Montebianco (se pensiamo sia italiano e per la precisione piemontese), l’ideale da servire a fine pranzo di Natale. La Festa è orami vicinissima e qualche settimana per esercitarvi a prepararlo perfettamente può sempre servire...  

 

 

 

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