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Si potrà indicare la regione sull'etichetta del vino?

Non si potrá piu indicare la regione di provenienza del vino. I vignaioli indipendenti soci FIVI - Federazione italiana vignaioli indipendenti sono pronti alla disobbedienza civile per difendere il diritto a poter usare nella comunicazione il nome del loro territorio/regione di appartenenza. I vignaioli indipendenti si battono per ottenere la modifica della norma contenuta nel Regolamento Europeo 1308/2014 e accolta dal Testo Unico della vite e del vino che, equiparando l’etichetta ai materiali di comunicazione aziendale, vieta alle imprese del settore vitivinicolo di riportare su questi ultimi la propria regione di appartenenza.

In una nota, Fivi spiega che l’Art. 53 (Titolo III) del Testo Unico della vite e del vino legifera sull’Impiego delle denominazioni geografiche nella comunicazione aziendale. Il 18 giugno scorso nell’audizione alla Commissione agricoltura della Camera dei Deputati FIVI ha ribadito la necessità di distinguere, come non fa il legislatore europeo e di conseguenza quello nazionale, tra etichettatura vera e propria e informazioni equiparate all'etichettatura, per le quali il rischio di creare confusione nei consumatori è molto inferiore. L'interesse a proteggere dalle usurpazioni le DO e le IG non può portare al paradosso per cui, allo stato attuale, un'azienda non può indicare nei propri materiali di comunicazione (siti internet, brochure, cataloghi, etc.) la regione dove ha sede.

«In questo momento - scrive Fivi - sono passibili di sanzioni tutte le aziende che riportano sui loro materiali di comunicazione, dai siti internet alle brochure ai cataloghi dei prodotti ai cartoni personalizzati, il nome della loro regione di appartenenza, se questo coincide con una DO o una iG non prodotta dall'azienda. In Piemonte, per questa ragione, si è già verificato il caso di pesanti sanzioni economiche, che nulla hanno a che fare con la vera tutela delle DO e IG italiane: un produttore di Barolo, quando indica come sede aziendale la regione delle Langhe in Piemonte, non usurpa né Langhe né Piemonte, ma semmai onora queste denominazioni. Non è accettabile che, ancora una volta, la burocrazia imponga assurdi costi alle imprese che lottano ogni giorno per la propria sopravvivenza, a fronte non di un beneficio ma addirittura di un danno».

Eclatante la protesta che porpone Fivi:  «Se da parte delle autorità italiane non saranno intraprese azioni idonee a cambiare lo stato delle cose i vignaioli associati Fivi sono pronti ad autodenunciarsi, agendo concretamente e coscientemente in violazione della legge: dal 1 gennaio 2015 pubblicheranno in grande evidenza sui loro siti aziendali la loro regione di appartenenza. Rischiando quindi le sanzioni».

Per il presidente Fivi, Matilde Poggi  «è un’azione forte, ma sentiamo il dovere di far sentire la nostra voce per tutelare gli interessi di tutti i vignaioli italiani. I nostri vini sono i portavoce delle zone viticole di tutta Italia, sono il frutto del nostro impegno quotidiano a valorizzare, promuovere e custodire il paesaggio, sono messaggi in bottiglia che parlano a tutto il mondo del nostro paese. Insieme a tutti i nostri colleghi produttori del comparto agroalimentare nazionale siamo ambasciatori della nostra terra; come possiamo raccontarla al mondo senza nemmeno poterla citare?».

Insomma quell'Europa che non vuole l'indicazione dell'origine delle materie prime in etichetta, che consente i wine kit e le mozzarelle ’senza latte”, che permette l'import di ortofrutta trattata con agrofarmaci che in Italia non si usano più da 20 anni, ora si ricorda di tutelare - in un modo assurdo e folle - i prodotti a denominazione di origine. Chissà che cosa ne pensano i viticoltori francesi. Nella pagina seguente il testo della lettera inviata al ministro il 27 settembre scorso. (fonte News Age Agro)




