Skip to main content

Vini Fiorano in asta a Hong Kong

Tenuta di FioranoTenuta di FioranoLa Tenuta di Fiorano con i suoi vini, il Fiorano Rosso e il Fiorano Bianco, e la sua storia così ricca, situata in via di Fioranello n. 19-31 a ridosso dell’Appia Antica, nelle vicinanze dell'aereoporto di Ciampino, è di proprietà del Principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi. Il 17 novembre, a Hong Kong, Gelardini & Romani Wine Auction daranno vita a una delle più grandi aste di etichette italiane. “Siamo certi - sostengono i titolari della casa d’aste - che il marchio Italia si potrà affermare anche nel mercato del vino in Cina, com’è avvenuto per la moda e le auto di lusso, attraverso l’affermazione e la diffusione della conoscenza delle etichette più prestigiose”. Per il Fiorano ci si aspetta lo stesso successo ottenuto sempre a Hong Kong, il 31 ottobre scorso, al “Domani”, durante lo storico confronto “Sassicaia vs Fiorano”, dove sono state degustate in parallelo alcune annate delle due aziende tra le quali il Fiorano Rosso 2006 di Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi. La fama della Tenuta di Fiorano è anche legata alla figura del Principe Alberico Boncompagni Ludovisi, personaggio che il tempo ha avvolto da meritata leggenda. Alberico si appassionò alla produzione del vino e scelse, da pioniere, di impiantare Cabernet Sauvignon e Merlot, Malvasia di Candia e uno sconosciuto, per l’epoca, Sémillon. Forte dell’amicizia con Tancredi Biondi Santi e Veronelli, aneddoti e misteri come l’inviolabile cantina, e il suo carattere riservato, Alberico continuò a produrre vini fino al 1998 quando espiantò quasi tutto il vigneto senza dare spiegazioni, con un’uscita di scena degna della fama che si era costruito negli anni. Ma la storia non finisce qui.
Non molti  sanno che tra le pochissime persone che amava frequentare Alberico c'erano il cugino Paolo Boncompagni Ludovisi e suo figlio Alessandrojacopo già proprietari di una parte della Tenuta nella zona che comprende la chiesetta di Santa Fresca e la Villa vicina. Paolo e Alessandro iniziarono a occuparsi della Tenuta sempre guidati da Alberico che, nel frattempo, a causa di problemi di salute si era ritirato a Roma e ne seguiva da lì la conduzione. Tra il 2000 e il 2004 Alessandro acquistò altri 13 ettari di terreni vicino al nucleo iniziale. Impiantò insieme al padre un vigneto sperimentale davanti la Villa di Santa Fresca e poi, sempre con la supervisione di Alberico che gliene vendette i diritti di reimpianto, impostò un nuovo vigneto che doveva ricalcare quello in precedenza espiantato. Alessandro, allora poco più che ventenne e poco esperto, ma con grande passione, fu guidato da Alberico per la scelta dei terreni, dei cloni e dell’impianto del vigneto, tutto sempre a conduzione biologica, fino alle operazioni di vinificazione, le stesse che continuano oggi sia nel metodo di lavorazione che nell’impiego delle maestranze tra cui Gianni Valenti, la memoria storica. Tuttora, dopo la raccolta manuale, le uve vengono pressate a mano, la vinificazione avviene nella Vecchia cantina, e poi il vino, per caduta, arriva alla Cantina Storica dove prosegue con l’affinamento nelle vecchie botti e il lungo riposo in bottiglia. Alberico fece applicare in tutto la sua esperienza passata ma quando si trattò di scegliere i vitigni per i vini bianchi l’anziano cugino, senza dare spiegazioni, impose l’utilizzo di altri cloni, il Grechetto e il Viognier, e non volle più sentir parlare del Sémillon. Ad Alberico successe Alessandrojacopo con la sua Tenuta di circa 200 ettari di vigneti, uliveti, terreni seminativi e pascoli. E soprattutto quella Cantina Storica con i vini che gelosamente conserva al suo interno che Alberico fece visitare a pochissimi fortunati, tra i quali Veronelli, e che Alessandrojacopo, per rispetto della tradizione, continua ancora oggi a tenere protetta.principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi

 

 

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Supercap Nature: tappo rivoluzionario

Luca GardiniLuca GardiniPresentata mercoledì 13 novembre in occasione del SIMEI la nuovissima chiusura Supercap Nature sviluppata insieme al Sommelier Luca Gardini, l’uomo che “sente il vino parlare”. L’azienda marchigiana leader nella produzione di tappi e chiusure sintetiche ha sviluppato un tappo rivoluzionario con caratteristiche tecniche altamente innovative che garantisce tutti i vantaggi qualitativi del tappo sintetico con un design assolutamente assimilabile al tradizionale tappo in sughero. Ideale per il vino ma perfetto anche per distillati, olio e aceto, Supercap Nature permette di evitare tutti i problemi legati all’utilizzo delle chiusure in sughero, non si sbriciola, garantisce la tenuta nel tempo, è sicuro e controllato in tutte le fasi di produzione ed è personalizzabile. Supercap Nature rispetta il prodotto e lo preserva da possibili ossidazioni, assicurando il mantenimento di tutte le caratteristiche organolettiche nel tempo, garantendo una sensibile riduzione degli sprechi dal momento che tutte le bottiglie per le quali verrà utilizzata questa chiusura potranno essere vendute e consumate senza il rischio di incorrere in un vino che sa di tappo.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Merano Wine Festival: qb c'era!

