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Le cantine imbottigliano l'Amarone Riserva

Cresce l’immagine dell’Amarone nel mercato vitivinicolo internazionale e le cantine scommettono sulle vecchie annate. Trend positivo per il Grande Rosso veronese che chiude il 2015 con un fatturato di 310 milioni di euro, registrando un incremento in valore del 6% sull’anno precedente, mantenendo così il suo appeal sul consumatore, soprattutto fuori dai confini italiani dove sono dirette sei bottiglie su dieci.
“Questo dato di segno positivo, sottolinea Olga Bussinello Direttore del Consorzio, ci allinea perfettamente con quello nazionale. Secondo uno studio di Wine Monitor di Nomisma su dati Istat, l’Italia nel 2015 ha registrato un aumento del 6% in valore nell’export soprattutto con riferimento ai maggiori mercati dell’Amarone: Usa e Canada in primo piano, seguiti da Svizzera, Svezia e Germania in lieve flessione.” Verona risulta, infatti, la prima provincia vinicola italiana per valore di export, davanti a Cuneo, Treviso, Trento, Firenze, Siena, Asti, Bolzano, Brescia e Ravenna (Fonte Istat).
Il dato più positivo riguarda il trend dell’imbottigliato che, sempre nel 2015, ha registrato un 5% in più rispetto al 2014 e a favore delle annate più vecchie che rappresentano oltre il 50% di quanto entrerà in commercio.

Dichiara Christian Marchesini, Presidente del Consorzio: “Secondo i nostri dati statistici sull’Amarone in affinamento vi è una diminuzione costante della quantità mensile delle scorte in cantina a vantaggio delle annate che hanno minimo quattro anni d’invecchiamento. Questo è un segno importante e tangibile che la denominazione, interpretando correttamente il suo ruolo, sta rispondendo positivamente alle richieste del mercato permettendo alle aziende di lavorare serenamente sulla qualità.”

Alla 13esima edizione di Anteprima Amarone verranno presentate le statistiche dell’Osservatorio Vini Valpolicella relative all’Amarone, a cura di Wine Monitor di Nomisma. I temi saranno: i mercati di riferimento, i loro trend di crescita e i paesi emergenti su cui puntare. Ogni anno verrà dedicato un focus ad un panel consumatori di un paese target. Quest’anno sarà la volta del Canada. Precisa Olga Bussinello: “Conoscere i numeri e le tendenze dei mercati risulta importante nell’ottica di capire la domanda e migliorare così l’offerta.
 Appuntamento, quindi, ad Anteprima Amarone 2012, organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella con la partecipazione di 74 aziende che presenteranno l’annata 2012 ed una selezione di annate storiche. L’evento, in collaborazione con la Regione Veneto, la Banca Popolare di Verona e la Camera di Commercio di Verona, avrà luogo al Palazzo della Gran Guardia sabato 30 e domenica 31 gennaio. L’ingresso al pubblico è previsto dalle ore 16.00 alle 19.00 di sabato e dalle 10.00 alle 18.00 di domenica.

I biglietti sono disponibili in prevendita QUI  (prezzo del biglietto 30 euro).

Leggi anche 13esima Anteprima Amarone

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Ribuele colade cioè Ribolla filtrata

L’apparato per la “colatura”, cioè la filtrazione della Ribuele colade è quanto mai semplice, tradizionale e low tech. Due tini sovrapposti fra i quali cola il mosto dal tino superiore a quello inferiore attraverso dei filtri a sacco foto Enos CostantiniL’apparato per la “colatura”, cioè la filtrazione della Ribuele colade è quanto mai semplice, tradizionale e low tech. Due tini sovrapposti fra i quali cola il mosto dal tino superiore a quello inferiore attraverso dei filtri a sacco foto Enos Costantini

La storia friulana ha un filo conduttore: il vino Ribolla. I Furlani ne producevano, ne bevevano, parte ne esportavano e altrettanto, e forse più, ne importavano. La Ribolla era vino di pregio, prevalentemente dolce, nella cui composizione entravano le uve di più vitigni sommariamente dette "uve ribolle". Il glorioso passato medievale, protrattosi fino all'Ottocento, di questo vino non lo deve far confondere con quel mosto dolciastro, detto Ribuele, che si accompagna(va) alle castagne.
Il Ribolla dolce apparteneva ai vini "colati", cioè filtrati. Rammentiamo che la filtrazione era l'unico modo per stabilizzare, per quanto possibile, questi vini che spesso dovevano affrontare anche viaggi lunghi verso le Germanie. L'operazione di "colatura" andò via via scemando man mano che la moderna enologia segnò la fine del sapere empirico e, soprattutto, col mutare dei gusti, non più massicciamente orientati verso i vini dolci.
Così la Ribuele colade, dopo secoli, scomparve, lasciando però il nome a vini monovitigno di Ribolla gialla, tanto fermi che mossi.

