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Vino e finanza

E' la stagione della slow finance. Investite nel vino

Nell’ultimo decennio, investire in azioni si è fatto meno facile. Nel '900 il capitaledi rischio, come misurato da Elroy Dimson, Paul Mars, Mike Staunton in “ The Millenium Book. A Century of Investments Returns”, ha performato meglio degli investimenti alternativi. Tra il 1900 ed il 2000, ad esempio, nel

Regno Unito le azioni hanno offerto un rendimento reale annuo del 5,9% contro l’1,3% delle obbligazioni. Ora il contesto è cambiato perché il capitalismo è diverso, globale, e più competitivo. Meglio, allora, puntare su azioni con potenzialità di guadagno in conto capitale e con buoni dividendi futuri. I titoli da preferire dovrebbero essere quelli

 

con potenzialità nel lungo termine: soprattutto sarebbe bene investire nelle società locali e di dimensioni ridotte più capaci di sfruttare le potenzialità di crescita del territorio dove operano. Una sorta di “slow finance” sulla falsariga dello “slow food” che valorizza i prodotti enogastronomici del territorio. Le azioni del vino hanno queste caratteristiche e sono a pieno titolo dei value stock: asset con una solida capacità di remunerazione del capitale nel tempo anche se meno capaci di crescere nel breve. Per gli investitori alla ricerca di performance superiori alla media l’investimento nel vino è ora più consigliato che nel secolo scorso.

autore:  Edoardo Narduzzi, wine economist e presidente della società di consulenza Synchronya

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