Dal Merano Wine Festival. 4° giornata. E’ finito. Purtroppo è finito il Merano Wine Festival 2014.  Tante, troppe cose non sono riuscita a fare, tante troppe persone non sono riuscita a salutare. Tanti, troppi vini non sono riuscita a degustare. Non si può fare tutto. Oggi era la giornata delle vecchie annate e delle new entry. Sembra di essere a Trieste. Un vento molto forte e rafficato proveniente da Nord. Sembrava bora, anche se la signora viene da Est Nord Est. Ma come… mi sento inseguita. Foglie svolazzanti, alberi che si piegano, rami divelti. Nessun cassonetto che surfa per le strade ma, come capita a Trieste, una struttura in vetro e acciaio  si è aperta come un cioccolatino. Tutta la parte a nord è crollata. Per gran fortuna  erano le 9,45 e non c’era ancora nessuno all’interno. La struttura ospitava il Consorzio Valpolicella con tutti i suoi laboratori. Ovviamente  annullato tutto il programma odierno. Pompieri… transenne, corde per metterla in sicurezza. Capita anche a Merano. Le installazioni in materiale plastico hanno resistito meglio, anche se hanno subito danni anche loro. Ospitavano la zona della Culinaria. Oggi sono stati tutti molto…freschi!!! Ma veniamo alle mie degustazioni. Ero molto curiosa di assaggiare i vini della Georgia ma…questa mattina i banchetti erano desolatamente vuoti. Mi sono consolata con vini Francesi, Austriaci e Sloveni. Da segnalare due Riesling strepitosi. Il 2001 1° Cru del Chateau D’Orschwir e il 2008 di Durnberg. Poi di corsa a studiare gli Shiraz con Jan D’agata per finire con le vecchie annate nostrane. Ancora vini aromatici. Due Gewurtztraminer eccelsi. 1999 di Kolbenhof e il 2004 di Nussbauher dell’Alto Adige. Per ultimo il papà del Cratis di Scubla. Il Graticcio, allora si chiamava così il suo passito di Verduzzo, del 1997. Insomma una giornata piena di sole, di vento, di vini emozionanti.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Cinquanta Top Wines

ph Tassotto&Max: il giornalista Antonio Liberti e il presidente Comitato Guida vini Sergio Lucchettaph Tassotto&Max: il giornalista Antonio Liberti e il presidente Comitato Guida vini Sergio LucchettaSelezione dei Vini 2014 The Italian Wines from Friuli Venezia Giulia. Presentata la seconda edizione del nuovo progetto (dopo le prime 10 annualità); sito rinnovato e “open” senza più registrazione,  nuova “app” in arrivo. Cinquanta i Top Wines selezionati per il 2014 dalla Commissione di 95 esperti Con 153 aziende vinicole selezionate - di cui 89 da Udine, 36 da Gorizia, 27 da Pordenone e 5 da Trieste –, 655 dei campioni di vino “approvati”, da cui si sono evidenziati 50 Top Wines, è stata presentata la nuova Guida ai vini curata dalle quattro Cciaa, giunta alla seconda edizione del suo rinnovato percorso – dopo le prime 10 annualità –, che prende il nome di “The italian wines from Fvg”, rimarcando così fin dal titolo la sua vocazione alla promozione internazionale. Il format prevede ora un volumetto cartaceo pluriennale (presentato nel 2012) e un sito internet (www.winesfriuliveneziagiulia.it), che si aggiorna di anno in anno con una nuova selezione vinicola, testata e approvata dalla severa Commissione di esperti (65 tecnici degustatori iscritti negli elenchi camerali; 15 sommelier e 15 esperti dell’Onav). Sono stati i rappresentanti delle Cciaa, nella sede dei Vivai Cooperativi di Rauscedo (Vcr), a conferire le onorificenze ai 50 Top wines, assieme al presidente del Comitato Guida vini Sergio Lucchetta, al presidente di Vcr Pietro D’Andrea, al sindaco di Rauscedo Michele Leon, all’assessore provinciale Michele Boria e al delegato di FriulAdria, partner del progetto, Fabrizio Prevarin.  I 50 Top wines rappresentano la selezione dei migliori vini degustati e rappresenta la reale proporzione della produzione enologica regionale: ne è specchio perché il numero di vini eletti per ogni varietà riflette la percentuale di vino di quel tipo prodotto in regione. Così la percentuale tra bianchi e rossi è mantenuta sul 70-30.  Su 50 vini, quasi la metà (ben 23) sono autoctoni. Nella stesura del Regolamento, e quindi nella ripartizione del numero di vini per ogni tipologia, è stato dato peso ai due autoctoni per eccellenza: il Friulano e il Refosco, rispettivamente con 6 e 4 Top Wine. Lucchetta ha anche evidenziato che le aziende in Guida sono diminuite rispetto all’edizione precedente. «La diminuzione si è rilevata un po’ dappertutto, per le Guide vini, ma ovviamente ci siamo chiesti perché: una motivazione è stata l’accesso al sito, che richiedeva una procedura di registrazione da alcuni ritenuta difficoltosa. Perciò abbiamo corretto questo aspetto: ora il sito è “open”, chi ci va trova subito tutto senza ulteriori filtri».  Tra le altre novità di questa edizione, anche una “app”, preannunciata dagli organizzatori, che sarà presto resa disponibile e scaricabile su smartphone.
«Le quattro Camere lavorano in sinergia per realizzare questa Guida – ha detto il presidente della Cciaa pordenonese Giovanni Pavan –. È uno strumento di marketing territoriale, abbina il territorio alle eccellenze produttive, permettendo al turista di avere un compendio rappresentativo di tutto quanto la nostra terra offre. Il progetto punta al mercato estero, rappresenta uno strumento utile per i produttori per varcare i confini e raggiungere i target professionali di tutto il mondo. In questo, il database sul sito concorrerà di molto, grazie alle diverse iniziative di internazionalizzazione svolte dalle Camere. Credo che le Cciaa debbano avere un’attenzione particolare al mondo vinicolo: è uno dei comparti che dà segni positivi nonostante la crisi. Questa manifestazione è segno che le Cciaa sul comparto dell’agricoltura e soprattutto della produzione del vino sono impegnate. Anche perché – ha evidenziato Pavan – il Fvg è territorio in cui il vino racconta una storia completa, che parte dalle radici, ossia dalle barbatelle la cui eccellenza è riconosciuta a livello mondiale, passa attraverso un cuore fatto di produttori di elevatissima qualità, ma va ancora oltre, arrivando al manifatturiero, perché in questo territorio stiamo diventando tra i maggiori produttori di cavatappi a livello internazionale. Il vino poi è porta per tutti gli altri prodotti di qualità, che uniti all’accoglienza costituiscono a un progetto di territorio a tuttotondo, in grado di portare sviluppo».

