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COLLIO & BRDA PATRIMONIO DELL’UNESCO?

DA sx: Venturini, Shaurli, Fasiolo, Sergon, FabbroDA sx: Venturini, Shaurli, Fasiolo, Sergon, Fabbro

COLLIO & BRDA PATRIMONIO DELL’UNESCO? Se ne è parlato a Capriva del Friuli il 6 agosto 2016 nell'ambito di Calici di Stelle. Il percorso lungo e faticoso verso la tentativ list di Parigi è ufficialmente partito. Il Sindaco Daniele Sergon ha dato il via a una tavola rotonda dove non è voluto mancare proprio nessuno, e proprio per il livello degli amici che sono intervenuti, il Sindaco Sergon è fiducioso nel percorso intrapreso: con istituzioni, interessi economici e associazionismo insieme questa terra può sognare il traguardo Unesco. L’unicità paesaggistica, culturale, storica e culinaria sono i presupposti perché questa terra meriti di essere riconosciuta patrimonio  mondiale dell’umanità, e chissà, magari la sua gente, gente unica appunto, possa avere finalmente un riconoscimento ufficiale per quello che hanno dovuto subire negli scorsi decenni per un confine messo dall’uomo a dividere una terra unica, il Collio Brda. A moderare la serata Claudio Fabbro, amico e conoscitore del Collio Brda come nessuno che ha magistralmente condotto il dibattito sotto le stelle.  Sono intervenuti anche Diego Bernardis Sindaco di Dolegna del Collio, Elisa Trani del Club per l’Unesco di Gorizia, Consigliere delegato dal Presidente per il progetto di candidatura, Franco Bocchieri Icomos Italia, Vice Presidente responsabile nord Italia, Robert Princic Presidente del Consorzio Collio, Tina Novak Samec Direttrice Istituto per il Turismo, Cultura Gioventù e Sport Comune di Brda, Mara Černic Vice Presidente della Provincia di Gorizia con delega al Turismo, Tiziano Venturini coordinatore regionale Città del Vino. Conclusioni di Laura Fasiolo Senatrice e membro della Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare e di Cristiano Shaurli Assessore Regionale alle Risorse Agricole e Forestali. L’Assessore Regionale Shaurli ha indicato alcuni step da perseguire nel brevissimo tempo, già raccolti dai Sindaci che a breve si incontreranno. Il lavoro  di squadra è fondamentale, ed ecco perche a Capriva si sono riunite anche molte associazioni di promozione turistica del territorio, chiamate a dare ognuna il proprio apporto al Sindaco caprivese.

Claudio Fabbro fra Mara Cernic e Tina Samec NovakClaudio Fabbro fra Mara Cernic e Tina Samec Novak

“Un sentito ringraziamento – sottolinea il Sindaco di Capriva Daniele Sergon- a tutti coloro che hanno partecipato e che hanno voluto venire a farci visita a Calici di Stelle Capriva del Friuli. E' stata una splendida serata all'insegna del Collio Brda, terra unica, per paesaggio, cultura rurale, storia, cucina, gente e tradizione. Abbiamo voluto che questo percorso iniziasse assieme a molti amici da Capriva del Friuli e dalle istituzioni unite. Senato della Repubblica Italiana con la Senatrice Laura Fasiolo, Regione Friuli Venezia Giulia con l'Assessore Cristiano Shaurli, Provincia di Gorizia con il vice Presidente Mara Cernic, Comuni del Collio Brda con i suoi Sindaci o delegati: Gorizia, Brda, Cormons, Dolegna del Collio, San Lorenzo Isontino, Farra d'Isonzo, Mossa, la Protezione Civile comunale, Città del Vino FVG, Movimento Turismo del Vino, Icomos, Culb Unesco, Camera di Commercio di Gorizia, Prefettura, Coldiretti..Un grazie ai partner come APT Gorizia, Promo Turismo FVG, Consorzio Collio, Comitato Pro Loco FVG ed alle associazioni che hanno voluto partecipare attivamente alla serata, Collio Bike Team, ONAV Gorizia, Go Rural Woman in Collio, Welcome to Preval, Associazione Incanto per citarne solo alcune. Alla Pro Loco Capriva.it e Autoktona il compito di dare eleganza, qualità e professionalità ai calici sotto le stelle, con le Aziende Agricole Pizzulin, Blazic, Korsic, Humar, Sinefinis e le caprivesi Castello di Spessa, Coceani, Conti Attems, Budignac, Orzan, Pighin, Roncus, Schiopetto, Russiz Superiore, Russian, Villa Russiz, Vidussi, queste ultime riunite tutte quante sotto un unico gazebo. Al Panificio Artigianale Iordan Forno Storico di Capriva del Friuli, al Prosciutto crudo D'Osvaldo e ai formaggi Zoff di Cormons il compito di completare l'offerta enoturistica. La sorpresa del gruppo Cinque uomini sulla cassa del morto è stata la ciliegina sulla torta della serata nell'arena del centro civico abbellita dagli addobbi floreali del negozio di Consuelo Alt adiacente. Come detto, istituzioni pubbliche, interessi economici privati e il volontariato associazionistico insieme sono la formula vincente. Grazie – conclude Sergon- mandi alla prossima iniziativa...Collio Brda “.

