Tappi belli, tappi buoni!

Il sughero, anche se è un prodotto forestale, è tutto sommato più facilmente assimilabile a un frutto che al legname. Si raccoglie ogni 10 anni, senza però tagliare la pianta, e in molte lingue mediterranee la parola che indica l’operazione è la stessa che si usa per il raccolto della frutta o dei prodotti agricoli (per esempio cosecha in spagnolo, récolte in francese ). Come la frutta, il sughero viene differenziato, dal punto di vista commerciale, in calibro cioè in base allo spessore della corteccia, e per classificazione estetica. Maggiore è lo spessore, migliore
sarà la qualità visiva e più alto sarà il prezzo.

Da ogni pezzo di corteccia, che si chiama plancia, si estraggono, con sequenze di taglio, i tappi. Dalla stessa plancia, sia essa di qualità estetica migliore o scadente, usciranno, in
percentuali diverse, tappi bellissimi e tappi meno belli. Quindi stesso albero, stessa corteccia, stessa lavorazione, tappi belli e tappi meno belli tutti della stessa qualità,
perché sono tutti fratelli gemelli. Ma allora vale la pena di comperare i tappi più belli? C’è la certezza che i tappi più belli garantiscano maggiore qualità e minori rischi?
Le risposte sono no e ancora no, ma con dei distinguo piuttosto importanti. I tappi più belli sottolineano la qualità del vino, perché il tappo, oltre a essere un elemento di chiusura, è parte integrante dell’immagine e della cultura del vino. Un tappo bello evoca, fin dal primo approccio con la bottiglia, la qualità del contenuto e quindi soddisfa le aspettative del consumatore. In quanto ai potenziali rischi di cessioni indesiderate, bisogna rifarsi una volta ancora alle buone pratiche di produzione.

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .
Privacy Policy

Altre notizie

Baglio Oneto di Marsala In vacanza nei luoghi de I Leoni di Sicilia Un racconto che emoziona, e che narra, prendendo spunto da vicende personali e realmente accadute, la Storia della Sicilia e...

Vai all'articolo