D’accordo anche la componente della giunta camerale di Udine Rosanna Clocchiatti, «ente che ha sempre creduto nel progetto della Guida, in grado di valorizzare un settore centrale dell’agroalimentare. La Guida è stata anche ammodernata proprio per rispondere meglio alle attuali esigenze di promozione e comunicazione». La Clocchiatti ha portato i dati complessivi delle 11 edizioni di questa “avventura”.  Sono 2.623 le schede aziendali prodotte, corrispondenti alle aziende inserite in guida almeno con un vino che ha superato la soglia minima di valutazione. Sono stati ben 12.110 i campioni degustati, 9.945 dei quali inseriti in guida, per 948 sedute effettuate dai degustatori. Ogni azienda vinicola presente ha dichiarato anche le aree in cui esporta già nel mondo, divise per continenti e “blocchi” (Scandinavia, penisola iberica, Centro est Europa, Medio Oriente, etc). Sia il volume pluriennale sia il sito sono in tre lingue: italiano, inglese e tedesco. «I protagonisti sono i vignaioli – ha detto la Clocchiatti –, che con passione e impegno si prodigano per garantire gli alti standard qualitativi della produzione enologica regionale».

E del valore aggiunto della guida ha parlato poi il rappresentante della giunta camerale goriziana Antonio Bressan: le degustazioni. Sono infatti degustazioni anonime, condotte rigorosamente alla cieca, la cui impostazione è rimasta invariata anche nel rinnovo del progetto, a riprova dell’apprezzamento della serietà e del rigore del lavoro dei degustatori da parte delle aziende e dei fruitori. Ma come funzionano le commissioni? Sono composte da un massimo di 6 esperti, scelti tra un panel di 95 (65 tecnici degustatori iscritti negli elenchi camerali; 15 sommelier e 15 esperti dell’Onav). Ogni commissione è presieduta da un componente con lunga esperienza e affidabilità: si sono riunite 65 volte (50 degustazioni di I grado e 15 di II) per assaggiare tutti i campioni prelevati. Solamente i vini che hanno raggiunto 85 punti su 100, e quelli che presentavano uno scarto pari o superiore a 8 nel punteggio fra il massimo e il minimo voto, sono stati appunto analizzati da una Seconda Commissione, composta solamente da Presidenti e loro sostituti, che hanno individuato i 50 Top Wines per analisi comparativa. Un sistema ottimamente organizzato, dove i vini vengono valutati in un ambiente consono e ideale.

A Sergio Lucchetta, Presidente del Comitato che gestisce la Guida ai Vini, il compito di presentare i risultati della selezione per il 2014, che vede appunto 153 aziende inserite, di cui 89 da Udine, 36 da Gorizia, 27 da Pordenone e 5 da Trieste. Sono 743 i campioni degustati, di cui 655 inseriti in Guida. Tra essi, le Commissioni hanno selezionato 50 Top Wines e inoltre ben 107 hanno ottenuto la valutazione di “excellent”. Come ha spiegato Lucchetta, i punti di forza del progetto sono il prelievo dei campioni diretto in azienda e con personale specializzato e la coesione del sistema vino, oltre all’elevata rappresentatività in Comitato di tutto il mondo del vino (Camere, Regione, associazioni come Onav-Ais-le categorie economiche- i consumatori, gli esperti, i giornali). Si tratta dunque di uno strumento che garantisce visibilità e rappresentatività alle aziende di tutto il territorio. Lucchetta ha anche evidenziato però che le aziende in Guida sono diminuite rispetto all’edizione precedente. «La diminuzione si è rilevata un po’ dappertutto, per le Guide vini, ma ovviamente ci siamo chiesti perché: una motivazione è stata l’accesso al sito, che richiedeva una procedura di registrazione da alcuni considerata difficoltosa. Perciò abbiamo corretto questo aspetto: ora il sito è “open”, chi ci va trova subito tutto senza ulteriori filtri». Sicuramente «c’è stata poi anche un’esigenza di risparmio di alcune aziende – ha aggiunto Lucchetta –, ma pure una certa difficoltà nell’accettare il passaggio dal cartaceo al solo digitale, che ancora deve diventare abitudine. Un aspetto però che valuteremo per cercare di contemperare le esigenze di rinnovamento con la tradizionale caratteristica della Guida, che resta un importante veicolo di promozione, anche “materiale”, per il nostro territorio e per le aziende nei confronti dei clienti».
Tra le novità progettuali preannunciate, anche il prossimo “release” di una “app”, da scaricare su smartphone, per accedere a tutte le informazioni. Prossimamente, inoltre, sul sito saranno anche aggiornati i dati più recenti della produzione vinicola regionale.


