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Nuovo enoturismo, proposte e suggerimenti

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Nuovo enoturismo. Giovedì 5 novembre 2020, Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, e l’agenzia di comunicazione DOC-COM hanno organizzato un webinar per discutere sulle prospettive dell’enoturismo durante la pandemia di COVID-19. Al dibattito hanno partecipato Nicola D’Auria, presidente nazionale Movimento del Turismo del Vino, Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale Donne del Vino, e Paolo Privitera, CEO di Evensi, professore al MIT di Boston.

“Il settore enoturistico ha vissuto una ripresa durante i mesi estivi – ha sottolineato Roberta Garibaldi –, a conferma della sua centralità nelle preferenze dei turisti, italiani e non”. I nuovi lockdown in Italia ed Europa impongono un’importante e approfondita riflessione: per fronteggiare la crisi che stiamo attraversando sarà fondamentale “rispondere e fornire soluzioni, garantire il sostegno economico da parte delle istituzioni e stimolare la digitalizzazione del settore”, prosegue Roberta Garibaldi.

“Diversificare è la chiave per affrontare al meglio il futuro – sostiene Donatella Cinelli Colombini –: anche se rimodellare la nostra offerta non è semplice dobbiamo usare bene questi mesi invernali per pianificare una strategia innovativa. Leggi  al link il suo intervento. Diversificare per vincere la sfida del nuovo enoturismo

“La centralità di un settore come quello enoturistico è testimoniata dal successo, non scontato, che i nostri eventi come Calici di Stelle e Cantine Aperte in Vendemmia hanno avuto. L’esperienza emozionale nei luoghi di produzione rimane il nostro principale obiettivo, ma, alla luce di questa prolungata emergenza sanitaria, non possiamo non segnalare un bisogno di fare quel passo digitale in avanti, a livello delle singole aziende e  a livello nazionale, evidenziato anche dal confronto con gli altri paesi europei. La crisi può essere lo stimolo giusto, sia per noi vignaioli sia per le istituzioni, per andare in questa direzione e realmente aiutare un comparto che, grazie alla sua doppia natura di agricoltura e turismo, coinvolge con reti e collaborazioni moltissimi enti, attività e realtà sul territorio” ha affermato Nicola D’Auria.

INNOVARE LE ESPERIENZE IN CANTINA

La situazione contingente, con forti restrizioni agli spostamenti, deve essere occasione per le cantine di progettare il futuro. Il lockdown primaverile ha determinato un cambiamento delle attività proposte dalle cantine italiane, come emerge dall’indagine condotta dal Wine Tourism International Think Thank, comitato di esperti internazionali che vede Roberta Garibaldi tra i promotori. Sebbene visite guidate e degustazioni negli spazi aziendali rimangono le offerte più diffuse, queste scendono rispettivamente del 24% e del 22% rispetto al periodo pre-pandemico. Ciò è strettamente legato alla diminuzione del numero di dipendenti dedicati ai servizi turistici – che passa da 3,4 a 2,8 – conseguente alla crisi economica che ha colpito le aziende produttrici, il che ha reso difficile mantenere inalterata l’offerta delle cantine. La pandemia ha però portato alla crescita di altre experience da svolgersi all’aria aperta, in primis picnic (+9%) e degustazioni di vino nei vigneti (+6%), oltre che un aumento della vendita di vini attraverso lo shop aziendale (+4%).

Volgendo lo sguardo alla Spagna, emerge come l’offerta turistica sia più ampia e variegata rispetto a quella del Belpaese. Prima del lockdown, il 48% e il 32% delle aziende vinicole spagnole offriva percorsi da svolgere in autonomia rispettivamente in cantina nei vigneti rispetto all’11% e al 12% delle cantine italiane; differenze significative si riscontrano anche per le cene nei vigneti (36% vs 19%), la vendemmia per turisti (29% vs 12%), wine club (26% vs 11%) e tour e proposte per bambini (26% vs 17%). Dopo il termine del periodo di chiusura forzata, questo gap non si è colmato ed è rimasto forte specialmente per le visite in autonomia e i wine club.

Il turista sta cambiando, e i trend appena visti si manterranno anche in futuro, con scelte fatte sempre più all’ultimo momento e spostamenti ancora verso mete di prossimità e per brevi periodi. Quindi i target saranno ancora i residenti e i piccoli gruppi di persone del luogo, i quali ricercheranno proposte e servizi ad hoc. Maggiore propensione al viaggio avranno i Millennials, che accetteranno una più alta quota di “rischio Covid” rispetto ai Baby Boomers.

La presenza di sempre più italiani e meno stranieri è confermata dal portale Divinea: prima del lockdown primaverile, ben il 53% delle esperienze era acquistato da turisti internazionali, in primis americani; questa estate, invece, la tendenza si è invertita con ben il 70% rappresentato da italiani.

L’andamento delle presenze in cantina appare correlato fortemente alla propensione a rilasciare recensioni. Con Travel Appeal abbiamo analizzato le presenze, che dopo la crescita estitva sono apparse in forte calo già nel mese di ottobre, appare evidente anche il sentiment dei clienti delle cantine nel periodo gennaio-ottobre 2020, si evidenzia un gradimento decisamente più alto in questi mesi rispetto ai ristoranti (92,1/100 vs 86,1/100).

Questo suggerisce di continuare a progettare proposte in base alla situazione contingente. Laddove possibile in base alle restrizioni, anche organizzando attività in loco e all’aria aperta, quali percorsi in autonomia, degustazioni in dehor riscaldati, … Quanto organizzato in altre destinazioni enoturistiche che hanno affrontato il primo lockdown in inverno (Argentina, Cile, …) può sicuramente essere da spunto.

La digitalizzazione deve essere implementata
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