All'attenzione del Ministro Maurizio Martina

Alla luce del Reg. 1308/2013, art. 119, si pone un problema applicativo  interpretativo capace di gravi ripercussioni sull'attività del settore vivinicolo nazionale.
Poiché il concetto di etichettatura non equivale alle informazioni che si trovano indelebili sulla bottiglia, ma ai fini delle norme comunitarie con etichettatura ci si riferisce ad ogni informazione che accompagni le bottiglie (e.g.: brochure, siti internet, cartoni personalizzati, documenti di accompagnamento), il combinato disposto dell'art. 117 e del successivo Art. 119 risulta prescivere in modo imperativo che su qualunque elemento qualificabile come etichettatura compaiano: 

a) la designazione della categoria di prodotti vitivinicoli in conformità dell'allegato VII, parte II;

 b) per i vini a denominazione di origine protetta o a indicazione geografica protetta:

 i) l'espressione ’denominazione di origine protetta’ o ’indicazione geografica protetta’ e

  ii) il nome della denominazione di origine protetta o dell'indicazione geografica protetta;

 c) il titolo alcolometrico volumico effettivo;

 d) l'indicazione della provenienza;

 e) l'indicazione dell'imbottigliatore o, nel caso del vino spumante, del vino spumante gassificato, del vino spumante di qualità o del vino spumante aromatico di qualità, il nome del produttore o venditore;

 f) l'indicazione dell'importatore nel caso dei vini importati e

 g) nel caso del vino spumante, del vino spumante gassificato, del vino spumante di qualità o del vino spumante aromatico di qualità, l'indicazione del tenore di zucchero.

 Il tenore dell'articolo 119 appare inequivoco al riguardo. 

Ebbene, le prescizioni di contenuto ora ricordate appaiono assolutamente opportune e necessarie per le informazioni presenti sulla bottiglia, ma invece ridondanti e sproporzionate per tutti gli altri elementi informativi che pure, per il legislatore, sono etichettatura: basti a tacer d'altro pensare alla necessità di riportare tutte le informazioni ora ricordate su qualsivoglia cartone costituente imballaggio delle confezioni di vino.

Tutto ciò considerato, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti chiede al ministero:

•  di prendere in debita considerazione il problema, tanto più alla luce delle possibili difformità interpretative/applicative presso le diverse unità locali dell'ICQRF: taluni uffici potrebbero sanzionare con minore o maggiore solerzia l'assenza di tutte le informazioni su un documento di accompagnamento, ad esempio, o su di una brochure aziendale;

•  di proporre con la massima urgenza alla Commissione Europea una revisione/interpretazione del testo che assicuri certamente sulla CONFEZIONE del vino (bottiglia, brick, bag in box o altro involucro direttamente a contatto con il liquido e la cui superficie sia visibile dal consumatore) che siano presenti tutte le informazioni prescritte dall'articolo 119, mentre non estenda tale prescrizione agli IMBALLAGGI perché ciò violerebbe il principio di proporzionalità. Troppo alti infatti sarebbero i costi per riportare le numerose informazioni de quo su ogni scatola contenente bottiglie, ad esempio, con ulteriori immaginabili problemi per scatole contenenti bottiglie di diversi vini;

•  di farsi portatore degli interessi dei vignaioli e dei produttori di vino italiani presso l'UE, affinché le norme sull'etichettatura possano efficacemente costituire uno strumento di scelta consapevole del consumatore e non una inutile vessazione burocratica per le imprese.

•  di coordinare la propria azione con quella di altri ministeri nazionali già sollecitati ad analoga presa di posizione rispetto ad una formulazione della norma europea sproporzionatamente e inutilmente vessatoria. Cfr.

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Cena in libreria con Aquila del Torre

cena in libreriacena in libreriaUn invito a cena. In libreria. Precisamente nella storica Libreria Tarantola di Udine.  Direi inusuale. Si parlerà di biodiversità con Mauro Pasquali presidente della Slow Food Veneto. Direi interessante. Si degusteranno i vini di Aquila del Torre. Direi occasione ghiotta. Già dall’ingresso in libreria mi sento a mio agio. Scaffali ordinati, profumo di legno, di carta, di inchiostro. Splendidi pop up book rallegrano sia i banconi che le tavole signorilmente apparecchiate. Si, sì, tavole apparecchiate in libreria. Fantastico. Si respira aria di cultura e di gioia. Gioioso definirei anche il primo vino assaggiato. Un Oasi 2011. Un picolit vinificato secco. Una squisitezza che non conoscevo. Profumi dolci, fioriti, mielosi ma non stucchevoli. Al gusto è fresco, elegante, non impegnativo ma lunghissimo. Intanto scopro che Aquila del Torre ha fatto della biodiversità il suo credo, che l'azienda utilizza solo pratiche agronomiche biologiche e che la famiglia Ciani, proprietaria dell’azienda, è composta da persone gentili e competenti. Scopro anche, dalle parole di Mauro Pasquali, quanti danni crea l’abbandono dei boschi, quanti problemi al territorio crea l’utilizzo delle sole monoculture, quanto importanti siano quindi i presidi Slow Food e apprendo della creazione di centinaia di orti in Africa in aiuto alle popolazioni disagiate. Si continuano ad assaggiare piatti ben curati e ottimi vini. Il Ronc di Miez 2011 è un friulano ben fatto, beverino e traditore. Desidera essere assaggiato e assaggiato ancora. Ma sono a Udine, devo tornare a casa. E tra un risotto allo zafferano con funghi porcini e un petto d’anatra lardellato arriva il Solsire 2009. Un uvaggio di merlot e refosco dal peduncolo rosso. Un rosso quasi impenetrabile ma brillante -  more, mirtilli, erba fresca, un che di goudron, tannico ma anche morbido. Si continua a parlare di rispetto della terra, del fatto che non è un bene riciclabile, che siamo solo degli ospiti e che l’abbiamo in prestito per i nostri figli. Arrivano i formaggi e il re della serata: il Picolit docg 2009. Un Picolit passito di grande eleganza e armonia, un giallo oro antico da manuale, albicocche e mieli  esplodono nel bicchiere. Morbido, lunghissimo, giustamente dolce, avvolgente. Una pashima, di quelle vere però. Una serata ricca di tante emozioni.

