Ribolla spumante a uso Sciampagna?
Alla terza edizione di Spumantitalia, che si svolge a Garda (Vr) dal 2 al 4 luglio 2021 nelle sale di palazzo Pincini Carlotti, in apertura c’è stata una interessante masterclass dal titolo “Fenomeno Ribolla Gialla… parliamone e scopriamone le qualità”. A condurla il giornalista enogastronomico Stefano Cosma assieme a Lorenzo Colombo, sommelier lombardo e collaboratore di guide e riviste nazionali. In degustazione sia vini mossi italiani a base di Ribolla gialla, sia spumanti sloveni a base di Rebula. Cosma ha introdotto la masterclass sottolineando la poliedricità di questa antica varietà, la sua vocazione a essere vinificata ferma e mossa, per essere un vino dolce da abbinare alle castagne o diventare un apprezzato orange wine, come pure, in passato, a essere apprezzata come uva da tavola. Una Ribolla spumante “ad uso Sciampagna” fu presentata a Gorizia a una Esposizione del 1853; anni dopo ne fa menzione il barone Babo nel suo viaggio “nei Paesi viniferi della Monarchia asburgica”: parlando di Gorizia scrive “si fabbrica da qualcuno una specie di vino spumante, principalmente della ribolla…” e ne spiega il metodo di vinificazione. Nel 1917 il goriziano Giuseppe Le Lievre ricorda con nostalgia “la famosa ribolla spumante” che si beveva durante le gite a Oslavia. Dopo il racconto di questi preziosi aneddoti storici, lla degustazione ha avuto inizio con la Ribolla gialla brut della Cantina Produttori Cormòns, seguita dalla Rebula della cooperativa slovena Peneča Rebula brut di Klet Brda (Dobrovo), che spumantizza questa varietà sin dal 1962, quando a dirigerla c’era Miro Simcic. I presenti hanno potuto apprezzarla anche nella versione magnum “Contesse”. Entrambe metodo Italiano o Martinotti (o Charmat), la prima con 5-6 mesi di permanenza sui lieviti, la seconda con 3 mesi; uve provenienti rispettivamente dalle colline del Collio e della Goriska Brda. Successivamente all'assaggio si sono presentate due espressioni della stessa azienda: Mr Bio Wine, con sede a Latisana e vigne di Ribolla gialla vicino alla Laguna di Marano. Una Ribolla brut, rifermentata 8 mesi in autoclave, e poi una sur lie, con i lieviti in bottiglia.
Ed ecco la sorpresa per i presenti: la Ribolla brut Millesimé 2017 di Manlio Collavini, il primo ad avere capito la vocazione alla spumantizzazione, con un metodo tutto suo, che unisce allo Charmat una lunga rifermentazione in autoclavi orrizzontali e poi un affinamento sur lie per 30 fasi lunari, quindi 12 mesi di bottiglia: Metodo Collavini. La degustazione è poi passata al Metodo classico, con la Ribolla Gialla di Albino Armani, da uve provenienti da vigneti nelle Grave del Friuli, per esattezza dai Magredi. A fare da trait d'union fra Slovenia e Italia il Rebolium Sinefinis brut nature: un metodo classico delle colline della Goriška Brda ottenuto da uve di Ribolla gialla dell’azienda Gradis’ciutta (San Floriano del Collio) e da Rebula dell’azienda Ferdinand (Kojsko), un vino senza confini. Infine, il Medot Brut Millésime 2012, con Rebula al 50%, Chardonnay al 30% e Pinot nero al 20%. A produrlo a Dobrovo (Goriska Brda) Simon Simcic, nipote dell’enologo Miro. In assaggio nei banchi di Spumantitalia, l'azienda Medot ha portato anche il Brut Rosè e l’Extra Brut Cuvèe, mentre la cantina Klet Brda proponeva il Bagueri brut e il Bagueri Zero.
Dunque la Ribolla gialla "è un fenomeno, un oggetto che merita considerazione, fuori dal comune, che desta meraviglia?E dal nome Ribolla si passa facilmente alle bollicine? O è il momento di un processo che va studiato? La masterclass di Cosma, con i suoi approfondimenti storici e ampelografici, nonchè con degustazioni di spumanti fatti con metodi diversi ha dato qualche risposta e posto molte domande.
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