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Da richiedere entro il 10 agosto il coupon promozionale per Calici di Stelle

Calici di Stelle a Grado e Aquileia - organizzato dal Movimento Turismo del Vino FVG - si svolgerà il 12 e 13 agosto 2016. Lo speciale coupon promozionale per entrare in due a prezzo scontato va richiesto QUI entro il 10 agosto. L’accesso alle degustazioni comprende l’assaggio libero di tutti i vini proposti e 5 abbinamenti gastronomici. Durante le serate di Grado potrete chiedere consiglio sugli abbinamenti vino cibo a Mario Zuliani, esperto enologo; a Rita Pugnetti, del ristorante Ai Nove Castelli di Faedis e a Federico Mariutti dell’Osteria Turlonia di Praturlone di Fiume Veneto. Presso il Ristorante Antiche Terme / ingresso principale della spiaggia dalle 20.00 alle 24.00 potrete degustare


    VINI
    Conte d'Attimis Maniago: Friulano DOC FCO 2015, Malvasia DOC FCO 2013, Picolit DOC FCO 2011, Pignolo DOC FCO 2008, Ribula Spumante Brut
    Ferrin Paolo: Friulano DOC Friuli Grave, Pinot Grigio IGT Venezia Giulia 2015, Plebis Rosae vino spumante rosè Extra Dry, Rivus vino spumante bianco Extra Dry, Rosso Majon Refosco p.r. IGT V.G. 2013, Varamus Merlot IGT V.G. 2014
    La Cortine: Pinot Grigio IGP delle Venezie, Prosecco, Prosecco-Ribolla IGP delle Venezie, Refosco IGP delle Venezie
    Luca Fedele: Malvasia 2015, Pinot Grigio 2015, Refosco 2014, Rosato 2015, Spumante Verduzzo Extra Dry 2015
    Petrucco: Cabernet Franc DOC FCO 2014, Friulano DOC FCO 2015, Malvasia DOC FCO 2015, Pinot Bianco DOC FCO 2015
    Rodaro Paolo: Brut Nature Metodo Classico Rodaro, Malvasia Rodaro DOC FCO 2015
    Ronchi San Giuseppe: Franconia IGT Venezia Giulia 2015, Friulano DOC FCO 2015, Sauvignon DOC FCO 2015, Schioppettino DOC FCO 2014, Spumante Ribolla Gialla Brut
    Stanig: Friulano DOC FCO 2015, Sauvignon DOC FCO 2015, Schioppettino di Prepotto DOC FCO 2011, Spumante Ribolla Gialla 2015
    Tenuta Borgo Conventi: Friulano DOC Collio 2015, Pinot Grigio DOC Collio 2015, Ribolla Gialla DOC Collio 2015, Sauvignon DOC Collio 2015

    CIBO

    Carpaccio di manzo marinato con stracciatella di Burrata d’Aviano e olio dei Dogi
    Carpaccio di spada affumicato con julienne di zucchine marinate
    Insalatina con misticanza di erbe aromatiche, lonzino San Marco marinato e scaglie di stravecchio di Venzone
    Salmone Sokeye con mousse di ricotta alle erbe aromatiche
    Tartare di spada al passion fruit e velo d’ananas
    Riso bicolore (venere e basmati) alle verdurine dell'orto con olio d'oliva
    Panna cotta allo zafferano di San Quirino e salsa di mirtilli
    Prosciutto crudo Dorth 1931 e  Montasio Fresco e Stravecchio Latteria di Venzone

Intrattenimento musicale con le note jazz del “TriBlend Project” sabato 13 agosto: Letizia Felluga alla voce, Alessandro Scolz alla tastiera e Mario Castenetto alle percussioni.