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Bollicine 2014: un appuntamento brioso

L’edizione 2014 di "Bollicine" a Villa Braida di Mogliano Veneto il 5 e 6 ottobre sarà un viaggio brioso da Nord a Sud dell’Italia con un calice in mano. Oggi sono tantissime le cantine che producono almeno una bollicina, quelle italiane piacciono perché sono “tipiche”, grazie anche all’uso di vitigni autoctoni. Hanno un buon rapporto qualità-prezzo e si sposano a meraviglia con tutte le cucine: del territorio, etniche e fusion.Un  appuntamento da mettere in agenda per lasciarsi coinvolgere dall'effervescenza. “Bollicine” è palcoscenico per le migliori aziende italiane di vini prodotti con Metodo Classico, Charmat e Sur Lie. Presenti produttori di fama internazionale, produttori emergenti e di nicchia, accomunati dalla costante attenzione e ricerca della qualità.
L’evento è aperto al pubblico.
Orari 5 e 6 ottobre 2014: dalle 10.00 alle 19.00
Costo ingresso: 15 euro
Ingresso riduzione: 10 euro per i soci Slow Food, Fisar, Ais



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Mundus Vini 2014: Amarone Bosan sul podio

MUNDUS VINI 2014: il Gran Premio Internazionale Mundus Vini si chiude con il titolo più prestigioso assegnato all'Amarone Bosan prodotto dalla cantina di Cavaion Veronese. L'Amarone Bosan si conferma un simbolo dell'enologia veronese. Questo quanto hanno decretato i giudici del Gran Premio Internazionale del Vino MUNDUSvini 2014, che hanno assegnato al “Bosan” Amarone Della Valpolicella DOC 2006 Riserva il titolo di “Bester Amarone”. Un risultato che porta ai massimi vertici l'intera Valpolicella, poiché MUNDUSvini è oggi il più importante concorso enologico tedesco di calibro internazionale e la più grande manifestazione di degustazione a livello mondiale condotta sotto l´egida dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino OIV e dell’Unione Internazionale degli Enologi UIOE.

“Riteniamo che il continuo riconoscimento che questo concorso da al nostro Amarone Bosan - afferma Franco Cesari, presidente della Gerardo Cesari – sia indice di serietà del concorso e di costanza nella qualità del nostro prodotto. Siamo stati premiati infatti, come miglior vino d’Europa con le annate 2000 e 2001 e Miglior Amarone con l’annata 2005 e l’annata 2006, mentre con l’annata 2003 e 2004 siamo stati premiati “solo” con la medaglia d’oro. Il 2002 non è presente nel palmares perchè, a causa della scarsità dell’annata, abbiamo deciso di non produrlo. Questi risultati , quindi, sono premi che per noi hanno una valenza davvero importante, poiché riconoscono il grande lavoro che sta dietro alle nostre produzioni, da sempre incentrate sui vini della Valpolicella”.