Dati per 11 annualità   
Sedute di prelievo effettuate (=aziende dove è stato prelevato almeno 1 campione) in termini assoluti    2.674
Numero di schede aziendali prodotte (= aziende inserite in termini assoluti almeno con un vino che ha superato la sogia minima)    2.623
Campioni Prelevati e Degustati    12.110
Campioni Inseriti in Guida    9.945
Numero di sedute dei degustatori    948


Dati
     Guida 2014 vend. 2013
Aziende   
Inserite in Guida    153
di cui prov Udine    89
di cui prov Gorizia    36
di cui prov Pordenone    27
di cui prov Trieste    1
Aziende nuove presenti    5
Campioni   
Prelevati e Degustati    743
di cui prov Udine    446
di cui prov Gorizia    158
di cui prov Pordenone    136
di cui prov Trieste    3
Inseriti in Guida    655
di cui prov Udine    392
di cui prov Gorizia    139
di cui prov Pordenone    121
di cui prov Trieste    3
Non ammessi al punteggio < 78/100    88
Campioni in 2° commissione    215
Top wines    50
Excellent    107
Exquisite    498
Commissioni   
Sedute di 1° grado    50
Sedute di 2° grado    15
Totale    65

Rappresentatività guida in termini di:
Numero bottiglie            77 % sul regionale
Ettari vitati                circa 69 % degli ettari
N. Aziende imbottigliatrici        56 %
VINI
I vini degustati sono inseriti con le informazioni salienti, quindi il nome e l’annata, la denominazione di origine attestante la certificazione, il prezzo, la valutazione acquisita, che ricordiamo è stata resa più semplice
top wines: quelli selezionati dalla seconda commissione per entrare nella lista dei migliori vini dell’anno, sulla base della proporzionalità della varietà
excellent: i vini che hanno ottenuto da 83 punti su 100 nelle sedute di degustazione
exquisite: i vini che hanno ottenuto da 77 a 82 punti nelle sedute di valutazione.

50 TOP  WINES 2014
Bianchi
AZIENDA    Denominazione    ZONA    VARIETA'
Conte d’Attimis-Maniago    Doc    Friuli Colli Orientali    Bianco
Ronco delle Betulle    Doc    Friuli Colli Orientali    Bianco
Lis Neris    Doc    Friuli Isonzo    Chardonnay
Ronchi San Giuseppe    Doc    Friuli Colli Orientali    Chardonnay
Tomadoni    Doc    Collio    Friulano
Guerra Albano    Doc    Friuli Colli Orientali    Friulano
Ca’ di Volpe    Doc    Friuli Aquileia    Friulano
Canus    Doc    Friuli Colli Orientali    Friulano
Cadibon    Doc    Friuli Colli Orientali    Friulano
Vosca    Doc    Collio    Friulano
Le Favole    Doc    Friuli Annia    Malvasia
Anzelin    Doc    Collio    Pinot Bianco
Lis Neris    Doc    Friuli Isonzo    Pinot Grigio
San Simone    Doc    Friuli Grave    Pinot Grigio
I Magredi    Doc    Friuli Grave    Pinot Grigio
Foffani    Doc    Friuli Aquileia    Pinot Grigio
Ermacora    Doc    Friuli Colli Orientali    Pinot Grigio
Forchir Viticoltori in Friuli    Igt    Delle Venezie    Ribolla Gialla
La Tunella    Doc    Friuli Colli Orientali    Sauvignon
Cantina Rauscedo    Doc    Friuli Grave    Sauvignon
Norina Pez    Doc    Collio    Sauvignon
Ferruccio Sgubin    Doc    Collio    Sauvignon
Tenuta Luisa    Doc    Isonzo    Sauvignon
Borgo delle Oche    Igt    Venezia Giulia    Traminer Aromatico

I Dolci
AZIENDA    Denominazione    ZONA    VARIETA'
Rodaro Paolo    Docg    Colli Orientali del Friuli Picolit    Picolit
Jacùss    Docg    Colli Orientali del Friuli Picolit    Picolit
Scubla    Doc    Friuli Colli Orientali    Verduzzo Friulano
Vigne Fantin Noda’r    Doc    Friuli Colli Orientali    Verduzzo Friulano
Scubla    Doc    Friuli Colli Orientali    Verduzzo Friulano
Vigne Fantin Noda’r    Doc    Friuli Colli Orientali    Verduzzo Friulano

Bollicine
AZIENDA    Denominazione    ZONA    VARIETA'
Cantina Rauscedo    Doc    Prosecco    Prosecco
Tenuta Fernanda Cappello    Doc    Prosecco    Prosecco
Bidoli - Fornas dai Fradis    Doc    Prosecco    Prosecco
Vigneti Pittaro    Spumante         Spumante
Collavini    Spumante         Spumante

Rossi
AZIENDA    Denominazione    ZONA    VARIETA'
Vigne Fantin Noda’r    Doc    Colli Orientali del Friuli    Cabernet Franc
Terre Rosse    Doc    Friuli Grave    Cabernet Franc
La Rajade    Doc    Collio    Cabernet Sauvignon
Bessich    Doc    Friuli Grave    Merlot
di Lenardo    Igt    Venezia Giulia    Merlot
Terre di Ger    Doc    Friuli Grave    Merlot
Arcania    Igt    Venezia Giulia    Merlot
Petrucco    Doc    Friuli Colli Orientali    Pignolo
de Claricini    Doc    Friuli Grave    Refosco p.r.
La Roncaia    Doc    Friuli Colli Orientali    Refosco p.r.
Vigneti Le Monde    Doc    Friuli Grave    Refosco p.r.
Zorzettig    Doc    Friuli Colli Orientali    Refosco p.r.
Livon    Igt    Venezia Giulia    Rosso
Valpanera    Doc    Friuli Aquileia    Rosso
Livon    Igt    Venezia Giulia    Schioppettino








  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Pommeau a te!

