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Lo spritz del Carso

Il famoso SPRIZ. Ora è di moda, ma io lo conosco da quando ero piccola. A Padova da tempi immemorabili era uso normale andare all’osteria e bere uno spriz come aperitivo. Acqua, vino e un goccio di Aperol. Magari accompagnandolo con un “spuncionsin” (mezzo uovo con l’acciuga, una sardella fritta, due bovoeti, un piattino di nervetti. Insomma cose così). A me non piaceva entrare nelle osterie. Puzza di sigaretta, di fritto, di non pulito. Gente grande che giocava a carte, chiacchierava a viva voce, ti guardava in modo strano. Non era “bene” che una donna entrasse in osteria. Pertanto…… niente spriz. Ora che gli anni son passati, le vecchie e puzzolenti osterie non esistono più ma io lo spriz non lo bevo, non mi piace. Ma….. ieri sono andata in Carso, a Prepotto, in osmizza. L’osmizza non è un’osteria, è la casa (o il cortile d’estate) del contadino che la apre ai propri ospiti. Ci vanno tutti, giovani e vecchi, donne e uomini, compresi i bimbi. Si sta bene in corte sotto il noce. L’aria è più respirabile che in città. Si mangiano affettati, uova sode, pane fatto in casa, verdure sotto olio… Insomma cose così! Dicevo ieri sono andata da Ivan Gabrovec e nella lavagna vedo scritto APERITIVO CON IL SAMBUCO. Adoro il sambuco, subito lo provo e… ho scoperto lo SPRIZ DEL CARSO. Vitovska, sciroppo di sambuco, acqua minerale, un cubetto di ghiaccio con incorporata una fogliolina di menta e uno spicchiettino di limone. Delizioso, rinfrescante, colorato, elegante, innovativo. Una delizia.

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