Gratuitamente si potranno effettuare con il fummelier Marco Prato del Club Amici del Toscano® degustazioni del "Rinomato Sigaro Italiano" in abbinamento a prodotti di qualità tra cui cioccolato di Modica.

Memo: sabato 13 agosto, a Grado si svolgerà il tradizionale Air Show con le spettacolari acrobazie delle Frecce Tricolori alle 17.

Ulteriori informazioni QUI


 

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Abbiamo assaggiato il primo gin friulano

Federico Cremasco creatore del primo gin friulanoFederico Cremasco creatore del primo gin friulano

Se la nuova tendenza del mercato degli spiriti è quella del legame con il territorio, il FVG c’è. Basta andare a trovare il barman (e alchimista) quarantenne, Federico Cremasco, in quel di Spilimbergo. Dopo alcuni anni di studio e progettazione, nel
2015 ha creato la ricetta e dato avvio alla produzione del primo gin “Made in FVG”, la prima preparazione di un trittico liquoroso che si ispira al mix del famoso cocktail “Negroni”: gin, vermut e bitter.

Ed è commercializzata da Fred Jerbis, in tutta Italia. «Forse non c’è una grande consapevolezza – spiega Cremasco –, ma il Friuli Venezia Giulia e l’Italia vantano una grande tradizione liquoristica. Il territorio offre molte potenzialità a chi lo sa guardare con attenzione e competenza». Ed è quello che ha fatto lui, forte della sua passione lavorativa e della conoscenza del mercato moderno e dell’evoluzione dei gusti, nonché coltivatore diretto di piante aromatiche e officinali a Travesio. E tra le tendenze attuali, c’è la riscoperta del gin che, all’Hemingway, cocktail bar di Cremasco, a Polcenigo, si esprime con un’offerta di ben 90 etichette diverse.

Il gin “43” di Fred Jerbis (prodotto artigianale “tirato” in 3.000 bottiglie da 500 ml, nel primo anno di commercializzazione), ha una colorazione giallo-paglierina data dall’infusione a freddo di fiori d’arancio e zafferano, gradazione alcolica di 43 gradi ed è composto da 43 erbe italiane (il 50% raccolte in regione). Potrebbe essere etichettato come un gin cold compound, un gin fatto per infusione a freddo, senza seconda distillazione. In pratica, al distillato base di cereali e ginepro si uniscono successivamente le altre botaniche a macerare per una decina di giorni. Ma in realtà la sua lavorazione è più complessa. Il ginepro proviene dall’Umbria, la sua distillazione viene fatta ad Aiello e l'imbottigliamento e confezionamento degli ingredienti, a Spilimbergo.

La ricetta “segreta” è stata recuperata da un libro di un aromatiere italiano di inizio Novecento e dà origine a un gin erbaceo e agrumato che si può consumare anche liscio, con qualche cubetto di ghiaccio, oppure con l’acqua tonica o miscelato in cocktail. La stessa filosofia di progetto è stata applicata  per la creazione e produzione del vermut “25” (18 gradi, con colore bruno carico e un gusto erbaceo delicato ma persistente), con 25 erbe e il Verduzzo friulano del Collio e al bitter “34” (25 gradi, profumo rotondo, tonalità aranciate e gusto erbaceo delicato) con altrettante erbe. Questi ultimi due prodotti vengono imbottigliati in confezioni da 700 ml.

«Decisamente i nostri prodotti si possono definire artigianali e vanno spiegati e capiti – aggiunge il barman –. L’obiettivo è quello di entrare e restare in una nicchia degli spiriti italiani di qualità, di fascia medio-alta e, per ora, ci rivolgiamo esclusivamente ai bar. Attualmente stiamo lavorando a un nuovo prodotto che è il bitter aromatico, ma non abbiamo fretta…».