Goccia dopo goccia. L'abbazia di Rosazzo ebbe sempre fama di grandi vini e, in particolare, di ottime Ribolle. Ci sembrò uno di quei sogni che ti riportano al passato quando, proprio in Badìa, così è nota quella plaga, scoprimmo chi fa ancora la Ribuele colade. Con lo stesso metodo che, fatta salva qualche innovazione nei materiali, è lo stesso che si praticava nel Medio Evo. Come ogni cosa low tech è semplice ed efficace e sfrutta soprattutto... la forza di gravità.
Dobbiamo all'azienda Casasola di Nilo Zen la perpetuazione di questo pezzo di storia.
Come funziona? Facile: la Ribolla viene vendemmiata, diraspata e pressata. Il mosto è posto in un tino dove comincia la fermentazione, ma solo comincia. Normalmente sta lì dalle 12 alle 24 ore, fin quando sulla sua superficie si forma il cjapiel e comincia il borboglìo di tante bolis: allora si filtra. L'apparato di filtrazione consta di due tini posti uno sopra l'altro, separati da due assi di legno. Il mosto da filtrare viene pompato (un tempo si faceva a mano) nel tino superiore e la Ribolla scende nel tino inferiore per gravità passando dentro i filtri.

Filtri a sacco attraverso i quali cola, anzi dolcemente stilla, il dolce mosto. Ciò che si vede è solo l’involucro esterno del vero filtro di tela che si trova all’interno del “salsicciotto” foto Enos CostantiniFiltri a sacco attraverso i quali cola, anzi dolcemente stilla, il dolce mosto. Ciò che si vede è solo l’involucro esterno del vero filtro di tela che si trova all’interno del “salsicciotto” foto Enos Costantini
Questi non sono altro che dei sacchi di apposita tela, ricoperti di juta all'esterno, che assumono la forma di salsicciotti (diametro 18-20 cm; altezza 70 cm) posti verticalmente. Fate conto delle robuste soppresse. Il mosto del tino superiore viene incanalato all'interno dei "salsicciotti" grazie a un apposito cannello in ottone di forma troncoconica. E poi, goccia dopo goccia, il mosto di Ribolla stilla, con gradevole rumore, musica per le orecchie di chi ama rivivere la storia sapendo di poterla poi anche bere. Il filtrato viene, ovviamente, raccolto nel tino inferiore.
L'operazione è lenta, ma anche questo ci porta ad altre dimensioni temporali. Fra un tino e l'altro sono posizionati quattordici filtri a sacco, chiamati semplicemente sacs, e questi impiegano dalle 24 alle 36 ore per "stillare" 10 - 15 ettolitri. Il filtrato così ottenuto viene posto in açâl (in botti di acciaio) dove sta fino all'imbottigliamento che avviene sot Nadâl, mentre la vendita del migliaio di bottiglie prodotte comincia dopo Pasqua.

 Aur di Menut L'azienda Casasola ha una tradizione di Ribuele colade che risale a Vincenzo Casasola, originario di Buja, arrivato nel 1863 in Badia, quivi chiamato in qualità di fatôr da mons. Andrea Casasola, omonimo e paesano, quando venne promosso alla sede arcivescovile di Udine. L'attuale titolare dell'azienda, il sig. Nilo Zen, è il depositario di tanti saperi che gli sono stati tramandati, in particolare dallo zio, Domenico Casasola detto Menut, di cui conserva preziosi quaderni di appunti, una fonte per la storia della Badia e della viticoltura friulana. Ed è in omaggio al barbe che la Ribuele colade porta in etichetta il nome Aur di Menut. Se è oro autentico il colore, lo è ancora di più il sapore, prezioso come può essere solo quello delle cose ritrovate.
In etichetta non troverete il nome Ribolla perché la legislazione non lo consente, la scritta dice: "Aur di Menut mosto di uve parzialmente fermentato". Ed è la pura verità. Il grado alcolico si ferma a 5, e ciò ne può fare una bevanda per molti e per molte situazioni quotidiane, tanto di convivialità che di lavoro. Soprattutto non è da confondere col liquido dolciastro, mosto non fermentato di chissà quali uve, detto dai Veneti "turbolino" e dai Furlani Ribuele, che ancora si può trovare in circolazione.
Il signor Nilo rammenta che l'azienda ha sempre commercializzato Ribolla verso Udine, ma sempre filtrata, mai sotto forma di semplice mosto. Fino agli anni Sessanta veniva portata in città dentro caratelli da un ettolitro e mezzo, poi i clienti a vignivin a cjoli di bessôi. Gli acquirenti erano osti che sapevano come conservare in cantina questo vino così particolare: ustîr al ere un mistîr. L'azienda Casasola mantiene un'altra grande tradizione della Badia: il Pignolo. Ma questa è un'altra storia.


