Carbonara alle zucchine
Com’è buona la carbonara (di zucchine però)
Bando agli equivoci: la pasta alla carbonara non ha nulla a che fare con i moti pre-risorgimento che si studiavano a scuola. E’ un piatto rustico laziale, forse ancor più precisamente romano, dal gusto intenso e preparato con ingredienti "poveri". L’origine del nome deriverebbe dal fatto che era piatto tipico dei carbonai, per la facile reperibilità e conservazione degli ingredienti. (E per realizzare la carbonella era necessario sorvegliare la carbonaia per lungo tempo).
La carbonara sarebbe dunque l'evoluzione del piatto “cacio e ova”, che i carbonari portavano nei loro "tascapane", piatti preparati anche il giorno prima e consumati freddi, con il solo utilizzo delle mani. Nel 1944, quando nei mercati della capitale apparve il bacon portato dalle truppe angloamericane (per i puristi questo spiegherebbe il fatto che nella ricetta pancetta e guanciale vengono riportati spesso come ingredienti equivalenti) entrò subito a fare parte del piatto come ingrediente.
La carbonara non è citata nel classico manuale di cucina romana di Ada Boni edito nel 1930, ma è stata registrata per la prima volta nel periodo immediatamente successivo alla liberazione di Roma. Fatta la necessaria premessa storica passiamo all’oggi, con molti cuochi che ci propongono piatti deliziosi che ci seducono anche per il nome: si va dalla carbonara di seppie a quella di asparagi.
Noi abbiamo fra i piatti più gustosi assaggiati negli ultimi mesi la carbonara alle zucchine di Stefano Nicoletti, gustata sotto il pergolato di Braida di Casa.
Spaghetti, come sempre fatti in casa e come sempre cotti al dente e adagiati sul piatto caldo. Versare sopra crema di uova, pecorino, sale, pepe con l'aggiunta all'ultimo momento di filetti di zucchina quasi crudi e i loro fiori tagliati a fili.
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