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Terzo paesaggio: il vigneto naturale

In un mondo afflitto da crisi economiche, il tema della biodiversità passa in secondo piano, ma la ricchezza rappresentata dalla variabilità vegetale (e animale) è un patrimonio inestimabile. Per gli aspetti relativi all’ambiente viticolo si è introdotto un nuovo concetto, quello di connettività o di corridoio ecologico,

dispositivo che consente ai vigneti di essere collegati attivamente con gli spazi naturali.

Le modalità per farlo sono diverse e comprendono soluzioni semplici come l’inerbimento naturale dei vigneti, fino a quelle più complesse come la creazione di zone naturali, di rispetto, all’interno di zone intensamente coltivate dove ricreare sistemi di vita biologica più complessi.

Il segreto del vigneto naturale sta nel "terzo paesaggio" di quelli di una monocultura come il vigneto. Sono stati proposti in questi anni metodi di valutazione del livello di biodiversità di un sistema agrario dove è inserito il vigneto e tra questi il più efficace è la cosiddetta analisi del terzo paesaggio. Con questa definizione si comprende quella parte di vigneto che normalmente sfugge all’osservazione, perché rappresentata da una zona compresa tra qualche decina di centimetri di soprasuolo e altrettanti di sottosuolo.

Perchè è importante il terzo paesaggio? Perché è la parte più fragile dell’ecosistema viticolo, perché è il più ricco di specie e consente di valutare l’impatto delle tecniche colturali sull’ambiente naturale.

fonte: Tre bicchieri

il professor Attilio Scienza è ordinario di Viticoltura all'Università Statale di Milano.

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