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Vigneto Friuli: sempre più Charmat e metodo Classico

Sala Bianca stracolma al Centro Congressi della Fiera di Udine per il convegno degli Assoenologi FVG “Il Vigneto Friuli: sempre più Charmat e metodo Classico” nell'ambito di Agriest Land. Molto soddisfatti gli organizzatori del successo dell'iniziativa anche grazie alla presenza di numerosi enologi, tecnici e addetti ai lavori, che con la loro partecipazione al dibattito con domande, considerazioni, testimonianze, hanno contribuito al felice esito dell'incontro.

Da sinistra: Carlos Santos (AMORIM ), Roberto Marcolini (vice presidente Assoenologi FVG ), Rodolfo Rizzi (Presidente Ass. FVG ), Ivan Panizza (enologo PROGETTI DIVINI ), prof. Enrico Peterlunger (UNIv UD ), Ferdinando Dell’Aquila (G.BERLUCCHI-FRANCIACORTA), Enologo Daniele Calzavara (Consigliere nazionale Assoenologi), agronomo  Claudio Fabbro, coordinatore e moderatore evento.


Dopo l'introduzione del dottor Claudio Fabbro, moderatore del convegno, che ha ripercorso con supporto di immagini- anche d'epoca- la storia della spumantisca in regione sono intervenuti:

  • Carlos Santos – Amorim Cork Italia, che ha anticipato le innovazioni in atto nel mondo dei tappi per eliminare il rischio di TCA
  • Enrico Peterlunger - Docente Università di Udine con una relazione su Metodo Martinotti Charmat e Classico: prepariamo l’uva
  • Ivan Panizza - Progetti divini- che ha descritto il Martinotti Charmat, un successo planetario e le tecniche per una corretta elaborazione
  • Ferdinando Dell'Aquila - Guido Berlucchi Franciacorta- che ha presentato il Metodo Classico, come stile di vita, tecniche per una corretta elaborazione

Conclusioni di Rodolfo Rizzi: Presidente Assoenologi FVG

Un  ringraziamento per il servizio fotografico a Gianni Strizzolo di Photolife

da sinistra Carlos SANTOS,Ivan PANIZZA, Ferdinando DELL’AQUILA, Rodolfo RIZZI, Claudio FABBRO

 

 

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13esima Anteprima Amarone

“Dal tradizionale metodo di appassimento, il vino più rappresentativo... l'Amarone della Valpolicella”. Con questo claim si presenta la  13esima Anteprima Amarone, un evento aperto al pubblicoche si svolgerà a Verona al Palazzo della Gran Guardia nei giorni 30 Gennaio 2016 - dalle 16:00 alle 19:00 e il 31 Gennaio 2016 - dalle 10:00 alle 18:00
IN DEGUSTAZIONE presso i banchi d'assaggio delle aziende l'annata 2012 in anteprima e una selezione curata dall'azienda.
Biglietti disponibili online fino a Mercoledì 27-01-2016 e in loco durante i giorni dell’evento. Costo del biglietto di ingresso 30.00 euro.


