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Quanti spumanti italiani berremo durante le feste?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. In 30 giorni volano 77 milioni di tappi. 870 mio/€ la spesa totale degli italiani. "Rispetto allo scorso anno 2,4 milioni di bottiglie in più pari a un 3,3% di incremento volumi e una spesa globale di +4,4% dovuto solo alle bottiglie nazionali. Plusvalenza e forbice molto ampia fra prezzo all’origine e fatturato al consumo per etichette italiane: 280 milioni di euro in cantina diventano 630 milioni sul mercato. Per Champagne volumi in crescita, fatturato in calo. Cresce ancora il consumo in Italia di vini spumeggianti, ritorna importante un consumo concentrato e stagionale, sempre al vertice la Gdo nelle vendite ma con il prezzo medio più basso. Secondo anno di ripresa per horeca, aumento del consumo off-premise, non esplodono i rosè, bene i veri vini biologici certificati ma in abbinata stretta con il nome della cantina, sempre più brut e meno dolci. Purtroppo ancora carenze conoscitive alla mescita, meno consumatori giovanissimi, più consumi nella terza età, prezzi al consumo generalmente stabili, un po’ in calo alcuni Prosecco Doc. Ancora poco evidenti certe docg e doc di alta qualità; boom di etichette di vitigni autoctoni e innovativi con belle scoperte dal sud Italia, purtroppo con un consumo “vicinale e prossimale”. Questo in sintesi la previsione dei consumi di fine anno di OVSE-CEVES, stima dettata da esperienza e dati raccolti dagli operatori economici sul mercato.

Una media di poco più di 2,5 milioni di bottiglie al giorno. Per la sola serata di fine anno voleranno 44-48milioni di bottiglie, altre due concentrazioni per Natale e per Epifania. In termini di tipologia di consumo grandi differenze: tradizione per Natale con più vini dolci e dry, per Epifania più vini Rosè anche ancora pochi rispetto ad altri paesi, festa di capodanno con più vini secchi e brut. In totale circa 77 milioni le bottiglie made in Italy stappate per un valore alla produzione di circa 280 milioni di euro a fronte di una spesa degli italiani di 630 milioni di euro. Saranno solo 3,7-3,9 milioni le bottiglie straniere, stappate soprattutto in ristoranti delle metropoli e in veglioni di locali notturni e in località di vacanza, per una spesa al consumo di altri 240 milioni. In crescita le bottiglie stappate di Champagne.

 ph Giò Martorana ph Giò Martorana

 

Oltre 870 milioni di euro verranno spesi in bollicine per le festività 2019-2020. “Segnale di speranza e di voglia di vivere si direbbe…per dimenticare e guardare oltre una crisi politica perenne, lavoro precario e latitante, vertenze industriali, vendite lente nei negozi. Rispetto all’anno precedente Ovse rileva una crescita dei consumi nazionali del 3,3% (2,4 mio/bott in più), secondo anno consecutivo, dopo un lustro ad andamento piatto. A fronte di un quasi stazionario valore unitario in cantina all’origine si riscontra un incremento di prezzo medio sul mercato del 4,4% (+0,40 cent a bottiglia): incremento dovuto esclusivamente alle etichette nazionali più conosciute.

Il Franciacorta, il Valdobbiadene, il Trento sono i vini più richiesti, di fascia alta, per le grandi cene. Con i dolci c’è il dualismo Cartizze sia brut che dry, e il tradizionale Asti. Crollo delle etichette poco note e non chiare nell’origine e nella marca, anche se sono copie di brand più noti. L’Universo Prosecco catalizza l’attenzione di 7 consumatori su 10. . Circa 20-22 milioni di italiani consumatori di vino arriveranno a consumare durante le feste circa 1,9 bottiglie a testa. Le Festività 2019-2020 si caratterizzano per un gran numero di nuove etichette di vini spumanti da territori e vitigni autoctoni. La biodiversità spumantistica nazionale si arricchisce in 2 anni di 120-140 etichette delle aziende vitivinicole a sud degli appennini tosco-emiliani. Sul mercato troviamo bollicine a base di uve di Zibibbo, Ortrugo, Fiano, Catarratto, Bombino, Susumaniello, Monica Sarda, Nerello Mascalese, Bellone, Biancolella, Pecorino, Frappato, Passerina ma anche i più noti e già sperimentati Vermentino, Nebbiolo, Pigato, Malvasia di Candia, Aglianico, Inzolia, Erbaluce, Falanghina…. Questa orizzontalità produttiva è un patrimonio ma forti sono le difficoltà di penetrazione conoscneza destinazione. 

Fonte: Elaborazione OVSE-CEVES

 

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