Un calice di PommeauUn calice di Pommeau

C’è una mela (e un tempo) per ogni cosa.  No, non è possibile. Voi blogger siete insopportabili. Ne avete sempre una. Prima il vino, poi la birra, subito dopo il sidro, osate anche scrivere di Kir Bretone (in q.b. quanto basta di Settembre 2013) e ora questo. Che sarà mai questo Pommeau? -Perché lo devo conoscere? Ehi, cosa faccio di male. Scrivo per piacere e così bevo anche per piacere. Sempre per piacere ho scoperto il Pommeau. E’ arrivato nel mio calice subito dopo il sidro. Mi è bastato andare a scoprire una cidrerie normanna, ossia un posto dove fanno da anni e anni il sidro.  Non aspettarti un locale trendy pieno di foodblogger. C’eravamo solo io, mio marito, e ogni tanto qualche avventore locale che venire a rifornirsi di bottiglie.  Era semplicemente una casa di campagna con un edificio dedicato, nella stagione giusta, alla produzione di sidro a partire da oltre 15 varietà di mele, anche se le mele potenzialmente da sidro raggiungono anche le 60 varietà. Questo perché  c’è una mela giusta per ogni cosa: per il succo di mele, il sidro e il Calvados.  Bisogna solo saper distinguere e coltivare le mele Bedan, Domaine, Doux Normandie, Frequin Rouge, Noël des Champs, Marin Onfroy etc.  Esiste anche un tempo giusto per ogni cosa: 8 mesi di fermentazione per il sidro, 5 anni per il Calvados e tempi decisamente più brevi per il succo. Tutto ha inizio con la raccolta delle mele tra ottobre e novembre. Se il produttore è biologico le mele non vengono raccolte, ma addirittura si lascia loro il tempo di cadere sul tappeto erboso sottostante.  Perché il succo di mela pressato diventi Pommeau deve avere un contenuto minimo di zucchero di 108g per litro in Normandia e di 123g per litro in Bretagna e Maine. Sono queste le tre regioni dove lo si produce in Francia.
-Non girarci intorno. Dimmi cos’è il Pommeau e basta.
E’ un aperitivo alcolico. Chi fa il sidro mescola succo di mela e Calvados. Mentre il succo di mela è rinomatamente analcolico, il Calvados sa essere anche più potente di una grappa. Il risultato finale è una bevanda sui  16-18°. Non sa di succo di mela, il carattere del Calvados si fa sentire. Nel caso del sidro bretone si  usa il Lambig, il brandy di mela locale, e il succo di mele è sempre presente. C’è chi questo succo lo chiama mosto di mela essendo raccolto subito dopo la pressatura della polpa di mela e prima che inizi la fermentazione.
Prima diventare un Pommeau, questo blend  deve rimanere -per il disciplinare- almeno 14 mesi in botti di rovere. Ma alcuni produttori esagerano quasi, tenendolo anche 6  anni in piccole botti.  E’ il Pommeau Vieux  (il Pommeau classico rimane in botte al massimo 2-3 anni) dal colore maggiormente ambrato. La regola vuole che il Pommeau sia servito in calici a tulipano a una temperatura di 8-10°C.
-Ho capito è una bevanda per snob.
Niente affatto. Non è solo una bevanda da foodblogger. La mela in Normandia è un patrimonio ancora molto radicato. All’inizio del secolo scorso il sidro veniva servito persino nelle mense scolastiche. L’acqua era malsana, di conseguenza la produzione di birra (e dicono anche di vino) era fortemente ridotta se non azzerata. Tutti bevevano sidro, non c’erano molte alternative. Non so se per scherzo o per gioco i normanni d’oggi ricordano che un tempo ci si lavava persino i denti col sidro. Eppure presto le cose cambiarono, tanto che tra il 1935 e il 1972 divenne illegale commerciare il Pommeau. In quegli anni solo gli agricoltori e i loro amici ne potevano bere. Sulle ragioni di tale legge permane il mistero.  Nel 1981 arrivò finalmente l’autorizzazione a immettere sul mercato bottiglie di Pommeau. La reazione fu immediata. La gente non desiderava altro.
L’anno successivo fu istituita la Association Nationale Interprofessionnelle des Producteurs de Pommeau (ANIPP) con 15 produttori in grado di produrre 12.000 l’anno. Due anni dopo la produzione raggiunse addirittura 150.000 bottiglie. Tanto che nel 1986 il Pommeau  normanno si vide riconosciuta l’ Appellation d’Origine Contrôlée (AOC). Oggigiorno gli estimatori del Pommeau de Normandie possono contare su 650.000 bottiglie l’anno e quelli del Pommeau bretone su 150.000. Più contenuta è la produzione di Pommeau du Maine con  i suoi 25.000 pezzi. Ma per noi foodblogger forse bastano, sempre che non convinciamo qualcun altro a berlo con noi.
Edmond Chort-Mutel, père du pommeau de Normandie Edmond Chort-Mutel ne sarebbe felice.  Da quella che alcune guide turistiche presentano come la Venezia normanna, Port Audemer, iniziò la sua battaglia per dare dignità legale, e non solo, al Pommeau quando era ancora illegale. Viene spesso ricordato come il père du pommeau de Normandie.

A noi non resta che brindare, non tanto alla sua memoria, quanto al suo lavoro.  Dai, guarda senza preconcetti questo calice. Il Pommeau luminoso, quasi brillante, trasparente con un colore tendente all’ambrato, non è solo semplice succo di mele. Assapora i suoi tannini legati al suo invecchiamento e al terreno che in Normandia varia dall’argilloso e calcareo al granitico. Scoprine gli aromi: mele, frutta fresca, miele, frutta secca. E infine accompagnalo al melone o a torte di cioccolato. O se proprio vogliamo, facciamoci cogliere con le mani nel foie gras, pas mal. Lo faccio solo per Monsieur Edmond Chort-Mutel, assaggerò del Pommeau.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Golden Star, Oggi le corone le decido io