Faberest è sponsor tecnico e piattaforma per vendita biglietti online

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Assoenologi a convegno ad Agriest

Venerdì 22 gennaio alle 14.30 in Sala bianca nei padiglioni di Udine fiere gli enologi di Assoenologi FVG sono riuniti ad Agriest Land per un convegno dal titolo IL VIGNETO FRIULI: SEMPRE PIU’ CHARMAT E METODO CLASSICO, che si preannuncia assai interessante.
Con l'occasione riproponiamo, a chi non l'avesse ancora letto, il nostro report della cena degli auguri del mese scorso. "La presenza di quasi 140 persone fra enologi, enotecnici, mogli, fidanzate & friends, come ha simpaticamente sottolineato il dottor Claudio Fabbro, presentatore della serata, ha decretato il successo del consueto incontro di fine anno della Sezione Assoenologi Friuli Venezia Giulia. Al ristorante “Al Parco” di Buttrio c’erano almeno tre generazioni di enologi, “con i fondatori e i pionieri – dal Presidente mondiale onorario Enologi, l’inossidabile Piero Pittaro, a Gianni Bortoluzzi, da Maurizio Michelini a Mario Talotti, da Alvano Moreale a Silvio Piccin a tanti altri protagonisti delle fortune del Vigneto Friuli anni ‘60-’90. Ma c’erano anche rappresentanti della generazione successiva e tuttora sulla breccia, alcuni pure di Scuola Conegliano ed altri ex ITAS “Paolino d’Aquileia” di Cividale. C’era anche il futuro, cioè l’enologia in jeans, gli under 30, con significativa rappresentanza di ‘quote rosa’.”


Così Claudio Fabbro nella sua impeccabile relazione. Visibilmente soddisfatti sia il consigliere nazionale Daniele
Calzavara sia il presidente di Assoenologi FVG Rodolfo Rizzi e il vice Roberto Marcolini. Sintetica ma esaustiva
l’illustrazione dei momenti più significativi di un anno di intensa attività, ottenuti proprio dall’armonia che
caratterizza il Comitato di Sezione (rinnovato il 15 marzo 2013 e in carica fino alla prossima assemblea 2016) e dalla
precisa assegnazione di deleghe a tutti i componenti, coordinati da un segretario instancabile e apprezzato
come Sergio Schinella. Fra gli ospiti il Sindaco di Buttrio, Giorgio Sincerotto e il delegato regionale FVG dell’Associazione Nazionale Città del Vino, Tiziano Venturini, oltre ad Accademici della Vite e del Vino, dei Georgofili, sommelier, assaggiatori ONAV e Nobili del Ducato dei Vini Friulani.


La “Serata degli auguri” è stata occasione propizia per anticipare quanto già in programmazione per il 2016
dall’Assoenologi Nazionale, con il coinvolgimento delle Sezioni e garantendo un filo diretto con il Ministero Risorse
Agricole che del Comitato Nazionale Vini DOC presieduto dal dr. Martelli. Rodolfo Rizzi, presidente Assoenologi FVG,
ha sottolineato come “l’enologo svolge un ruolo centralenella filiera del vino e vuole e deve essere garante della
sua qualità. Sui prossimi appuntamenti continuiamo a dire sì con convinzione all’istituzione della Doc Friuli
Venezia Giulia e alla Doc interregionale del Pinot grigio e vediamo con favore la realizzazione della prima Doc
transfrontaliera per quanto riguarda il Terrano”.
Presente a Buttrio anche il direttore dell’ICQRF di Conegliano Veneto, dr. GianLuca Fregolent, che nell’occasione
ha voluto riassumere, con efficace semplicità, una serie di problematiche del mondo del vino ribadendo il concetto
che la presenza fisica, insieme agli imprenditori, di chi ha competenza in materia di prevenzione vale molto di più di
tante aride circolari (e comunque l’applicativo della dematerializzazione dei registri di cantina sarà pronto solo per
Vinitaly 2016).

Matteo Lovo ha rappresentato brillantemente i giovani di recente iscrizione all’associazione regionale
che si avvia alle 300 unità, riferendo anche dell’impegnativo lavoro dedicato, insieme ai consiglieri Egon Vazzoler, Robert Figelj, Gino Vendrame, Roberto Michelini e Ivan Molaro alle degustazioni per le selezioni dei vini in numerosi eventi. Applausi anche a Nicola Biasi, giovane ma già affermato “ambasciatore” del Friuli a Montalcino, che ha riassunto nel suo intervento lo stato dell’arte dell’enologia storica della Toscana. È stata anche ricordata la proficua collaborazione con il Ducato dei Vini Friulani, Università, Polstrada e responsabili della sanità, per l’educazione degli
studenti a un bere consapevole.

Un commovente ricordo è andato, sempre da parte dell’infaticabile Claudio Fabbro, ai soci “andati avanti” nel 2015: Cesario Grassi, Francesco Boschi e l’indimenticabile Maestro di tante generazioni di enotecnici in Conegliano, prof. Carlo Miconi.