GREAT GOLD MEDAL & BEST AMARONE BOSAN Amarone della Valpolicella doc Riserva 2006

GREAT GOLD MEDAL: Ripasso BOSAN Valpolicella Superiore doc 2011

 

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Sauvignon: espressioni clonali in FVG

Sauvignon: espressioni clonali in Friuli VG. Termini che si rincorrono: clone, microvinificazioni, ricerca, sperimentazione. Tanti termini per un unico obiettivo: il raggiungimento qualitativo per una varietà che possa esprimersi a seconda del territorio di produzione e possa permettere al territorio di parlare e farsi conoscere. La volontà di proporre “nuovi” cloni nasce nel 1995 grazie al perito agrario Carlo Petrussi. Da qualche anno si discute sulla tipicità del Sauvignon del Friuli Venezia Giulia senza aver ben chiaro cosa aspettarsi dalla varietà. Di certo c’è che il Sauvignon è arrivato in regione insieme al Tocai, più o meno 2 secoli fa.
Il lavoro certosino di Carlo Petrussi ha portato alla luce piante di cui stavano scomparendo anche le ultime tracce. L’aspetto più importante che si è voluto fortemente portare alla luce è legato all’intrinsecità della varietà con il territorio: esiste un Sauvignon o dei Sauvignon del Friuli Venezia Giulia? Esiste un patrimonio viticolo genetico legato alla varietà e alla regione? Grazie al lavoro di Carlo Petrussi, con l’appoggio di VCR, Vivai Cooperativi Rauscedo e con il supporto del Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali, si è riusciti a raggiungere risultati considerevoli sulla sperimentazione.
Una parte del lavoro svolto sinora è stato presentato dall’agronomo Pizzuto dei Vivai Cooperativi Rauscedo, dal dott. Francesco Degano del Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali e dall’agronomo Carlo Petrussi nei locali di Villa Nachini Cabassi a Corno di Rosazzo.
L’incontro, al quale hanno preso parte produttori, enologi ed agronomi ha evidenziato tutte le fasi del lavoro con la presentazione di dati elaborati e la degustazione dei 5 nuovi cloni di Sauvignon già omologati  (R3, 108, ISVF3, FVG 191, FVG 195) e dei 7 cloni ancora in fase di studio (VCR 175, VCR 75, VCR 77, VCR 186, VCR 202, VCR 203, VCR 204).

La selezione clonale, come ci spiega Carlo Petrussi, dura in media 9/10 anni e si compone principalmente delle seguenti fasi: individuazione delle piante madri in vigna, controllo ELISA per individuare le piante sane, indexaggio arboreo, campi di confronto con caratterizzazione agronomica e enologica, omologazione.  
Ogni fase è molto delicata:
1.    Lavoro agronomico: è stata valutata l’effettiva diversità della pianta oggetto di studio, o della serie di piante, a cura dell’agronomo Petrussi. L’analisi visiva è stata coadiuvata da un’analisi di laboratorio attraverso la quale è stato effettuato uno screening genetico.
2.    Primo step di sperimentazione: la seconda fase è stata supportata da VCR con l’impianto delle piante selezionate in vigne sperimentali. Per uniformare i risultati sono stati scelti lo stesso sistema di allevamento e condivise le stesse scelte agronomiche.
3.    Step enologico: dopo circa tre anni si procede alla micro vinificazione dei vari cloni. Per ogni clone esistono dai 50 ai 150 litri circa. La tecnologia utilizzata per la micro vinificazione è stata messa a punto da VCR.
4.    Verifica delle micro vinificazioni: fra tutti i biotipi scelti viene successivamente effettuata una selezione basata sia su caratteristiche agronomiche sia, e soprattutto, su caratteristiche sensoriali. A questo proposito vengono organizzati dei panel di degustazione, degli incontri mirati durante i quali vengono raccolte le opinioni degli assaggiatori e viene discusso il campione presentato.
5.    Selezione: non tutti i biotipi rimangono in sperimentazione; quelli ritenuti meno interessanti da un punti di vista agronomico e degustativo vengono abbandonati. La scelta viene inoltre giustificata dall’effettivo impatto sul mercato.
Durante l’incontro sono stati inoltre presentati 5 ibridi di varietà resistenti a oidio e peronospora.
Carlo Petrussi aveva già avviato delle ricerche con la collaborazione di VCR, dell’Università degli Studi di Udine e del Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali per la selezione dei biotipi di Tocai, Refosco e Verduzzo. Per quanto riguarda lo studio sulle varietà resistenti alla Peronospora e all’Oidio è stato incrociato un vitigno siglato 20-3 e il vitigno Bianca possessori di resistenze ai due funghi.


