Sabato 29 Giugno 2013 alle 17,00 presso Villa Carnera di Sequals, in occasione dell’ottantesimo anniversario dalla conquista del titolo di Campione del mondo dei pesi massimi da parte di Primo Carnera, la Tenuta Fernanda Cappello presenterà PRIMO; un vino, creato per esprimere un carattere deciso e riconoscibile, a cui è stato assegnato il nome del più famoso personaggio di Sequals: il ‘gigante buono’ Primo Carnera. Frutto di uve Traminer aromatico, raccolte nelle prime ore del mattino per evitare che il calore del sole ne rovini gli aromi primari, possiamo definire PRIMO il ‘gigante’ dei vini della Tenuta Fernanda Cappello. Ivan Malfatto presenterà il libro edito dalla Biblioteca dell’immagine Primo Carnera e Ido Da Ros Primo Carnera, la storia della mia vita. Inoltre, nelle giornate del 29 e del 30 giugno con "L'ITINERARIO DEL GUSTO" sarà possibile degustare alcuni piatti dedicati al Campione Primo Carnera. La Tenuta Fernanda Cappello propone: Pungiball di polenta alla pitina di Bier e formai dal cit e formaggio salato di Molevana.
Dal Libro di Leonardo Romanelli "La birra in tavola e in cucina" e dal matrimonio di Pilsner Urquell con la cucina d'autore dei Jeunes Restaurateurs d’Europe,nasce la consapevolezza che la birra sta diventando un fenomeno in grande ascesa.
L' appuntamento dove la Vitovska e i Ristoratori si incontrano: Salone degli Incanti - Ex Pescheria Trieste, il 21 e 22 giugno 2013 dalle 17.00 alle 23.00. E’ un’iniziativa dell’Associazione dei Viticoltori del Carso-Kras con Associazione Italiana Sommelier Friuli Venezia Giulia in co-organizzazione con il Comune di Trieste. Giunto
Trasparenza e partecipazione: cardini del successo della guida del Touring alle Finali di Vinibuoni d’Italia a Buttrio, Wine lovers protagonisti.Anche quest’anno le finali di Vinibuoni d’Italia per l’edizione 2014 si svolgeranno a Buttrio, nelle sale di villa di Toppo Florio. L’appuntamento è
Balbino Vermentino di Maremma Toscana Doc 2011: Vermentino 100%. Annata difficile per questo fazzoletto di terra con picchi altissimi di caldo torrido che negli ultimi giorni di vendemmia ha fatto notevolmente alzare il grado alcolico 14,5°.
Scopro, sobbalzo e soprattutto mi ravvedo del fatto di usare erroneamente la parola Vermouth con il Martini. Scopro che una delle mie bevande preferite, che io amo follemente on the rocks (con ghiaccio) non fa più parte di questa categoria di vini liquorosi aromatizzati. Da qui la scoperta, la ricerca e soprattutto il concetto di differenza fra le varie tipologie. Il mercato dei Vermouth ha subito di recente una rivoluzione, di conseguenza importanti brand quali Martini,Cinzano e Cora hanno deciso di non produrre pìù Vermouth ma una bevanda aromatizzata a base di vino con un gradazione inferiore ai 16 gradi. Proprio così, infatti la disciplinare prevede una gradazione alcolica che non sia inferiore ai 16% e non superiore ai 21%. Deve essere composto da un 75% di vino bianco addizionato di zucchero, aromatizzato e senza l’aggiunta di coloranti. Così la scoperta che mi sorprende del Vermouth originale, l’antica ricetta scoperta nel lontano 1786 a Torino da Luigi Benedetto Carpano che, amando le qualità sopraffine del moscato, decise di ricavarne un vino aromatizzato, addizionandolo d erbe e spezie, secondo i dettami appresi da certi frati della sua valle nativa. E poi incontro il Vermouth Cocchi di conseguenza la riscoperta di questo vino, che già amavo, ma che è diventato ora la mia seconda passione. Nel 1891 nasce ad Asti l’azienda, grazie a Giulio Cocchi che decide di avviare una propria attività di liquorista e produttore di vini aromatizzati speciali. In breve tempo, grazie a filiali di vendita e degustazione, divenne famoso per lo più grazie a due ricette in particolare, il Barolo Chinato e l’Aperitivo Americano. I suoi prodotti vennero esportati a New York, Londra, Sydney, nell’Africa coloniale e in Venezuela, dove addirittura fu fondata a Caracas la “Casa Cocchi de Venezuela” che operò per lungo tempo. A Fine anni '70 l'azienda venne comprata dalla famiglia Bava che tuttora gestisce l'azienda vitivinicola. Il 2011 ha segnato i 120 anni di successi, tra tradizione spumantistica (fu tra i promotori dell’Alta Langa) e il Barolo Chinato (vino aromatizzato a base di china calissaja e altre erbe aromatiche ) altro prodotto storico dell’azienda. A questi si è unito lo Storico Vermouth di Torino: un vermouth ambrato all’antica, la cui ricetta prevede l’uso di erbe come la china e il rabarbaro, che tingono leggermente di bruno il bel vino chiaro. Per accentuare questa tonalità si aggiunge lo zucchero imbiondito preparato sul fuoco come per la crème caramel che, con il colore, dona anche una nota speciale al gusto: croccante e zucchero filato in grado di arrotondare tutti i gusti amari, e l’Americano (un mix di vino bianco, zucchero, infuso di erbe e spezie in alcool, senza tinture o additivi artificiali).