Sinceri e meritati gli applausi finali alla famiglia Meroi e allo staff de “Il Parco” per un menu abbinato a bollicine,
vini fermi e passiti sapientemente selezionati dall’enologo Paolo Valdesolo – ringraziato dal presidente Rizzi “per
una vita dedicata alla Sezione, anche in seno al Consiglio nazionale” – da cantine del Veneto, Marche, Alto Adige,
senza dimenticare le aree del Chianti e delle Langhe con il Barolo. Ringraziamento speciale a Photolife per la bella
foto di gruppo.

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Anche una DDV friulana nel nuovo Consiglio Nazionale

Rinnovato recentemente il Consiglio Direttivo dell'Associazione Nazionale Le Donne Del Vino. Resterà in carica per il triennio 2016-2019. Fra le dodici componenti, che a gennaio
voteranno la nuova presidente nazionale, c'è anche una DDV friulana, Antonella Cantarutti.
Come o quando hai deciso di candidarti?

L’esperienza dell’incontro con le DDV all’Expò a Milano è stata molto gratificante, in seguito diverse circostanze hanno fatto maturare l’idea, in maniera spontanea. Anche la possibilità di mettermi in gioco e di poter iniziare una nuova sfida ha condizionato la mia scelta.


Quale è stato il punto di forza della tua campagna promozionale?
La conoscenza personale di molte amiche DDV della nostra Delegazione, ma anche di altre regioni, che ho avuto modo di incontrare in tutti gli anni del mio lavoro per l’azienda di famiglia.
C'è qualcuno in particolare che desideri ringraziare?
Tutte le amiche Donne del Vino che mi hanno sostenuto sin dall’inizio con entusiasmo, ritenendo importante riuscire a ottenere una rappresentante nazionale per una regione significativa nel mondo del vino come il Friuli Venezia Giulia.
Quali sono le priorità per cui vuoi impegnarti in direttivo?
Sicuramente, essendo una new entry, entrerò in punta di piedi per cogliere tutti gli aspetti positivi e propositivi, in seguito potrò definire i miei impegni che saranno condivisi con le altre socie. Infatti alla "cena degli auguri" ho voluto chiedere il sostegno e la collaborazione di tutto il gruppo regionale, in sinergia, per un percorso da fare assieme.

Come vedi il ruolo di una associazione femminile in un mondo enologico tradizionalmente maschile?
Ritengo il punto di vista femminile all’avanguardia con possibilità reali di parametrarsi al mondo maschile. La nostra Delegazione regionale conta settantadue socie, terza dopo Piemonte e Lombardia per numero di iscritte. Penso che insieme potremo creare un evento per far conoscere e apprezzare le singole realtà professionali coinvolte.
Facciamo un brindisi con il tuo vino preferito....
Per me ogni vino ha un significato e traduce un sentimento in una determinata circostanza. In questo caso scelgo un pinot nero 100% metodo classico, esuberante e spumeggiante, che mi auguro possa esprimere al meglio questo nuovo impegno, che dalla tradizione familiare friulana guarda al futuro con speranza e ottimismo. In un mondo al quale cerchiamo di apportare la nostra sensibilità, il nostro punto di vista, con determinazione e concretezza.

L’Associazione Nazionale Le Donne Del Vino è costituita da produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier
e giornaliste che, attraverso la loro attività, promuovono in tutta Italia la cultura del vino nel senso più
ampio. L’Associazione conta oltre settecento iscritte, rappresentate da tutte le componenti della filiera
vitivinicola e gastronomica. Formatasi nel 1988, l’Associazione è attualmente uno dei sodalizi più attivi,
vivaci e riconosciuti nel vasto scenario dell’enogastronomia ed è tra le espressioni più interessan

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Vini naturali d'Italia e d'Europa a Genova in febbraio