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Spumante Rosé Naonis La Delizia

rose extra dry la delizia rose extra dry la delizia DEBUTTA LO SPUMANTE ROSÉ NAONIS DELLA CANTINA FRIULANA VINI LA DELIZIA. Nuovo ingresso nella famiglia dei Vini La Delizia: lo Spumante Extra Dry Rosé della linea Naonis, che nasce dalla selezione delle uve prima in vigneto e poi in cantina. Nel corso degli anni la cantina Viticoltori Friulani La Delizia ha guadagnato il proprio successo grazie a vini di qualità, puntando sull’equilibrio fra tradizione e sperimentazione vitivinicola. Da questa capacità e da una produzione di uve e vini eseguita con accuratezza è nata la gamma di vini Naonis, una linea che racchiude spumanti che esprimono il carattere e l’anima del territorio friulano e che si amplia ora con il nuovo Spumante Extra Dry Rosé. Questo spumante è frutto di uve scelte provenienti dai migliori vigneti della cantina Vini La Delizia, nella zona di produzione che abbraccia una vasta fascia della pianura friulana; un territorio dalla grande vocazione vitivinicola, dove i vigneti crescono rigogliosi grazie al particolare terreno ghiaioso e alle favorevoli condizioni climatiche.

Il Rosé Naonis è ottenuto dalla vinificazione in bianco di uve Refosco dal Peduncolo Rosso e Pinot Nero lasciando il mosto per 6-8 ore a macerare sulle bucce, segue una leggera pressatura. Il vino così ottenuto, addizionato di lieviti selezionati, viene rifermentato in autoclave a temperature controllate e al termine seguono processi di stabilizzazione e filtrazione.  A conclusione di questi procedimenti, nasce il Rosè Naonis, Spumante Extra Dry dal color rosa brillante, dall’intenso e fine profumo agrumato e fruttato e dalla buona acidità.
Il vino Rosé Naonis anima il bicchiere con una trama fitta e finissima di bollicine che accarezzano il palato e lo rendono indicato per aperitivi e a tutto pasto. Uno Spumante Extra Dry per le festività, in vendita a partire da € 6,00 la bottiglia.




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Firme del giornalismo enoico in FVG

Consorzio Doc Fvg, le più valenti firme del giornalismo enoico internazionale in Fvg Portare gli opinion leader in regione è importante per far crescere l’export del vino, sostiene Biscontin. Cresce l’interesse della stampa specializzata europea per i vini del Fvg. Dopo i 24 giudici internazionali del primo “Pinot grigio International Challenge”, tenutosi a fine giugno in Villa Cabassi a Corno di Rosazzo, e la consolidata kermesse di degustazioni "Friulano & friends" organizzata dal Consorzio delle Doc del Fvg su incarico di Ersa (sempre a giugno), alla quale hanno partecipato le principali testate giornalistiche nazionali e non solo, anche a settembre alcuni tra i più influenti giornalisti del panorama enologico europeo visitano la nostra regione. «Le strade migliori per promuovere i nostri vini all’estero sono due – spiega Pietro Biscontin, presidente del Consorzio delle Doc del Fvg –. La prima è quella di andare noi stessi incontro agli operatori stranieri e coinvolgerli direttamente nella conoscenza dei nostri vini, come stiamo facendo da un po’ di anni con la partecipazione a “Friulano on Tour”; la seconda è quella di costruire momenti d’interesse capaci di portare gli opinion leader sul territorio ed è l’oggetto del lavoro di questi mesi».

Agli inizi di settembre, infatti, Stephen Brook, una delle firme più prestigiose dell’influente periodico inglese Decanter, ha visitato le zone a Doc del Fvg in un percorso che l’ha portato a conoscere le varie tipologie di Pinot grigio prodotte nelle diverse aree, per scrivere su questo vino bianco un articolo che verrà pubblicato prossimamente. Brook è un illustre autore di libri su viaggi, vino e gastronomie, ma soprattutto un uomo dal palato fine che ne ha fatto un giornalista vinicolo pluripremiato. Collabora regolarmente con quattro riviste enoiche internazionali, tiene lezioni sul vino per Christie’s, a Londra, ed è molto richiesto come giudice ospite a concorsi enologici di tutto il mondo. L'oggetto dell’articolo, un seguito ideale dell’International Challenge, sarà raccontare gli elementi che caratterizzano il Pinot grigio del Fvg (il vitigno più coltivato in regione, su circa 5.500 ettari, con 400.000 ettolitri di vino prodotto), con l'obiettivo di far comprendere come la qualità dei prodotti della nostra regione possa differenziarsi rispetto alla media dei vini banali presenti sui mercati internazionali a prezzo basso.

Tra pochi giorni, poi, il Consorzio ospiterà il giornalista e scrittore danese Jørgen Mønster Pedersen, collaboratore di varie testate giornalistiche e autore di una decina di libri sul vino, il cibo e il turismo enogastronomico (tra i quali una Guida su cosa mangiare e bere durante un viaggio nell’Italia del Nord). Pedersen, il 13 novembre, condurrà i due seminari guidati durante la tappa di Copenhagen di “Friulano on Tour”. Nel corso della sua permanenza in regione, visiterà alcune delle 18 aziende partecipanti al Tour e ne degusterà i vini per preparare i seminari, uno incentrato sul Friulano e uno sui vini rossi autoctoni.