commissione wine lovers, Buttrio luglio 2013commissione wine lovers, Buttrio luglio 2013Nell’ambito di Ein Prosit, sabato 16 novembre alle 18,30 all’interno del Palazzo Veneziano, avverrà la premiazione delle aziende vitivinicole di Trentino, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Istria, che, nell’edizione 2014 della guida Vinibuoni d’Italia del Touring, hanno ottenuto la Golden Star dalle commissioni ufficiali della guida e la Corona attribuita ai vini dalle giurie popolari riunite a Buttrio nell’ambito del programma “Oggi le Corone le decido io” durante le Finali di Vinibuoni d’Italia. Durante questo evento, come già avvenuto lo scorso anno, i produttori vitivinicoli di tutta Italia, i giornalisti e tutti i wine lovers accreditati, non solo hanno potuto assistere alle finali ma, riuniti in commissioni parallele a quelle ufficiali della guida, hanno partecipato alle degustazioni, esprimendo giudizi, compilando schede e assegnando votazioni per decidere quali vini mandare a Corona.
Un caso unico nel panorama delle guide italiane realizzato in collaborazione con il mensile di gusto e buongusto “q.b. quantobasta”, la cui direttrice, Fabiana Romanutti, sarà presente alla premiazione.
A seguito della consegna dei diplomi di merito attribuiti alle aziende, seguirà il buffet di gala con i vini premiati e con una prestigiosa selezione di salumi Levoni.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Merano Wine Festival: 2°giornata

Vini Buoni d?Italia a Merano wine Festival 2013Vini Buoni d?Italia a Merano wine Festival 2013Una giornata all’insegna delle emozioni. Emozionante premiare sul palco i produttori del Veneto per la guida Vini Buoni d’Italia del Touring Editore. Emozionante vedere, sempre sullo stesso palco, i produttori del Friuli Venezia Giulia premiati. Emozionante ascoltare le parole di Oscar Farinetti mentre chiede all’Onorevole Paolo De Castro di impegnarsi concretamente affinchè i prodotti Italiani siano conosciuti nel mondo intero, attraverso l’agevolazione alle esportazioni specialmente ai grossi gruppi di supermercati. Ha fatto un esempio. La Carrefour (francese)  ha un fatturato astronomico il cui 55% proviene dalle vendite dei prodotti francesi all’estero. Anche per questo tutti conoscono la gastronomia e i vini francesi: se li trovano direttamente al supermercato sotto casa in tutto il mondo. Semplice e diretto: come è Farinetti. Emozionante partecipare all’evento Parfumes & Wine. Due mondi distanti ma anche molto vicini. Li accomunano le emozioni che l’olfatto riesce a donarti. I sentori di un’essenza e di un vino. L’ idea del progetto nasce da uno scambio di suggestioni tra Manuela Popolizio e il Merano WineFestival. “L'idea ha lo scopo di dimostrare come il mondo dell'enologia e delle essenze siano indissolubilmente intrecciati. Helmut Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival, ha sposato con entusiasmo il progetto, collaborando strettamente sia con Bedel di Fueguia 1883 sia con Gaspari di Zymè, comune denominatore di questo straordinaria creazione. Il frutto è “HK”, il profumo,  “...Atteindre l'Excellence”, il vino. Due novità assolute – prodotte in limited edition - intrecciate indissolubilmente dalla stessa impronta creativa. L'Argentina ha chiamato, la Valpolicella ha risposto e Merano le ha unite. Questo il progetto. Ho sniffato per voi questo profumo. Che intensità, che persistenza. Resina di cedro, incenso, miele di castagno, canfora, calicantus, agrumi, canfora. Poi dopo 10 minuti caffè, the verde, liquirizia. A cosa si è ispirato il “naso”? Al Pinot noire prodotto in Argentina. Ha preso delle barrique usate, le ha ridotte in segatura e poi distillate, aggiungendo anche altro, ovviamente. Ora, dopo 5 ore, ho ancora sul braccio sentori di tabacco, vaniglia, note dolci e sensuali. Del vino non vi posso parlare perché non lo abbiamo degustato. Parlando con Celestino Gaspari, che avevo premiato poche ore prima, ho saputo che il vino in questione è un progetto iniziato anni fa. Principalmente composto da uve Oseleta (una delle componenti l’Amarone) prodotte in montagna. Ho l’invito per andare a trovarlo e poi vi racconterò tutto.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Dal Merano Wine Festival: 1° giorno

Che gran gioia essere smentiti!!! Sì, mi sto smentendo da sola. Se vi ricordate l’anno scorso ho brontolato non poco per le puzze/puzzette varie presenti nei vini di Bio&Dinamica,  Bene, tutto il contrario quest’anno nella prima giornata del Merano Wine Festival dedicata ai vini provenienti da agricoltura biologica e/o Biodinamica. Tanti nomi nuovi, tanti vini giovani (annata 2012), tanti autoctoni, pochi internazionali. Partiamo proprio da questi ultimi. Solo 2 francesi, 3 austriaci e uno sloveno. Da prendere buona nota della Domaine de la Pinte con il suo Vin Jaune Arbois 2004 prodotto in botti scolme. Totalmente ossidato ma…di una ossidazione piacevole, sembrava uno sherry. Da segnalare Weingut Sepp  Moser con i suoi Gruner Vertliner e Riesiling. Puliti, gradevoli, aromatici. Una goduria. Una conferma lo sloveno Guerila con i suoi Zelen e Pinela che esprimono perfettamente il territorio. Degli italiani su tutti mi ha intrigato ( si lo so non si dovrebbe scrivere, ma mi ha intrigato) Il pecorino!  Un vitigno marchigiano. Potente, sapido, minerale, quello della Cantina PS. E poi il Nero d’Avola di Gianfranco Daino e il Montepulciano di Pepe Stefania. La new entry più eclatante?  Una giovane azienda di Caldaro, n sauvignon con cloni francesi vinificato in anfora. Pulito, elegante, persistente. Il cabernet sempre vinificato in anfora?  Una esplosione di profumi di frutta rossa matura con prevalenza di more e fragoline di bosco che ritornano prepotenti al retro olfatto. Molta gente interessata, parecchi giornalisti e abbastanza ….triestini!! Giornata piena, interessante, gradevole. Stasera c'è cena di gala.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Parovel: l'essenziale è naturale