Domenica 7 e lunedì 8 febbraio 2016 l’Associazione VinNatur accoglierà appassionati ed esperti nel cuore di Genova, con 70 viticoltori, oltre 300 vini e tipicità gastronomiche liguri. L'Associazione Viticoltori Naturali ha incoronato la Liguria quale regione privilegiata per  inaugurare ufficialmente la stagione di eventi aperti al pubblico e quest’anno, per la seconda volta, accoglierà appassionati, curiosi ed esperti del vino naturale nella superba GENOVA. DOMENICA 7 E LUNEDÌ 8 FEBBRAIO 2016 dalle 11 alle 18 il PALAZZO DELLA BORSA VALORI, in Piazza De Ferrari, aprirà le porte al mondo del vino naturale. Oltre 70 saranno i vignaioli provenienti da 14 regioni italiane, da Francia, Portogallo e Slovenia.
La quota di ingresso è di 15,00 € comprensive di calice da degustazione e catalogo.
Ciascuno dei produttori presenti ha scelto di coltivare le sue viti e di vinificare il suo vino secondo il protocollo VinNatur che abolisce l’uso di pesticidi, diserbanti e concimi di derivazione chimica, sia per il terreno che per le viti, con l’obiettivo di produrre vino attraverso un’agricoltura sana e rispettosa della natura e dell’uomo.

La felice collaborazione con la CAMERA DI COMMERCIO di GENOVA consente all’Associazione VinNatur di accogliere i visitatori in una sede dalla bellezza unica. I banchi d’assaggio saranno posizionati all’interno della spettacolare Sala delle Grida, dove un tempo avvenivano le contrattazioni, in stile liberty come l’intero edificio, con grande sfarzo di marmi pregiati  e vetrate decorate.
 
Si rinnova anche il rapporto fra i Vinnatur Genova e l’Istituto Professionale Statale per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera Marco Polo, i cui giovani studenti garantiranno come sempre un servizio professionale e attento nel corso dell’evento.


Info in breve
Date: domenica 7 e lunedì 8 febbraio 2016
Luogo: Palazzo della Borsa Valori - Piazza De Ferrari - Genova
Orari: entrambi i giorni dalle ore 11 alle 18
Quota ingresso: Euro 15,00 catalogo e calice da degustazione inclusi
Per chi arriva in treno: la metropolitana è la via più comoda, giorni feriali corse ogni 7/8 min, festivi ogni 9/13 minuti
da stazione Genova Brignole: Metro direz. Brin, fermata De Ferrari. Oppure  autobus 18 e 18 barrato, fermata via XX settembre
da stazione Genova Principe: Metro direz. Brignole, fermata De Ferrari. Oppure autobus 35 o 35 barrato, fermata via XX settembre.
Da Brignole a piedi in 15 minuti con una passeggiata lungo la via XX Settembre.
Per chi arriva in auto: comodi parcheggi nelle vicinanze, sotterranei Piccapietra (Largo San Giuseppe), City Park (via D’Annunzio). In superficie Park Vittoria (Piazza della Vittoria) e Carignano (Piazza di Carignano).

Info su  - FaceBook http://www.facebook.com/vinnatur?fref=ts - Twitter: @VinNatur
 


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Con 5 Star wines Vinitaly cambia il modo di valutare i vini

Giudici specializzati per aree produttive, in grado di comprendere la qualità sulla base delle specifiche peculiarità del luogo di origine dei vini e valore espresso in centesimi: sono queste le principali innovazioni proposte dal nuovo premio, ma non le sole. Con 5 Star Wines, Vinitaly offre ai vini che supereranno i 90 punti uno strumento di marketing estremamente moderno ed efficace, perché comprensibile e riconoscibile dai consumatori di tutto il mondo.

Con un logo geometrico, moderno, che ricorda stilizzata l’Arena di Verona, contenente il punteggio ottenuto espresso in centesimi, studiato per essere applicato alla bottiglia ed essere ben visibile da diverse angolazioni, il Premio 5 Star Wines, che rappresenta l'evoluzione, dopo 22 edizioni, del Concorso Enologico Internazionale, si presenta nuovo esteriormente e nella sostanza.

Con il nuovo premio (1-3 aprile 2016) non ci saranno più primi, secondi e terzi posti con medaglie d'oro, d'argento e di bronzo, e nemmeno gran menzioni, ma solo la dichiarazione del punteggio ottenuto, a patto che sia uguale o superiore a 90 centesimi. Leggi di più QUI

Questo renderà più trasparente il rapporto con il mercato, dove a un premio corrisponde un valore reale, immediatamente codificabile dal consumatore e dai buyer. Per rendere ancora più qualitativa e oggettiva la valutazione, le commissioni, formate da esperti internazionali coordinati da Ian D'Agata (Direttore Scientifico di Vinitaly International Academy con 15 anni di esperienza nei più importanti concorsi enologici, tra cui l'International Wine Challenge e il Decanter World Wine Awards, anche come panel chairman) saranno divise per macro aree: ad esempio Stati Uniti/Canada, Sud America, Francia, Germania/Austria, Italia (quest’ultima articolata per zone di produzione) e Cina. Ciò significa che ogni campione, qualsiasi sia la sua origine, potrà contare su un giudizio basato sull'effettiva conoscenza degli specifici vini e delle area geografica di provenienza.