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Saranno Calici di Festa. Più controlli e sicurezza nelle Città del Vino

L’Associazione Nazionale Città del Vino scrive ai sindaci per invitarli ad adottare misure rinforzate di vigilanza, soprattutto laddove si prevede grande concentrazione di pubblico. Tanta musica, arte e cultura nel programma dell’edizione 2016, online sul sito delle Città del Vino, regione per regione.  In Toscana, Veneto e Lombardia il più alto numero di eventi di piazza, ma anche grande attivismo della Sardegna per vincere la “gara tra le isole” con la Sicilia per l’alta partecipazione dei Comuni. E sono significative le attività dedicate ai temi del consumo consapevole.

Come ogni anno i vigili urbani e le forze dell’ordine saranno in piazza per garantire che tutto proceda al meglio durante Calici di Stelle, ma quest’estate sarà rinforzata la vigilanza sulla manifestazione in programma in tutta Italia, in 140 Città del Vino, la notte del 10 agosto (in tanti Comuni anche prima e dopo il 10).  L’Associazione Nazionale Città del Vino sollecita infatti un maggior impegno sulla sicurezza e sul controllo dell’ordine pubblico per garantire il regolare e pacifico svolgimento della festa.

Numerose le iniziative in calendario. Tantissima musica, centinaia di degustazioni e poi spettacoli teatrali, osservazione delle stelle con i telescopi dell’Unione Italiana Astrofili e pure iniziative dedicate ai temi del dialogo, della cultura, della non violenza. A Petruro Irpino (Av) il Comune e Città del Vino abbracciano gli scopi sociali dell’Associazione “No vuol dire No”. A Sennori (Sassari) “La Festa si Tinge di Rosso” per onorare le donne vittime di femminicidio, mentre a Sant’Arcangelo di Romagna (Ri) il tema di Calici di Stelle sarà “Bere Bene con Moderazione”. A Siena, infine, per coinvolgere la terza età è prevista un’anteprima in collaborazione con l’azienda ASP e la coop Mediterranea Onlus, il 9 agosto al “Campansi”, dove dalle 18 alle 20 alcuni rappresentanti del Comune e di Città del Vino incontreranno gli ospiti della residenza per un brindisi inaugurale.

Il programma, ricchissimo, variegato, pieno di spunti per un fine settimana di puro enoturismo, è pubblicato in dettaglio regione per regione sul sito di Città del Vino.

La manifestazione che è organizzata dal Movimento Turismo del Vino.

“Quest’anno le Città del Vino saranno ancora più numerose – esulta il presidente dell’Associazione, Floriano Zambon -. Una festa così importante, che convoglierà in 140 Comuni oltre un milione di persone, è una grande prova di forza del turismo del vino italiano, un fenomeno che non è una sagra del mangiare e bere ma un volano di sviluppo economico per tanti territori minori, che magari soffrono la marginalità geografica rispetto ai grandi centri, ma con un potenziale che può portare un incremento di ricchezza all’Italia intera e un messaggio da veicolare sulla qualità. Una qualità che si fa globale e omnicomprensiva: dell’ambiente, dello stile di vita, della cultura e dei rapporti tra le persone” .

Nell'immagine il programma del Movimento Turismo del Vino FVG pubblicato sul mensile qbquantobasta numero di agosto.

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Alcuni dati sulle donne consumatrici di vino

Dal sito dell'Associazione Le donne del vino, associazione di cui mi onoro di fare parte, vi ripropongo alcuni dati interessanti relativi a una ricerca su vino e donne curata dal prof. Gabriele Micozzi su incarico del Consorzio Vini Piceni e realizzata dallo spin off dell'Università Politecnica delle Marche.  Fra le donne diplomate o laureate (85%) emerge l'esigenza di etichette più esplicative su abbinamenti e storia del vino.  E una retro etichetta convincente influenza la decisione di un vino al ristorante addirittura più del prezzo. L'84% del campione si dichiara disposta ad approfondire la conoscenza del vino con un corso; per il 22% è più interessata allo story telling del contadino che alle spiegazioni di giornalisti e dei sommelier (rispettivamente 13 e 12%). Interessante il giudizio sugli uomini bevitori di vino: il 32% li giudica colti, il 26% interessanti, il 24%  divertenti (gli astemi risultano piuttosto noiosi). Alla domanda: "secondo lei è più interessante l’uomo che beve: vino, birra, cocktail, acqua …?" il vino vince con il 70% di preferenze.
Secondo lo studio di Micozzi tra le denominazioni italiane più emozionanti c'è il Brunello, seguito da Amarone e Franciacorta; per i momenti più intimi stravincono le bollicine. Le consumatrici di vino sono quasi tutte in favore dei vitigni autoctoni (84%) rispetto a quelli internazionali (16%). E con gradazione più bassa.

