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Vini rivieraschi

Ritrovano sempre maggiori elementi di sinergia i vini della Riviera Friulana. Appartengono alle tre DOC del territorio del litorale e del retroterra della costa friulana, dal Tagliamento all’Isonzo. Le DOC: Friuli Latisana, Friuli Annia e Friuli Aquileia. Che negli ultimi anni hanno moltiplicato le occasioni di degustazione e di dibattito, raccordate da un unico comune denominatore: la promozione del territorio, delle tradizioni, delle peculiarità che esse hanno in comune.

Se ne è parlato a Marano Lagunare nel corso di un convivio – dibattito che ha avuto per protagonisti i rappresentanti dei viticoltori delle tre zone a denominazione di origine controllata. Presente il noto giornalista enogastronomico, Edoardo Raspelli, il quale ha sottolineato l’opportunità di pervenire a iniziative e scelte finalizzate al rafforzamento del settore enologico rivierasco. In modo da favorirne la promozione su un’area vasta. Con l’obiettivo di offrire al territorio considerato nell’ipotesi della Riviera Friulana un elemento trainante della promozione. Anche a supporto della grande risorsa di quest’area. Che è il turismo.

Turismo storico, culturale, ambientale, paesaggistico, enogastronomico, archeologico, balneare. Dunque, di nicchia, specializzato, di massa. Raspelli ha concluso sollecitando le realtà considerate, anche territoriali, a darsi come obiettivo la concretizzazione dell’idea generata dal libro ‘la riviera friulana’ di Carlo Morandini. Un libro presentato già due anni orsono, ma che lo stesso enogastronomo di origini friulane (Raspelli) ha ammesso di avere scoperto in ritardo.

Vini a volte sapidi, alcuni più minerali, altri ricchi di struttura, o aromatici, equilibrati. Ce ne sono per ogni gusto e necessità di abbinamento nella Riviera Friulana. Dal Friulano, ahimè, l’ex Tocai, alla Ribolla Gialla, alla Malvasia, al Traminer, tra gli autoctoni bianchi; al Refosco, al Pinot Nero, tra i rossi che hanno contrassegnato la storia del vigneto rivierasco fin dai tempi degli antichi romani. A quelli internazionali, dal Merlot, rosso, ai Pinot Bianco e Grigio, allo Chardonnay, bianchi. Agli spumanti da vitigni autoctoni, come da Ribolla Gialla. O da uve per il Prosecco, originariamente di origine veneta. Oggi anche radicati nella produzione locale.

A parlarne sono stati nell’occasione il presidente dell’Assoenologi del Friuli Venezia Giulia, Rodolfo Rizzi, per selezionare i punti di contatto tra l produzioni vitivinicole rivierasche, Walter Casasola, uno di primi promotori dell’Associazione Italiana Sommelier della Bassa pianura friulana, ora denominata anche Riviera friulana, per anticipare le risultanze di una sua ricerca sulle origini comuni dei vini locali. Ma anche Sergio Bortolusso, presidente della DOC Friuli Annia, di Carlino, Cristian Beltrame, DOC Friuli Aquileia, di Bagnaria Arsa, e l’enologo dell’azienda vinicola Isola Augusta, di Massimo Bassani, Palazzolo dello Stella, presidente della DOC Friuli Latisana. Per testare alcuni abbinamenti con i vini rivieraschi, una proposta azzeccata, gradita anche da Raspelli, di pietanze è venuta da quattro ristoratori rivieraschi.

Da Giorgio Dal Forno, del ristorante Ai tre canai di Marano Lagunare, con il bisato in speo, l’anguilla allo spiedo, lo scartossetto di gamberi (gamberi al cartoccio); Vanni Aizza, del ristorante La colombara di Aquileia, con le sarde ai sapori antichi secondo la ricetta del primo enogastronomo della storia moderna che fu Apicio; Clia Grop, del ristorante Alla tavernetta da Aligi di Porpetto, con un orzotto alla zucca, e Luigi Zago, del ristorante Al casone, Golf club Grado, con un ‘boreto’ di pesce alla gradese.

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