Colori, profumi e storia del Chiaretto Valtènesi

Colore suggestivo, vagamente affine al petalo di rosa, aroma fragrante e floreale; un gusto che anticipa nel bicchiere la freschezza della primavera: il Valtènesi Chiaretto, esclusiva enologica della riviera bresciana del Lago di Garda, torna sul mercato con la nuova annata (2016) nel giorno di San Valentino. Oltre due milioni di bottiglie (+10% sulla scorsa annata) sono pronte per l’ormai tradizionale “déblocage” del 14 febbraio, regolato dal disciplinare di produzione di questo rosé dalla vocazione antica, la cui genesi si intreccia non a caso ad una lontana storia d’amore: quella tra la nobildonna gardesana Amalia Brunati e il senatore veneziano Pompeo Molmenti, grande appassionato di enologia. Nel 1885 il matrimonio tra i due portò Molmenti nei possedimenti dei Brunati a Moniga, in Valtènesi, dove nel 1896 codificò per la prima volta il procedimento produttivo del Chiaretto, la cui produzione era diffusa sul territorio fin dal ‘500 con la denominazione “claretto”, stando ai testi dell’illustre agronomo bresciano Agostino Gallo (1499-1570).

Grappolo di GroppelloGrappolo di Groppello

Fu l’intuizione del Molmenti a lanciare il Chiaretto come referenza di gran moda nel clima della belle époque, fin da quel 1904 in cui il vino del Senatore venne ammesso alla famosa Esposizione Bresciana, vincendo la medaglia d’oro: un riconoscimento che amplificò la fama del “rosé di riviera”, portandolo a diventare una referenza di successo nei salotti e nei locali milanesi del primo ‘900 dove divenne un richiesto aperitivo “di tendenza”. Leggi anche Valtènesi, un Rosé in crescita

La campagna promozionale 2017 prevede allo Spazio Cobianchi di piazza Duomo a Milano una “tre giorni” dedicata alla figura di Eleonora Duse, in programma dal 23 al 25 febbraio con anteprime letterarie, spettacoli teatrali e momenti enogastronomici.

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