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Concluso l'iter ministeriale per la DOC Friuli

Concluso l'iter ministeriale per la DOC Friuli, denominazione unica regionale per i vini prodotti in Friuli Venezia Giulia. Il provvedimento ministeriale è stato inviato alla Commissione europea per la conferma definitiva: la Regione intanto ha richiesto la possibilità di etichettatura provvisoria per la vendemmia 2016. Il Consorzio delle Doc FVG aveva formulato la domanda nel maggio del 2015 - avviando così l’iter burocratico per l’ottenimento della nuova denominazione.
Nuova denominazione che va ad aggiungersi alle otto DOC storiche.

I produttori potranno scegliere se continuare a produrre con la Doc storica oppure optare per la Doc unica, utile a fini commerciali per chi pensa a una seconda linea di prodotto, o per ridurre l’uso dell’Igt o per rivendicare maggiori quantità di prodotto. Tutti i vitigni, eccetto gli autoctoni, potranno essere rivendicati per la Doc unica.

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Cozze di Cesenatico e bollicine di Famoso Rambëla

Cozze di Cesenatico e bollicine di Famoso Rambëla: accoppiata vincente. Appuntamento il 29, 30 e 31 luglio 2016 a Cesenatico, in piazza Ciceruacchio dalle 19 alle 24, Le cozze sono quelle locali allevate al largo della città del portio canale leonardesco, le bollicine sono quelle  del “Rambëla”, un vino bianco dalle origini antiche, prodotto con il 100% di uve da Vitigno Famoso da alcuni dei soci del Consorzio Il Bagnacavallo, già da diversi anni impegnato nella valorizzazione del rosso “Bursôn”.

I pescatori cucineranno le cozze alla marinara direttamente sui pescherecci attraccati alla banchina, mentre le cantine del Consorzio Il Bagnacavallo abbineranno le bollicine del “Famoso Rambëla” Brut, Extra dry e Demi Sec o in alternativa la variante ferma del vino. I Sommelier di Aspi Romagna proporranno anche abbinamenti e degustazioni con altre bollicine nazionali, per un interessante confronto con quelle romagnole. I ristoranti del porto canale proporranno, inoltre, piatti a base di cozze e menù a tema.


grappoli del vitigno autoctono Famosograppoli del vitigno autoctono Famoso
Ma quanto è famoso il Famoso? Il “Famoso Rambëla” è un vitigno autoctono che è stato “riscoperto” dopo decenni di abbandono a causa della sua spiccata aromaticità, non in linea con le richieste del mercato. Nel bicchiere il vino presenta una colorazione giallo paglierino, oro, limpido e compatto. Il quadro olfattivo è molto intenso con sentori caratteristici che rimandano al Moscato e che consentono di ascriverlo ai vitigni aromatici; i profumi richiamano note floreali di arancio, fiori di tiglio e biancospino; note fruttate che vanno dalla frutta a pasta gialla, agli agrumi fino alla frutta essiccata nonché marcate note balsamiche, agrumate e di salvia. Al gusto il “Famoso Rambëla” è dotato di una buona struttura, è allegro ma equilibrato, abbastanza morbido, intenso e persistente. Il sorso è vibrante e gustoso, caratterizzato da una calda avvolgenza gustativa, con retrogusto amarognolo.


