Vino alimento o vino emozione?
L'argomento era di sicuro interesse “Vitigno, terroir e qualità del vino: valorizzazione tramite il territorio”. I relatori ospiti di Alessio Komianc a Giasbana (San Floriano del Collio) erano il prof. Mario Fregoni, presidente onorario O.I.V. Organizzazione Internazionale della vite e del Vino (per citare solo una delle sue cariche attuali: è membro infatti di 12 Accademie di cui 6 estere con tre lauree Honoris Causa ecc. ecc. Poiché parliamo di vino ricordiamo che ha selezionato due varietà da vino: la Malvasia rosa e l’ERVI) e il prof Roberto Zironi docente di Enologia dell’Università di Udine. Pubblico di tecnici e viticoltori. Piacevolissima la sensazione condivisa di Togliere le ali e le punte e rendere i grappoli piccoli: è un’operazione di toilette che ha la sua bella importanza. Quantità e profondità delle radici sono fondamentali per quella che il prof. Fregoni ha definito nanonutrizione capace di stimolare la resistenza della vite. E l’equilibrio mutevole della proporzione fra le foglie (giovani sintetizzano zuccheri e ormoni; vecchie sintetizzano polifenoli) è alla base di una corretta gestione nelle varie fasi. Si è parlato di peso medio dei grappoli per ogni gemma, poi si è arrivati al punto cruciale: la strategia per il terroir. Domina il gustolato o qualcosa che offre emozioni? E la differenza fra le tipologie come deve tener conto dei diversi costi di produzione? del consumatore e il produttore lo segue? Il vino è un alimento che soddisfa un bisogno del pa Potremmo arrivare paradossalmente a fare del vino una bevanda senza uva, è stata una delle provocazioni. Ed eccoci giunti a un altro punctum dolens: il prosecco. Con il rischio che in ogni cantina compaia un’autoclave. Un’operazione valida e importantissima quella del Prosecco, ma bisogna saperla interpretare. E ancora lieviti autoctoni, massa critica, palato evoluto, con un richiamo preciso: non seguire la moda, neanche degli autoctoni. C’è il rischio che la particolarità diventi la norma con risultati deludenti. E come legare la comunicazione al sito geografico? Un incontro carico di spunti di riflessione con un messaggio finale, quello di credere fino in fondo a quello che si fa, di essere nel contempo orgogliosi ma umili, ragionando in prospettiva di un futuro che arrivi almeno ai nostri fi gli. Questo almeno ci è sembrato di capire.
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