Già definito l’elenco dei general chairmen e dei panel chairmen, composto da Master of Wine, Master of Sommelier, sommelier pluripremiati e giornalisti esperti. Leggi di più QUI.

Sono confermati, invece, i Premi Speciali pensati per dare un riconoscimento alle aziende che maggiormente si distingueranno: oltre al Premio Gran Vinitaly (assegnato alle due aziende, una italiana e una estera, che conquisteranno i punteggi più alti), si aggiungono il Trofeo Vino Bianco, il Trofeo Vino Rosso, il Trofeo Vino Rosato, il Trofeo Vino Frizzante, il Trofeo Vino Dolce e il Trofeo Vino Spumante.

Il Premio 5 Star Wines diventa così per i vini premiati una garanzia di qualità riconoscibile in tutto il mondo, spendibile dalle cantine per il proprio marketing. I vini vincitori del Premio Internazionale Vinitaly – 5 Star Wines, inoltre, saranno presentati durante apposite degustazioni inserite nell’ambito di eventi organizzati nel corso di Vinitaly e Vinitaly International.

Anche la scelta delle data, dall'1 al 3 aprile 2016 a pochi giorni dell’apertura di Vinitaly (10-13 aprile 2016 – www.vinitaly.com), permette alle aziende vincitrici di presentare i propri prodotti comunicando i premi ottenuti ai buyer, che possono così avere uno strumento immediato per scegliere tra le nuove produzioni.

L'apertura delle iscrizioni e il ricevimento campioni deve avvenire tra l'1 febbraio e il 18 marzo 2016.

Ulteriori informazioni QUI

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Cinelli Colombini nuova presidente nazionale associazione Le donne del vino


Donatella Cinelli Colombini, nuova presidente dell'associazione Le donne del vino con la past president Elena MartuscielloDonatella Cinelli Colombini, nuova presidente dell'associazione Le donne del vino con la past president Elena Martusciello

Sarà Donatella Cinelli Colombini della cantina Casato Prime Donne di Montalcino a guidare per il triennio 2016-2019 le Donne del Vino italiane- associazione che riunisce produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste che, in tutta Italia, con la loro attività promuovono la cultura del vino.
Eletta nel corso del Consiglio tenutosi il 14 gennaio 2016 nella sede milanese dell’Associazione, Donatella ha ringraziato le consigliere per la fiducia accordatale e ha assicurato il massimo impegno nel suo nuovo ruolo. Cinelli Colombini sostituisce Elena Martusciello che ha guidato l’Associazione dal 2010 a oggi.

Nata in una delle famiglie produttrici di Brunello di Montalcino, Donatella Cinelli Colombini ha guidato fino al 2001 il Movimento Turismo del Vino del quale è stata socia fondatrice e dove ha creato e promosso sia  l’evento Cantine Aperte, che si tiene ogni anno nell'ultima domenica di maggio, sia Calici di Stelle, che si svolge nel mese di agosto. Due importanti appuntamenti che riscuotono sempre più successo e che, anno dopo anno, hanno decretato il successo del turismo enogastronomico che oggi riguarda più di cinque milioni di follower.

Cinelli Colombini nel 1998 ha fondato la sua azienda, che ha voluto chiamare Casato Prime Donne, e dove ha creato un progetto e un premio legati alla valorizzazione del ruolo femminile nel settore enologico.
Dal 2001 al 2011 è stata Assessore al Turismo nel comune di Siena dove ha ideato e supportato il programma Trekking Urbano, una forma di turismo sportivo in città a cui viene annualmente dedicata una giornata nazionale in oltre 30 capoluoghi di provincia italiani. Dal 2013 è Presidente del Consorzio del vino Orcia e membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Vino Brunello di Montalcino.

Una così vasta esperienza nel settore vitivinicolo non potrà che portare beneficio all'Associazione Le Donne del Vino della quale Donatella è stata vice presidente dal 2013 a oggi.

“Sono molto soddisfatta di essere stata nominata Presidente di questa importante Associazione – dichiara Donatella Cinelli Colombini – e dedicherò tutto il mio impegno nella rivalorizzazione delle delegazioni regionali e della figura femminile nel settore vitivinicolo. Il vino appartiene alla storia della mia famiglia e mia personale, motivo in più per affrontare con entusiasmo e ottimismo le sfide e le opportunità che questo nuovo incarico mi offriranno”.