I fratelli Euro ed Elena Parovel, ph:Massimo PetrossiI fratelli Euro ed Elena Parovel, ph:Massimo PetrossiL'immagine di Elena ed Euro Parovel è di Massimo Petrossi, fa parte della collezione "Occhio al gusto". Quando copiate citate la fotne per favore! "Al confine con la Val Rosandra, l’azienda Parovel nasce sulle colline del Rio Ospo dove la produzione di vino ha origini molto antiche, già dal lontano 1300. Ed è proprio la passione per la terra e i suoi frutti, l’uva e l’oliva, che contraddistingue da generazione in generazione la famiglia
che creò l’azienda omonima. Nel 1976, grazie a papà Zoran, l'azienda Parovel fu la prima azienda del territorio carsico a proporre i suoi vini autoctoni in bottiglia, oltre all'olio extravergine
d'oliva dalla varietà autoctona Bianchera, unica per le sue proprietà organolettiche. Tra gli oli si distingue il Tergeste Dop con il monovarietale di Bianchera denominato UL'KA. La freschezza,
la franchezza e la genuinità di ogni varietà, che si esprime sia nel vino che nell'extravergine, caratterizzano lo stile Parovel costruito secondo i ritmi e le evoluzioni della natura e dell'uomo.
Peraltro, sempre grazie alla passione di papà Zoran per la Malvasia istriana, coltivazione iniziata dal nonno Pietro nel 1898, l’azienda Parovel è uno dei custodi storici delle sue interpretazioni ed espressioni territoriali. Negli anni ‘60, papà Zoran preferì non estirpare la vigna di Malvasia istriana, all’epoca spesso abbandonata perché fragile e poco resistente a certe malattie come l’oidio e volle continuare a produrre un vino bianco molto profumato, pieno e persistente. Come dice Zoran: “Il vino è amore ed è il risultato di un lavoro onesto e fatto con una squadra che lavora con serenità nel rispetto di ciascuna delle parti”. Oggi i due discendenti, Elena ed Euro, condividono la stessa passione. Sono i due titolari dell’azienda che hanno come importante incarico quello di prolungare la tradizione e proporre dei prodotti che siano espressione rigorosa della loro terra. Elena, responsabile dello sviluppo commerciale dell’azienda e mamma di Evita, è un’appassionata della vita e ama andare nel mondo e incontrare persone nuove. La si può incontrare fra l’aeroporto di San Francisco e quello di Shanghai e non nasconde che i due pilastri della sua vita sono l’amore e la volontà di condividere la sua passione con gli altri. Mentre Euro, papà di Sara e Martina, lo trovate più spesso nelle vigne e negli oliveti: si occupa della produzione dei vini e degli extravergini. Karmen, sua moglie, è potatrice e degustatrice qualificata di olio oltre che guida delle degustazioni dedicate. Certo che le decisioni in famiglia non raccolgono sempre il consenso immediato di tutti e talvolta il cammino può sembrare lungo. Elena racconta che: “Nel 2003, quando
il progetto della nuova cantina venne confermato, mio fratello e io sentivamo la necessità di un nome nuovo per i vini, che determinasse un cambiamento. Anche perché dal 1997 abbiamo iniziato a dare più voce alle nostre idee all'interno della famiglia, con la coltivazione prevalente
delle varietà autoctone.” E fu mamma Rosa ad aiutare tutti a prendere una decisione condivisa e soddisfacente. Da qui è partita la ricerca dei nomi e all'unisono con i genitori è nata la linea dedicata ai vini di alta fascia BARDE, come origine della passione centenaria di una famiglia. Elena spiega “Barde è il nome locale-toponimo della nostra vigna più antica, del 1893, ubicata proprio sotto la casa natale di mio padre, a Caresana. Dove nacque la nostra storia e dove
tuttora viviamo”. Ed è lì che i Parovel portano gli amici e gli appassionati delle loro creazioni.
Quello che colpisce nei vini Parovel è lo stile rigoroso e espressivo dei vini bianchi come  Vitovska e della Malvasia Istriana entrambi 2011 della linea Barde, mentre i vini rossi sono tipici e di facile approccio. Nei bianchi, il palato è pulito e dimostra una grande bevibilità. Vini versatili e abbinabili a un’ampia varietà di piatti italiani ed etnici. Il Refosco linea Barde 2009 svela un naso speziato centrato sulla frutta nera selvatica e dimostra una vena tannica ben integrata che si chiude su un piacevole finale fruttato".