 

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Tiare, miglior cantina emergente

Tiare SnidarcigTiare SnidarcigPremio Speciale della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2015. Tiare, la miglior cantina emergente d’Italia è Made in Friuli. Nuovo successo dell’azienda di Roberto Snidarcig, il cui Sauvignon si aggiudica i Tre Bicchieri. Tiare di Dolegna del Collio è la miglior cantina emergente d’Italia: a decretarlo è la prestigiosa Guida Vini del Gambero Rosso 2015 che, oltre agli ambiti Tre Bicchieri, assegna anche 9 Premi Speciali, che celebrano i migliori vini e le migliori cantine in tutta Italia. “Una piccola azienda che in pochi anni ha saputo crescere in qualità e si sta costruendo una solidissima reputazione con i suoi vini del Collio, non solo in Italia ma anche oltre i confini nazionali” questa la motivazione del Premio, che sarà ritirato da Roberto e Sandra Snidarcig il 25 ottobre a Roma. Sempre la Guida del Gambero Rosso assegna i 3 bicchieri al Sauvignon di Tiare, che si era aggiudicato la scorsa primavera la Medaglia d’oro e il Trofeo speciale alla 5° edizione del Concorso Mondiale del Sauvignon di Bordeaux, primo riconoscimento in assoluto di questa portata che viene tributato a un vino italiano. Il Premio Speciale è un nuovo, importantissimo successo per Tiare; premia il lavoro di Roberto Snidarcig, che in anni di impegno ha fatto crescere passo dopo passo, con passione e dedizione, la sua cantina. “Sono veramente emozionato, e onorato, per questo premio che non può che spronarmi a impegnarmi sempre di più nel mio lavoro, sia in vigna che in cantina - dice Snidarcig- Tutta la mia cura è sempre stata rivolta alla ricerca della qualità. Quello che cerco di fare, ogni vendemmia, è produrre con rigore dei vini che esprimano al meglio lo straordinario terroir da cui provengono.” L’azienda Tiare si estende su circa 10 ettari vitati e abbraccia due delle zone Doc più interessanti del Friuli Venezia Giulia, il Collio e l’Isonzo. Roberto Snidarcig interpreta il terroir di queste due Doc (il Collio, per il suo terreno marnoso e il microclima straordinariamente vocato alla produzione di Bianchi e l’Isonzo, le  cui ghiaie sono habitat ideale per i Rossi) per produrre vini di spiccata personalità, al cui carattere concorrono da una parte la felice esposizione e la  particolare composizione geologica dei terreni dove ha impiantato le viti e dall’altra la passione, la cura e la metodologia del suo lavoro, sia in vigna che in cantina. La produzione è di circa 100.000 bottiglie annue di media. La gamma dei vini spazia dagli autoctoni agli internazionali. I Bianchi Sauvignon (45% della produzione), Malvasia, Pinot Grigio, Ribolla Gialla, Friulano. I Rossi Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot a cui si affiancano selezioni di grande carattere, ovvero Ronco del Merlo (un Merlot in purezza), Pinot Nero, Refosco dal penducolo rosso e Schioppettino. Conclude la gamma una piacevole bollicina, Bolle, blend di Ribolla Gialla (70%), Malvasia (25%) e Sauvignon (5%). Roberto Snidarcig proviene da una famiglia contadina, in campagna fin dall’adolescenza, aveva individuato fra le uve che suo padre acquistava da altri contadini per vinificare, una vigna di Sauvignon dal carattere particolare, che spiccava sulle altre, il cui vino si evolveva e migliorava in modo significativo e sorprendente di anno in anno. E proprio da quella vigna è iniziato il suo amore per il Sauvignon (che rappresenta ora il 50 % della sua produzione): ne ha preso dei tralci, ne ha fatto delle barbatelle, le ha piantate nel suo primo ettaro di vigneto, a Dolegna. Sempre a Dolegna, fra le zone più pregiate del Collio, acquista poi altri terreni e vi impianta nuovi vigneti di Sauvignon e, via via, di altre uve a bacca bianca, che qui trovano terreno e microclima ottimali. Ma è soprattutto sul Sauvignon che si concentra, studiandolo, seguendone con passione e perfezionismo tutte le fasi, dalla campagna alla vinificazione e all’affinamento. Nel 2007 costruisce fra le vigne una modernissima cantina, di medie dimensioni, ma dotata di tecnologia di ultima generazione. La progetta lui stesso in base alle sue esigenze e al suo modo di fare vino e la fa dipingere di un delicato color viola. Sopra la cantina, gli spazi per degustare i vini e per l’agriturismo (per i quali ha scelto un vitale color arancio) si aprono con un grande porticato sul verde delle viti di Sauvignon. Annessa alla cantina, la casa dove vive con il piccolo Alessandro e la moglie Sandra, compagna di vita, avventure e lavoro, dalle cui mani escono i genuini e saporiti piatti della tradizione friulana per i quali è noto il loro agriturismo.