Cocchi Americano: Stupisce, avvolge, entusiasma e si contraddice, la sua complessità sorprende. Un naso fatto di frutta, agrumi, scorza d’arancia, mele cotte e piccole sbuffate di pera. Fiori di sambuco leggeri e delicati, prepotenti invece quelli di arancio. L’entusiasmo prosegue non negandosi al palato , fatto di discordie e di pace, di litigi e riappacificazioni in un continuo turbine tra l’amaro e il dolce. Miele e agrumi, con un tocco di scorza di limone sul finale. Lungo lunghissimo finisce con note di amaro e dolce con una freschezza che equilibra il tutto.
Cocchi Storico Vermouth di Torino: Naso pungente, fruttato e speziato, scorza d’arancia, agrumi, cioccolato liquirizia, spezie indiane e toni fumé, poi il caramello e la vaniglia. Note mentolate deboli alla seconda olfazione. Dopo aver fatto riposare il bicchiere, salgono al naso profumi di piante officinali come il tarassaco. Il gusto risulta, complesso, fruttato, uva passa con un palato con sfumature piccanti, amaro agrumato su cui sono stratificati sapori dolci di liquirizia, scorza d'arancia e succo di frutta, rabarbaro, uva e cacao. Equilibratissimo finale che gioca con note amari e dolci
La terra della Valpolicella mi ha visto sua ospite parecchie volte ultimamente. Ho avuto l’onere e l’onore di giudicare, per manifestazioni importanti e anche per la Guida Vini Buoni d’Italia edita dal Touring, i suoi vini (qui sono con Mario Busso, direttore della Guida, Alessandro Scorsone, Daniele Tagliaferri e Max Perbellini). Ma quali sono i vini della Valpolicella? Valpolicella, Amarone, Recioto della Valpolicella e Valpolicella Ripasso. Questi i nomi, ma
Uno dei vincitori del premio Collio Attems è stato l'amico Claudio Fabbro per la pubblicazione di questo articolo nel 2012 sul sito delle Città del vino, articolo che vi riproponiamo integralmente citando ovviamente la fonte: www. terredelvino.net L'articolo si intitola "Il Vigneto Friuli … al bivio, fra
Balbino TerenziChi siamo? “Semplicemente una famiglia che ha avuto il privilegio di essere chiamata in questa meravigliosa terra. Qualcuno dice che nessuno può amare un luogo come chi ha potuto sceglierlo. Forse non è una regola, ma per noi è verità”. (Terenzi Viticoltori in Scansano).
Genova, 17 giugno 2013 nona edizione di TerroirVino, Magazzini del Cotone, Porto Antico di Genova, evento annuale organizzato dalla TigullioVino, wine magazine italiano. Presente anche Alois Lageder ormai da tempo sinonimo con i suoi vini, i suoi vitigni, e la sua cantina come uno degli esponenti più importanti del mondo della viticultura biologica-dinamica a livello mondiale.
Imperial Beer PartyImperial Beer Party dal 13 al 16 Giungno, zona Testaccio, Ex Mattatoio avrà un angolo dedicato alle birre senza Glutine. Il mercato nazionale di birre Gluten Free si sta evolvendo sempre più, segnando numeri impressionanti, e il sogno di bere una birra di qualità è diventato ormai una realtà fatta anche di scelte ben mirate. Fino a pochissimo tempo fa le uniche birre senza glutine provenivano da un mercato estero, mentre ora si trovano molteplici prodotti ben fatti MADE IN ITALY.