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Quote d'impianto nel vigneto bloccate fino al 2045

sylvoz impianti vigneto e comavit pali per vignetisylvoz impianti vigneto e comavit pali per vigneti

Aumenti della superficie vitata al minimo per i prossimi 25 anni. È quanto emerge dal negoziato interistituzionale sulla Pac in corso, che – come si legge sull’ultimo numero de L’Informatore Agrario – vede le speranze di liberalizzazione di molti produttori italiani infrangersi contro lo scoglio francese a tutela dello status quo, con le autorizzazioni di impianto dei vigneti blindate al vincolo annuale dell’1% fino al 2045.

Se infatti Francia e Spagna possono giocare ancora sull’aumento della quantità, l'Italia è l’unico tra i big del vino del Vecchio Continente a viaggiare già sui massimi livelli di resa e a guardare con qualche preoccupazione in più il congelamento delle superfici vitate per un altro quarto di secolo, considerato anche l’incremento del rischio climatico e fitosanitario.

Il tetto imposto, secondo Corrado Giacomini dell’Università di Parma che ha commentato la notizia per i lettori della rivista di settore, non dovrebbe comunque rappresentare un trauma per i produttori del Belpaese e potrebbe essere sufficiente se si potessero trasferire le autorizzazioni tra Regioni. Inoltre, la nuova Pac dovrebbe garantire la possibilità di non perdere i diritti di reimpianto non utilizzati, di cui l’Italia dispone per migliaia di ettari.

Non mancano comunque le criticità. Per Roberto Scalacci, direttore per l’agricoltura e lo sviluppo rurale della Regione Toscana: “I diritti di impianto sono una complicazione inutile, la programmazione va fatta in modo ragionato, a livello territoriale e all’interno delle denominazioni di origine, con l’accordo dei Consorzi e dei produttori. Per limitare l’espansione ‘non dop’ dovrebbero entrare in gioco regole di pianificazione territoriale e ambientale, non economiche. E se le autorizzazioni non sono trasferibili si rischia di creare un sistema rigido che limita l’accesso ai giovani e non incentiva il ricambio generazionale”.

Stando ai calcoli dell’Oiv, l’Italia è l’unico Paese tra i grandi produttori ad avere aumentato la superficie, con un incremento di oltre il 2% tra il 2014 e il 2019. Nello stesso periodo il vigneto francese è rimasto invariato, mentre quello spagnolo si è addirittura rimpicciolito.

 

 

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