Alla vice presidenza è stata riconfermata Maria Cristini Ascheri dell’omonima cantina piemontese e sono state elette Nadia Zenato della veronese Cantina Zenato e Daniela Mastroberardino dell’azienda campana Terredora.

Il nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione risulta così formato: Marilisa Allegrini (Veneto), Valentina Argiolas (Sardegna), Maria Cristina Ascheri (Piemonte), Pia Berlucchi (Lombardia), Antonella Cantarutti (Friuli Venezia-Giulia), Donatella Cinelli Colombini (Toscana), Paola Longo (Lombardia), Michela Marenco (Piemonte), Daniela Mastroberardino (Campania), Marina Ramasso (Piemonte), Sabrina Soloperto (Puglia), Nadia Zenato (Veneto).

L’Associazione Le Donne del Vino è nata nel 1988 grazie alla produttrice toscana Elisabetta Tognana, e conta oggi quasi settecento iscritte che rappresentano tutte le categorie della filiera vitivinicola: dal vigneto alla cantina, dalla ristorazione alla comunicazione. E’ uno dei sodalizi più attivi e vivaci nel vasto scenario enogastronomico ed è tra le espressioni più interessanti dell’imprenditoria femminile.

La presentazione ufficiale della nuova Presidente avverrà nel corso di Vinitaly che si terrà dal dal 10 al 13 aprile di quest'anno.

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Terra magica documentario sui produttori amici di Collio e Brda

Nel mese di dicembre 2015, a Villa Vipolže nel Brda, è stato presentato un film documentario di Jure Breceljnik dal titolo “Terra Magica”. Il film presenta produttori vitivinicoli e amci, che hanno contribuito a portare il nome del Brda – Collio nel mondo. https://vimeo.com/122245502 Produttori sloveni e italiani, amici, legati da una terra che guardano con orgoglio la storia delle colline del Goriška Brda e del Collio, dove la vite cresce da sempre. Il film segue i produttori attraverso il loro lavoro sulle verdi colline tra vigneti e cantine. Presenta la loro filosofia, gli inizi dell'attività  e viaggia attraverso il mondo. I vignetii si trovano sia nella parte italiana chiamata Collio come nella parte slovena  chiamata Goriška Brda, senza alcun riguardo per le differenze politiche o statali. Una regione in due paesi, Collio e Brda, sono sinonimi, che rappresentano probabilmente una delle migliori regioni vinicole al mondo per i vini bianchi.

Terra Magica è l’ultima opera del regista sloveno Jure Breceljnik.

I produttori presenti nel documentario “Terra Magica” sono:
•    Aleš Kristančič, Movia Wines
•    Marjan Simčič, Marjan Simčič Wines
•    Aleks Simčič, Edi Simčič Wines
•    Marko Skočaj, Dolfo Wines
•    Stojan Ščurek, Ščurek Wines
•    Matjaž Četrtič, Ferdinand Wines
•    Joško Gravner, Gravner Wines
•    Stanko Radikon, Radikon Wines
•    Robert Prinčič, Gradisciutta Wines
•    Radko Pulec, Pulec Wines
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Collio Brda Brda Collio: nuova polemica sui nomi

Continuano le diatribe sui nomi (e non solo) al confine (ex confine) Italia Slovenia: della questione Terrano Teran vi abbiamo ampiamente informato qui sul quotidiano on line; noi da parte nostra abbiamo cercato di provocare un nuovo casus con l'articolo sulla rosa di Salcano vs rosa di Gorizia.

Dentro sono descritte storie di 10 produttori ed è scritto Brda-collio perché sono produttori di entrambe le parti. Ora la nuova querelle sul Brda (Collio sloveno) che si vuole appropriare del nome Collio (l'immagine è presa dal sito www.claudiofabbro.it) Siamo andati alla fonte e, grazie alla segnalazione di Barbara Repous, vi linkiamo alla notizia sulla tv slovena. Qui al link Vimeo il trailer del film documentario https://vimeo.com/122245502 film dove si racconta di 10 produttori di vino del Brda (Collio Sloveno) e del Collio, che vivono e lavorano da una parte e dall'altra del confine.

Leggi anche Terra magica documentario sui produttori amici di Collio e Brda

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