Sauvignon Tiare 2013 - Doc Collio. Tipologia: Vino Bianco - Doc Collio Zona di produzione: Dolegna del Collio (Go). Vitigno: 100% Sauvignon- Ceppi di diversa età, originati di cloni differenti e adattati alla tipologia dei terreni. Composizione del suolo: limo argilloso Sistema di allevamento: guyot 10 gemme. Vendemmia: manuale nella prima e seconda decade di settembre, in funzione della posizione di ciascuna vigna. Vinificazione e affinamento: le uve raccolte precocemente vengono macerate per 24 ore a temperatura di 4°C, pressate a 0,8 atmosfere e poi chiarificate per 3 giorni, quindi inoculate con lieviti indigeni. Le uve raccolte a piena maturazione (gialle) sono macerate per circa 4 ore a temperatura di 8°C e pressate a 1,6 atmosfere e poi chiarificate per 5 giorni, quindi inoculate con lieviti selezionati. Il taglio delle diverse masse di cui il 20% svolge fermentazione malolatica, viene fatto in febbraio con il mantenimento dei lieviti totali fino al giorno dell'imbottigliamento. Gradazione alcoolica: 13,50% vol. Temperatura di servizio: 10- 11 °C. Servire in un calice non tanto ampio e con imboccatura svasata. Note di degustazione: il millesimo 2013 affascina. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli intenso e cristallino. Profumi fruttati e varietali sono ampi, interessanti e complessi: sentori di fiori di sambuco e piacevoli note agrumate, unite a aromi di salvia con sfumature di bosso con un leggero sentore di foglia di pomodoro con un finale che ricorda il pelargonio. Poco per volta si aggiungono aromi di pesca a pasta bianca e litchi. Al gusto ha carattere e struttura, è persistente e armonico. Una spiccata acidità gli conferisce un’interessante freschezza. È un vino che regge il confronto col tempo. Abbinamenti: il top è abbinarlo a pesci nobili, crostacei, frutti di mare. Si accompagna molto bene anche a risotti di primizie e primi piatti elaborati. Con un semplice piatto di spaghetti al pomodoro, magari confit, è un matrimonio perfetto. I terreni dove sono coltivate le viti del Sauvignon Tiare sono formati prevalentemente da un flysch (alternanza di strati di marne e arenarie) “evoluto”, ossia argille fini derivate dal mutamento naturale delle colline del Collio, con una buona dotazione di sostanze organiche. Oggetto di cure attente e scrupolose, vengono arricchiti con l’apporto di sostanze biologiche formate da diversi compost, e costantemente monitorati per ricercare l’equilibrio tra le esigenze delle piante e le potenzialità del terreno. Un ruolo rilevante nel caratterizzare il Sauvignon Tiare campione del mondo è stato l’andamento climatico del 2013, alquanto variabile, con caratteristiche (fresco e temperature basse) che hanno favorito la vita e lo sviluppo dei ceppi, in special modo fino alla fioritura. Verso la maturazione si sono registrate variazioni climatiche al di sotto delle medie (con temperature mediamente intorno ai 16° con picchi di minime anche di 10°), che hanno avvantaggiato l’aromaticità del vino. Le viti allevate a Guyot, con 4/5 mila ceppi per ettaro, sono state selezionate lasciando un maggior numero di gemme su quelle con grappoli più piccoli (R3) e un minor numero di gemme su quelle con grappoli più grossi. Le uve, raccolte a mano, provengono da vari ceppi di diversa età, originati di cloni differenti e disposti alla tipologia dei terreni e propedeutici alla qualità e complessità del vino. In cantina circa il 40% delle uve fermenta su lieviti naturali per la ricerca della qualità endogena garantita e voluta da un attento e meticoloso lavoro in campagna e gestione dei vigneti. L’inoculazione, poi, di lieviti selezionati specifici per i diversi gradi di maturazione del raccolto privilegiando la “maturità” aromatica e quella cromatica, completa il ciclo evolutivo del vino. Le uve sottoposte a macerazione per 24 ore a temperatura di 4 °C, sono pressate a 0,8 atmosfere e poi chiarificate per 3 giorni. Il 20% svolge la fermentazione malolattica, con una permanenza sui lieviti fino a pochi giorni prima dell’imbottigliamento.

