Skip to main content

Successo per Le Radici del vino 2018

riceviamo e volentieri pubblichiamo. RAUSCEDO SI CONFERMA TERRITORIO DI VINO E COOPERAZIONE. Ancora un successo per Le Radici del Vino, grande vetrina enologica e fiera della viticoltura d’eccellenza che a Rauscedo di San Giorgio della Richinvelda (componenente delle Città del Vino e primo Comune delle Cooperative) dall’11 al 14 ottobre 2018 ha richiamato non solo addetti ai lavori ma anche tante famiglie unendo momenti di approfondimento tecnico ad altri di incontro e divertimento. Organizzata dall’associazione Le Radici del Vino insieme al Comune di San Giorgio della Richinvelda e con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Friulovest Banca, nonché la collaborazione di Confcooperative Pordenone, la kermesse ha fatto il punto sulla viticoltura del futuro (molto interessante il convegno Le nuove sfide della viticoltura del Nordest tra cambiamento climatico e mercato, con oltre 400 persone presenti ad ascoltare gli illustri relatori, tra i quali il climatologo Luca Mercalli) e celebrato quella del presente. Nell’enoteca aperta in tutte le date della manifestazione e denominata “Il Vino torna alle sue Radici”, sono stati proposti vini da varie parti del mondo, per un totale di 120 etichette tutte originate da barbatelle di Rauscedo. Due i concorsi enologici. Il “Festival della Ribolla Gialla” ha visto classificata al primo posto la Ribolla Gialla Charmat Brut Pitars, seconda  la Ribolla Gialla Spumante Brut Charmat di Cabert Cantina Bertiolo, terza la Ribolla Gialla Extra Dry Charmat Cantina Rauscedo. Per il metodo classico vittoria della Ribolla Gialla Vsq Metodo classico Brut Albino Armani. Per il "Sauvignon Principe del Friuli”, primo premio al Sauvignon Doc Friuli Grave 2017 di Albino Armani, secondo il Sauvignon Doc Friuli Fossa Mala e terzo il Sauvignon Doc Friuli Grave 2017 de I Magredi.

“Una manifestazione - ha dichiarato Michele Leon sindaco di San Giorgio della Richinvelda - collaudata e partecipata, per la quale devo ringraziare i 400 volontari che hanno reso possibile tutto questo con la loro passione e il loro impegno. D’altronde i motivi d’interesse erano tanti, dagli oltre 50 espositori della Fiera agricola “Viticoltura d’Eccellenza”, numero che rappresenta il record rispetto alle passate edizioni, alle 470 persone che hanno partecipato alla marcia delle Radici del Vino non competitiva di 7-14-21 km, fino al grqnde pubblico intervenuto per l'intervista tra vino e calcio con mister Gigi Delneri, uno degli altri momenti più apprezzati dell’edizione di quest’anno. Ora un attimo di meritato riposo e poi inizieremo a programmare l’edizione 2019: ormai, infatti, siamo diventati un punto di attrazione per tutto il comparto regionale, felicemente collocato tra la fine della vendemmia e la conclusione dell’anno”.

“Ancora una volta - ha aggiunto Luigi Piccoli presidente di Confcooperative Pordenone - Le Radici del Vino sono state una preziosa occasione per promuovere i valori della cooperazione proprio in uno dei territori a più alta vocazione cooperativa d’Italia, nell’unico Comune del Friuli Venezia Giulia che presenta la filiera completa della produzione vinicola, dalla barbatella alla bottiglia tutta grazie a cooperative. Da parte nostra abbiamo dato un contributo non solo con il convegno ma anche con la tenuta a battesimo dell’ultima nata tra le cooperative rauscedane, quella dei Grani Antichi Fvg, cerimonia che si è svolta proprio durante la manifestazione: un bel momento per testimoniare come la cooperazione continua e guarda al futuro”.

CONVEGNO CAMBIAMENTO CLIMATICO E MERCATO
Il clima cambia, con l’aumento delle temperature a livello globale a causa dell’effetto serra provocato dalle emissioni di C02 in atmosfera da parte delle attività umane: questo comporterà dei mutamenti nei prossimi anni per la coltivazione della vite, dallo spostamento dei territori ottimali sempre più a nord per quanto riguarda l’Europa all’utilizzo di soluzioni agronomiche per contrastare i cambiamenti climatici, a partire da vigneti più adatti a gestire gli stress. Il tutto senza dimenticare le richieste del mercato a una delle zone a più alta vocazione vinicola del mondo. Queste in sintesi le conclusioni del convegno Le nuove sfide della viticoltura del Nordest tra cambiamento climatico e mercato, svoltosi di fronte a un nutrito pubblico nella sala convegni dei Vivai Cooperativi Rauscedo. Il climatologo e meteorologo Luca Mercalli ha spiegato, dati alla mano, che la mitigazione delle emissioni è un obiettivo che si può raggiungere solo operando a livello planetario tra i vari Stati in sintonia (e indicando due scenari di aumento medio della temperatura entro fine secolo, uno di massimo 2° centigradi con effetti ai quali ci si può cercare di adattare e uno di 5° gradi con effetti catastrofici); ha anche illustrato come l’adattamento è invece una strada che si percorre a livello locale. “E la viticoltura - ha aggiunto - dovrà fare i conti con uno spostamento dell’areale della vite più a nord, fino a raggiungere la Gran Bretagna, il nord della Germania e la Polonia in Europa: ma questi saranno terreni adatti? Di contro in pianura Padana rischiamo di avere in futuro le temperature del Pakistan, dove la vite non cresce. Proprio il bacino del Mediterraneo sarà una delle aree che soffrirà maggiormente il cambiamento climatico”. Una delle strategie di adattamento può essere quella delle tecniche agronomiche soprattutto per varietà come il Glera-Prosecco e il Pinot grigio che trainano il settore viticolo del Nordest ma che al tempo stesso rispondono peggio agli stress climatici, a partire dalle ondate di calore, come evidenziato da Diego Tomasi, direttore del Centro di ricerca della viticoltura di Conegliano, il quale ha illustrato gli ultimi test per preservare l’acidità delle uve, concludendo come il vigneto del prossimo futuro rispetto a quello di 20 anni fa dovrà essere sempre più “plastico” nell’adattarsi alla carenza d’acqua, al calore e altri cambiamenti. Sul fronte dell’approccio al mercato, Fabio Piccoli, giornalista e blogger di Wine Meridian ha spiegato come alla voce export il vigneto Nordest valga ormai quasi la metà delle intere esportazioni nazionali e che sempre più i consumatori chiederanno diversificazione e personalità ai vini del territorio a fronte di una concorrenza internazionale che ogni anno aumenta. Eugenio Sartori direttore generale Vivai Cooperativi Rauscedo ha parlato dei vitigni resistenti creati dalla cooperativa per quanto riguarda la discussione sul cambiamento climatico, mentre sul fronte del mercato ha posto l’accento sull’estensione media delle cantine in Italia ancora troppo piccola rispetto ai competitor.

 

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .
Privacy Policy