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Piace ancora il Novello?

Novello giù, tra vendemmia scarsa e appeal in calo

 

Il Novello, primo frutto dell’ultima vendemmia, va giù: nel 2011 saranno prodotte poco più di 6 milioni di bottiglie (-20% sul 2010), confermando un calo costante dal 2002, anno di massima produzione, con 18 milioni di bottiglie. Calo a cui contribuisce anche la vendemmia più scarsa degli ultimi 60 anni (40 milioni di ettolitri), ma soprattutto il minor interesse dei produttori per un mercato che diminuisce, e

 

 

che vale 30 milioni di euro di fatturato per più di 200 produttori, con oltre un terzo delle bottiglie che

esce dalle cantine del Veneto che, con il Trentino, copre quasi la metà della produzione (a seguire

Toscana, Sardegna, Emilia Romagna e Puglia). Lo dice la Coldiretti, che ricorda come, per gli amanti di

quello che comunque rimane uno dei riti del buon bere, le bottiglie potranno essere stappate un

minuto dopo la mezzanotte del 5 novembre. Appassionati che sono sempre meno, però, e che

brindano con il vino nuovo più tra le mura domestiche che fuori. Lo testimonia Francesco Zonin, alla

guida di uno dei gruppi vinicoli più importanti d’Italia e tra i primi produttori di Novello del Belpaese:

“il mercato oggi dice che gli appassionati non sono più di tanto affascinati dal Novello, anche perché se

qualche anno fa era un prodotto che aveva una vita tra novembre e dicembre, oggi in novembre

esaurisce il suo ciclo. Ed è sempre meno presente nell’horeca, anche se tra le mura domestiche

sembra essere un rito che ancora piace alle famiglie. Più o meno i quantitativi di produzione, almeno

per Zonin, ormai sono stabili. Ma sono cicli, magari tra qualche anno tornerà di moda. Nel vino mai

dire mai”. La produzione italiana - precisa la Coldiretti - è caratterizzata soprattutto da Novelli

monovitigno, con tanti vitigni autoctoni (Teroldego, Ciliegiolo, Nero d’Avola e altri) anche se i più

utilizzati sono, nell’ordine, Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera. Il “déblocage” del

Novello italiano precederà quello del francese “Beaujolais nouveau” (17 novembre) che, anche se

viaggia su ben altre cifre, sembra seguire lo stesso trend a ribasso: dai 60 milioni di bottiglie del 2006 ai 34 milioni del 2010.

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