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Santòn, il primo vermouth agricolo del Friuli Venezia Giulia


È nato il primo vermouth agricolo del Friuli Venezia Giulia e, forse, d’Italia. BorgosanDaniele, cantina di Cormòns, fondata nel 1990 dai fratelli Alessandra e Mauro Mauri, ha presentato alla stampa Santòn, il vermouth bianco che nasce dalle uve e dalle erbe del territorio. È un grande ritorno quello del vermouth, il vino aromatizzato dalla storia molto antica che, usato come base per molti celebri drink, in questi ultimi anni è ritornato protagonista tra sommelier e barmen, sia degustato in purezza sia in nuove ricette di mixologia.
«L’idea di Santòn – raccontano i fratelli Mauri - parte dalla tradizione e si spinge verso la voglia di sperimentare e di celebrare i prodotti originari del nostro territorio attraverso un grande classico tutto italiano, come il vermouth. Oltre due anni di lavoro, di prove, centinaia di assaggi, di modifiche alla ricetta, di sperimentazioni e di nuove scoperte. Tanto ci è voluto per arrivare al Santòn di oggi».

La ricetta di Santòn

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Nel nuovo direttivo FIVI anche Bruna Flaibani

L'assemblea generale dei soci della FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, ha rinnovato le cariche elettive per i prossimi tre anni. Matilde Poggi confermata presidente, alla vicepresidenza restano Walter Massa e Leonildo Pieropan.
Entrano quattro nuovi consiglieri, di cui tre del Centro-Sud Italia. Sono Luigi de Sanctis (Lazio), Gaetano Morella (Puglia) e Luigi Maffini (Campania), insieme a Bruna Flaibani dal Friuli Venezia Giulia.
Rimane invariato il numero di consiglieri. Gli altri vignaioli riconfermati sono: Costantino Charrère (Valle d'Aosta, già primo presidente FIVI), Lorenzo Cesconi (Trentino), Ettore Ciancico (Toscana), Luca Ferraro (Veneto) Gianmario Cerutti (Piemonte, Consigliere delegato agli affari istituzionali), Armin Kobler (Alto Adige), Francesco Saverio Petrilli (Toscana, Segretario Nazionale) e Marco Vercesi (Lombardia). Abbandonano la carica invece Celestino Gaspari (Veneto), Guido Zampaglione (Piemonte) e Stefano Casali (Toscana), Giulia Cavalleri (Lombardia, che rimane alla guida dei Vignaioli di Franciacorta). Il consiglio direttivo della FIVI potrà inoltre contare sull'apporto di 16 delegati di zona e delle tre associazioni indipendenti (Vignaioli del Trentino, Vignaioli dell'Alto Adige, Vignaioli del Soave) a cui è affidato il compito di mantenere il rapporto con i quasi 1000 soci.


FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono quasi 1000 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 70 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 10.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 20 % secondo i principi della lotta integrata e per il 31 % secondo la viticoltura convenzionale.

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Sciacchetrà, il passito dolce delle Cinque Terre

Il nostro divertente giro d'Italia dei passiti su qbquantobasta questo mese fa tappa in Liguria, in uno degli angoli più belli d'Italia: le Cinque Terre, in provincia di La Spezia. Siamo nella Riviera di Levante, una costa frastagliata, caratterizzata da scogliere a picco, insenature, baie,  piccole spiagge che va da Genova al Golfo della Spezia. Le Cinque Terre sono il tratto più bello e famoso in tutto il mondo di questa costa,  in cui si susseguono, come gemme incastonate nella roccia, i borghi di Monterosso al Mare, Vernazza, Comiglia, Manarola e Riomaggiore. Nel 1997, su istanza della provincia di La Spezia, le Cinque Terre sono state inserite tra i Patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO, con la la seguente motivazione: "La riviera ligure orientale delle Cinque Terre è un paesaggio culturale di valore eccezionale che rappresenta l'armoniosa interazione stabilitasi tra l'uomo e la natura per realizzare un paesaggio di qualità eccezionale, che manifesta un modo di vita tradizionale millenario e che continua a giocare un ruolo socioeconomico di primo piano nella vita della società". Un esempio di questa armoniosa interazione è rappresentato dalla trasformazione dei boschi, che da sempre hanno ricoperto quella costa, in "cian", terrazzamenti su cui coltivare nei secoli orti, vigneti ed uliveti.