Informazioni: Azienda Agricola TIARE di Roberto Snidarcig Loc. Sant'Elena 3/a -Dolegna del Collio (GO) Tel +39 0481 62491 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.tiaredoc.com

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La via del Sake

via del sakevia del sakeIl primo evento in Italia dedicato alla cultura giapponese del bere. Si svolge il 20 e 21 settembre a Milano, presso i Chiostri dell’Umanitaria di via San Barnaba, 48. L’evento è organizzato dall’associazione culturale La Via del Sake con i patrocini e la collaborazione di: Comune di Milano Assessorato al Commercio, Consolato Generale del Giappone a Milano, JETRO, HAGAKURE / DNSee agenzia di comunicazione, FORMACINEMA, ICS Comunicazione, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, Associazione Giappone in Italia. L’evento vedrà la partecipazione di produttori, importatori  e distributori giapponesi di Sake il vino (o meglio birra?) fermentato di riso tipico del Sol Levante) per un totale di oltre 30 etichette che si potranno degustare gratuitamente o comperare allo shop gestito dall’alimentari giapponese POPOROYA.
Fra i produttori: Gekkeikan, Masumi, Akashi Tai, Choya, JFC, Kozaemon, Nogne ø, Suisen Shuzo, Yogikochi, Yucho sake, Ueno Gourmet, UnionTrade. L'ingresso, per il pubblico, prevede il versamento della quota di associazione di 15 € a "La Via del Sake". L’essere in regola con la quota dà diritto all’ingresso e alle degustazioni gratuite, nonché a partecipare a tutti i panel e alle proiezioni di film per le due giornate, secondo la disponibilità in sala.


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Anticipazioni dalla guida Slow Wine 2015

Sta arrivando il periodo delle Guide, ristoranti e vini sono gi a caccia di stelle cappelli, bottiglie: In  questo caso chioccioline. Ci sono infatti le anticipazioni dei Slow Wine 2015. Vi riportiamo i nomi delle cantine che potranno fregiarsi della chioccioline nel Friuli Venezia Giulia. In rigoroso ordine alfabetico. Borgo San Daniele, Damijan Podversic, Edi Keber, Gravner, I Clivi, Kante, La Castellada, Le Due Terre, Meroi, Miani, Radikon, Ronco del Gnemiz, Ronco Severo, Skerk, Skerlj, Vignai da Duline, Zidarich

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Ok all'aumento del tasso alcolico nelle uve

vendemmia rauscedo vendemmia rauscedo Confagricoltura FVG: ok all’aumento del tasso alcolico delle uve. La Commissione Europea accoglie la richiesta della Regione (con effetto retroattivo). «Sarà possibile per i vignaioli del Fvg, incrementare il tasso alcolometrico del vino di un ulteriore 0,5 per cento. Confagricoltura Fvg esprime la sua soddisfazione per la comunicazione del Ministero delle Politiche agricole effettuata a seguito dell’apposito regolamento autorizzativo presentato dalla Commissione europea. Per non creare ulteriori problemi ai vignaioli, oltre all’annata anomala – spiega Claudio Cressati, presidente di Confagricoltura Fvg -, ci eravamo subito associati alla richiesta in tal senso effettuata dalla nostra Direzione agricoltura. Il provvedimento europeo consente così le operazioni di arricchimento che determinano un aumento del titolo alcolometrico di 2 per cento in volume, comprese quelle già effettuate. Inoltre, le medesime operazioni sono da ritenersi consentite anche se effettuate in più volte, stante l’esigenza di assicurare una migliore vinificazione delle uve. Per gli anni futuri, sarebbe preferibile che la richiesta venisse fatta con qualche mese di anticipo sulla vendemmia, visti i tempi burocratici delle decisioni. In aggiunta –conclude Cressati -, serve pensare a una serie di interventi innovativi in materia di assicurazioni e di servizi alle imprese (previsioni meteo, assistenza tecnica) capaci, almeno, di contenere nella misura massima possibile i disagi derivati dal ripetersi di stagioni anomale come quella del 2014». Il provvedimento, al momento, oltre al FVG, interessa le regioni Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, le province autonome di Trento e Bolzano.

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