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

GustiAMO PordENOne

apertura de Il Pordenone, un vino speciale fatto con il meglio dei vini delle Graveapertura de Il Pordenone, un vino speciale fatto con il meglio dei vini delle GraveSuccesso per la prima serata di GustiAMO PordENOne. Mercoledì 30 ottobre si è svolta, presso il Ristorante al Gallo di Pordenone, la prima serata del calendario degli eventi di gustiAMO PordENOne: alla scoperta delle eccellenze del territorio. Le serate sono state organizzate dall’associazione EnoPordenone, che raccoglie venti cantine della provincia e alcune realtà imprenditoriali che ruotano attorno al mondo enogastronomico, con la collaborazione dei ristoranti ambasciatori del gusto e con il sostegno della provincia di Pordenone, del Friuli DOC Grave, FIPE, ConfCommercio e Unione Industriali.
La prima tappa del percorso enogastronomico ha riscosso un successo maggiore delle aspettative, esaurendo i posti disponibili nella sala del ristorante. Durante la serata il presidente di EnoPordenone, Gianfranco Bisaro, ha presentato il progetto di GustiAMO PordENOne e con emozione sono stati aperti i magnum della nuova produzione del vino ‘Il Pordenone’, che rappresenta il territorio della nostra provincia. Il pubblico presente ha apprezzato l’elevata qualità e particolarità del vino.
Per la riuscita di questa prima serata dobbiamo ringraziare soprattutto lo chef Andrea Spina, del Gallo, che ci ha ospitato e ha servito piatti originali e di ottima qualità, nonchè il relatore Pier Carlo Begotti storico e poligrafo, che ha intrattenuto il pubblico parlando dei Templari e dell’enogastronomia del loro tempo.
ristorante Al Gallo, Pordenoneristorante Al Gallo, PordenoneGli ospiti si sono complimentati per la bellissima serata, e anche con i titolari della cantina Bessich per gli ottimi vini abbinati perfettamente con i piatti preparati dallo chef: Prosecco Brut, Friulano, Tavieles (selezione di Refosco) e il Verduzzo Friulano.
GustiAMO PordENOne e gli ambasciatori del gusto vi aspettano per la prossima tappa del percorso, giovedì 21 novembre a San Vito al Tagliamento presso l’Osteria al Vecchio Castello, con le cantine I Magredi e Castelcosa. Argomento della serata gli spumanti e i segreti delle bollicine, relatore l’Enologo Nicola Pittini.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Terra aria anima di Schioppettino

Prepotto, afffollamento di curiosi al laboratorio #lapalestradelnasoPrepotto, afffollamento di curiosi al laboratorio #lapalestradelnasoSchioppettino. Il nome di un vitigno e del suo vino, il motto dei vignaioli che lo producono.
Ma anche il nome dell'evento che l'Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto
ha realizzato il19 e 20 ottobre per celebrare il suo Schioppettino di Prepotto - UNICO PER NATURA.  Si è trattato di un “anno zero” per il Presidente dell’Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto, Michele Pavan, che ha voluto costruire un evento in cui sia gli operatori che il pubblico degli appassionati potessero dedicarsi a una conoscenza approfondita dello Schioppettino di Prepotto. Una due giorni ricca di soddisfazioni a cominciare dal numero elevato di comunicatori che hanno colto l’occasione della manifestazione per degustare Schioppettino, incuriositi dal fascino di un vino che ha saputo sconfiggere l’oblio.
Ma non solo, grazie alla partnership con il Comune sloveno di Kanal ob soči, il Comune di Prepotto ha raggiunto inoltre l’importante obiettivo di collegare due realtà di fatto isolate per decenni e di costruire le basi per future collaborazioni.
L’evento Schioppettino di Prepotto | UNICO PER NATURA si è infatti inserito in un più ampio progetto di cooperazione trasfrontaliera denominato RURAL e finanziato nell’ambito della Programmazione 2007-2013 Italia-Slovenia con fondi europei e nazionali. Tale progetto che si concluderà nella primavera 2015 porterà i due territori a “fondersi” idealmente in un unico paesaggio fatto di prodotti tipici, percorsi naturalistici ed eventi di valorizzazione delle reciproche peculiarità storico-culturali.
Il “momento transfrontaliero” di questo primo importante evento si è materializzato con la presenza congiunta, nel piccolo ma significativo mercato rurale, dei prodotti tipici di provenienza slovena e friulana insieme. Anche il convegno tecnico ha avuto un taglio d’oltre confine grazie all’illustrazione di una interessante ricerca condotta dall’università di Nova Gorica per l’Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto, volta a individuare gli effetti dello stress idrico sulle viti in Prepotto.  Fulcro dell’evento è stato lo Schioppettino in tutte le sue declinazioni a partire dalla storia, mirabilmente sintetizzata dallo storico Claudio Fabbro, per poi passare al vigneto catalogo illustrato dall’agronomo Carlo Petrussi come primo esempio in Regione di recupero storico e di viticoltura collettiva in cui i produttori si potranno cimentare in tecniche di allevamento diverse e sperimentare la capacità di adattamento dei vari cloni piantati. Interessante la ricerca universitaria presentata dalla dott.ssa Maja Cigoj sulle fatiche dei terreni colpiti da stress idrico e provvidenziale il progetto presentato da Daniele Luis del Consorzio Bonifica Pianura Isontina volto a dare una dotazione idrica di soccorso nelle annate di siccità. Ampia la sintesi sui ceppi di lieviti autoctoni individuati sulle piante di Schioppettino e illustrata dal tecnico Nicola Macrì.
La conclusione del percorso “didattico-cooscitivo” sullo Schioppettino di Prepotto si è avuta con l’assaggio curato e commentato da Walter Filiputti dei vini proposti dai 16 vignaioli presenti all’evento e con la successiva visita al vigneto-catalogo dove ospiti e appassionati, sotto l’attenta guida di Paolo Ianna, hanno potuto avvicinarsi ai filari e toccare con mano le piante storiche di Schioppettino. Presentato a Prepotto anche il contest online #Schioppettino a modo mio ideato per gli amanti del web e con la collaborazione della rivista mensile qbquantobasta, ma aperto a tutti gli appassionati che vorranno emozionarsi ed emozionare attraverso il vino. Insolita e divertente innovativa e coinvolgente la proposta della sommelier Liliana Savioli che ha attirato i nasi e le orecchie del pubblico nel suo percorso multisensoriale #lapalestradelnaso alla scoperta dei profumi e della stoffa dello Schioppettino di Prepotto, un vino che ha dimostrato ancora una volta di avere un’energia autentica, sprigionata da un territorio vocato e da vignaioli appassionati.
 
 

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .
Privacy Policy