Lo Sciacchetrà è il vino passito dolce delle Cinque Terre, unico per caratteristiche e timbri, grazie al particolare microclima del territorio, in cui si fondono il mare e la roccia, le carezze del vento ed il calore del sole. Il nome Sciacchetrà sembra derivare da un antico termine con cui si indicavano le bevande fermentate: "shekar". Al di là della sua origine, il termine è attestato solo alla fine dell'Ottocento: sembra che tra i primi ad utilizzarlo sia stato il pittore macchiaiolo Telemaco Signorini nel suo scritto di memorie Riomaggiore: ricordando le tante estati trascorse nel borgo delle Cinque Terre, afferma che «in settembre, dopo la vendemmia, si stendono le migliori uve al sole per ottenere il rinforzato o lo sciaccatras».

Per la produzione dello Sciacchetrà si usano prevalentemente uve di Albarola, Bosco e Vermentino, ottenute da vigne spesso coltivate “alla greca”, basse, in cui per la raccolta dei grappoli si deve stare in ginocchio sotto le pergole: tipica modalità di coltivazione delle zone molto battute dai venti. A queste difficoltà bisogna aggiungere che alcuni dei vigneti sorgono in punti così impervi da essere raggiungibili dai viticoltori solo con il  trenino a cremagliera.
La tecnica del suo appassimento potrebbe essere stata introdotta a Riomaggiore nell'VIII° secolo a.C. da esuli greci.

Veronelli rendeva onore e merito ai vigneron del territorio definendoli "angeli matti" : per capire "matti" basta guardare una foto delle vigne; "angeli" per l'importante opera di salvaguardia del territorio: mantenere i muretti a secco dei terrazzamenti, che modellano e contengono il terreno, è la prima cosa da fare per prevenire le frane.  Nel corso dei secoli molti personaggi illustri hanno parlato dello  Sciacchetrà, spesso in termini entusiastici: si pensi a Boccaccio, Petrarca, Giosuè Carducci, che lo descrisse come l'essenza di tutte le ebbrezze dionisiache, Giovanni Pascoli, Gabriele D'Annunzio e il già citato Telemaco Signorini.

Mauro Giacomo Bertolli è direttore di  www.italiadelvino.com autore della Rubrica “Andar per vini” su food24 in www.ilsole24ore.com
Oltre che su qbquantobasta scrive per Millevigne, Lombardia Verde e altre riviste

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"Tutela e valorizzazione della viticoltura di collina e dei vitigni autoctoni, tra gli impegni prioritari"

Tutela e valorizzazione della viticoltura di collina e dei vitigni autoctoni, tra gli impegni prioritari del nuovo Presidente del Consorzio di tutela vini a Doc “Friuli Colli Orientali-Ramandolo”, il cividalese Michele Pavan, 45 anni, titolare dell’azienda “La buse dal Lòf”, di Prepotto.  Lo ha nominato, all’unanimità, il Consiglio di amministrazione chiamando anche, alla collaborazione gestionale, i vicepresidenti Paolo Valle di Buttrio e Adriano Gigante, di Corno di Rosazzo (anche rappresentante delegato nel Consiglio del Consorzio delle Doc del Fvg). «Innanzitutto – ha detto Pavan - ringrazio i consiglieri per la fiducia accordatami e, in particolare, Adriano Gigante che mi ha preceduto nell’incarico. Mi sento particolarmente responsabilizzato nel rappresentare un Consorzio che unisce tante aziende capaci di svolgere una ruolo di primo piano nel panorama della viticoltura friulana. I Colli Orientali rappresentano oltre il 10 % della superficie vitata regionale e si caratterizzano, soprattutto, per la gestione di una importante percentuale della viticoltura di collina e per una politica attenta alla difesa e valorizzazione dei vitigni autoctoni. Personalmente, amo le sfide e il mio lavoro sarà dedicato a creare condizioni utili a garantire ulteriore sviluppo e crescita al comparto vitivinicolo e a tutto il territorio. In questo impegno – ha concluso Pavan - sono orgoglioso di poter essere affiancato da un team di tecnici qualificati e competenti che ho già avuto modo di conoscere e apprezzare».

Leggi anche Cambio ai vertici del Consorzio Colli Orientali e Ramandolo

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